Carissimi parrocchiani residenti e
villeggianti,
vorrei anche
oggi ravvivare i nostri animi alla fiducia. Se tutto procede secondo i
programmi, domenica prossima dovrebbe essere l’ultimo giorno con in atto le
regole restrittive sul comportamento da tenere. Probabilmente inizierà un
graduale allentamento che, ne siamo tutti consapevoli, non sarà, come quando da
ragazzi giocando a nascondino, l’ultimo arrivato vincente alla meta, grida
soddisfatto “un, due, tre, per me … liberi tutti”, e colui che aveva fatto la
conta, deve riprendere da capo. È un ritornello, questo, che sentiamo ripetere
spesso ai telegiornali. Non un “liberi tutti”, tuttavia dovremmo riprendere un
minimo di vita normale, restando molto attenti affinché il virus prepotente e
diabolico non torni a rialzare la testa. Chissà se in questo “minimo” di
ritorno alla normalità, ci sarà anche spazio per riprendere a celebrare la
santa Messa con la presenza dei fedeli? Io lo spero e anche voi lo desiderate.
Magari con dei numeri contingentati, da concordare in base alla superficie
della chiesa. La nostra è spaziosa e, tenendo conto della navata centrale,
delle due cappelle laterali e della balconata, ho fatto il conto che,
mantenendo la distanza di un metro da persona a persona, si potrebbe ipotizzare
la presenza di oltre 150 fedeli. Pensate che nelle grandi festività, quando la
chiesa è gremita vengono distribuite più di 400 Comunioni per celebrazione
Eucaristica. A questo riguardo varie persone, nei due mesi trascorsi,
telefonandomi, mi hanno detto: “Quanto mi manca la Messa nella nostra chiesa.
La seguo in televisione tutti i giorni, alle volte anche più di una, ma … non è
la nostra chiesa!”.
Attendo con fiducia di poter rivedere voi
adulti e anche i bambini e i ragazzi alla celebrazione della Santa Messa
domenicale.
Tengo sulla mia scrivania una cartellina di
colore azzurro, sulla quale è scritto con un pennarello “Catechismo”. Ogni
tanto l’apro, perché desidero sfogliare gli elenchi dei vari gruppi e
soffermarmi sui nomi di tutti, che conosco uno ad uno, e penso: chissà se
questi ragazzi, in questo periodo in cui il catechismo è sospeso, pregano ogni
giorno mattino e sera … se partecipano alla Messa in televisione alla domenica
… se provano dispiacere per non potere nella loro chiesa … e ho fiducia che sia
così e che alimentino la loro fede.
Sempre
sulla scrivania ho il calendario della Parrocchia, lo stesso che avete anche
voi nelle vostre case, aperto al mese di maggio. Sono programmate varie
iniziative. Alcune di queste sono già state rimandate a data da stabilire, come
le Prime Comunioni e le Cresime che erano previste per il 10 maggio.
Sicuramente è da cancellare il Pellegrinaggio mariano e temo che sia prematuro
pensare di riprendere le celebrazioni delle Sante Messe alle Cappelle del
Cimitero e della Madonna delle Grazie. Sta anche per iniziare il mese dedicato
alla Madonna. Quest’anno non suoneranno ogni sera le campane alle ore 20, in
quanto reciterò il Santo Rosario alle ore 17,30 prima della celebrazione
dell’Eucarestia e voi fatelo nelle vostre case. Magari, se lo ritenete opportuno,
collegandovi in streaming con la Cappella dell’Arcivescovo Mons. Nosiglia,
tutti i giorni, alle ore 17, oppure con TV 2000 che alle ore 18 lo trasmette
dalla Grotta di Lourdes.
Dicevo prima del calendario parrocchiale …
nella pagina del mese di maggio è riportata una bella foto che giudico assai
significativa: un vecchio e consunto libretto di preghiere e, lì accanto, una
corona del rosario. Risuona come un invito alla preghiera. Soprattutto in
questo contesto di pandemia che stiamo vivendo, la preghiera è la nostra forza.
Ci rassicura. Ritengo che un po’ tutti stiamo prendendo consapevolezza che con
le sole forze umane non andiamo lontano. Privi di quella Luce superiore che
illumina gli animi, di fronte a tanta incertezza, non è raro cadere nell’angoscia,
nella paura, nella tristezza e magari nella depressione. La preghiera rivolta
con fiducia ci aiuta a non sentirci abbandonati al nostro destino, bensì
sorretti e rassicurati dalle parole di Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo”. (Mt. 28,20)”.
