S. ROCCO DI METÀ QUARESIMA
L’antica statua di San Rocco posta nella nicchia
esterna della cappella. [foto Giorgio Elia]
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OGNI ANNO
l’Amministrazione Comunale, tenendo fede alla promessa fatta nell’ormai lontano
1630, che mirava ad allontanare la peste dal paese, considera il Voto
imprescindibile e concorre a mantenerlo vivo ancora oggi, a quasi cinquecento anni
di distanza.
La storia narra che nel 1629 scende in Italia il Re Luigi XIII e
transita in Alta Valle Susa con 20.000 fanti e 2.000 cavalli. Parte di questo
esercito passa l’inverno sulle nostre montagne mentre nell’agosto del 1630
scoppia la grande peste, portata forse da queste truppe. Fu un evento
drammatico che vide la popolazione decimata dall’epidemia. Nell’archivio
parrocchiale, un manoscritto del 1632 parla della terribile peste e porta
l’elenco dei decessi. Sono segnati i nomi dei 739 morti ed anche
l’elenco delle 311 persone rimaste in vita. Ed è precisato che «le case
disabitate a causa della peste sono 80, comprese quelle degli orfani andati a
vivere con i tutori, e di altre 65 che non hanno eredi conosciuti». Fu
allora che autorità e popolazione, uniti in un comune sentimento di fede,
fecero Voto solenne a San Rocco, formalizzando il tutto con atto amministrativo
datato 29 giugno 1630. Trascriviamo il testo originale del Voto.
«In nome di Dio. Amen.
L’anno del Signore 1630 il giorno 29 del mese di giugno, festa dei
nostri Signori i Santi Pietro e Paolo, sia noto e manifesto a tutti, per il
presente e il futuro, che Dio ha permesso in questo luogo e alla popolazione di
Bardonecchia, che fosse colpita dal male contagioso, dalla carestia e dalla
guerra. A motivo di ciò, per difendere la salute da questo terribile male e per
dare aiuto ai poveri e ai bisognosi, la popolazione ha incaricato i Signori
François Beraud notaio e Vice Castellano, Louis Ambrois e me notaio sottoscritto,
a collaborare con i Signori Gabriel Agnes figlio di fu Mathieu e Antoine Gay
consoli attuali. I consoli e i suddetti incaricati, aiutati dai Signori Orcel
Martine già console e Guillaume Jordan Marchand consigliere, preso atto della enorme disgrazia causata dal male contagioso,
considerando il grande numero di persone già morte e del grande numero di
quelle contagiate e non guarite, per la tutela della salute e per le necessità
di coloro che sono ancora sane, preso atto che nessun rimedio è venuto dai
medici, chirurghi, farmacisti e altre persone contattate, hanno deciso di
ricorrere alla misericordia e alla grazia di Nostro Signore Gesù Cristo, per
ottenere, se lui lo vorrà, i rimedi contro questo male, facendo un Voto.
Per avere consigli e suggerimenti a questo riguardo, si sono rivolti
al Signor Antoine Orcellet dottore teologo e Curato di questo luogo, il quale,
dopo aver preso atto della volontà concorde dei Consoli e degli incaricati,
esprime il suo parere. Riferisce che, per tradizione tramandata da padre in
figlio, gli antenati avevano già in passato fatto un Voto, di fare celebrare
una Messa solenne tutte le domeniche dell’anno e solennità con, al termine, una
Processione attorno alla Chiesa Parrocchiale, in Onore dello Spirito Santo.
Questo Voto si era interrotto, senza motivo, da almeno quattro o
cinque anni, anche se il procuratore della cura d’anime, continua a pagare
regolarmente il Parroco per questo servizio.
Egli propone che d’ora in avanti, in perpetuo, si riprenda e si
confermi questo Voto. Lo scritto del medesimo non si è potuto ritrovare a causa
dell’incendio appiccato al Borgo dai membri della religione riformata,
nell’anno 1574, il 26 giugno. Pertanto la Messa solenne sarà cantata e la
Processione fatta in Onore dello Spirito Santo, così com’era.
