02/06/10

Pellegrinaggio parrocchiale ai luoghi di Santa Bernadette (2009)


Bernadette Soubirous al momento delle
Apparizioni di Lourdes. (foto Archivio)
Se il 2008 è stato l’anno dedicato alla Vergine Immacolata nel 150º delle apparizioni di Lourdes, il 2009 è l’anno delle celebrazioni in onore di S. Bernadette Soubirous, quindi il Parroco, sensibile a questa realtà, ha organizzato un tour turistico-religioso al Convento di Saint Gildard, dove Bernadette ha trascorso gli ultimi tredici anni della sua vita terrena.
Il folto gruppo di 50 pellegrini, martedì 18 agosto,  parte puntuale dalla Piazza della fiera alle ore 6,45 alla volta di Nevers. Don Franco, superato il Traforo del Frejus, crea il giusto clima spirituale, tratteggiando la vita di S. Bernadette, vissuta tra il 1844 e il 1879. In sintesi: nacque a Lourdes il 7 gennaio 1844; all’età di quattordici anni ebbe le 18 apparizioni alla Grotta di Massabielle, fra l’11 febbraio e il 16 luglio 1858; otto anni dopo le apparizioni, all’età di  ventidue anni, si ritira al convento di St. Gildard, Casa Madre delle Suore della Carità di Nevers, a Nevers il 16 luglio 1866; muore ad appena 35 anni, il 16 aprile 1879.
Per comprendere la spiritualità e il carattere di Bernadette è necessario riflettere sulle risposte che fornì, ai tempi delle interrogazioni, sulle apparizioni della Vergine, dalle quali traspare scaltrezza, semplicità e voglia di ridere, per aver messo in difficoltà l’interlocutore. Al Commissario Jacomet, che la rimproverava per far correre al fiume Gave tanta gente, Bernadette rispondeva: «E perché vengono?! Non sono certo io che vado a prenderli!». All’Abbé Peyramale, che la rimproverava perché diceva di vedere la Madonna, Bernadette lo rimbeccava così: «Siete voi Signor Parroco che dite  “la Madonna”, io ho sempre detto che è “una bella Signora”». E ancora, Mons. Laurente, Vescovo di Tarbes, che manifestava alla Veggente la sua disapprovazione per aver mangiato l’erba nei pressi della Grotta e, sostenendo che il gesto non era degno della Madonna, Bernadette rispondeva: «Noi, pure, mangiamo l’insalata!».



Dopo questi ed altri aneddoti, il Parroco concludeva affermando che: «Bernadette non è diventata Santa per il fatto d’aver visto e parlato con la Madonna, bensì perché nei suoi trentacinque anni di vita ha vissuto il Vangelo». A ciò possiamo trovare conferma nella risposta che Bernadette diede a Suor Marcellina Lannessans nel 1878 che le chiedeva di ritornare a Lourdes: «No – disse – perché la gente mi guarderebbe come una bestia rara ed inoltre trascurerebbero la Madonna per, seguire me».
Santa Bernadette - Suor Maria Bernarde, a Nevers, nell’Urna che
conserva il suo corpo. (foto Archivio)
Il viaggio prosegue fino al centro della Francia, con meravigliosi paesaggi: dalla montagna alla pianura di Lione fino in Borgogna, dove si trova Nevers, cullata dalla Loira come una perla preziosa posta in uno scrigno verde.


