18/06/18

Attualità (2017)


I 150 ANNI DI AZIONE CATTOLICA E LA NOSTRA ASSOCIAZIONE PARROCCHIALE
L’Azione Cattolica Italiana fondata nel 1867 si diffuse gradualmente in tutto il territorio nazionale e, apprezzata dal Papa e dai Vescovi, venne istituita in ogni Parrocchia.
Per quanto riguarda la Diocesi di Susa sappiamo che il 9 gennaio 1910, per invito del Vescovo Mons. Carlo Marozio, sorse il Comitato Donne Cattoliche.
La Federazione della Gioventù Maschile di A.C. venne fondata nel 1918 ma fin dal 1914 esisteva un Circolo a  Sant’Antonino e dal 1915 il famoso “Mario Chiri” a Susa. L’Unione Femminile di A.C. (Donne e Gioventù Femminile) nacque nel 1920. Nel 1924 il Vescovo Mons. Umberto Rossi diede incarico al Cav. Amedeo  artinacci (papà della nostra associata e concittadina Maria Pia Martinacci Bompard) di fare nascere l’Unione Uomini Cattolici che, già l’anno successivo, tra le prime Associazioni, annoverò quella di Millaures.
Amedeo Martinacci e Giuseppina Piana.
Nella nostra Parrocchia di Sant’Ippolito, poco dopo la conclusione della Grande Guerra 1915-’18, nell’anno 1921, per interessamento del Parroco don Francesco Galasso, nacquero le Associazioni Giovanili: il Circolo Maschile, “Exurge”, con la sua bandiera, ancora oggi gelosamente conservata, sulla quale sono appuntate due medaglie vinte negli anni ’60 alle gare di cultura religiosa, e quello Femminile, dedicato a Sant’Agnese, anch’esso con la sua bandiera, inaugurata da Maria Teresa Golzio (mamma di don Paolo Di Pascale) della quale fuMadrina, e probabilmente prima Presidente del Gruppo.

