23/11/13

Ricordando un amico: MARIO ROSSETTI (2012)


Il geom. Mario Rossetti, tra le grange innevate
della Rhô, in una bella giornata di sole.
[foto coll. M. Rossetti]
Caro Mario, ci eravamo lasciati con l’impegno di rivederci la settimana seguente la domenica della Madonna del Rosario, in quanto, il 7 ottobre, sarebbe stata la festa patronale del mio paese. Mai mi sarei aspettato, in quella serata di festa, di ricevere la telefonata di Rosanna che mi comunicava, con voce tristissima, che avevi deciso di disdire l’appuntamento che avevamo preso.
Nella notte, piuttosto agitata, mi sono passati in mente tanti momenti della nostra quasi quarantennale amicizia. Ci eravamo incontrati la prima volta nel tuo ufficio del Comune (1): quel grande stanzone, con te alla scrivania e Francesco al tecnigrafo.
Ero venuto a parlarti della costruzione della strada dei camini del Fréjus. Non ti nascondo che, di primo acchito, sono rimasto un po’ intimidito dal tuo aspetto così “severamente” professionale; forse, an che tu cercavi di capire chi fosse il tuo interlocutore, visto che Bardonecchia era, da poco, reduce da tante cronache della stampa nazionale. Poi, poco per volta, la nostra frequentazione si è fatta più intensa, soprattutto al di fuori dell’ambito lavorativo.
Così sono iniziate le nostre passeggiate serali per le strade deserte del paese scambiandoci le reciproche opinioni su tutto, dal lavoro ai crucci personali.
Ricordo il tuo cruccio principale che mi confidasti: quello che qualche persona scambiasse per intransigenza il tuo operare in ufficio, mentre, al contrario, cercavi di risolvere al meglio le questioni, cercando di barcamenarti tra leggi, decreti, regolamenti e norme non sempre di facile interpretazione.
Una cosa è certa: la tua principale preoccupazione era quella di individuare ciò che era il vero bene per Bardonecchia (2).
Poi, dopo un periodo anche molto tribolato, è arrivato il momento della pensione. Un giorno mi portasti alle Grange della Rhô per mostrarmi il rudere che avevi comprato. Ai miei occhi era solo un mucchio di pietre. Tu avevi già in mente quello che, dopo un lungo e faticoso lavoro, sarebbe stato il risultato finale.
Sono trascorsi tanti anni, ma quei pomeriggi che ci hanno visti seduti sulla panca a parlare, guardando le montagne, penso resteranno per me indimenticabili. Lì dissertavamo circa i vari momenti politici; di quello che, secondo noi, avrebbe dovuto essere il futuro sviluppo di Bardonecchia; del restauro della Cappella della Frazione; di quanto era successo al paese negli anni precedenti; dell’Azione Cattolica, della Caritas...
Una cosa mi ha sempre colpito di te: anche se avresti potuto avere dei motivi, non hai mai parlato male di nessuno. Anzi, hai sempre cercato di scusare e, a volte, di giustificare il comportamento di chi qualche fastidio te lo aveva creato.
Caro Mario, adesso alla Rhô vanno i tuoi figli e i tuoi nipoti. Sono convinto che tu continui a stare seduto su quella panca ad aspettarli, così come aspettavi me che, giungendo a piedi, accoglievi con amicizia offrendomi, come premio, ogni volta, una caramella al miele.
Dopo la tua partenza non sono più tornato alla Rhô. Non me la sono più sentita. Alla sera, da casa mia, vedo la luce emanata da quel lanternone che tu avevi voluto porre sulla facciata della Cappella di Santa Margherita.
Quella luce mi ricorda che, prima o poi, dovrò riprendere a venire alle Grange. Tu aspettami al solito posto.
Enzo
______
(1) Fino all’anno 1996 il geom. Mario Rossetti è stato Responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Bardonecchia.
(2) «Durante il mio primo mandato da Sindaco, Mario era capogruppo della minoranza. Della sua  opposizione politica posso solo parlarne bene, per lui la prima cosa era il paese, un uomo onesto che conosceva bene ogni lembo di questo nostro territorio, ogni sorgente, ogni cosa, ogni cittadino, era sempre informato su tutto e su tutti, non ha mai fatto vuoto campanilismo, ma sempre interventi per migliorare la nostra cittadina (...). È stato sempre per la concordia politica, e dal 2007 al 2011 è stato un degnissimo consigliere di maggioranza nella mia giunta, contribuendo come decano del gruppo, professionalmente preparato dal punto di vista edilizio, più saggio di tutti noi anche per anzianità ed esperienza politica e comunale»