prosegue questo nostro appuntamento
domenicale per farvi sentire tutta la mia vicinanza in questo tempo in cui le
giornate di tutti sono di “clausura”.
È appena passata la Pasqua che quest’anno non ha fatto sentire la forza
della sua gioiosità. Domenica scorsa ho
voluto che le campane, anche se non avevano delle Messe da annunciare,
suonassero a festa ripetutamente, affinché i loro gioiosi rintocchi potessero
entrare nelle vostre case per rassicurarvi che, nonostante tutto, era “davvero” PASQUA.
Appena avevo terminato di celebrare la Messa, senza concorso di fedeli, verso
le ore 9,45 ho aperto la Chiesa e, davanti al portone, in attesa, vi erano due
persone che desideravano entrare. Ho avuto qualche attimo di esitazione prima
di riconoscerle, perché avevano la mascherina che copriva buona parte del loro
viso. Una di loro, tenendo le distanze stabilite, mi ha subito detto: “… che
brutta Pasqua senza la Messa … oggi non sembra festa … vorremmo entrare in
Chiesa almeno per recitare una preghiera”. Poi, entrate, restando in fondo,
prima di avviarsi verso il presbiterio, quella stessa persona, con il groppo
alla gola, fissando in lontananza il Cero di Pasqua acceso, posto come sempre
davanti all’altare, ha proseguito “...quella luce è l’unica che ci dia speranza”.
Capivo che quelle parole non erano di circostanza, bensì sgorgate con sincerità
dal cuore. In ogni momento della vita e, soprattutto in questo contesto di
epidemia, a darci fiducia e speranza sono sicuramente la fede in Gesù e la
fedeltà alla preghiera. Con le sue parole, quella persona, senza saperlo, aveva
rimarcato le espressioni che avevo letto nel Vangelo della Veglia pasquale,
usate dall’Angelo per rincuorare le donne che erano giunte al sepolcro
trovandolo vuoto: “Non abbiate paura, voi”. (Matteo 28,5).
Penso che nei momenti di comprensibile sconforto per il presente e anche
ipotizzando le incertezze dell’avvenire, queste parole del Vangelo del Sabato
Santo possano farci del bene e alleggerire il peso interiore … “Non abbiate
paura, voi”.
La giornata è poi proseguita, avvolta dal silenzio di una Bardonecchia
irriconoscibile, surreale, deserta. Pochi minuti dopo mezzogiorno il suono
solenne delle campane a distesa hanno interrotto questo silenzio, per
accompagnare il gesto della Benedizione pasquale alle famiglie, impartita con
il SS. Sacramento, da sua Eccellenza il Vescovo Emerito di Susa Monsignor
Alfonso Badini Confalonieri.
Come previsto, al termine della celebrazione dell’Eucarestia, il Vescovo
si era recato all’esterno, restando davanti al portone centrale, impartendo,
con l’ostensorio stretto nelle sue mani, la Trina Benedizione. Credo sia stato questo il gesto più solenne
della giornata nel quale il Signore, alle anime ben disposte, ha fatto
sperimentare la sua presenza, infondendo il dono della serenità, quasi a
ripetersi quella scena del Vangelo quando Gesù , rivolgendosi a Pietro e agli
altri Apostoli, in una circostanza di timore, volle rassicurarli: “ Coraggio,
sono io, non abbiate paura”. (Marco 6,50).
Poi, nel tardo pomeriggio sono tornato in Chiesa. Erano poco più delle
ore 18. Non c’era nessuno. Solo il Cero rimasto acceso tutto il giorno, a
diffondere la sua luce nell’ambiente oramai in penombra. Mi sono seduto in un
banco a recitare il Rosario, mentre il canto gregoriano dava alla Chiesa un senso di ulteriore sacralità. Pensavo tra
me e me … se questa fosse una Pasqua normale, a quest’ora questi banchi
sarebbero gremiti di fedeli convenuti per la Messa … ci sarebbe la cantoria ad
eseguire i solenni canti pasquali … l’Haec Dies … il Victimae Paschali … una
lunga fila alla Comunione … la distribuzione delle immaginette pasquali … il
canto comunitario del Regina Coeli … e, poi, a incalzare, ancora l’ultima
Messa, la quinta della giornata … Invece tutto era deserto e silenzioso. Vi
confido che ho avuto un momento di grande malinconia, dicevo a me stesso …
speriamo che una Pasqua così non abbia mai più a ripetersi. Allo stesso tempo
riflettevo: tutto questo che sta accadendo dovrà pure avere un senso! Il mondo
intero è sconvolto e messo in ginocchio da qualcosa di invisibile che fa
ammalare la gente e procura una strage di morti. Avevo presenti in me gli
ammalati di Bardonecchia toccati dall’epidemia che, pur migliorando, portano il
peso della malattia che li ha segnati.
