30/04/20

1° Maggio - San Giuseppe Lavoratore

Festa di S. Giuseppe Lavoratore: preghiera e campane a distesa
per gli operatori sanitari

Venerdì 1° maggio 2020 alle 12 invito dell’Arcivescovo a tutte le parrocchie. Mons. Nosiglia e i cappellani pregheranno per i defunti
Venerdì 1 maggio 2020 la Chiesa celebra la festa di san Giuseppe Patrono di tutti i lavoratori.
L’arcivescovo Cesare Nosiglia si recherà, alle 12, a pregare nella parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, nel complesso dell’Istituto salesiano «Rebaudengo», in Barriera di Milano.
Con la preghiera del 1° maggio si intende invocare la protezione del Patrono della Chiesa universale sull’intero mondo del lavoro, e in particolare su tutti quegli operatori che in ogni ambito della sanità e della cura si stanno dedicando con grande dedizione e spirito di sacrificio alla lotta contro il contagio: medici e infermieri, personale di assistenza nelle case di riposo, operatori del territorio. L’arcivescovo rivolgerà anche una particolare preghiera di suffragio per i tanti caduti del mondo sanitario, in questi mesi di epidemia.
Nella stessa ora della preghiera suoneranno, in città e nella diocesi, le campane di tutte le chiese nel cui territorio si trovano ospedali o case di riposo, e delle altre che vorranno unirsi. E i cappellani delle strutture ospedaliere e assistenziali si fermeranno per un momento di preghiera in ognuna delle cappelle o degli spazi dedicati.

1° maggio 2020, mons. Nosiglia: rivedere radicalmente il paradigma socio-economico
Messaggio per la festa di S. Giuseppe Lavoratore. Istituito «Sorriso», fondo di solidarietà a cura di Fondazione Operti
Mons. Nosiglia alla manifestazione dei lavoratori in piazza Castello a Torino, 14 febbraio 2020 (Foto: Andrea Pellegrini_LaVoceEilTempo)


Pubblichiamo di seguito il Messaggio dell’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, mons. Cesare Nosiglia, in occasione della festa di San Giuseppe Lavoratore venerdì 1° maggio 2020. Sempre in allegato, la scheda informativa dettagliata sul Fondo di solidarietà «Sorriso».

«L’enorme sconvolgimento della pandemia ha svelato anche le molte debolezze del nostro stile di vita. Come spesso ci ha ricordato Papa Francesco «abbiamo pensato di vivere da sani in un mondo malato”, abitato da squilibri e diseguaglianze spesso generate dalle stesse attività umane. Il contagio, anzi, ha accentuato la «crisi di sistema» nel mondo economico e finanziario: una crisi a cui la nostra area torinese era già fortemente esposta prima del virus.

27/04/20

Cosa sono e a cosa servono le mascherine

Ricerca di Guido Ambrois


Le mascherine sono dispositivi filtranti atti a proteggere da polveri fini acquose e oleose, aerosol, fumo. Normalmente vengono utilizzate per compiere lavori particolari, nelle sale operatorie.  In questa situazione particolare si utilizzano per combattere la diffusione del COVID 19 (corona virus). Si possono suddividere in:
1 - Mascherine semplici. Si tratta di prodotti a bassa efficienza, generici, adatta per il filtraggio di particelle fini e polveri  non tossiche, come silice, lana di vetro, grafite, cemento, zolfo, carbone, metalli ferrosi o legno tenero.
2 - Mascherine chirurgiche.  Sono quelle mascherine rettangolari fatte di tre strati di tessuto-non-tessuto plissettato che si indossano sul volto grazie a un nasello, elastici o lacci. Devono soddisfare alcuni requisiti tecnici stabiliti per legge e passare alcuni test specifici che verificano se la mascherina blocca le goccioline contaminate da batteri. Devono avere il marchio CE ma attualmente e temporaneamente si possono vendere legalmente prodotti che vengono autocertificati dai produttori. Le mascherine chirurgiche non proteggono chi le indossa, ma le altre persone.
3 - Maschere filtranti facciali, identificate con sigla FFP (filtering face piece) ed un numero da 1 a 3 secondo della loro efficacia filtrante. Sono realizzate in modo da bloccare il passaggio di particelle di dimensioni estremamente piccole, dell’ordine del mezzo micron, impedendo a chi le porta di inalarle. Sono dispositivi che bloccano a tutti gli effetti eventuali aerosol infetti da virus, ma anche fumi pericolosi, fibre e polveri ed hanno l’obbligo di riportare il marchio CE. In ambito sanitario vengono usate le FFP2 e 3, che hanno un’efficacia filtrante rispettivamente del 92% e del 98% e sono le più indicate per bloccare i virus.
FFP1 - offrono protezione da polveri non da aerosol tossici. Non sono adatte per la protezione dai virus.
FFP2 - proteggono da polveri, fumo e aerosol solidi e liquidi dannosi per la salute. Devono catturare almeno il 92%  delle particelle che si trovano nell'aria fino a dimensioni di 0,6 μm.
FFP3 - offrono la massima protezione possibile da polveri, fumo e aerosol solidi e liquidi tossici, sostanze nocive cancerogene e radioattive, microrganismi patogeni come virus, batteri e funghi e dannosi per la salute dall'inquinamento dell'aria respirabile filtrando almeno il 98% delle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm.
In generale possiamo dire che le mascherine di tipo chirurgico, proteggono gli altri dalle secrezioni di chi le indossa e non viceversa, mentre quelle filtranti (con le dovute differenze), agiscono al contrario, proteggendo chi le indossa da agenti esterni pericolosi, virus e non solo.
La capacità filtrante della mascherina non è però infinita: dopo qualche ora di utilizzo il tessuto perde di efficacia, anche se la capacità filtrante non si annulla del tutto. Se sono monouso, queste maschere vanno gettate dopo un turno di utilizzo o dopo un determinato numero di ore.

