A
Bardonecchia
una
mostra rivela il significato di essere docente
La parete della tavernetta dell’albergo Frejus con i ritratti dei pittori. |
Dal 21 luglio al 26 agosto 2007 per la serie “Pittori a
Bardonecchia” si è tenuta al Palazzo delle Feste la rassegna «Riccardo Chicco
un artista internazionale” a cura di chi scrive. Quando a Bardonecchia Renato
Perego, negli anni Cinquanta, decise di invitare i pittori nel suo magnifico
Albergo Frèjus organizzando degli stages collettivi e promozionali di una
immagine della cittadina montana, Riccardo Chicco (1910-1973) fu tra i primi e
brillanti. Vestito in modo originale, con bombetta e sciarpa a quadroni, diede
una partecipazione assolutamente vivace ed ironica, documentata, sulle pareti
dipinte della Tavernetta, da ben due sue immagini di loisir: mentre suona la
fisarmonica e mentre dipinge, a letto beato, una figura femminile ritagliata
nello spazio di una finestra aperta sul paesaggio innevato.
Nei dipinti che ritraggono Bardonecchia, Chicco volle privilegiare
il rutilante inseguirsi di materie cromatiche ritrovate anche laddove il bianco
della neve sembrava tutto assorbire. Come ha ricordato con acute parole l’amico
pittore e critico Albino Galvano: «Le sue virtù di occhio, di mano, di
maneggiatore scaltrissimo di materie impiegate con molta facilità, sono in
realtà sempre animate da questa idea così profondamente sofferta e, con tutta
la signorile discrezione ... offerta, con civile distacco dell’uomo e del suo travaglio,
come tema principe di un discorso figurativo ...». Così la materia
espressionista mitteleuropea, a cui ha guardato costantemente, si ravvisa anche
nell’immagine della montagna ed una sofferta umanità permea gli spazi della
“Trattoria di Melezet” o “Il mattutino di Les Arnauds”.
.
Chicco
suona la
fisarmonica. (foto omessa)
L’ampia produzione – circa sessanta opere, molte inedite, di
collezione privata – che è stata presentata a Bardonecchia nel foyer del
Palazzo delle Feste, mostra la ricchezza di un colore sfrenato in cui le forme
si leggono appena, in un messaggio pittorico sempre forte ed affascinante.
La rassegna critica che ha costellato l’opera di Chicco, dalle
prime presentazioni degli anni Trenta fino al 1973, anno della morte, annovera nomi
di tutto prestigio. Scolaro di Casorati, accanto ad Albino Galvano che di lui
tanto scrisse, ecco i testi di Massimo Mila, Enrico Paulucci, Renzo Guasco,
Marziano Bernardi, Alberto Rossi, Mino Maccari, Luigi Carluccio, Angelo
Dragone, Franco Torriani, Adele Menzio, Lalla Romano ed altri ancora. Così,
nella rievocazione dell’arte di Chicco, l’elenco delle mostre e dei premi si fa
lungo. (...)
Un
lungo messaggio
di
educazione all’arte
Percorriamo ora insieme un lungo viaggio, guidati dal libro che
raccoglie le riflessioni e le firme dei visitatori della mostra a Bardonecchia. Lo precede una lettera che
nel settembre 2007 ci è giunta da Anna Ghigo: è un ricordo vivo e caldo del maestro
indimenticato.
«Ricordiamo con affetto Riccardo Chicco che è stato il nostro
professore di Storia dell’arte al liceo Alfieri di Torino nel lontani anni
1946-47-48. Era un insegnante eccezionale che – al di là del nozionismo, pure
così essenziale nelle cronologie – cercava soprattutto di spiegarci e di farci
capire la personalità e le caratteristiche inconfondibili di ciascun artista. A
distanza di moltissimi anni i suoi commenti sono ancora vivi in noi: l’“urlo”
di Adamo ed Eva, cacciati dal paradiso di Masaccio, la “Forza” di Michelangelo
che era “scultore” anche quando dipingeva la Sistina, “la terrificante
apparizione del Giudizio Universale, la drammaticità. Il gigantismo..”. (...)
