01/03/06

Azione Cattolica (2005)

Gianbattista Ugetti 
La maestra Matilde Chareun
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BELLE FIGURE DI AZIONE CATTOLICA
Continuando l’iniziativa dello scorso anno vogliamo ricordare ancora qualche figura di iscritti che hanno vissuto a fondo l’ideale dell’Azione Cattolica “preghiera, azione, sacrificio” e sono stati per noi veramente ”sorelle e fratelli maggiori”.

La maestra Matilde Chareun
Viene alla mente la figura della maestra Matilde Chareun che ricordiamo ormai anziana parrocchiana sempre presente nella nostra chiesa, vicina ai bambini che occupavano i primi banchi, infatti continuò tutta la vita ad educarli anche quando era ormai lontana dalla scuola.
Scrive di lei il Bollettino parrocchiale del 1953:
«Gli 88 anni della “Maestra” autorizzavano ormai il pensiero di una prossima fine, ma la sua preziosa esistenza era divenuta una istituzione così viva, una tradizione così bella della nostra Bardonecchia, che il mattino del giovedì 9 aprile 1953, quando si diffuse la notizia della sua morte, restammo tutti dolorosamente sorpresi.
La sua fu una umile vita, spesa nella quotidiana fedeltà al dovere accettato come santa manifestazione della volontà di Dio. Era conosciuta da tutti: la sua esistenza, per il desiderio di restare nascosta nel silenzio, sembrava destinata a non uscire dalla penombra del proprio riserbo; ma vi sono valori che contano assai più dei successi passeggeri della vita e a un certo punto sono destinati a risplendere per l’esempio e il conforto di tutti».
Aveva iniziato l’insegnamento nella Scuola Elementare a 18 anni con l’ideale non solo di insegnare, ma di formare nei piccoli le basi della fede e della bontà. Teneva le lezioni di catechismo; preparava i bambini della Prima Comunione, e per completare la loro istruzione e anche per farli giocare li accoglieva nella sua casa (ora Casa Barneaud vicino alla Canonica) come in un oratorio. La sua fu una vita di preghiera con Santa Messa, Comunione quotidiana e amore per la Parola di Dio che meditava a lungo ogni giorno.
L’Azione Cattolica di Bardonecchia deve molto alla maestra Chareun, infatti si prodigò soprattutto per fondare l’Associazione delle Donne Cattoliche che diventò fiorente ed utile alla vita parrocchiale e che ancora oggi raccoglie numerose iscritte. «Avrebbe voluto che tutte le donne del paese fossero iscritte all’Associazione perché tutte avessero un aiuto maggiore nel compimento del proprio dovere e si sentissero spinte a corrispondere alla grazia del Signore», scrive di lei il Bollettino del 1953. Anche oggi l’Associazione può essere utile alla formazione di tutti noi iscritti ed alle attività della vita parrocchiale.
Chiediamo alla maestra Chareun di benedirci ed intercedere per noi presso Dio che lei ha sentito sempre presente come un Padre ricco di amore per le Sue creature.
La maestra Matilde Chareun con Pino e Franco Barneaud in una foto del 22 agosto 1950.
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Gianbattista Ugetti
Una figura forse non molto conosciuta a Bardonecchia ma tanto amata e venerata a Susa ed in Valle è quella di Gianbattista Ugetti diventato Salesiano a 44 anni e morto cieco a Betlemme il 17 novembre 1965.
Il Bollettino Salesiano del 1° aprile 1967 nel commemorarne la figura, riportò che la Direttrice della “Charitas” svizzera a Betlemme, quando seppe della morte di Gianbattista Ugetti, scrisse ai Superiori salesiani: «Devo presentare le mie condoglianze per la perdita di questo sant’uomo o le mie felicitazioni?
», tanto era la venerazione che circondava questo fratello ritenuto da tutti santo.