Vi assisterà devotamente la popolazione. Inoltre per ottenere la
misericordia ed essere liberati da questa disgrazia, promettono di ricorrere a
Dio per l’intercessione della gloriosa Vergine Madre di Dio e dei nostri
buoni Patroni Sant’Ippolito e San Giorgio e tutti i Santi e Sante
del Paradiso, specialmente ai nostri Signori San Sebastiano e San Rocco. Per
ottenere grazia e misericordia, facciamo Voto e promettiamo che d’ora in poi,
in perpetuo, le loro feste siano celebrate e solennizzate da tutti gli
abitanti. A ciascuna di
queste feste sarà celebrata la Messa alla Cappella costruita in
loro onore. Sarà pertanto costruita una Cappella in Onore di San Rocco,
attraverso le offerte della comunità. Siccome la festa di San Rocco cade il 16
agosto, che è l’indomani dell’Assunzione di Nostra Signora, considerando che
spesso la festa di S. Ippolito cade di sabato, con la domenica, ci sarebbero
già tre feste e quella di San Rocco sarebbe la quarta.
Questo potrebbe causare molto incomodo alla popolazione a causa
dei raccolti che si effettuano in questo periodo. Sarebbe pertanto utile
trasferire la festa in altro giorno. Per definire questo si è pensato di
chiedere il parere a Mons. Vicario di San Lorenzo di Oulx.
A questo scopo è stato incaricato il Signor Beraud Vicecastellano,
il quale ha parlato del problema con Mons. Jerome de Birague, vicario e
segretario della Prevostura e altri rappresentanti del Capitolo. Ha poi
riferito ai Consoli e collaboratori che non vi è alcun ostacolo e che
approveranno quanto i Consoli e gli incaricati ed altri capi famiglia, vorranno
concordare, alla presenza del Signor Curato. Questi hanno fissato di celebrare
la festa di San Rocco il giorno 27 settembre, che è anche la Festa dei Santi
Cosma e Damiano.
È stato pregato il Signor Curato di dare avviso pubblico con le
ammonizioni necessarie alla popolazione, che sarà presente alla Messa festiva,
per avere la sua approvazione, circa il giuramento che si è previsto di fare.
Di conseguenza, alla Messa Parrocchiale, all’ora consueta, sul pulpito, come al
solito, dopo aver spiegato ai presenti circa i propositi sopra esposti, e dopo
aver domandato a coloro che assistevano alla Messa se erano d’accordo a fare il
Voto e le promesse, tutti unanimemente, senza alcuna opposizione, si sono
espressi a favore. Tanto gli uomini che le donne e i bambini, hanno giurato per
se stessi e i loro successori, in perpetuo, di osservare i Voti e le promesse,
che sono: quello della Messa solenne e della processione in Onore dello Spirito
Santo, ogni domenica; di solennizzare le feste dei nostri Signori San
Sebastiano e San Rocco nei giorni 19 gennaio e 27 settembre, celebrando la
Messa ai loro Altari, che saranno pagate dai procuratori, qualora le Cappelle
non avessero i fondi necessari; di assistere agli Uffici e alle processioni che
si faranno in quei giorni dalla Chiesa Parrocchiale alle loro Cappelle; di
contribuire
all’edificazione della Cappella secondo le loro possibilità.
I Consoli e gli incaricati, in virtù del potere loro concesso,
assieme alle altre persone presenti ed anche a nome degli assenti, hanno
promesso e giurato, alzando la mano in alto alla maniera solita, ed io notaio
di questo ho preso atto, come anche di ciò che è stato deciso durante la Messa.
Al termine si è andati in processione, con gli incaricati che portavano una
grande croce di legno. Questa è stata fissata nel luogo detto Serre Gauthier,
accanto al sentiero che conduce al Castello, per servire da indicazione del
luogo dove si costruirà la Cappella dedicata a San Rocco.
