LE PAGINE DELLE
FRAZIONI
Parroco: don Gian Paolo Di Pascale
Abitazione: Via Melezet, 111 – 10052 Bardonecchia – Tel.
0122.96.629 - 335.591.92.51
LETTERA
DEL PARROCO
Carissimi parrocchiani di Melezet, Les Arnauds,
Millaures e Rochemolles, ritorna anche uest’anno
il Bollettino, che grazie alla disponibilità di don Franco accoglie le notizie
delle nostre piccole comunità.
L’evento che abbiamo vissuto in questi mesi è stato
quello delle Olimpiadi, con la preparazione del sito di gara al Melezet, il
rifacimento di alcuni impianti di risalita e grandi lavori specie nel
capoluogo. Per Melezet e Les Arnauds si è trattato soprattutto dell’esproprio
dei terreni per le gare e i parcheggi, con tante sedute in Comune, documenti a
non finire e poco frutto... Il clima delle Olimpiadi lo abbiamo poi vissuto più
in un’atmosfera di stato d’assedio che non di festa, e nonostante questo siamo
stati coscienti di aver vissuto un evento che ci ha messi all’attenzione di
tutto il mondo.
Venendo ai nostri problemi, abbiamo completato i
grandi lavori di restauro delle chiese di Melezet, Les Arnauds e Rochemolles,
mi pare con comune soddisfazione: se ne parlerà nel corso del Bollettino.
Per Millaures le pratiche vanno avanti molto
lentamente, ancora una volta la burocrazia ci ha frenato non solo nel desiderio
di vedere qualcosa di concreto, ma soprattutto di fronte all’urgenza di salvare
quella chiesa!
I lavori materiali sono dei problemi, specie quando
le risorse disponibili sono insufficienti, ma c’è un problema che si fa sempre
più grave: la mancanza di sacerdoti.
A Millaures lo stiamo vivendo, dopo il
trasferimento di Padre Antonio che non è stato più sostituito. In questi anni
abbiamo ancora avuto quasi tutte le funzioni nel corso dei vari mesi, ma già da
qualche tempo alcune si sono dovute sopprimere:
a Melezet non c’è più stata la Veglia Pasquale, a
Millaures la Messa festiva è stata spostata alle ore 17, anche se la cosa non
piace a tutti, a Rochemolles non c’è più stata la Messa della notte di Natale
...e altre rinunzie le prevedo prossimamente.
Si deve dare la preferenza alla Messa festiva,
ringraziando che ancora si può avere, ma difficilmente si potranno avere altre
celebrazioni specie nella Settimana Santa e nel periodo estivo, salvo l’aiuto
occasionale di qualche sacerdote, e voglio accennare in particolare a qualche
festa di domenica, come il raduno degli Alpini al Picreaux e la festa della
fienagione alle Horres. Ci saranno pure difficoltà per la Messa festiva
nell’estate a Rochemolles. Per parte mia, se il Signore mi dà forza e salute,
farò ancora il possibile, ma tutti devono comprendere la particolare situazione
del momento e che non tutto sarà più come prima. È una situazione di difficoltà
e non si prevede, almeno in tempi brevi, che possa migliorare.
Già alcuni hanno compreso che il sacerdote non può
più essere presente a tutto e, come a Millaures, si radunano per pregare
insieme, come nei mesi di maggio e di ottobre per il S. Rosario e nel tempo di
Quaresima per la Via Crucis: è un esempio che merita essere additato e dovrebbe
essere seguito dalle altre piccole nostre parrocchie in quelle funzioni che non
richiedono di per sé la presenza del sacerdote.
Il Signore abbandona dunque la sua Chiesa? Non lo
dobbiamo neppure pensare, ma aprire il cuore alla fiducia poiché ci ha donato
il Suo Spirito e la promessa: «Io sarò con voi tutti i giorni, sino alla fine
del mondo». Dobbiamo però cambiare mentalità e abitudini e prepararci a
rinunzie anche dolorose in quella che è stata la tradizione religiosa dei
nostri paesi.
Ascoltiamo in proposito la voce del Sommo Pontefice
Benedetto XVI che rivolgendosi al Clero delle Diocesi di Aosta, nella scorsa
estate, ha detto: «La situazione dei sacerdoti che sono diventati pochi e
devono lavorare in tre, quattro e a volte fino cinque parrocchie, e sono
esausti. Penso che il Vescovo insieme con il suo presbiterio ricerca quali
sarebbero i mezzi migliori. Quando io sono stato Arcivescovo di Monaco avevo
creato questo modello di funzioni solo della Parola senza il sacerdote per
tenere la comunità presente nella propria chiesa e avevo detto: ogni comunità
rimane e dove non c’è sacerdote facciamo questa Liturgia della Parola. I
francesi hanno trovato la parola adatta a queste assemblee domenicali “en
absence du prêtre”, e dopo un certo tempo hanno capito che questo può andare
anche male perché si perde il senso del Sacramento, c’è una protestantizzazione
e, alla fine, se c’è solo la Parola, posso celebrarla anche a casa mia. I
francesi hanno poi trasformato questa formula “assemblée domenical en absence
du prêtre” nella formula “en attente du prêtre”, cioè deve essere una attesa
del sacerdote e direi normalmente la Liturgia della Parola deve essere
un’eccezione di domenica, perché il Signore vuole venire corporalmente. Questa
perciò non deve essere la soluzione... Adesso non oso dare ricette... La nostra
popolazione è incredibilmente mobile, flessibile. I giovani fanno cinquanta e
più chilometri per andare in una discoteca, perché non possono fare anche
cinque chilometri per andare in una chiesa comune?».
Ho scritto queste cose per guardare con realismo
alla situazione attuale e a quella che si prospetta in un futuro non lontano.
Voglio però chiudere con un pensiero ispirato alla
fiducia ed un pressante invito alla preghiera perseverante, come ci ha detto il
Signore: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi, pregate dunque il padrone
della messe perché mandi operai nella sua messe».
Le chiese che abbiamo restaurato, e quella di
Millaures, a cui speriamo presto porre mano, non devono diventare solo dei
monumenti d’arte da visitare con curiosità e interesse, ma devono, pur nel
mutare delle situazioni e dei tempi, continuare ad essere punto di riferimento
e di crescita nella fede per le nostre comunità. Abbiamo ricevuto una fiaccola,
non solo quella olimpica, ma la fiaccola della fede e dobbiamo passarla di mano
alle nuove generazioni.
Con l’affetto che vi porto nel Signore.
don Paolo