Il geom. Mario Rossetti, tra le grange innevate della Rhô, in una bella giornata di sole. [foto coll. M. Rossetti] |
Caro Mario, ci eravamo lasciati con l’impegno di rivederci
la settimana seguente la domenica della Madonna del Rosario, in quanto, il 7 ottobre,
sarebbe stata la festa patronale del mio paese. Mai mi sarei aspettato, in quella
serata di festa, di ricevere la telefonata di Rosanna che mi comunicava, con
voce tristissima, che avevi deciso di disdire l’appuntamento che avevamo preso.
Nella notte, piuttosto agitata, mi sono passati in mente
tanti momenti della nostra quasi quarantennale amicizia. Ci eravamo incontrati
la prima volta nel tuo ufficio del Comune (1): quel grande stanzone, con te
alla scrivania e Francesco al tecnigrafo.
Ero venuto a parlarti della costruzione della strada dei
camini del Fréjus. Non ti nascondo che, di primo acchito, sono rimasto un po’
intimidito dal tuo aspetto così “severamente” professionale; forse, an che tu
cercavi di capire chi fosse il tuo interlocutore, visto che Bardonecchia era,
da poco, reduce da tante cronache della stampa nazionale. Poi, poco per volta, la
nostra frequentazione si è fatta più intensa, soprattutto al di fuori
dell’ambito lavorativo.
Così sono iniziate le nostre passeggiate serali per le
strade deserte del paese scambiandoci le reciproche opinioni su tutto, dal lavoro
ai crucci personali.
Ricordo il tuo cruccio principale che mi confidasti: quello
che qualche persona scambiasse per intransigenza il tuo operare in ufficio, mentre,
al contrario, cercavi di risolvere al meglio le questioni, cercando di
barcamenarti tra leggi, decreti, regolamenti e norme non sempre di facile
interpretazione.
Poi, dopo un periodo anche molto tribolato, è arrivato il
momento della pensione. Un giorno mi portasti alle Grange della Rhô per mostrarmi
il rudere che avevi comprato. Ai miei occhi era solo un mucchio di pietre. Tu avevi
già in mente quello che, dopo un lungo e faticoso lavoro, sarebbe stato il
risultato finale.
Sono trascorsi tanti anni, ma quei pomeriggi che ci hanno
visti seduti sulla panca a parlare, guardando le montagne, penso resteranno per
me indimenticabili. Lì dissertavamo circa i vari momenti politici; di quello
che, secondo noi, avrebbe dovuto essere il futuro sviluppo di Bardonecchia; del
restauro della Cappella della Frazione; di quanto era successo al paese negli
anni precedenti; dell’Azione Cattolica, della Caritas...
Una cosa mi ha sempre colpito di te: anche se avresti potuto
avere dei motivi, non hai mai parlato male di nessuno. Anzi, hai sempre cercato
di scusare e, a volte, di giustificare il comportamento di chi qualche fastidio
te lo aveva creato.
Caro Mario, adesso alla Rhô vanno i tuoi figli e i tuoi
nipoti. Sono convinto che tu continui a stare seduto su quella panca ad
aspettarli, così come aspettavi me che, giungendo a piedi, accoglievi con
amicizia offrendomi, come premio, ogni volta, una caramella al miele.
Dopo la tua partenza non sono più tornato alla Rhô. Non me
la sono più sentita. Alla sera, da casa mia, vedo la luce emanata da quel
lanternone che tu avevi voluto porre sulla facciata della Cappella di Santa
Margherita.
Quella luce mi ricorda che, prima o poi, dovrò riprendere a
venire alle Grange. Tu aspettami al solito posto.
Enzo
______
(1) Fino all’anno 1996
il geom. Mario Rossetti è stato Responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di
Bardonecchia.
(2) «Durante il mio
primo mandato da Sindaco, Mario era capogruppo della minoranza. Della sua opposizione politica posso solo parlarne bene,
per lui la prima cosa era il paese, un uomo onesto che conosceva bene ogni
lembo di questo nostro territorio, ogni sorgente, ogni cosa, ogni cittadino,
era sempre informato su tutto e su tutti, non ha mai fatto vuoto campanilismo, ma
sempre interventi per migliorare la nostra cittadina (...). È stato sempre per
la concordia politica, e dal 2007 al 2011 è stato un degnissimo consigliere di
maggioranza nella mia giunta, contribuendo come decano del gruppo,
professionalmente preparato dal punto di
vista edilizio, più saggio di tutti noi anche per anzianità ed esperienza
politica e comunale»