La fede pone nei nostri animi l’equilibrio e
la serenità. Ogni giorno, sull’esempio dei bardonecchiesi che nel lontano 1630 erano stati alle prese
con la peste, com’è scritto nell’antico Voto fatto in quello stesso anno,
invoco l’intercessione della Madonna, di San Giuseppe, dei santi Ippolito e
Giorgio e dei Santi Sebastiano e Rocco, del quale è posto in chiesa, in forma
stabile, dal giovedì di metà Quaresima, lo stendardo che lo ritrae nelle vesti
di pellegrino, perché ottengano dal Signore, per noi e per il mondo intero, la
fine di questa epidemia. A questo riguardo qualcuno potrebbe avere da ridire e
obiettare dicendo che è la scienza a poterci salvare e non la preghiera. Qui è
necessaria, una profonda riflessione perché, a mio giudizio, la fede e la
scienza non solo non si contrastano a vicenda, ma sono intimamente unite. Mi
spiego: sono ben consapevole che il Signore, in via ordinaria, non agisce
usando la “bacchetta magica”, bensì attraverso l’operare degli uomini, che ha
creato “a sua immagine e somiglianza”. La scienza, nelle sue variegate
espressioni, non è altro che una manifestazione della grandezza e potenza di
Dio. In Lui vi è la pienezza di tutte le scienze, ed è Lui, con il suo Santo
Spirito, che illumina le menti degli uomini, affinché con il loro impegno, tra
l’altro, giungano a scoprire quei rimedi necessari perché le malattie vengano
combattute e sconfitte. L’argomento andrebbe certamente approfondito.
Spesso, in questo periodo, nel corso della
Messa, nella preghiera dei fedeli, si prega dicendo: “Perché davanti
all’epidemia che sta colpendo il mondo, gli uomini trovino forza nella
preghiera e, con spirito di fede, domandino a Dio di infondere un raggio della
sua Sapienza in coloro che stanno studiando il problema, affinché, al più
presto, possano trovare i rimedi necessari …”.
Cambiando discorso, ricordo che la Caritas
parrocchiale, in collaborazione con il Comune e il GIS, ha promosso una
raccolta “ordinaria” di generi alimentari, che, fino dal primo momento, ha visto
una risposta generosa. Nei negozi del paese e in chiesa sono posizionati dei
contenitori nei quali, in forma del tutto anonima, possono essere deposti degli
alimenti. I volontari li ritirano giornalmente e tempestivamente li
distribuiscono alle famiglie con problemi economici, causati dalla mancanza di
lavoro a motivo della pandemia del Coronavirus. Anche in questo modo la
Provvidenza agisce per mezzo nostro, come affermava Santa Teresa di Calcutta:
“Dio non ha mani, ha le nostre mani … non ha voce, ha la nostra voce … non ha
braccia, ha le nostre braccia …”.
Per la settimana entrante non credo ci siano
avvisi parrocchiali importanti da comunicare, se non quello già evidenziato
circa l’inizio del Mese mariano con la recita quotidiana del Santo Rosario;
ricordo inoltre che domenica prossima 3 maggio è previsto il Trigesimo di
Marino Pietro (Piero), il consorte di Rosanna Chareun. Era mancato nella
residenza di Torino lo scorso 3 aprile all’età di 81 anni. L’avevamo accolto
nel nostro Cimitero, salutandolo con un breve Rito esequiale alla presenza
degli stretti familiari. Giovedì 23 aprile è mancato a Susa Roberto Meneghelli
di anni 72, vedovo di Bruna Rochas e cognato di Franca Allizond. A Bardonecchia
è conosciuto da tanti bambini, di ieri e di oggi, a motivo del suo lavoro di
Giostraio“. La sepoltura è prevista a Villafalletto. La Santa Messa di Novena
sarà celebrata Lunedì 4 Maggio.
Concludo sottolineando di rivolgersi in
Parrocchia, per qualsiasi necessità, soprattutto per urgenze alimentari, senza
provare imbarazzo alcuno, dove le volontarie provvederanno con sollecitudine a
soddisfare i vostri bisogni.
Un cordiale saluto, dandovi appuntamento a
domenica prossima.
Don Franco
Tonda
-
Parroco –
Bardonecchia, 26 aprile 2020
III° domenica di Pasqua