Siamo lieti che la sua espressione pittorica personale sia stata ricordata
nella recente mostra antologica di Bardonecchia, Torino, settembre 2007». Il
curatore della mostra apriva la prima pagina del libro per i visitatori con un
invito:
Si ringraziano le persone che vorranno testimoniare! E
subito comparivano le voci, le firme... Per la Bardonecchia di ieri, di oggi
e... domani (firma illeggibile). Ma tra i nomi, tanti, vivi, ecco lo stile
inconfondibile della pittrice Gabriella Malfatti: Incantata! Un grande
Grazie! offriva Luciano Genta e l’aggettivo tout court: Bello! lasciava
Elena Riccardi Candiani. Più discorsivo appare il commento di Luisella e Damiano
Lombardo:
Complimenti
per l’intelligente allestimento e la ricca presentazione che permettono di
gustare appieno l’estro, la fantasia e la vivacità di questo grande artista
torinese. Un critico noto appone la sua firma: è Elisabetta Tolosano, mentre
Giorgio Falco rimpiange: Peccato averlo avuto troppo poco tempo come
professore. Ed ecco una tranche di vita pregnante.
“Christmas card” di Riccardo Chicco per il
Capodanno 1973. (foto omessa)
La pianista Ester Maria Cucco che tante volte suonò sul pianoforte
di casa Chicco per Riccardo, infermo dopo un grave incidente d’auto, scrive: Ti
ricordo, amico Riccardo Chicco, con rimpianto, affetto. Molto generoso è il
giudizio di Riccarda Zangrando: Una mostra bellissima. Un ricordo sempre
vivo del mio Maestro. Quanto possa significare una attenta retrospettiva
d’arte è testimoniato da Daniela Caffaratto Chicco: È stato un
piacevolissimo tuffo nel passato... Ma Riccardo è sempre presente! Di più
difficile lettura è la firma che accompagna le parole: Sono felice di aver
vissuto con tutti voi questo splendido momento mentre la firma di Marco
Scotti è apposta dopo queste parole: Mostra bellissima che mi ha riportato
indietro nei tempi ricordandomi il simpaticissimo Riccardo. La presenza del
docente rievocato è – a tratti – immagine d’altri tempi: Ricordo con affetto
il mio professore al Liceo D’azeglio che mi fece amare la storia dell’arte
Germana Gianasso e ancora s’aggiungono altre parole siglate: Felice
d’aver ritrovato qui ricordato il caro maestro. E la pittrice Maria Cervai
conclude: Il più bel quadro è il “Ritratto della moglie” seguita da un
altro visitatore: La rappresentazione del soggetto femminile rivela una
forte espressione e carica artistica. Tutta una Torino indimenticata
ritorna in alcune frasi. Graziella Gay di Quarti Ferrari ricorda con affetto
le indimenticabili lezioni al liceo D’Azeglio e G. Bernardi annota: sei
andato nel tuo tempo ovunque, nel tuo spazio, nella tua arte! In qualche
tratto compaiono commenti sorprendenti. La firma non si legge ma il testo
scandisce: Suonare la viola danneggia gravemente te e chi ti sta intorno e
subito dopo un messaggio connota: L’arte è il pensiero di vita e il cuore
che pulsa. E ancora: L’arte è arte! è il lapidario giudizio di
Elena. Molto ironico è Davide Treves (violoncellista): Non ti preoccupare il
violino è una malattia che si può curare. Al di là della vita compaiono i Saluti
da chi ti penza (sic) e una intera famiglia con Margherita Savelli
commenta: Bellissimo!! Ma ecco ritornare importante l’impegno educativo:
Il maestro Chicco è stato un ottimo docente di storia dell’arte per tutto il
liceo D’Azeglio. Anche la famiglia Chicco diventa, a un tratto,
protagonista. Scrive Fausta Germano: Molto bella l’esposizione, per me molto
commovente rivedere Maria Cristina
ritratta nella sua gioventù. Visitare una mostra
d’arte è ancora un Gandino, mentre G. Bodda conferma: È molto, molto bella! Ma
c’è chi questo maestro non conosceva: Inaspettata e sorprendente la pittura
di Chicco, una vera scoperta: Claudio Mellana. Ed ecco di nuovo prevalere
l’indimenticato docente: Ricordo con piacere un professore che faceva
amare l’arte sempre con ironia. Marianna Massimello (...).
