Quante volte siamo stati penosamente colpiti dalla notizia che un
conoscente, un amico o una persona cara si era ammalata o era prematuramente
scomparsa a causa di un “male incurabile”! Mi pare che si sia usata e che si
continui a usare una terminologia assolutamente impropria. Purtroppo ci sono –
sia pure in lenta, progressiva riduzione – molte “malattie inguaribili” e di
fronte a questa definizione la nostra mente corre in primis ai tumori.
La diagnosi di tumore – anche se in molti casi non rappresenta più
una condanna inappellabile – è pur sempre fonte di paura e angoscia per il
lungo percorso di ricoveri, interventi e terapie che si prospetta. Oggigiorno i
progressi della medicina permettono di guarire molte forme tumorali, ma in
altri casi, dopo uno stressante iter di miglioramenti e ricadute arriva il
momento in cui si è impotenti davanti al male. È giunto il momento delle cure
palliative.
Palliativo: termine carico un tempo di significato riduttivo,
assume oggi una grande importanza nel percorso di accompagnamento e sostegno
del malato e della sua famiglia. Obbiettivo il dolore: dolore fisico che è
presente nella maggior parte dei tumori in fase avanzata, ma pure dolore dello
spirito, angosce e paure che con il malato coinvolgono tutta la famiglia
facendone un unico organismo sofferente bisognoso di cure e conforto. Ricordo
gli anni lontani della mia professione, quando la cura del dolore era carica di
difficoltà burocratiche, paure, diffidenza: la morfina fa male, il malato
sarebbe destinato alla tossicodipendenza – cosa assolutamente falsa –, gli
oppiacei sono da riservare ai casi estremi di dolore invincibile con gli
analgesici minori, le complicazioni prescrittive tese alla lotta alle
tossicodipendenze che penalizzavano il malato mentre per le strade trionfava lo
spaccio.
Oggi l’approccio al problema del dolore oncologico è totalmente
cambiato: la legislazione permette una relativa liberalizzazione delle prescrizioni,
vi è unanime consenso sul fatto che il dolore vada prevenuto con una
somministrazione anticipata e programmata di analgesici maggiori, questi sono
ormai disponibili in molte formulazioni che permettono la somministrazione
orale, sottocutanea, endovenosa, mediante infusione continua o per via
transdermica mediante cerotti che hanno l’effetto antalgico fino a tre giorni.
Né va sottovalutata l’importanza di una corretta assistenza infermieristica,
della fisioterapia e di adeguato sostegno psicologico.
Tutto ciò richiede un’alta preparazione, specializzazione e
dedizione. Perciò sono nate in Italia da una ventina d’anni organizzazioni
votate allo scopo: tra queste la Fondazione F.A.R.O. onlus (Fondazione
Assistenza Ricerca Oncologica Piemonte) che opera a Torino e in parte della
provincia; è strutturata in équipes formate da medico, infermiere, psicologo e
fisioterapista coadiuvati da volontari, che, in collaborazione con il medico di
famiglia, prendono in carico il malato al suo domicilio e con un lavoro
coordinato lo curano, sostengono, confortano e, se possibile, rasserenano nel
suo difficile percorso di vita.
Fino ad alcuni anni or sono la F.A.R.O. non poteva arrivare
nell’Alta Valle di Susa per difficoltà logistico-organizzative da carenza di
personale. Oggi, grazie alla convenzione, con l’ASL 5 interviene anche nella
nostra zona permettendo di assistere a domicilio malati oncologici gravi. Dalle
esperienze acquisite risulta che l’ideale, ove è possibile, è permettere al
malato di restare nella propria casa circondato dall’affetto dei suoi cari. Già
diverse famiglie di Bardonecchia hanno avuto questa esperienza e si sono rese
conto che ciò è possibile con il sostegno e l’aiuto della F.A.R.O. coadiuvata
dal medico di famiglia e dalle brave infermiere della nostra ASL.
Quando però – per problemi medici inerenti il malato o difficoltà
ambientali, organizzative, psicologiche della famiglia – non è possibile
l’assistenza a domicilio,si può ricorrere al ricovero in ospedali ad hoc,
denominati “Hospice” che, nonostante il nome abbia consonanze sgradevoli con
fatiscenti strutture dei tempi passati, sono ambienti confortevoli e sereni
dove il paziente è accolto con calore e simpatia da personale qualificato e da volontari
motivati che hanno effettuato un serio training formativo per essere di
conforto e aiuto a lui e alla sua famiglia. Questa assistenza qualificata e
totalmente gratuita è sostenuta dai contributi piccoli o grandi dei privati,
delle persone che o per riconoscenza o per senso di umana solidarietà, inviano
offerte affinché questa opera di grande valore possa continuare ad essere
erogata a favore di quanti vivono un passaggio difficile della loro esistenza.
– Per offerte: Fondazione F.A.R.O. onlus - Via Cavour, 40 bis -
Torino - tel. 011.888272
c/c postale 33651100
dott. Paolo Massara