Il signor Louis Orcel consigliere, si è offerto di comprare il
terreno necessario per la costruzione della Cappella e dello spazio antistante.
Siccome il terreno dove si vuole costruire la Cappella è di proprietà di Michel
Faure Chamar, in cambio di tale terreno lo si ricompenserà non in danaro, ma
con altro pezzo di terra, valutato dagli incaricati. La proposta è stata
accettata e gradita dai sottoscritti ed anche dal signor Faure che si è
dichiarato contento dell’offerta. Il Signor Orcel, attraverso il presente
scritto, conferma che
la donazione è irrevocabile e fatta in Onore di Dio e di San
Rocco».
Così firmano: Antoine Gay console, J.F. Beraud Vicecastellano,
Benoit Clovis Incaricato, M. Agnes Saymond, J. Morel, Pierre Morel, e io notaio
ereditario ricevente, in fede ciò che è stato scritto dalle mie mani. Firmato:
S. Guiffrey notaio.
* * *
L’atto qui riportato è stato fedelmente copiato dall’originale, da
me Curato sottoscritto, il giorno 12 aprile 1756. Bisogna constatare che il
terreno di Serre Gauthier appartiene alla Cappella di S. Rocco, perché è stato
effettivamente donato per la sua costruzione, ma, senza dubbio, la Parrocchia
ha ritenuto, a questo riguardo, più conveniente costruirla dov’è attualmente,
alle Manne, dov’è esistita in buono stato fino al 1728, quando fu colpita dall’inondazione,
che aveva distrutto parte dei terreni di questo Borgo.
Qualche anno dopo era stata ricostruita dalla Comunità, mettendola
nello stato in cui si trova attualmente.
La festa di San Rocco, quando fu costruita la Cappella, fu
trasferita al giovedì della 2ª settimana di Quaresima, come documentato da un
decreto dell’Abate di Oulx del 10 marzo 1675, riportato alla fine del
repertorio dei registri del Parroco Roude. Egli scrive che, nel caso in cui la
festa di San Giuseppe coincida con il giovedì della 2ª di Quaresima, la festa
di S. Rocco si debba celebrare il venerdì seguente.
Nonostante questo, l’abitudine in atto fin dai tempi del Voto, è
di celebrare la festa il giovedì della terza settimana di Quaresima. Certamente
don Roude aveva erroneamente scritto la seconda, al posto della terza
settimana. don Agnes, parroco di Bardonecchia
* * *
La Cappella di S. Rocco, nella località Manne, sul sentiero che
sale verso la montagna della Rhô, è stata costruita a spese degli abitanti del
luogo. La sola fondazione è quella di Bernard Ambrois curato di Gravere, che ha
legato i suoi fondi di terra, per 4 soldi.
Questi redditi sono destinati alla celebrazione di Messe basse
annuali, nella Cappella.
La Cappella possiede in dotazione, senza alcun carico, due soldi e
otto denari di estimo, in fondi di terra che, per il loro scarso valore e la
cattiva condizione, a malapena possono pagare i carichi.
Tra questi vi è un pezzo di terra davanti alla casa di Louis
Joseph Orcel, che fu venduto per 80 lire, poi impiegate per la costruzione
della nuova Chiesa. La Cappella aveva dei capitali che sono scomparsi durante
il periodo degli assegnati in banconote. Dal verbale del Curato don Agnes del
14 aprile 1747 risulta che il Reverendo Curato pro tempore, deve ritirare l’offerta
che viene fatta alla Cappella il giorno della festa, in grano e legumi, che non
è considerevole, e impiegata per la celebrazione di Messe.
Verbale visto e approvato nella visita di Mons. St. Innocent
prevosto di Oulx il 20 aprile 1747».
(L’intero documento è tradotto dal francese)