– MONDO SCUOLA: UNA VISITA DIDATTICA AL COTTOLENGO DI TORINO –
Giovedì 26 novembre i ragazzi delle terze medie, accompagnati dalle insegnanti di religione, lettere e inglese, si sono recati a Torino per visitare il Cottolengo. San Giuseppe Benedetto Cottolengo è il fondatore dell’opera da lui denominata Piccola Casa della Divina Provvidenza che, dopo la sua morte, è popolarmente detta “Cottolengo”.
San Giuseppe Benedetto Cottolengo, fondatore
della Piccola Casa della Divina Provvidenza.
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Alcuni anni dopo la sua Ordinazione sacerdotale, è impressionato dalle condizioni di povertà degli uomini del suo tempo; ispirato da Dio e animato da spirito evangelico, in poco tempo Giuseppe Cottolengo dà vita a molteplici iniziative a favore degli esseri umani più bisognosi, mostrando un grande spirito di accoglienza e di fiducioso abbandono a Dio, fino alla grande sensibilità verso i poveri.
Spinto da una grande fede e amore verso i più deboli, il Cottolengo viene ispirato ad aprire, nel 1832, una casa nel quartiere torinese Valdocco (dove attualmente trova ancora la sua collocazione), e che denomina Piccola Casa della Divina Provvidenza.
La stessa Casa accoglie oggi l’ospedale, la chiesa, la cucina che prepara 3.500 pasti al giorno, la scuola materna elementare e media, il monastero di clausura, e i locali enormi in cui vengono ospitati ogni giorno almeno 500 poveri.
Una città nella città, ci ha spiegato suor Mildice, che ci ha introdotto in tutti gli angoli di questa struttura enorme.
Poi, prima di pranzo, una testimonianza diretta di una donna focomelica che da 49 anni, cioè dalla nascita, vive in questo ricovero, poiché la famiglia del lontano sud non poteva sopportare una tale vergogna: una figlia con arti quasi inesistenti e tanti problemi di salute. Eppure questa stupenda donna ci ha testimoniato che pur con il suo handicap è diventata una scrittrice, poetessa, insegnante e conosce tante persone in tutto il mondo con cui è a contatto tramite la tecnologia moderna di internet.
L’accurata spiegazione della suora e la testimonianza della scrittrice hanno fatto comprendere ai ragazzi che questo luogo è davvero speciale, una grande famiglia dove il cristianesimo è vissuto in modo reale e positivo, con il sorriso sulle labbra, sempre, anche di fronte alla sofferenza e alla povertà. Il motto del Cottolengo è infatti: entrate a cuore aperto, vi entreremo nel cuore.
Ci siamo resi conto di quanto sia operosa e utile questa piccola città della Casa della Divina Provvidenza e ancora una volta Torino, pur nella sua umiltà, riesce a fare grandi opere senza fare grande scalpore.
Vorrei consigliare ai miei colleghi di portare in gita i loro alunni in strutture come queste, poiché i giovani vengono educati più dagli esempi concreti che dalle parole...
prof.ssa Nadia Tria