02/06/10

Innovazione nella continuità: la "Chiesetta" (2009)

Ritorno a Bardonecchia per le vacanze e..., con mia gioia, sento nuovamente un vivace suono di campana. È la “chiesetta”, la chiesa di Maria Ausiliatrice che, rinata a nuova vita, fa sentire la sua voce. Ha taciuto per poco tempo, poiché i lavori che l’hanno resa più grande, bella e funzionale, sono stati rapidi.
L’origine del piccolo edificio sacro è legata al primo espandersi di Bardonecchia nel Borgonuovo, con la costruzione di splendide ville immerse in verdi parchi nella zona dell’attuale Via Montenero. Fermamente voluta dall’indimenticabile don Fontan, era sorta negli anni immediatamente prima della guerra e per un lungo lasso di tempo aveva ben adempiuto alle necessità spirituali della comunità di fedeli del Borgonuovo. Ma, tornata la pace e – dopo le ristrettezze del dopoguerra – venuta l’opulenza del “miracolo economico”, Bardonecchia ha visto un’esplosione di nuove case e nei periodi della neve e delle ferie ha acquistato le dimensioni di una città; le belle ville hanno lasciato il posto a grossi edifici; l’albergo all’inizio di Via Montenero è diventato una costruzione costellata di appartamenti e grandi negozi; tutto si è “ammodernato”.
La chiesetta di Bardonecchia tinta di bianco.
(foto “La Valsusa”)
E la nostra “chiesetta”? Non poteva rimanere piccola com’era e anche un po’ cadente. Ed allora? Ecco la nuova chiesa, che ha saputo mantenere le caratteristiche originarie, il campaniletto, le alte finestre, la grazia e la sobrietà, ma... materiale nuovo, tirato a lucido, una facciata con sagrato, luminosità, sia all’esterno che all’interno.
Quando si entra, si rimane ammirati per la semplicità, l’ampiezza, una levità di colori chiari che si intreccia alla sobrietà delle travi del soffitto; un perfetto gioco di equilibrio di linee e di tinte, anche nelle vetrate, che oserei definire allegre, pur rappresentando esse i temi profondi della Fede come facevano un tempo gli affreschi delle nostre cappelle per coloro che non sapevano leggere. Non desidero soffermarmi sui valori costruttivi ed architettonici della chiesa, ma sui sentimenti che essi sanno suscitare, le sensazioni piacevoli di intensa spiritualità che si provano, avvolti da un’aura di serenità, mentre preghiamo o meditiamo o cantiamo le lodi, spesso rivolte alla Madonna a cui la chiesetta è intitolata. E, come l’edificio attuale è ampliamento di quello precedente, ne è la continuazione senza alcun stravolgimento, così le nostre preghiere sono la continuazione di quelle di un tempo. Mi permetto di accennare ai miei ricordi personali, che penso siano quelli di tanti.


Una fase della consacrazione dello scorso anno.
«La consacrazione delle pareti della chiesa, compiendo
l’unzione delle dodici Croci disposte lungo la navata
a simboleggiare i dodici Apostoli».
(foto Lidio Tancini)
Quando odo il suono della campanella che annuncia l’inizio della Messa, con emozione mi rivedo bambina con la mamma che invitava me e mio fratello a sbrigarsi ad andare in chiesa. E quando il Sacerdote intona il canto alla Madonna mi rivedo negli stessi banchi con la mamma che cantava le stesse parole. È passata una vita intera, quanti anni dal lontano 1942 a cui risalgono le mie prime fotografie a Bardonecchia, ad oggi. Ma la chiesetta è sempre lì, più bella che mai, pronta ad accogliere il gran numero dei fedeli che la affollano nei periodi della villeggiatura e, ovviamente in minor quantità, i residenti durante tutto l’anno.
Dunque un grazie riconoscente al Rettore, mons. Luciano Vindrola, che, sebbene superimpegnato in vari incarichi che lo portano abitualmente a Roma e saltuariamente in tutta Italia, richiesto ad ingrandire la chiesa, c’è riuscito  ottimamente, non senza difficoltà ed incomprensioni, sorretto dalla tenacia, l’intelligenza, la costanza e dalla fede nella Madonna Maria Ausiliatrice.
Mi piace ricordare che la nostra chiesetta, che così affettuosamente continueremo a chiamare anche se è più grande, è dedicata all’Ausiliatrice, un attributo che ci dice il bene che ci vuole la Madre di Gesù, che, pronta ad aiutarci, ci fa affrontare la vita con maggiore serenità e quando occorre con maggior forza e coraggio.
Accanto alla Madonna del Rocciamelone e alla Madonna del Monte Tabor, che ci assistono dall’alto dei monti, a Bardonecchia abbiamo una Madonna vicina da pregare nella “sua” chiesa splendente di luce che vibra sul bianco delle pareti, un colore adatto al candore e alla dolcezza della vergine; che certamente non ci farà mancare il suo aiuto.
E noi, non dimentichiamo che il nuovo edificio non è stato costruito per il suo artefice, ma per i fedeli, suoi fruitori...!

Giulietta Tonini