Come agiscono le mascherine.

25/04/20

III DOMENICA DI PASQUA


Carissimi parrocchiani residenti e villeggianti,

vorrei anche oggi ravvivare i nostri animi alla fiducia. Se tutto procede secondo i programmi, domenica prossima dovrebbe essere l’ultimo giorno con in atto le regole restrittive sul comportamento da tenere. Probabilmente inizierà un graduale allentamento che, ne siamo tutti consapevoli, non sarà, come quando da ragazzi giocando a nascondino, l’ultimo arrivato vincente alla meta, grida soddisfatto “un, due, tre, per me … liberi tutti”, e colui che aveva fatto la conta, deve riprendere da capo. È un ritornello, questo, che sentiamo ripetere spesso ai telegiornali. Non un “liberi tutti”, tuttavia dovremmo riprendere un minimo di vita normale, restando molto attenti affinché il virus prepotente e diabolico non torni a rialzare la testa. Chissà se in questo “minimo” di ritorno alla normalità, ci sarà anche spazio per riprendere a celebrare la santa Messa con la presenza dei fedeli? Io lo spero e anche voi lo desiderate. Magari con dei numeri contingentati, da concordare in base alla superficie della chiesa. La nostra è spaziosa e, tenendo conto della navata centrale, delle due cappelle laterali e della balconata, ho fatto il conto che, mantenendo la distanza di un metro da persona a persona, si potrebbe ipotizzare la presenza di oltre 150 fedeli. Pensate che nelle grandi festività, quando la chiesa è gremita vengono distribuite più di 400 Comunioni per celebrazione Eucaristica. A questo riguardo varie persone, nei due mesi trascorsi, telefonandomi, mi hanno detto: “Quanto mi manca la Messa nella nostra chiesa. La seguo in televisione tutti i giorni, alle volte anche più di una, ma … non è la nostra chiesa!”.

25 Aprile 2020 - Festa della liberazione

RICORDIAMO I CADUTI E LA FINE DELLA GUERRA
in chiesa
 
e al Parco della Rimembranza

21/04/20

SAN GIORGIO - 23 aprile

S. GIORGIO COMPATRONO DI BARDONECCHIA
NOTE SULLA GENESI DI UN CULTO
Dal Bollettino 1995
'Quadro centrale del retable dell' altare
maggiore con in alto la Madonna nella
gloria del Paradiso, a sinistra Ippolito
e a destra San Giorgio' (sec. XV)
  

"A San Giorg smen tun orge A San Mar li giò trò tar".1 Così dicevano i vecchi per cui l'agiografia e la sfera religiosa in genere, erano vera cultura su cui si improntavano la vita quotidiana individuale e collettiva, i ritmi lavorativi, il trascorrere delle stagioni. Nessuno di loro, ascoltando que­sto proverbio, avrebbe dovuto consultare il calendario per sapere che la festa di san Giorgio Martire, compatrono del paese, cade il 23 aprile, all'inizio della primavera.