Quasi certamente anche le Donne Cattoliche sorsero in questo stesso anno. Pertanto l’Associazione di Bardonecchia è da annoverare tra le 19 presenti in Diocesi in questa data.
Qui, per capire meglio, bisogna richiamare la figura della maestra Matilde Chareun (1865- 1953), della quale, don Bellando ricordandola sul Bollettino del 1953, l’anno della sua morte, scriveva: «...si prodigò per fondare l’Associazione delle Donne Cattoliche che diventò fiorente e tanto utile alla vita parrocchiale. Avrebbe voluto che tutte le donne del paese fossero iscritte all’Associazione». Ed anche in margine all’atto di morte, sul Registro dei defunti, è appuntato: «Benemerita maestra, fondatrice delle Donne Cattoliche della Parrocchia». È dunque assai improbabile che questa “fondazione” risalga solo agli anni ’47-’48, quando don Bellando era arrivato da poco a fare il Parroco, in quanto la maestra era già anziana, avendo sugli 83 anni. Mentre, ben più verosimile è sostenere che nel 1921, avendone appena 56, il Parroco don Galasso, l’avesse invitata a fondare il Gruppo e ad esserne la prima Presidente, in concomitanza con la nascita dei due Gruppi Giovanili.
 Del primo decennio di vita dell’A.C. in Parrocchia non si hanno altre notizie documentate.
Si presume che, come avvenne per tutte le altre Associazioni della Valle, dal 1931, con le leggi restrittive volute dal Fascismo, e fino al termine della Seconda Guerra mondiale ’40-’45, anche i Circoli di Bardonecchia dovettero subire un forzato arresto nelle attività.
Fin dai primi anni del dopo guerra le Associazioni, già esistenti (non ancora gli Uomini Cattolici), ma mortificate da un lungo periodo di sofferenza, incominciarono a riprendere zelo e fervore, grazie alle iniziative dell’allora giovane Parroco don Francesco Bellando. Infatti, dalla cronaca dei Bollettini, oltre al nome di Matilde Chareun per le Donne, nel 1947 appare anche la figura di Etilla Bauda, citata come Presidente delle Giovani di A.C. Etilla morì in quello stesso anno all’età di appena 33 anni. Di lei, in margine all’atto di morte, è scritto: «Presidente dell’Associazione Femminile Sant’Agnese». Nello stesso anno si apprende che: «Le nostre Associazioni hanno quasi raddoppiato gli iscritti in tutti i Rami. La buona volontà non manca ... erano forze disperse che si sono riunite». Mentre, nell’anno successivo 1948: «Una rappresentanza di Donne Cattoliche prende parte ad una giornata sociale tenuta a Susa»; ed anche «Una rappresentanza del Circolo Maschile prende parte ad una giornata a Borgone»; «Il 25 gennaio 1948 le Associazioni Femminili e Maschili celebrano i loro Patroni Sant’Agnese e San Sebastiano». Nello stesso anno: «Anche i giovani effettivi, che finalmente si sono riuniti, danno prova del loro zelo chiedendo di moltiplicare le adunanze». Il 25 marzo 1949: «Le Donne Cattoliche festeggiano la loro Patrona: l’Annunziata».
In quest’opera all’interno dell’Associazione don Bellando ebbe un collaboratore provvidenziale nella persona del dott. Ferdinando Freddi, funzionario di Dogana, che risiedette a Bardonecchia dal 1949 al 1956.
Si tratta di una figura che andrebbe riscoperta. Si legge nella cronaca del 1956, nel saluto datogli prima del trasferimento nella nuova sede di Firenze: «... nei sette anni di permanenza a Bardonecchia si è posto a servizio dell’A.C.: con iniziative e tanta disponibilità. A lui si deve lo sviluppo delle Associazioni e della loro affermazione nel paese...». Si era inserito fin da subito anche nella vita diocesana di A.C. in quanto leggiamo che «il 25 ottobre 1953, il dott. Freddi della Giunta Diocesana di A.C. ha parlato alle nostre giovani della dignità umana e della moralità familiare».
1950-51, Modane: Ferdinando Freddi
Alla luce di quanto sopra, probabilmente, si deve a lui il merito del fatto che «il 10 luglio 1949 Bardonecchia venne scelta come sede del Convegno Diocesano degli Uomini e dei Giovani di A.C.», quando nella nostra Parrocchia non si era ancora costituita l’Unione Uomini di A.C. Infatti l’Unione Uomini Cattolici di Bardonecchia venne ufficialmente istituita solo il 29 agosto 1952, come documentato dal Diploma di Iscrizione inviato da Roma, e dalla bandiera datata 1952. Da subito iniziarono le attività. L’8 novembre 1953: «Gli Uomini Cattolici vanno all’Assemblea Diocesana a Susa». Il 15 dello stesso mese: «Un gruppo di Uomini di A.C. si reca al convegno A.C. dell’Alta Valle ad Ulzio».   Ed ancora: «Nei giorni 8-9-10 agosto 1954 il dott. Freddi, il cap. Pegoraro ed il rag. Beraldi partecipano alla tre giorni degli Uomini di A. C. alla Sacra di San Mi chele». Il 19 marzo 1959, solennità di San Giuseppe e patrono degli Uomini Cattolici, viene organizzata una cena all’Albergo Sommeiller con 138 coperti. L’anno successivo all’Albergo Savoia con 122 presenze.
In questi anni si inizia a parlare anche degli Aspiranti e Beniamine. Infatti il 26 giugno 1953: «Si tiene una gara di catechismo nel Salone dell’Asilo. La maestra Chiapusso viene da Susa per esaminare i piccoli dell’A.C.»
Dunque a partire dall’anno 1952 l’Associazione Parrocchiale di Bardonecchia è finalmente completa con i suoi quattro Rami in attesa, però, delle Votazioni per eleggere i rispettivi responsabili.
«Il 4 luglio 1954 le nostre quattro Associazioni si recano a Ulzio, con le bandiere al Congresso Diocesano».
Bisogna attendere l’anno 1955 per tenere le Votazioni. Nei documenti custoditi in Archivio appaiono i nomi dei Presidenti: Gruppo Uomini Cav. Emiliano Allemand; Gruppo Donne Angela Massara; Gioventù Maschile Luciano Core; Gioventù Femminile Margherita Orcel. Appaiono inoltre i primi elenchi con i nomi degli iscritti ai quattro Rami ed anche degli Aspiranti e Beniamine che ebbero come Sede gli ambienti della Rettoria di Maria Ausiliatrice; e delle Fiamme Verdi, Fiamme Rosse e Fiamme Bianche con Sede all’Asilo.

GRUPPO BENIAMINE DELL’AZIONE CATTOLICA (Bardonecchia, anni 1956-1957).

Gruppo formatosi negli anni Cinquanta all’interno dell’Azione Cattolica bardonecchiese per iniziativa delle Suore di S. Francesco di Susa – Ordine fondato dal Beato Rosaz – e di mons. Bellando. Le aderenti, dette anche “Crociatine” per via della fascia da loro indossata, si riunivano per la celebrazione domenicale mattutina della S. Messa.
1ª fila in basso da sin.: Clotilde Bompard - Bruna Durando - Claudia Longhi - ? - Giovanna Ainardi - Gisella Sereno - Maria Paola Gendre - Ornella Costa - Livia Bompard; 
2ª fila in centro da sin.: Adriana Ginevra - Bruna Dalla Vecchia - Augusta Chareun - Anna Faure - Irene Cavaglià - Giorgetta Brunet; 3ª fila in alto da sin.: ? - ? - Lidia Bompard - Natalina Caccia - Natalina Ambrois - Maria Grazia Guy - mons. Francesco Bellando.