Oltre a questo, anche in chi sta bene viene a crearsi una sorta di
paura. Si insinua nell’animo il sospetto che si possa venire contagiati dalla
prima persona che si incontra. Questo clima di paura e di sospetto ci fa del
male.
Assieme a questi pensieri emergevano, però, ben chiare le parole
dell’Angelo: “Non abbiate paura, voi”. Perché vi dico queste cose? Perché
vorrei trasmettere anche a voi, pur nelle difficoltà del momento, questo senso
di pace interiore che viene dal Vangelo … “Non abbiate paura, voi”.
Ma dicevo: tutto questo scombussolamento della vita deve pure avere un
senso … ora difficile da identificare … ma credo che per forza ci debba essere
l’altra faccia della medaglia che magari constateremo nel tempo. Già ora emerge
chiaro uno spirito di volontariato, che è dare il proprio servizio gratuito a
coloro che ne hanno bisogno. Tante persone iniziano la giornata seguendo la
Santa Messa celebrata da Papa Francesco nella cappella di santa Marta alle ore
7. Non solo, con il tempo, può essere che, purificati dalle superficialità
precedenti, sorga una presa di coscienza maggiore di chi è l’uomo e
dell’autentico indirizzo da dare alla vita; di un ritorno a Dio e alla sua
Legge che eleva di tono l’esistenza di ognuno … chissà, un po’ alla volta
capiremo.
Ritengo che quelle parole “Non abbiate paura, voi” le dobbiamo fissare
dentro di noi … perché siamo nelle mani di Dio, il quale non vuole il nostro
male, bensì il nostro bene. Così anche in futuro, davanti ai problemi che
potranno sorgere, non perdiamo la serenità, ma affrontiamo ogni cosa con
fiducia.
Detto questo, per quanto riguarda la vita del paese, vi invito a
rivolgere una preghiera per le persone che negli ultimi tempi ci hanno lasciato.
Il Giovedì Santo – 9 aprile – è improvvisamente mancato Giorgio Montrucchio di
appena 59 anni. Assieme agli altri famigliari lascia affranti i suoi genitori
Elena e Piero. La Domenica di Pasqua – 12 aprile – è mancata a Torino
Margherita Orcel Possati, di anni 86 che abbiamo accolto per la sepoltura nel
nostro Cimitero. Lunedì – 13 aprile – è mancata anche Lucia Ursi Lionetti di 72
anni, a Valsinni dove, da qualche mese, era andata a risiedere e che a
Bardonecchia ricordiamo con molta amicizia.
Purtroppo le sepolture avvengono direttamente al Cimitero, senza passare
dalla Chiesa, con un breve esequiale. Per tutti, però, anche se privatamente,
alla vigilia viene recitato il Rosario e per ognuno sono celebrate le Messe di
Novena e di Trigesima, senza la presenza dei parenti, in attesa, appena sarà
concesso, di compiere una solenne celebrazione in Chiesa in loro suffragio e
memoria, con la presenza della comunità. Ricordo anche che giovedì 23 aprile
ricorre la festività di San Giorgio, compatrono della nostra Parrocchia, con la
celebrazione della Santa Eucarestia alle ore 18, sabato 25, pur in assenza della
commemorazione per l’anniversario della Liberazione, durante la Santa Messa,
ricorderò i Caduti dell’ultima guerra.
Vi auguro buona settimana, che ognuno sia sereno e se qualcuno avesse
necessità di essere aiutato, per quanto riguarda il sostegno alimentare, ci
sono Parrocchia, Comune e Gruppi di volontariato a disposizione per alleviare i
disagi di questi periodi di emergenza.
Un cordiale saluto a tutti. A domenica prossima.
Don Franco
Tonda
-
Parroco –
Bardonecchia, 19 aprile 2020.
II°
domenica di Pasqua