Il Chanté
Da qualche anno, in occasione della festa patronale di Sant’Andrea Apostolo, è stata riscoperta la tradizione di realizzare il Chanté, un piccolo abete rosso, ricco di rami, da ornare con antichi nastri e fiori di carta colorati. Si tratta di una tradizione molto antica, per Millaures, ma ben radicata anche in altri paesi dell’Alta Val di Susa, rientrando nella più ampia tradizione degli “alberi del maggio o alberi della Vita”.
Da qualche anno, in occasione della festa patronale di Sant’Andrea Apostolo, è stata riscoperta la tradizione di realizzare il Chanté, un piccolo abete rosso, ricco di rami, da ornare con antichi nastri e fiori di carta colorati. Si tratta di una tradizione molto antica, per Millaures, ma ben radicata anche in altri paesi dell’Alta Val di Susa, rientrando nella più ampia tradizione degli “alberi del maggio o alberi della Vita”.
La primavera scorsa, una piacevole
sorpresa: su invito dell’Associazione Ar.Te.Mu.Da., in un bellissimo pomeriggio
di primavera, siamo stati invitati a la Ramats, dove il nostro paese, assieme
ad altri due, è stato insignito del “Riconoscimento Ar.Te.Mu.Da., Patrimouanë d’la
Jan, Patrimonio della Collettività, 2014”.
Sulla scia di detto riconoscimento, e
sempre organizzato dall’Associazione Ar.Te.Mu.Da., il 5 dicembre 2015, in
Salbertrand, si è tenuto il Convegno “Intorno all’albero - Dalle foreste secolari
agli alberi del maggio nella tradizione popolare dell’Alta Valle di Susa”,
all’interno del quale il nostro paese è stato invitato ad intervenire, sull’argomento:
“La tradizione dei Chanté di Millaures”. L’intervento, ha preso le mosse dal
passato, dalla tradizione riscoperta e dai molteplici ed inscindibili significati
che poteva assumere il concetto di festa, nel contesto di un’esistenza
contadina, dura e coraggiosa, ma soprattutto permeata di valori morali,
specchio fedele della vita povera e sofferta, ma anche semplice e serena dei tempi
passati. Il “Chanté”, quindi, come occasione di festa, ma anche quale simbolo
ed offerta delle gioie e dei dolori di ogni giorno. Pensiamo ai nastri, con i
quali veniva addobbato: nastri antichi, provenienti da ogni famiglia del paese, quegli stessi nastri
che venivano utilizzati in occasione di matrimoni e di lutti, silenti testimoni
di gioie e di dolori, da offrire davanti all’altare maggiore, tutti assieme, ad
adornare un abete ricco di rami, simbolo, a sua volta, di una comunità viva ed
unita.
Con gli anni, molto è cambiato: i
tempi, i costumi, le persone. Il paese contava sempre meno abitanti, i
cambiamenti socio-economici hanno preteso un costante e continuo abbandono di
quella che era un’agricoltura di pura sussistenza, a favore dell’industria,
prima e del terziario poi: tutti fattori che non hanno certo giovato alla
vitalità ed all’unione della comunità.
Molte cose sono cambiate, dicevamo,
molte di più si sono perse. Fra queste, per decenni, c’è stato il “Chanté”.
Poi, timidamente, la tradizione è stata ripresa, si è ricominciato a cercare
l’abete ricco di rami e ad adornarlo, cercando anche di coinvolgere i bambini. Una
felice iniziativa, a riconoscimento di quanto è stato fatto e, soprattutto, di
stimolo per quanto ancora si può fare, nel rispetto del ricordo, del recupero e
della tradizione.
Marilena Bellet