Il suo papà era Giuseppe Ugetti (nonno del nostro concittadino Teresio), panettiere di Susa da tutti conosciuto perché, oltre che abile nel suo mestiere, era caritatevole tra i numerosi poveri del tempo ai quali non faceva mai mancare le sue buone pagnotte. Nel suo pastificio lavoravano, oltre ad alcuni dei figli, che erano ben dodici, apprendisti e collaboratori che testimoniavano il clima di fede e di carità che vi esisteva. In questo pastino, per aiutare il padre, anche Gianbattista, fin da piccolo, imparò il mestiere che svolse per
tanti anni pur conservando in cuore il desiderio di diventare salesiano, aspirazione che si realizzò solo quando ebbe 44 anni. In questi anni fu giovane di Azione Cattolica e fondò la locale “Unione Uomini Cattolici” pur continuando sempre l’attività della famiglia e, quando morì il padre, nel 1943, ne diventò il capo e la guida degli undici fratelli.
Partecipò come alpino alla Prima Guerra mondiale, amato dai commilitoni e superiori. Si conserva una lettera che risale agli anni Trenta e dice: «A Giovanni Battista Ugetti, uomo di Gesù! Ti sono grato del tuo ricordo per me. Sapevo che volevi entrare in una casa religiosa; qualunque possa essere la tua decisione nel seguire il comando di Dio, sempre ti seguirà il mio fervoroso augurio. Ti vorrò sempre bene e pregherò per te, carissimo Battista. E tu non mollare mai nelle tue preghiere per me. Il tuo sempre affezionato
Generale».
Al ritorno dalla guerra, essendo cresciuti ormai i numerosi fratelli, poté entrare nell’Istituto Missionario Salesiano di Ivrea da dove fu mandato in Palestina a fare il noviziato. Qui rimase poi fino alla fine dei suoi giorni. Nel 1935 fu mandato a Betlemme nell’orfanotrofio salesiano ed ebbe l’incarico di fare il pane oltreché per gli orfani anche per la gente del posto, che accorreva a comprarlo perché fatto bene e accompagnato da battute di spirito e da parole di fede e di carità. Da tutti era chiamato “il panettiere santo”.
La sua vita religiosa era intensa; nonostante le ore di lavoro notturno, presso il forno a più di 30°, giungeva alla prima Messa della Comunità Salesiana alle 5 del mattino senza aver bevuto un sorso d’acqua per osservare il digiuno eucaristico.
Nel 1954 la sua salute andò declinando, perse la vista e si ammalò di artrite deformante, ma anche nelle grandi sofferenze non perse la serenità «grazie alla Madonna». Chi lo visitava, veniva edificato dalle sue espressioni di fede; a chi lo medicava rivolgeva i suoi ringraziamenti per avergli tolto le sofferenze, ma subito aggiungeva: «Che cosa avrò da offrire al Signore?» e ripeteva: «Mi sento in armonia col Signore e con tutti» oppure «Se il Signore mi dicesse “Vieni” la mia risposta sarebbe “Eccomi, sono pronto a morire.
Vengo subito”».
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Alla sua morte, oltre il “Bollettino Salesiano”, parlò di lui “L’Osservatore Romano” e mons. Carlo Marra, direttore del giornale “La Valsusa” scriveva: «Notizie pervenute allo scrivente, per Natale, dicono: “In Palestina cresce sempre di più la fama di santità di Battista Ugetti”». Fu pubblicata pure una biografia dal titolo “Il fornaio di Betlemme”.
Di lui vogliamo ricordare gli anni di attività nell’Azione Cattolica, quando sapeva animare e coinvolgere prima i giovani e poi gli uomini con l’apostolato del buon esempio, della giovialità e dell’amicizia. Come già si dice sul Bollettino Parrocchiale del 1967: «Noi che l’abbiamo conosciuto e che desideriamo farlo conoscere, invochiamo oggi il suo aiuto e la sua preghiera».
Milena Re Rossetti