Il culto di questo santo, è straordinariamente diffuso e molto antico. Già nel VI secolo Teodosio Parigeta nel suo De situ Terrae Sanctae, ci riferisce che “in Diospolim (Diospoli o Lydda in Palestina), ubi Sanctus Georgius martyrizatus est. ibi et corpus eius et multa mirabilia fiunt". Con lui concordano alcuni autori successi come pure i resti archeologici che sembrano confermare quelli letterari in quanto la basilica cimiteriale di Lydda è databile ad epoca costantiniana, prossima a quella in cui si presume avvenuto il martirio.
Tabernacolo - San Giorgio
La più antica narrazione delle gesta di questo personaggio è citata per la prima volta dal "Decretum Gelasianum" (496) che, nel De librisrecipiendis, proscrive alcune opere apocrife tra cui la "passio Sancti Georgii". Da questo nucleo iniziale greco la vicenda si complica sempre dì più dilatandosi a dismisura - viene tradotta in copto, armeno, etiopico, arabo per l'uso liturgico che al tempo si faceva delle opere agiografiche, mentre le fanno eco "homeliae", "laudationes", "sermones". In questo contesto assume un particolare sviluppo il racconto del martirio che arriva a pro­trarsi per ben sette anni e che comprende tre risurrezioni del protagonista. Prima di essere decapitato e di rinascere definitivamente al cielo, S. Giorgio compie prodigi come la resurrezione di diciassette persone morte da quattrocentosessant'anni che battezza e poi fa sparire, e impartisce esemplari punizioni ai persecutori della Chiesa.

19/04/20

II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia

S.Messa (a porte chiuse)
Prima lettura At 2,42-47
Dagli Atti degli Apostoli
[Quelli che erano stati battezzati] erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere.





Salmo Sal 117
Rendete grazie al Signore perché è buono: il suo amore è per sempre.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.


18/04/20

II° domenica di PASQUA

   
Miei carissimi parrocchiani,
prosegue questo nostro appuntamento domenicale per farvi sentire tutta la mia vicinanza in questo tempo in cui le giornate di tutti sono di “clausura”.
   È appena passata la Pasqua che quest’anno non ha fatto sentire la forza della sua gioiosità.  Domenica scorsa ho voluto che le campane, anche se non avevano delle Messe da annunciare, suonassero a festa ripetutamente, affinché i loro gioiosi rintocchi potessero entrare nelle vostre case per rassicurarvi che, nonostante tutto, era “davvero” PASQUA.
   Appena avevo terminato di celebrare la Messa, senza concorso di fedeli, verso le ore 9,45 ho aperto la Chiesa e, davanti al portone, in attesa, vi erano due persone che desideravano entrare. Ho avuto qualche attimo di esitazione prima di riconoscerle, perché avevano la mascherina che copriva buona parte del loro viso. Una di loro, tenendo le distanze stabilite, mi ha subito detto: “… che brutta Pasqua senza la Messa … oggi non sembra festa … vorremmo entrare in Chiesa almeno per recitare una preghiera”. Poi, entrate, restando in fondo, prima di avviarsi verso il presbiterio, quella stessa persona, con il groppo alla gola, fissando in lontananza il Cero di Pasqua acceso, posto come sempre davanti all’altare, ha proseguito “...quella luce è l’unica che ci dia speranza”. Capivo che quelle parole non erano di circostanza, bensì sgorgate con sincerità dal cuore. In ogni momento della vita e, soprattutto in questo contesto di epidemia, a darci fiducia e speranza sono sicuramente la fede in Gesù e la fedeltà alla preghiera. Con le sue parole, quella persona, senza saperlo, aveva rimarcato le espressioni che avevo letto nel Vangelo della Veglia pasquale, usate dall’Angelo per rincuorare le donne che erano giunte al sepolcro trovandolo vuoto: “Non abbiate paura, voi”. (Matteo 28,5).