L’Associazione ha come Patrona principale l’Immacolata. Mentre il Patrono del Gruppo Uomini è San Giuseppe, del Gruppo Donne l’Annunziata e compatrona Santa Caterina da Siena, della Gioventù Maschile San Sebastiano e della Gioventù Femminile Sant’Agnese. Inizia un periodo intenso e fervoroso di vita associativa. Il 20 aprile 1958: «Le Donne Cattoliche ricevono la visita della Presidente Diocesana»; il 30 dello stesso mese: «Festeggiano la compatrona Santa Caterina da Siena».
Tra le tante iniziative, che non è possibile elencare nel dettaglio, fatte di ritiri spirituali, formazione religiosa, Convegni Diocesani e Zonali, conferenze e gare di cultura religiosa, desidero tuttavia citare che il Circolo Giovanile “Exurge” vinse per due anni consecutivi il Primo Premio Nazionale di cultura religiosa. Dal Bollettino del 1960 si apprende che: «Tre giovani – Bompard Sergio, Glarey Venanzio e Gigi Campolo – a nome dei loro compagni, si sono recati a Roma a ritirare le medaglie e il Diploma del Primo Premio di cultura religiosa delle Gare Nazionali». Così avvenne anche l’anno successivo: «Il 3 novembre 1961 quattro giovani di Bardonecchia si sono recati a Roma a ritirare il Primo Premio assoluto per il Piemonte, alla Gara Nazionale di cultura religiosa, consegnato per la seconda volta». Nel 1962: «Per la terza volta i giovani sono stati scelti per l’esame regionale di cultura religiosa».
Dai Bollettini si ricavano i nomi dei vari Presidenti che si sono succeduti alla guida delle quattro Associazioni:
– Uomini Cattolici:
Allemand Cav. Emiliano (1955-1956)
Pegoraro Cap. Attilio (1956-1967)
Ambrois Cav. Oreste (1967-1670).
– Donne Cattoliche:
Chareun Matilde (fondatrice)
Angela Massara (1955-1960)
Giulia Colomb Guiffre (1960-1970) coadiuvata negli ultimi anni da Milena Re Rossetti.
– Gioventù Maschile:
Luciano Core (1955-1959; vice presidente Enrico Cassolini)
Mario Rossetti (1959-1963; vice presidente Franco Barneaud)
Franco Barneaud (1963-1966)
Bompard Gianni (1966-1970; vice presidente Franco Barneaud).
– Gioventù Femminile:
(Golzio Maria Teresa - Sudati Felicina - Etilla Bauda fino al 1947)
Margherita Orcel (1955-1963)
Milena Re (1963-1966)
Gian Enrica Saini (1966-1970).
– La Giunta Parrocchiale di A.C.:
Dott. Ferdinando Freddi (1955-1956)
Cav. Emiliano Allemand (1956-1970).
Nell’anno 1970 è entrato in vigore il nuovo Statuto di A.C. che prevede un unico Presidente in ogni Parrocchia coadiuvato da un Consiglio direttivo di A.C. In questa nuova fase della vita associativa, nell’anno 1970 gli aderenti elessero Presidente Piero Rappelli e Consiglieri: Cav. Emilio Bompard, Magg. Attilio Pegoraro, Paolo Mallen, Giovanni Grandi, Rosalia Ambrois Foglia, Teresa Abate Franco, Milena Bompard Chalier, Giulia Guiffre Colomb, Gian Enrica Saini, Franca Francou, Gianni Bompard eMarioAmbrois.

