16/02/08

LETTERA DEL PARROCO (2007)


CARISSIMI,
il Bollettino Parrocchiale torna ancora una volta nelle vostre case e spero sia accolto da tutti con piacere.
Suo scopo è tenervi informati sulla vita della parrocchia e parteciparvi quelle notizie che possono essere di interesse generale.
Il primo numero del Bollettino conservato nell’archivio parrocchiale porta la data del marzo 1947, pochi mesi dopo l’ingresso parrocchiale di don Francesco Bellando, che era avvenuta il 6 ottobre 1946. Questo numero segna la data del 60º anno di vita. Un bel traguardo!
Sono vari gli avvenimenti da sottolineare. Per quanto riguarda la vita civile, in primo luogo, l’evento delle Universiadi Torino 2007, che hanno avuto in Bardonecchia – dopo Torino – la principale sede, con l’accoglienza di buona parte degli atleti al Villaggio Olimpico.
Vorrei anche sottolineare l’ampliamento della Piazza della Chiesa, divenuta doppia rispetto allo spazio precedente, con l’antica fontana posta, ora, al centro della Piazza stessa. Si compie così un progetto, felicemente intuito oltre vent’anni fa dall’allora Sindaco dott. Alessandro Gibello che l’aveva pensata e voluta ma, che, per una serie di motivi, ha avuto bisogno di un lungo periodo di attesa. L’attuale  amministrazione Comunale, con il suo Sindaco Francesco Avato, ha portato a compimento il progetto, domandando alla Ditta Passerin uno sforzo lavorativo notevole per consegnarla pronta in occasione della festa patronale di Sant’Ippolito. Si presenta ampia, con il suo bel pavé. Una piazza “vivibile”. Uno spazio di incontro per la gente. La sua inaugurazione è avvenuta in concomitanza con la benedizione del restauro del campanile romanico, al termine della Messa patronale, con grandi lodi da parte di tutti.
Per quanto riguarda gli avvenimenti religiosi, sottolineo il Quarantesimo di Ordinazione Sacerdotale del nostro concittadino don Pietro Guiffrey, i restauri del campanile romanico e di varie cappelle, la lapide commemorativa nel XV anniversario della morte di mons. Bellando. Tutti avvenimenti che sono approfonditi con appositi articoli, più avanti, nel Bollettino.
* * *
Altro scopo di questa pubblicazione, per quanto è possibile, è anche quello di arrivare al cuore di ognuno di voi e alla vostra vita spirituale per dire «Coraggio, forza... proseguiamo il cammino di fede senza perderci d’animo».
Ed è necessario essere aiutati e animati in questo, perché, se non restiamo attenti, al giorno d’oggi, il rischio è quello di accantonare e, magari, anche abbandonare ciò che è importante più di ogni altra cosa.
Accantonata la vita di fede, l’esistenza si appiattisce e inaridisce. Il fatto è che, attorno a noi, non c’è nulla che aiuti a fare una solida scelta di vita cristiana. Pare che tutto sia fatto per “spegnere” non per  accendere” buoni propositi.
Tra le molteplici cause che attentano alla vita cristiana, non è da sottovalutare quell’anticlericalismo diffuso e martellante che mira a denigrare, criticare aspramente e ingiustamente, a combattere come nemica la Chiesa cattolica. Gli interventi del Papa, da certa stampa e televisione, sono banalizzati e strumentalizzati
al fine di dividere gli animi del mondo cattolico, quasi a voler imporre alle coscienze la falsa idea che la Chiesa è lontana dalla gente e nemica della scienza.
Nulla di più falso.
Tra i tanti esempi che potrei e vorrei fare, ma tralascio per non dilungare oltre questa lettera, mi limito a ricordare i fatti incresciosi dell’Università La Sapienza di Roma, successi all’inizio di gennaio 2008. Un gruppo di insegnanti e studenti, anche se minoritario, ha impedito la visita del Papa, invitato dal Rettore Magnifico a tenere una relazione agli universitari.
Si aprirebbe a questo punto un discorso di analisi dei fatti, di riflessioni e di commenti che condurrebbero lontano e andrebbero oltre lo scopo di questa lettera. Il commento più bello a ciò che è successo, si potrebbe dedurre da un passaggio della relazione di Benedetto XVI che avrebbe dovuto tenere alla Sapienza a quegli studenti e che è stata resa pubblica in altro modo: «Se la ragione – sollecitata dalla sua presunta purezza – diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola».
Nel marasma delle chiacchiere umane, delle tante parole banali, vuote, istintive e prive di equilibrio, affiori sempre nelle nostre coscienze il buon senso del “popolo di Dio” che sa distinguere, tra le altre, la voce che non inganna, perché è la voce del Buon Pastore, quella che “ama il suo gregge”, perché «Il Buon Pastore offre la vita per le pecore» (Gv. 10,1 seg.).
Con affetto e cordialità.
IL PARROCO
don Franco Tonda