Alcune
notizie sui virus
Ricerca di Guido Ambrois
Cosa sono i virus?
I virus
(dal latino vīrus, -i, "tossina" o
"veleno") sono entità biologiche metabolicamente inerti, non
respirano, non si muovono, non crescono, non reagiscono all’ambiente. I virus
non si riproducono in modo autonomo ma hanno un codice genetico e possono
riprodursi solo all’interno di una cellula (detta“ospite”) di altri organismi
divenendo attivi; hanno quindi caratteristiche di parassita obbligato. Vengono quindi
trasportati passivamente finché non trovano una cellula da infettare. Essi
possono infettare tutti i tipi di organismi appartenenti a tutti i regni
biologici: esistono infatti virus che attaccano altri virus, batteri, funghi,
piante e animali, compreso l'uomo, e possono essere responsabili di malattie
più o meno gravi. I virus sono perciò microorganismi patogeni di dimensioni
piccolissime, visibili solo al microscopio elettronico, e sono la forma più
sviluppata sulla terra. Il primo virus è stato individuato nel 1892; da allora,
circa 5 000 specie di virus sono state descritte in dettaglio, anche
se si ritiene che ve ne siano milioni di diversi tipi.
Quando non si trovano all'interno di una cellula
infetta o nella fase di infettarne una, i virus esistono in forma di particelle
indipendenti e inattive.
Tutti i virus
consistono di alcune strutture fondamentali:
- posseggono al loro interno un gene (DNA o RNA) detto genoma, che
trasporta l'informazione Ereditaria.
- posseggono, quando all'esterno della cellula ospite, una
copertura costituita da proteine (detta capside)
che protegge i geni.
- presentano un rivestimento esterno fatta di grassi (lipidi)
da cui sporgono delle glicoproteine che sono fondamentali per il legame del virus con
le cellule in quanto servono a riconoscere la cellula
adatta per moltiplicarsi. In
natura esistono virus che non hanno questo rivestimento, e per questo sono detti "virus
nudi”.
- alcuni posseggono un ulteriore rivestimento, che si chiama pericapside,
che deriva dalle pareti della cellula che ha
ospitato il virus. Essi vengono detti "virus rivestiti".
- alcuni posseggono strutture molecolari specializzate ad iniettare
il genoma virale nella cellula ospite.
La trasmissione dei virus può essere verticale, cioè
da madre a figlio (come per l’epatite B o la varicella), oppure orizzontale, il
che significa da persona a persona. Quest’ultimo è il meccanismo più comune. La
trasmissione può avvenire in molteplici modi; tramite insetti (ad esempio le
zanzare), per vie oro-fecali e sono passati da persona a persona
attraverso il contatto, entrando nel corpo con il cibo e le bevande, e per
inalazione diffondendosi attraverso la tosse, gli starnuti o goccioline microscopiche di saliva.
La velocità di trasmissione delle infezioni virali
dipende da vari fattori che includono la densità della popolazione, il numero
dei soggetti suscettibili (cioè quelli che non sono immuni), il tempo.
A seguito del contatto tra il
virus e il nostro organismo si possono verificare, dopo un periodo
d’incubazione più o meno lungo, situazioni diverse: malattia letale, malattia
acuta, malattie con sintomi minori o senza sintomi.
Il meccanismo generale di
funzionamento è piuttosto semplice. Il virus si lega alla membrana della
cellula e penetra nel suo interno. A questo punto perde il suo involucro
liberando il suo DNA (o il suo RNA a seconda dei tipi di virus) che sfrutta le
sostanze della cellula per produrre nuovi virus completi ed in grado di
replicarsi a loro volta. Si conoscono virus in grado produrre in una cellula sino
a cento nuovi virus. Completata la replicazione dei virus, la cellula in genere
muore liberando i nuovi organismi che a loro volta infettano altre cellule.
I virus sono responsabili di
molteplici malattie, alcune molto gravi, che sono riassunte nella figura
seguente.
Normalmente per
combatterli si usano vaccini o farmaci antivirali (gli antibiotici non servono);
nel caso di nuovi virus si assumono tutte le precauzioni per circoscriverlo ed evitarne
la diffusione in attesa di trovare farmaci adatti o produrne il vaccino.
Aspetti
relativi al corona virus
Il corona virus (COVID
19) è altamente patogeno ma, proprio perché nuovo, poco conosciuto. Si sa che,
se presente su superfici inattive (come carta, legno, plastica, metalli) può
conservare la sua virulenza per tempi variabili a seconda delle superfici,
della temperatura e dell’umidità: da poche ore a 24 ore per il cartone, 42 ore
per il metallo, 72 ore per la plastica. Di qui le raccomandazioni di lavare e
disinfettare gli oggetti, lavare lenzuola e abiti, usare i guanti. Scuotendo
tessuti od abiti, il virus si disperde nell’aria rimanendo attivo per circa tre
ore e quindi può essere inalato. Il suo rivestimento (costituito da grassi) è
facilmente aggredibile da saponi, alcool, candeggina (diluita 1 : 5 con acqua)
o altri preparati disinfettanti. Rimuovendo questo rivestimento lo si rende
inattivo perché non più in grado di legarsi alle cellule. Quindi è necessario
lavarsi le mani, per almeno 40 secondi, con molta schiuma e con acqua molto
calda.
Il caldo, la luce
(UV), la scarsa umidità favoriscono la degradazione del virus, da cui: ambienti
asciutti, caldi, luminosi, ventilati.
Le vie di penetrazione
del virus sono: bocca, naso ed occhi (oltre alla pelle se non integra) quindi è
necessario l’uso di una mascherina adeguata e di occhiali. Una volta inalato,
il virus attacca le cellule polmonari provocando polmoniti e gravi difficoltà
respiratorie. Il virus viene espulso dal corpo umano per via respiratoria
attraverso le minuscole goccioline d’acqua che si emettono. Queste goccioline
possono ricadere nell’ambiente, o essere respirate da altri, sino a due metri di
distanza; di qui l’invito a mantenere tra le persone distanze adeguate. Chi è
colpito dal virus DEVE usare la mascherina per non contagiare altri. Occorre
tener presente che ci sono persone asintomatiche (che sono colpite dal virus ma
non presentano alcun sintomo) quindi l’utilizzo della mascherina è
consigliabile comunque.
Un’ultima
considerazione: la situazione attuale ci mostra un modo insolito per
manifestare il proprio “amore verso il prossimo”: considerarci “portatori
asintomatici” evitando i contatti con gli altri per affrettare il più possibile
l’uscita dal contagio.