A questa prima votazione si sono poi succeduti i vari Presidenti: Piero Rappelli (1970-1981) - Milena Re Rossetti (1981-1997) - Paola Dessolis (1997-2004) - Stefano Bompard (2004-2010) - Mario Bompard (2010-2016) - Alba Siclari Negro (2016 al presente).
Per completezza di discorso si consulti il bell’articolo inerente “I 140 anni dell’Azione Cattolica”, a firma di Milena Rossetti (che per una svista indicava la fondazione dell’A.C.I. l’anno 1868, anziché il 1867), apparso sul Bollettino Parrocchiale 2008, pagg. 101-103. A questo punto mi fermo nella narrazione che, per quanto riguarda il periodo che va dal 1970 ad oggi, potrà essere ripresa in un secondo momento.
D.F.
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Tornando al 150º dell’A.C.I., bisogna evidenziare che il 2017 si è giustamente distinto per celebrarne il glorioso anniversario.
Il Papa, nell’incontro di domenica 30 aprile scorso, con gli aderenti dell’A.C. provenienti da tutte la Diocesi italiane, in Piazza San Pietro, aveva parlato con affabile trasporto, volendo attestare quanto l’Associazione sia stimata e apprezzata dai Vescovi e dai Parroci italiani. Tra l’altro disse: «... loro sanno di poter contare sull’aiuto di voi laici, in questo momento di grandi cambiamenti, per poter meglio annunciare il messaggio cristiano».
Nella nostra Diocesi di Susa, per celebrare l’evento, domenica 26 novembre è stata allestita una interessante mostra fotografica su pannelli, a Villa San Pietro di Susa, con materiale fornito dalle Parrocchie in cui è presente l’Associazione, per descriverne la storia e la vitalità nel corso dei decenni, con iniziative e persone che, nel tempo, l’hanno animata e sostenuta.
Per quanto riguarda il materiale fornito dalla nostra Parrocchia, si è dimostrata molto utile la ricerca fatta da Giorgio Malavasi, utilizzando il Blog della Parrocchia, da lui stesso impostato, che, attraverso la cronaca dei Bollettini, ha evidenziato i momenti salienti dell’Associazione dal 1947 ad oggi.
Gli stessi “poster fotografici”, in un tempo successivo, sono stati esposti nella “Mostra Parrocchiale”, allestita in occasione della solennità dell’Immacolata patrona dell’Azione Cattolica.
È stato interessante, e anche commovente, scoprire figure bardonecchiesi del passato, come la maestra Matilde Chareun, Etilla Bauda, Felicina Sudati e parecchie altre ancora che, con tanta disponibilità, avevano lavorato per le finalità dell’Associazione, che si riassumono con le parole: Preghiera, Azione e Sacrificio.
Di Felicina, che era originaria di Soresina, don Bellando, nell’omelia del funerale, che fu l’ultimo da lui celebrato qualche giorno prima della sua stessa morte, nell’ottobre 1992, già provato e assai stanco, la definì: «... donna di grande fede, apostolato, e testimone autentica dell’A.C., che molto collaborò con i sacerdoti per il bene delle anime».
Vorremmo anche noi, che riceviamo queste eredità, poterle trasmettere alle nuove generazioni. Un proposito concreto, che nasce da questo anniversario, è quello di fare rinascere nella nostra Parrocchia l’Azione Cattolica Ragazzi (A.C.R.), con la preziosa guida della Delegata Franca Francou Rissone, e la collaborazione delle giovani Chiara Rinaldi e Cecilia Franzini. Inoltre non dobbiamo sottovalutare i molti frutti recenti della nostra Associazione, dalla quale sono scaturite le Catechiste, le Volontarie della Caritas e i principali collaboratori del Parroco a servizio della vita spirituale della nostra Parrocchia.
Alba Siclari Negro