12/04/20

PASQUA DI RESURREZIONE - 12 Aprile 2020

Ss.MESSA IN SANT'IPPOLITO
(a porte chiuse)

Celebra Mons.Alfonso Badini Confalonieri - Vescovo Emerito di Susa
Lettura della
Sequenza Pasquale
Victimae pascáli láudes
ímmolent Christiáni.
Agnus redémit óves:
Crístus ínnocens Pátri
reconciliávit peccatóres.
Mors et víta duéllo
conflixére mirándo:
dux vítae mórtuus, régnat vívus.
Dic nóbis María,
quid vidísti in vía?
Sepúlcrum Chísti vivéntis,
et glóriam vídi resurgéntis:
angélicos téstes,
sudárium et véstes.
Surréxit Chrístus spes méa:
pracédet súos in Galilaéam.
Scímus Chrístum surrexísse
a mórtuis vere:
tu nóbis, víctor Rex, miserére.
Amen. Alleluia.
Traduzione
Alla Vittima pasquale
i cristiani offrano lodi.
L'Agnello ha redento le pecorelle:
Cristo innocente ha riconciliato
i peccatori con il Padre.
La morte e la vita
si sono battute in uno stupefacente duello:
il signore della vita, morto, vivo regna.
Dicci, Maria, che hai veduto per via?
"Ho visto il sepolcro di Cristo vivente
e la gloria di lui risorto.
Gli angeli testimoni,
il sudario e le vesti.
È risorto Cristo, mia speranza:
precederà i suoi in Galilea."
Sappiamo che Cristo

è veramente risorto dai morti:
tu, o re vittorioso, abbi pietà di noi.
Amen. Alleluia.


11/04/20

PASQUA 2020 - Lettera del Parroco - VEGLIA PASQUALE Sabato 11 Aprile


Miei carissimi parrocchiani,
abbiamo appena terminato una Quaresima che si è rivelata assai pesante, che ci ha “segnato” dentro e che ricorderemo a lungo. Ora siamo giunti a Pasqua che, per noi cristiani, è l’appuntamento più grande e sacro dell’anno, in quanto rinnoviamo l’annuncio storico di Gesù che esce vincitore dal sepolcro. È la Pasqua di risurrezione che dà a ciascuno di noi il senso di eternità all’esistenza, alimenta la speranza e ci dona fiducia.
   Una Pasqua, ringraziando Dio, priva di sovrastrutture. L’avete notato anche voi? Quest’anno non siamo stati tempestati dalla pubblicità televisiva delle uova e colombe pasquali. C’è stato, a questo riguardo, silenzio e rispetto davanti al dolore di tanti e la preoccupazione di tutti. Non si è riscontrato nessun aspetto commerciale ad offuscare l’autentico significato di questa giornata.
   Però, com’è vuota oggi Bardonecchia …. quando, solitamente a Pasqua è vivace, festosa e gremita di gente. Anche la nostra Chiesa si presenta triste: mancano le  celebrazioni, i fiori, gli addobbi, le luci e, soprattutto, mancate voi. Tutto è grigio. L’unico segno pasquale presente è il Cero di Pasqua, acceso con semplicità nella Veglia di ieri sera e posto, come sempre, davanti all’Altare, dove resterà fino a Pentecoste. Anche oggi la celebrazione Eucaristica avviene in forma privata, senza la presenza dei fedeli. È ancora necessario restare in casa per qualche giorno, affinché la terribile pandemia che scuote il mondo, venga allontanata. Siamo, però, finalmente sulla buona strada.

10/04/20

Venerdì Santo 10 Aprile 2020 - Via Crucis

Liturgia della Passione e Morte del Signore
(a porte chiuse)
Presieduta da Mons. Alfonso Badini Confalonieri, Vescovo emerito di Susa.

Don Franco scopre il Legno della Croce al canto  "Ecce lignum"

Adorazione dell Croce

Testo latino
Ecce lignum Crucis,
in quo salus mundi pependit.
R.: Venite, adoremus.
Traduzione liturgica in lingua italiana
Ecco il legno della Croce
al quale fu appeso il Cristo,
Salvatore del mondo.
Rit. Venite, adoriamo.


Altare della Reposizione (2018)

09/04/20

Governo Italiano Presidenza del Consiglio dei Ministri - SPOSTAMENTI



Governo Italiano Presidenza del Consiglio dei Ministri

1 Aprile 2020


Ci si può spostare per andare in chiesa o negli altri luoghi di culto?
L’accesso ai luoghi di culto è consentito, purché si evitino assembramenti e si assicuri tra i frequentatori la distanza non inferiore a un metro. È possibile raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, intendendo tale spostamento per quanto possibile nelle prossimità della propria abitazione. Possono essere altresì raggiunti i luoghi di culto in occasione degli spostamenti comunque consentiti, cioè quelli determinati da comprovate esigenze lavorative o da necessità, e che si trovino lungo il percorso già previsto, in modo che, in caso di controllo da parte delle forze dell'ordine, si possa esibire o rendere la prevista autodichiarazione. Resta ferma tuttavia la sospensione di tutte le cerimonie, anche religiose.

