Giovanni Garcin era nato a Rochemolles il 4
maggio 1884, figlio unico di Luigi e di Angelica Masset. La sua era una
famiglia contadina che viveva dell’economia che offrivano le montagne intorno
al paese. Lui aveva studiato a Oulx fino alla 4ª elementare, anche i suoi avi,
come molti altri nell’800 a Rochemolles, avevano proseguito gli studi: il nonno
Ludovico Giuseppe Garcin, nato nel 1819, aveva frequentato con successo il collegio
ginnasiale a Oulx, aveva studiato filosofia nel seminario di Susa ed era
diventato corista. Anche il padre Luigi, nato nel 1863, era un bravo studente e
nel 1873, nel collegio di Oulx, aveva vinto il premio di diligenza: una copia della
Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso. Impegnativa lettura per un ragazzino di
dieci anni! Il nipote franco Garcin conserva ancora l’attestato di frequenza
del trisnonno e la copia della Gerusalemme edita nel 1864. Il nostro Giovanni fu chiamato alla visita di leva nel 1903 e
lasciato in congedo illimitato come soldato di 3ª categoria. La vita continuò e nel 1904 si sposò con
Giulia Souberain, nata nel 1881: li vediamo nel giorno delle loro nozze, lei in
elegante abito, con ombrellino, scialle alla moda e catenina d’oro, lui con
panciotto, cravatta e orologio con catena d’oro. L’anno seguente nacque la
prima figlia, Angelica come la nonna, nel 1912 nacque un maschietto che morì a
soli 12 anni.
Poi arrivò la guerra e Giovanni fu richiamato per
mobilitazione il 6 marzo 1915. Lasciò la moglie, la figlia, la terra e la sua Rochemolles
per andare in luoghi lontani a combattere. Giovanni era alpino, 3º reggimento, battaglione
Exilles: arrivò sull’altopiano di Asiago il 1º giugno del 1916 nel pieno della Strafexpedition. Dal 9 giugno l’Exilles era in
trincea nella Valle Sorapace, sul versante nord del Pasubio, e per tentare di
conquistare le posizioni austriache partì all’attacco ma fu fermato dalla forte
resistenza del nemico.
Il 12 giugno l’Exilles si spostò in Val Posina
ad est del Pasubio, dove gli austriaci avevano tentato di sfondare le linee
italiane ma furono fermate dai nostri alpini. Giovanni Garcin era in prima
linea con loro e vi rimase fino al 12 luglio 1916 quando fu ferito a Griso, in
Val Posina: il suo battaglione stava tentando (inutilmente data la formidabile
difesa nemica) di impadronirsi del passo della Borcola, quando un proiettile lo
colpì al petto fuoriuscendo dalla scapola, fortunatamente senza ledere organi
vitali. Giovanni se ne andò dal fronte e la sua ferita gli consentì di
sopravvivere: nel marzo del 1917, guarito ma impossibilitato ad usare le armi,
fu comandato alle officine meccaniche di Pinerolo come operaio militare. Nel
dicembre 1918 fu mandato in licenza illimitata e nel 1924 ricevette la croce al
merito di guerra. tornò alle sue montagne dove lo aspettava la famiglia e
riprese il lavoro della campagna.
Nel dopoguerra nacquero altri due figli:
Cecilia, nel 1922 e Luigi, nel 1924.
Quando nel 1961 la valanga colpì Rochemolles e
tutti gli abitanti dovettero lasciare il paese, anche Giovanni Garcin scese a
Bardonecchia con la sua famiglia. fu un esodo drammatico: incolonnati tra metri
di neve scendevano a valle gli uomini, le donne e i bambini con le loro bestie.
La gente di Rochemolles trovò sistemazione provvisoria e precaria nelle case libere
di Bardonecchia e Melezet. Giovanni non resse a lungo il dolore dello strappo
drammatico dalla sua Rochemolles e morì nel corso di quello stesso anno.
Oggi è il nipote di Giovanni, Franco Garcin,
nato nel 1947, a conservare i ricordi del nonno e a raccontarci la sua storia.
– FONTI:
Testimonianza di Franco Garcin • Archivio di Stato di Torino, foglio
matricolare di Garcin Giovanni Giuseppe • http://www.frontedelpiave.info •
Documentazione fotografica archivio famiglia Garcin.