IL RIORDINO DELL’ARCHIVIO
DELLA PARROCCHIA DI
BARDONECCHIA
«Fermatevi sulle strade e guardate, informatevi circa i sentieri del passato, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le vostre anime» (Gen. 6,16). [foto Giorgio Elia] |
LAVALLE DI SUSA è da
alcuni anni oggetto di interesse non solo per le sue bellezze naturali, che la
pongono in primo piano nell’ambito delle mete turistiche estive ed invernali,
ma anche per il ricchissimo patrimonio culturale che può offrire.
In quest’ultimo ambito si inseriscono anche gli archivi che le
comunità laiche e religiose hanno conservato per secoli, che oggi meritano da
un lato di essere posti in sicurezza, per evitarne la dispersione, dall’altro
di essere valorizzati, perché le nuove generazioni possano conoscere,
comprendere ed apprezzare l’opera dei propri predecessori. La Regione Piemonte
ha da alcuni anni messo a disposizione finanziamenti che hanno consentito di procedere con il recupero e l’inventariazione di
molti fondi archivistici valsusini, fra i quali quello del Comune di
Bardonecchia, riordinato nel 1997, e, più recentemente, quelli degli archivi
delle parrocchie della sua conca: Melezet, Millaures, Les Arnauds e Rochemolles.
Questi ultimi, attualmente depositati presso l’Archivio Storico Diocesano di Susa,
ente che ne ha curato il riordino, sono a disposizione sia degli studiosi, sia degli appassionati di genealogia, che frequentano
abitualmente la sala studio dell’Archivio. Nel corso del 2006 si è anche
proceduto al riordino dell’Archivio della parrocchia di Bardonecchia, completando
così l’intervento su un’area omogenea.
Per riordinare un archivio secondo criteri scientifici si devono affrontare
diverse fasi di lavoro. Innanzitutto visionare i documenti che lo compongono:
insieme ai registri anagrafici, facilmente identificabili, si conservano anche
carte sciolte che documentano la storia della parrocchia e dei suoi sacerdoti
nel corso del tempo, oltre che la vita della comunità intera. Ogni documento o
registro viene schedato tramite un programma informatico specifico, per poi
essere organizzato secondo criteri dettati da una normativa stabilita a livello
internazionale e, infine, sistemato dentro cartellino e faldoni riportanti una
collocazione che consentirà a chi utilizza il materiale di prenderlo e di
riporlo rispettando la giusta successione delle carte. Chi intenderà consultare
i documenti avrà a disposizione un inventario a stampa nel quale sono descritti
i fascicoli: in questo modo potrà anche visionare con maggiore chiarezza quali
quesiti possono trovare risposta nelle carte di un archivio parrocchiale.
Vediamo, quindi, brevemente quali documenti sono presenti
nell’archivio di Bardonecchia. Innanzitutto possiamo definirne gli estremi
cronologici, che sono compresi fra il secolo XIV e il 2005.
Il documento più antico, risalente appunto al Trecento, è una
pagina di codice medievale in pergamena che fu riutilizzata come coperta di un
volume: questo materiale, infatti, essendo molto resistente, veniva spesso
reimpiegato per questi scopi. I registri parrocchiali datano a partire dal
1546, una data assai remota, che testimonia il fatto che i parroci di
Bardonecchia si impegnarono a tenere una anagrafe parrocchiale ancor prima che
questa prassi divenisse obbligatoria a seguito dei dettami del Concilio di
Trento (1542-1564). Fra i documenti più antichi figura anche una supplica che
gli abitanti di Bardonecchia rivolsero al governo francese per ottenere
l’esenzione dalle tasse, a seguito della diffusione della peste: siamo,
infatti, nel 1632, e da due anni infuriava una delle più tremende epidemie che
la storia ricordi, che a Bardonecchia miete 739 persone, salvandone appena 311.
Continuando questa breve panoramica sui contenuti dell’archivio
parrocchiale possiamo ancora soffermarci sulla sezione dedicata alla
“Fabbriceria”, ossia sui documenti che riguardano i lavori di manutenzione,
restauro e abbellimento della chiesa. Essi datano a partire dal 1831 e sono
costituiti da note contabili per lavori effettuati alla chiesa e al suo campanile
e per l’acquisto degli arredi. In particolare si evince che vi furono tre
importanti interventi sull’edificio, il primo negli anni 1888-1889, cui ne
seguì un altro tra il 1934
e il 1944, durante il quale fu rifatto anche il tetto, e il terzo
tra il 1957 e il 1967, che comportò pure l’ampliamento della chiesa.
Una sezione dell’inventario, infine, è dedicata alle cappelle
presenti sul territorio: in essa troviamo i registri sui quali è riportata la
contabilità per la loro gestione, oltre ai documenti relativi ai Priori cui
erano affidate e a quelli inerenti i lavori di manutenzione necessari per
poterne svolgere l’attività di culto. Completano, infine, l’inventario pochi
fascicoli di carte appartenute alle famiglie Agnès e Suspize, risalenti
rispettivamente ai secoli XVIII e XIX.
Naturalmente l’archivio parrocchiale riserva ancora molte altre
sorprese a chi vorrà consultarlo: ogni documento si presta a molteplici
possibilità di ricerca e di interpretazione, starà a ciascuno di noi cercare in
ciascuno di essi le risposte ai nostri quesiti.
Laura Gatto Monticone