Ma quanti sono gli allievi che hanno voluto testimoniare! Grazie
del ricordo di Riccardo Chicco mio insegnante di arte all’Alfieri e soprattutto
ironico e forte rappresentante di una cultura che ci ha trasmesso. Elia G. E
accomunano il loro grazie i coniugi Pier Luigi Quaregna e Luisa Castiglioni: Grazie
per queste splendide opere e per la curatrice Mariolina Tibone... Ricordi,
fantasia. Emozioni da riscoprire. Il 2 agosto c’è un messaggio nuovo: Difficile
trovare artisti, pittori capaci, coraggiosi, così da esprimere gli umani
sentimenti, senza seguire il genere o altra fesseria moderna... Peccato sia
morto quando io sono nata... avrei voluto conoscerlo... Segue un noto storico,
scrittore di una bella storia di Bardonecchia., Sandro Bianco: un vecchio
allievo del Liceo Alfieri ricorda con commozione e riconoscenza lo charme di un
professore anticonformista, ritrovando in questa mostra le sue magie sempre
vive 3 agosto 2007. Lelia Urso in Vescovi scrive: commossa e ammirata ho
ritrovato nelle opere di questo artista il ricordo sempre vivo del mio
professore di Storia dell’arte al Liceo D’Azeglio di Torino. Chicco mi ha
lasciato come ricordo della cena dell’ultimo anno una sua caricatura e una
scritta: assente nell’aula, presente nel cuore. E Anna Molinengo: sono
commossa nel ritrovare in questa mostra il mio professore di storia dell’arte al
D’Azeglio di tanti anni fa. Lo ritrovo come è nel mio ricordo: ironico,
disincantato, elegante e modernissimo. Indimenticabile! Grazie! 5-8-07. Io l’ho
conosciuto e le “cose” spontanee, immediate lo ricordano esattamente. (...)
Arrivano anche i bambini a dare il loro contributo di commento. Vi
sono i visitatori stranieri: qualcuno porta un invito per la Serbia! C’è ancora
l’allieva che ricorda anche le interrogazioni e le battute che le
accompagnavano... C’è il dermatologo che si inchina al pittore suo docente
di storia dell’arte nei bellissimi anni giovanili al liceo D’Azeglio...
un’emozione! Ancora altri giudizi si susseguono: grande
arte europea cresciuta in una Torino che è stata troppo a lungo monoculturale.
Riccardo Chicco per fortuna non lo è stato! Concludiamo con un’osservazione
un po’ particolare: L’ho conosciuto, ci siamo scontrati (metaforicamente)
per più di un decennio. Era irraggiungibile nella sua arguzia;
inarrivabile nella sua arte, vivace e surreale nella veloce
stesura del tratto (matita e pennello). Era insomma un dandy con impronta
piemontese. Ha lasciato una traccia marcata nel mio ricordo.
Così
la mostra di Riccardo Chicco conferma la forza dell’insegnamento della storia dell’arte
nei licei, la creatività della formazione artistica nella scuola di pittura... Un’eredità
preziosa che anche nel convulso mondo d’oggi, in una estate montana, tante
persone hanno voluto testimoniare.
Maria
Luisa Tibone