Augusto Gendre era nato a le Gleise, frazione
di Millaures, il 23 novembre 1898. I suoi genitori, Cirillo Massimino e
Margherita Clementina Guiffre avevano avuto tre figli: il primogenito, Alberto,
nato nel 1890, Angela, nata nel 1892, e infine Augusto. Alberto morì giovane, a
soli 20 anni, probabilmente di malattia. fu iscritto nelle liste di leva ma non
partì militare.
1917, 3º reggimento alpini, battaglione Exilles. Augusto Gendre. |
Penna fabbricata in prigionia da un
soldato russo per Augusto Gendre.
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Fino al 13 ottobre il Mondovì mantenne il
controllo sul fronte vicentino, per essere poi spostato sull’alto Isonzo. Il 21
ottobre si posizionò a Jama Planina, nel settore di Plezzo. Da lì a qualche
giorno, alle due di notte del 24 ottobre, si scatenò l’inferno di fuoco e di
gas sui nostri soldati e gli austro-tedeschi scesero dalle alture e dilagarono
nella valle di Plezzo fino a Caporetto. Sul Jama Planina il 24 ottobre «il
battaglione Mondovì ripiegò al cader della notte in seguito all’ordine di
ritirata »11. Il giorno seguente il nostro Augusto, che aveva seguito tutti gli
spostamenti del Mondovì, fu fatto prigioniero dagli austriaci. Portato prima a
Mauthausen, dove giungevano tutti i prigionieri prima di essere smistati negli
innumerevoli campi di prigionia, Augusto Gendre fu inviato in un campo a
Magonza. Era addetto alle cucine e pelò patate per un anno: questa fu per lui certamente
una fortuna, perché sopravvisse alla terribile fame che tutti i prigionieri
patirono nei campi, dal momento che oramai nemmeno più la popolazione civile in
Germania ed Austria aveva di che mangiare. Augusto durante la prigionia fece
amicizia con un soldato russo che volle fargli un regalo: fabbricò per lui una
penna con i bossoli del fucile 91 e Augusto la tenne sempre con sé fino al suo
ritorno in Italia. Quella penna ha resistito per cento anni e oggi è conservata
con cura dal nipote Angelo Rochas.
Con la resa della Germania rientrò in Italia
attraverso un percorso rocambolesco fatto per lo più a piedi o con mezzi di
fortuna, attraverso il Belgio e la Francia. Arrivò alle Gleise nel 1919 quando
ormai nessuno più lo aspettava: era talmente magro, lacero e malridotto che il
padre Cirillo non lo riconobbe. A causa della sua estrema debolezza fisica si
ammalò di spagnola, ma riuscì a sopravvivere.
La vita a poco a poco riprese e il 14 maggio 1922 si sposò con Ambrogina Garnier. Ebbero tre figlie: Albina nel 1922, Emma nel 1927 e infine Irene nel 1931. Nel 1950 rimase vedovo.
La vita a poco a poco riprese e il 14 maggio 1922 si sposò con Ambrogina Garnier. Ebbero tre figlie: Albina nel 1922, Emma nel 1927 e infine Irene nel 1931. Nel 1950 rimase vedovo.
La figlia minore Irene si sposò con Luigi
Rochas, ferroviere, che morì giovane a causa di una polmonite trascurata.
Irene rimase con i tre figli: Rita, Valerio e
Angelo. Il nonno Augusto aveva allora 62 anni, si tirò su le maniche e aiutò la
figlia a tirare avanti e ad allevare i bambini. Il più piccolo, Angelo, aveva
solo 18 mesi quando suo padre morì: divenne il pupillo di nonno Augusto che gli
fece da padre.
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11 Emilio
Faldella, La Grande Guerra. Da
Caporetto al Piave [1917-1918], Chiari (Bs), Nordpress Edizioni 2004, p.
79.
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Lo faceva studiare, gli insegnava il francese che
lui conosceva bene per avere lavorato in francia, se lo portava sempre con sé e
il bambino gli correva dietro imparando da quel nonno tutto della vita. Augusto
morì il 24 gennaio 1983, dopo una vita di sacrifici e di lavoro. Della sua
guerra non aveva quasi mai parlato, preferiva non ricordare: ogni tanto con
rabbia diceva che quella non era stata una guerra ma una strage in cui si era
persa un’intera generazione di giovani.
4 novembre 1971: Augusto Gendre riceve l’onorificenza
di Cavaliere di Vittorio Veneto.
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È il nipote Angelo Rochas che con grande
affetto ci ha raccontato la storia di quell’indimenticabile nonno che gli
insegnava il patois, i toponimi delle sue vallate e la storia della sua gente.
– FONTI: Testimonianza di Angelo Rochas • Archivio di Stato
di Torino, foglio matricolare di Gendre
Augusto • Emilio Faldella, La Grande Guerra. Da Caporetto al
Piave [1917-1918], Chiari (Bs), Nordpress Edizioni, 2004 • Documentazione
fotografica di Angelo Rochas.
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