 In perfetto orario, con una certa trepidazione, entriamo nella luminosa chiesa in stile gotico del Convento di St. Gildard. Al lato destro dell’altare c’è la Cappella con al centro l’urna contenente le spoglie mortali di S. Bernadette.
La Messa è celebrata dal Parroco, con la presenza in presbiterio del diacono permanente Antonio Piemontese che proclama il Vangelo.
 Al termine della fiaccolata, in preghiera davanti alla Grotta
che riproduce quella di Massabielle. (foto Emilio Allia)
Il gruppo dei pellegrini davanti al Convento St. Gildard.
(foto Emilio Allia)
La visita alla città di Nevers è illustrata da una guida turistica che, nel breve tempo a disposizione, riesce a mostrare le bellezze artistiche e a descrivere gli eventi storici del capoluogo del Nivernese. La costruzione del Palazzo Ducale di ispirazione gotica però con evidenti note rinascimentali, fu iniziata nel 1464 per volontà di Jean de Clameney, figlio di Filippo di Borgogna. La costruzione si arricchì poi della magnifica facciata grazie al duca Luigi di Gonzaga che aveva sposato la duchessa di Nevers (1565-1594). In questo periodo fiorirono numerose attività artistiche importate dall’Italia come la tecnica della ceramica cotta due volte, come si realizza ad Albissola e Faenza, con smalti di colore blu, verde, ocra e nero. Ciò è possibile grazie alle sabbie della Loira, del Marne e all’argilla della Borgogna. A pochi passi dal Palazzo Ducale sorge l’imponente edificio del Duomo dedicato ai Santi Cyr e Julitte. Fu costruito tra il VI e il XVI secolo. L’ingresso è privo di un portone frontale, si accede attraverso una porta laterale e il visitatore rimane stupefatto dalla presenza di due presbiteri: a destra quello romanico dell’XI sec. sovrastato dall’affresco di Cristo glorioso e, dalla parte opposta, quello gotico del XIV secolo. La visita si è rivelata suggestiva anche per il fatto che in Cattedrale si stava tenendo un concerto d’organo le cui note riempivano i grandi spazi con armonie gravi, solenni e possenti. All’uscita i pellegrini hanno potuto ammirare la Torre Boyer con i suoi 53 metri di altezza.
La giornata si conclude, dopo cena, con una devota processione aux-flambeaux tenuta nel parco di St. Gildard sui passi di Bernadette, alternando alle decine del Rosario i canti mariani e il commento, letto a voce alta dal prof. Marco Rissone.
     
Monaci e monache, per l’Ora Sesta, in Basilica a Vezelay.
(foto Emilio Allia)
Mercoledì 19 agosto, dopo un nostalgico saluto alla grotta, fedele riproduzione di quella di Massabielle, partiamo alla volta di Vezelay, dove, in cima alla collina, si erge l’imponente Abbazia del IX secolo che custodisce le reliquie di S. Maria Maddalena. È il monumento di stile gotico, per importanza, secondo solo a quello di S. Martino di Tours. La Santa Sede ha accordato il Titolo di Basilica minore nel 1920. La storia della chiesa è antichissima: Girard de Roussillon nell’858 fonda un monastero femminile nella zona di St. Pére. Nell’873 la primitiva costruzione fu distrutta dai Normanni ed il compito di edificare la nuova abbazia fu affidato ai monaci che la vollero in cima alla collina.
Nel 1882 il monaco Badillon trasla a Vezelay le reliquie di S. Maria Maddalena da S. Massimino in Provenza. Nel 1146 da questa Abbazia S. Bernardo predica la missione della II Crociata. Nel 1166 Thomas Beckett, Arcivescovo di Canterbury, da Vezelay condanna Enrico II. Nel luglio del 1190 Riccardo Cuor di Leone e Filippo Augusto si incontrano a Vezelay prima della III Crociata. Tra i pellegrini più famosi di Vezelay desidero ricordare S. Luigi Gonzaga, che venne ben quattro volte: nel 1244, 1248, 1267, 1270. Fu lui a confermare l’autenticità delle Reliquie di S. Maria Maddalena.
Le dimensioni dell’edificio sono eccezionali. La costruzione consta di un nartece antistante la chiesa piuttosto oscuro nel quale sostavano i fedeli non ancora battezzati, poi si spalanca la visione della chiesa vera e propria inondata di luce. È una chiesa “cosmica”, progettata in modo che durante i solstizi e gli equinozi la chiesa presenti zone illuminate ed altre oscure. Tra nartece e navate ci sono 28 colonne che sostengono la struttura. Le reliquie di S. Maria Maddalena si trovano nella Cripta posizionata sotto il Coro. Sulla destra è il chiostro con l’antica sala capitolare ora adibita a Cappella. Qui viene celebrata la S. Messa.
Al termine della visita viene spontaneo ripetere con Ph. Beaussant: «L’uomo del periodo romanico non osserva le cose, ma contempla attraverso di esse». La mattinata si è conclusa in un affollatissimo ristorantino; poi, sulla via del ritorno, il dott. Marco Rissone, per spezzare la monotonia del viaggio, illustra alcuni aspetti della viticoltura e dell’enologia francese, riscuotendo interesse e lodi da parte di tutti.
M.R.