Bernadette Soubirous al momento delle Apparizioni di Lourdes. (foto Archivio) |
Il folto gruppo di 50 pellegrini, martedì 18 agosto, parte puntuale dalla Piazza della fiera alle ore 6,45 alla volta di Nevers. Don Franco, superato il Traforo del Frejus, crea il giusto clima spirituale, tratteggiando la vita di S. Bernadette, vissuta tra il 1844 e il 1879. In sintesi: nacque a Lourdes il 7 gennaio 1844; all’età di quattordici anni ebbe le 18 apparizioni alla Grotta di Massabielle, fra l’11 febbraio e il 16 luglio 1858; otto anni dopo le apparizioni, all’età di ventidue anni, si ritira al convento di St. Gildard, Casa Madre delle Suore della Carità di Nevers, a Nevers il 16 luglio 1866; muore ad appena 35 anni, il 16 aprile 1879.
Per comprendere la spiritualità e il carattere di Bernadette è necessario riflettere sulle risposte che fornì, ai tempi delle interrogazioni, sulle apparizioni della Vergine, dalle quali traspare scaltrezza, semplicità e voglia di ridere, per aver messo in difficoltà l’interlocutore. Al Commissario Jacomet, che la rimproverava per far correre al fiume Gave tanta gente, Bernadette rispondeva: «E perché vengono?! Non sono certo io che vado a prenderli!». All’Abbé Peyramale, che la rimproverava perché diceva di vedere la Madonna, Bernadette lo rimbeccava così: «Siete voi Signor Parroco che dite “la Madonna”, io ho sempre detto che è “una bella Signora”». E ancora, Mons. Laurente, Vescovo di Tarbes, che manifestava alla Veggente la sua disapprovazione per aver mangiato l’erba nei pressi della Grotta e, sostenendo che il gesto non era degno della Madonna, Bernadette rispondeva: «Noi, pure, mangiamo l’insalata!».
Dopo questi ed altri aneddoti, il Parroco concludeva affermando che: «Bernadette non è diventata Santa per il fatto d’aver visto e parlato con la Madonna, bensì perché nei suoi trentacinque anni di vita ha vissuto il Vangelo». A ciò possiamo trovare conferma nella risposta che Bernadette diede a Suor Marcellina Lannessans nel 1878 che le chiedeva di ritornare a Lourdes: «No – disse – perché la gente mi guarderebbe come una bestia rara ed inoltre trascurerebbero la Madonna per, seguire me».
Dopo questi ed altri aneddoti, il Parroco concludeva affermando che: «Bernadette non è diventata Santa per il fatto d’aver visto e parlato con la Madonna, bensì perché nei suoi trentacinque anni di vita ha vissuto il Vangelo». A ciò possiamo trovare conferma nella risposta che Bernadette diede a Suor Marcellina Lannessans nel 1878 che le chiedeva di ritornare a Lourdes: «No – disse – perché la gente mi guarderebbe come una bestia rara ed inoltre trascurerebbero la Madonna per, seguire me».
Santa Bernadette - Suor Maria Bernarde, a Nevers, nell’Urna che
conserva il suo corpo. (foto Archivio) |
In perfetto orario, con una certa trepidazione, entriamo nella luminosa chiesa in stile gotico del Convento di St. Gildard. Al lato destro dell’altare c’è la Cappella con al centro l’urna contenente le spoglie mortali di S. Bernadette.
La Messa è celebrata dal Parroco, con la presenza in presbiterio del diacono permanente Antonio Piemontese che proclama il Vangelo.
Al termine della fiaccolata, in preghiera davanti alla Grotta che riproduce quella di Massabielle. (foto Emilio Allia) |
Il gruppo dei pellegrini davanti al Convento St. Gildard.
(foto Emilio Allia)
|
La giornata si conclude, dopo cena, con una devota processione aux-flambeaux tenuta nel parco di St. Gildard sui passi di Bernadette, alternando alle decine del Rosario i canti mariani e il commento, letto a voce alta dal prof. Marco Rissone.
Monaci e monache, per l’Ora Sesta, in Basilica a Vezelay.
(foto Emilio Allia)
|
Nel 1882 il monaco Badillon trasla a Vezelay le reliquie di S. Maria Maddalena da S. Massimino in Provenza. Nel 1146 da questa Abbazia S. Bernardo predica la missione della II Crociata. Nel 1166 Thomas Beckett, Arcivescovo di Canterbury, da Vezelay condanna Enrico II. Nel luglio del 1190 Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto si incontrano a Vezelay prima della III Crociata. Tra i pellegrini più famosi di Vezelay desidero ricordare S. Luigi Gonzaga, che venne ben quattro volte: nel 1244, 1248, 1267, 1270. Fu lui a confermare l’autenticità delle Reliquie di S. Maria Maddalena.
Le dimensioni dell’edificio sono eccezionali. La costruzione consta di un nartece antistante la chiesa piuttosto oscuro nel quale sostavano i fedeli non ancora battezzati, poi si spalanca la visione della chiesa vera e propria inondata di luce. È una chiesa “cosmica”, progettata in modo che durante i solstizi e gli equinozi la chiesa presenti zone illuminate ed altre oscure. Tra nartece e navate ci sono 28 colonne che sostengono la struttura. Le reliquie di S. Maria Maddalena si trovano nella Cripta posizionata sotto il Coro. Sulla destra è il chiostro con l’antica sala capitolare ora adibita a Cappella. Qui viene celebrata la S. Messa.
Al termine della visita viene spontaneo ripetere con Ph. Beaussant: «L’uomo del periodo romanico non osserva le cose, ma contempla attraverso di esse». La mattinata si è conclusa in un affollatissimo ristorantino; poi, sulla via del ritorno, il dott. Marco Rissone, per spezzare la monotonia del viaggio, illustra alcuni aspetti della viticoltura e dell’enologia francese, riscuotendo interesse e lodi da parte di tutti.
M.R.