È consentito fare attività motoria?
L’attività motoria all’aperto è consentita solo se è svolta individualmente e in prossimità della propria abitazione. È obbligatorio rispettare la distanza di almeno un metro da ogni altra persona. Sono sempre vietati gli assembramenti.

Posso utilizzare la bicicletta?
 L’uso della bicicletta è consentito per raggiungere la sede di lavoro, il luogo di residenza o i negozi che vendono generi alimentari o di prima necessità .È inoltre consentito utilizzare la bicicletta per svolgere attività sportiva o motoria all’aperto nella prossimità di casa propria. In ogni circostanza deve comunque essere osservata una distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro.

Si possono celebrare messe, matrimoni, funerali o altri riti civili e religiosi?
Sono sospese su tutto il territorio nazionale tutte le cerimonie civili e religiose che prevedano la partecipazione di significativi gruppi di persone, compresi i funerali. Pertanto è sospesa la celebrazione in presenza di una pluralità di fedeli della messa e degli altri riti religiosi come, a mero titolo di esempio, la preghiera del venerdì mattina per la religione islamica, il culto evangelico domenicale o le funzioni presso la sinagoga durante il sabato. Sono consentiti l’apertura e l’accesso ai luoghi di culto, purché si evitino assembramenti e si assicuri la distanza tra i frequentatori non inferiore a un metro.

08/04/20

Giovedì Santo Messa "In Coena Domini"


Ubi Caritas

Ubi cáritas et ámor, Déus ibi est.
Congregávit nos in únum Chrísti ámor.
Exultémus, et in ípso jucundémur.
Timeámus, et amémus Déum vívum.
Et ex córde diligámus nos sincéro.
Ubi cáritas...
Simul ergo cum in únum congregámur:
ne nos ménte dividámur caveámus.
Céssent júrgia malígna, céssent lítes.
Et in médio nóstri sit Chrístus Déus.
Ubi cáritas...
Simul quoque cum beátis videámus
gloriánter vúltum túum, Chríste Déus:
gáudium, quod est imménsum, atque próbum,
saécula per infiníta saeculórum, Amen.
Ubi cáritas...

07/04/20

Le Frazioni - PASQUA 2020



BARDONECCHIA


PARROCCHIE DELLE FRAZIONI:

MELEZET -  LES  ARNAUDS -

MILLAURES -  ROCHEMOLLES


Carissimi,
 vi giunga questo mio messaggio di auguri per l’ormai prossima Pasqua.
Una Pasqua particolare, senza funzioni pubbliche, con le chiese deserte. Io celebrero’ la messa di Pasqua alle 11 nella chiesa di Melezet, vuota..... ma mi sbaglio: non sarà vuota perche tutti voi sarete attorno a me , presenti al mio ricordo e alla mia preghiera. Porterò al Signore tutte le vostre intenzioni, soprattutto perché questa calamità finisca e possiamo tutti, sani e salvi. ritornare alla vita consueta.
La Pasqua ci da questa certezza di fede, che il Signore Risorto non ci abbandona, ma è sempre con noi anche quando permette che siamo provati come in questo periodo.
E’ certamente la prima volta che celebriamo la Pasqua senza le funzioni proprie di questo periodo , io ricordo che anche in tempo di guerra, sotto i bombardamenti, non abbiamo mai tralasciato queste celebrazioni.
Mi pare che questa prova ci renda ancora più consapevoli della necessità della Messa, oggi che non possiamo averla.
Vorrei avvicinare personalmente ognuno di voi per farvi un augurio di « Buona Pasqua « non ostante tutto !
Vogliate gradire il mio pensiero, l’augurio e la preghiera nella speranza di giorni migliori.
Sono vicino a ognuno di voi con un forte abbraccio.
 Pasqua 2020   
il vostro parroco 
don Paolo

06/04/20


Coronavirus, sabato 11 aprile venerazione straordinaria della Sindone in diretta tv e sui social
Alle 17 monsignor Nosiglia guiderà dalla Cattedrale una liturgia di preghiera e contemplazione 
 
L'anteprima dell'ostensione della Sindone dell'aprile 2015

Dal sito del quotidiano LA STAMPA
maria teresa martinengo
Pubblicato il 04 Aprile 2020 

TORINO. Una contemplazione televisiva della Sindone, visibile in tutto il mondo, accompagnata dalla preghiera dell'arcivescovo di Torino, custode pontifico del Telo. Monsignor Cesare Nosiglia l'ha annunciata per il Sabato Santo con una comunicazione su YouTube.

