LUIGI
PAGANINI
Luigi Paganini è stato per tutti i
bardonecchiesi reduci della Prima guerra mondiale una figura fondamentale:
ricoprì infatti nell’Associazione Combattenti la carica di segretario dal 1937
sotto la presidenza di Enrico De Matteis e dal 1945 quella di presidente,
carica che detenne fino alla morte nel 1978.
Paganini era giunto a Bardonecchia
nell’immediato dopoguerra per i lavori della decauville e della diga di
Rochemolles. Era nato a Lucca il 12 marzo 1896 da genitori originari di Forlì;
il padre, Primo Paganini, lavorava nelle cave e nei cantieri per la costruzione
delle dighe e cambiava sovente residenza per lavoro.
Luigi Paganini alla guida del sidecar,
in divisa del 5º reggimento del genio.
Quando Luigi fu chiamato alla visita di leva
il padre era già morto e lui era residente con la madre Erminia federighi a
Colico, oggi in provincia di Lecco ma agli inizi del ’900 ancora legata a Como.
Chiamato alle armi nel distretto di Como il 5 ottobre 1915, soldato di 1ª categoria,
fu arruolato il 25 dicembre 1915 nel deposito del 5º reggimento alpini,
battaglione Tirano.
La guerra per Luigi iniziò il 1º marzo 1916,
quando arrivò al fronte con il tirano, e proseguì per tre lunghi anni. La
figlia Maria Grazia ricorda che Luigi Paganini fu ferito da una pallottola che
gli entrò dall’avambraccio e gli trapassò il torace senza ledere
miracolosamente organi vitali.
Finita la guerra, nel giugno del 1919,
Paganini entrò nel 5º reggimento del genio telegrafisti e fu mandato in congedo
nel dicembre dello stesso anno.
Quando Luigi arrivò a Bardonecchia conobbe
Giovanni Berta, il suo capocantiere: ne nacque un’amicizia che portò il giovane
Paganini a frequentare la casa dei Berta. Qui conobbe la figlia Catterina: i
giovani si piacquero, iniziò un amore che si concluse con il matrimonio nel
1921. Nacquero i primi figli: Primo, nel 1922, che studiò al Seminario di Susa per
diventare maestro, Mario, nel 1927, che fece le scuole di avviamento e diventò
perito tecnico ed entrò in ferrovia. Molti anni dopo, il 28 gennaio 1944,
nacque Maria Grazia che venne al mondo quando il fratello maggiore era
prigioniero IMI in Germania.
Sopra: Luigi Paganini alla guida del carrello della decauville.
A sin.: sul carrello della decauville.
Luigi Paganini lavorò alla diga fino a lavori ultimati; la moglie Catterina nei primi anni del matrimonio era custode delle ville Ceresa. Quando Luigi entrò in ferrovia si trasferirono in un appartamento delle cosiddette Case bianche, le case dei ferrovieri agli inizi di via Medail; in seguito trovarono un’ottima sistemazione negli alloggi della centrale idroelettrica, allora di proprietà delle ferrovie.
Luigi ferroviere continuò a lavorare tra la
diga e i bacini, guidava il carrello del piano inclinato e il treno della decauville.
Quando andò in pensione non smise di lavorare diventando agente delle
Assicurazioni generali.
Festa del 4 novembre, anni ’30. |
Ma il suo impegno più importante fu quello per
l’Associazione Nazionale Combattenti a cui dedicò gran parte della sua vita.
Sempre molto attivo, condusse l’associazione fino alla sua scomparsa.
Era lui l’anima della festa annuale del 4
novembre: l’intera giornata era dedicata alle festività, si iniziava con
l’adunata davanti alla Caserma Tabor da cui partiva il corteo fino al cimitero
per depositare la corona ai caduti; si proseguiva con la Messa solenne e con la
cerimonia al parco della Rimembranza.
Seguivano poi i festeggiamenti che andavano
avanti fino a notte, con il pranzo, la cena e la serata danzante. Luigi fu
anche il promotore del nuovo monumento ai caduti e fu lui a mettere la prima
pietra.
Programma per la commemorazione dell’anniversario della Vittoria,
1940.