PAPA FRANCESCO - Omelie della Settimana Santa

Da Santa Marta

6 aprile 2020
7 aprile 2020
8 aprile 2020



05/04/20

Domenica delle Palme - La S.Messa in Sant'Ippolito - a porte chiuse

Ore 9,00
Cappella invernale
L'inizio della Messa
Il Vangelo della Passione

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 26,14-75.27,1-66.

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d'argento.
Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?».
Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli».
I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici.

IL VIRUS di Alessandro - 6 anni

04/04/20

Domenica delle Palme - Miei carissimi parrocchiani


Miei carissimi parrocchiani,

anche oggi desidero essere fedele a questo appuntamento che mi lega a voi, non potendovi incontrare personalmente, a motivo di ciò che ben sappiamo.
   Siamo giunti alla Domenica delle Palme che, solitamente, ogni volta, viviamo con animo festoso. Nei giorni precedenti, per interessamento del “Tempietto”, arrivava dalla riviera una grande quantità di olivo, che alcune volontarie disponevano nelle ceste, dopo averlo selezionato ed opportunamente tagliato. Anche la chiesa appariva ornata con olivo e rami di palma. Alla celebrazione della Messa parrocchiale, poi, un nutrito gruppo di chierichetti, con il Parroco, al suono festoso delle campane, compiva una processione all’interno della chiesa, per significare l’arrivo di GESÚ a Gerusalemme, mentre il Coretto S. Agnese eseguiva i canti liturgici previsti per la solennità. Al termine della Celebrazione ognuno portava in famiglia un rametto di olivo per porlo accanto al crocefisso sulla parete. Anche di tutto questo, oggi, siamo privati.

DOMENICA DELLE PALME 2020 - immaginetta del 1920

PASQUA 2020
senza l'Immaginetta  della NOSTRA PARROCCHIA 
Immaginetta Pasquale del 1920
Nel Nostro ARCHIVIO PARROCCHIALE non esistono immaginette pasquali del periodo 1911-1951. 
Due guerre mondiali, pestilenze e carestie possono esserne la ragione.

Cento anni fa la "Febbre Spagnola" uccise milioni di persone.
L'immaginetta sovrastante è una rarità e ci ricorda la fine di quella grande epidemia.



Oggi ci conforta l'immagine diffusa via WEB:
Gesù ha cura di tutte le nazioni del mondo.





La raccolta di Rosetta Durand  contiene alcuni i Santini Pasquali della Parrocchia di San Pietro - Rochemolles (anni 1933, 1937 e 1939)

Immaginette PASQUALI dell'Archivio Parrocchiale e le collezioni private.

Le immaginette degli ultimi tre anni


03/04/20

NOTIZIE SUI VIRUS - di Guido Ambrois


Alcune notizie sui virus
Ricerca di Guido Ambrois

Cosa sono i virus?
I virus (dal latino vīrus-i, "tossina" o "veleno") sono entità biologiche metabolicamente inerti, non respirano, non si muovono, non crescono, non reagiscono all’ambiente. I virus non si riproducono in modo autonomo ma hanno un codice genetico e possono riprodursi solo all’interno di una cellula (detta“ospite”) di altri organismi divenendo attivi; hanno quindi caratteristiche di parassita obbligato. Vengono quindi trasportati passivamente finché non trovano una cellula da infettare. Essi possono infettare tutti i tipi di organismi appartenenti a tutti i regni biologici: esistono infatti virus che attaccano altri virus, batteri, funghi, piante e animali, compreso l'uomo, e possono essere responsabili di malattie più o meno gravi. I virus sono perciò microorganismi patogeni di dimensioni piccolissime, visibili solo al microscopio elettronico, e sono la forma più sviluppata sulla terra. Il primo virus è stato individuato nel 1892; da allora, circa 5 000 specie di virus sono state descritte in dettaglio, anche se si ritiene che ve ne siano milioni di diversi tipi. 
Quando non si trovano all'interno di una cellula infetta o nella fase di infettarne una, i virus esistono in forma di particelle indipendenti e inattive.