A TU PER TU CON GLI STAMBECCHI
«... un grosso stambecco, certamente il capo
branco, mi si avvicina trotterellando ...». 
[foto G. Alimento]
Il sentiero che collega Rochemolles alle Grange del Vallone è percorribile, nella parte iniziale, quasi in ogni stagione. Infatti si snoda lungo un pendio esposto al sole e ripidissimo; tanto che – narrano i vecchi – i falciatori del passato erano costretti a lavorare assicurati con le corde, per non scivolare.
Per questi motivi la neve vi si sofferma raramente in particolare nelle passate stagioni, relativamente miti e povere di precipitazioni. In poco più di un’ora si raggiunge un falsopiano, che fu in passato un alpeggio estivo; lo testimoniano i ruderi di stalle, fienili e forse di baite e i resti arrugginiti di una teleferica. Oggi che l’uomo si è quasi completamente ritirato da quell’area, le forze della natura ne stanno ripristinando il dominio. Vogliono,  educatamente ma con fermezza, che l’ambiente ritorni quello di un tempo.
All’inizio dell’estate, il proliferare della vegetazione trasforma il sentiero in una traccia talvolta non facile da individuare. Ci si sente come respinti. Pur estasiati dinanzi alla marea coloratissima dei fiori, e inebriati dal ronzio senza fine degli insetti, ci si domanda se tanta bellezza non sia in definitiva ingannevole. Forse, civilizzati come siamo, i ritmi segreti della natura ci sfuggono.
Ma in definitiva, salendo rispettosamente, quasi in punta di piedi, quella zona impervia si trasforma in un sito accogliente. Dapprima ti fa sentire la carezza del vento; poi te ne fa ascoltare la voce tra le fronde dei radi alberi; mentre di tanto in tanto, il suo soffio riporta il rombo della cascata. Tuttavia il suono viene filtrato e alleggerito come se quelle acque non stessero precipitando, ma restassero sospese in aria trasformate nel loro stesso vapore. Un concertare proveniente da un altro mondo, non fosse per i grilli che, vicinissimi, partecipano al coro. L’inverno nasconde tutto questo. Così verso la fine della stagione, quando la zona ritorna accessibile, si ritrova la tavolozza dei colori ridotta alle tonalità dell’erba secca. Allora lo sguardo si concentra sulle praterie appena chiazzate dall’ultima neve e sulle rocce. Non rimane che il gioco delle luci e delle ombre, cioè l’essenziale. Solo allora lo sguardo si accende fino a intravedere le cime incombenti su Rochemolles come una selva di guglie di una cattedrale gotica.
Tradizionalmente quell’area è frequentata dai camosci. Lo scorso inverno, al contrario, è comparso un folto branco di stambecchi, qualcuno dice che sono settantaquattro. Si notano già dal paese, quelle macchioline mobili sul marrone chiaro.
«... è comparso un folto branco di stambecchi ...». 
[foto G. Alimento]

Risalgo dunque il “mio” sentiero, già completamente libero dalla neve e dal ghiaccio. Incontro i primi esemplari che stazionano più in basso dopo circa tre quarti d’ora di cammino. Si scostano appena. Qualcuno di loro soffia, ma è uno sbuffare solo accennato. Spento ogni suono, la luce del tramonto si accende sui dorsi degli animali e sui tronchi scheletriti degli alberi. Allora lo scenario si fa irreale. Mi avvicino con cautela là dove i piccoli, accuditi dalle femmine, sono più numerosi. Nello stesso momento un grosso stambecco, certamente il capo branco, mi si avvicina trotterellando.
L’animale si blocca a pochi metri di distanza. È incombente su di me, ma tutt’altro che minaccioso. Ci scambiamo uno sguardo; lui forse vorrebbe dirmi: “Perché sei venuto fin qui?”. Gli rispondo a bassa voce: “Desidero solo scattare qualche foto, respirando il vostro silenzio”. Lui si fida e, voltandosi, ritorna quieto fra i suoi.
Guido Alimento

CAPPELLA DELLA VISITAZIONE AL MONSERRAT: LAVORI DI MANUTENZIONE
Nel corso dell’anno duemila erano iniziati, nella Cappella della Visitazione al Monserrat, interventi di consolidamento interni ed esterni, al fine di eliminare le vistose crepe sui muri laterali e sulla volta, tali da pregiudicarne la sua stabilità.
Negli anni successivi sono stati eseguiti differenti e consistenti lavori. Nel 2006 era stato realizzato, per la prima volta, il pavimento di legno. Dopo alcuni anni, e precisamente nel 2011, sul pavimento dove sorge l’Altare sono comparse tracce di funghi, che sono andate via via aumentando ogni anno, tanto da pregiudicare la solidità del pavimento stesso. In più punti, infatti, le assi hanno ceduto, confermando l’ipotesi che in profondità potevano esserci delle infiltrazioni di acqua, e la conseguente umidità aveva provocato il deterioramento di tutto il pavimento.
Nel novembre 2016 la ditta “Edil-Chateau” di Walter Mallen, interpellata al riguardo, dopo avere eseguito un sopralluogo, ha deciso di smantellare il pavimento al fine di poterne accertare le reali condizioni e promuovere i relativi provvedimenti. La situazione emersa era più grave di quanto si potesse immaginare. Sulle assi, sul cemento e sulle pareti laterali erano presenti vistose placche funginee ed evidenti tracce di marciume. Dopo un incontro con il personale dall’Ufficio Tecnico dal Comune si è deciso di affidare alla suddetta ditta “Edil-Chateau” l’incarico di rifare il pavimento, e di realizzare quattro bocchette per la presa d’aria dall’esterno, al fine di ottenere una opportuna aerazione interna. Il Comune, da parte sua, avrebbe effettuato uno sbancamento esterno, filo muri, per evitare la stagnazione dell’acqua piovana e di quella derivante dalla fusione della neve, per eliminare l’infiltrazione.
Nel mese di giugno sono stati eseguiti i programmati lavori. Il personale e i mezzi del Comune hanno eseguito il programma di sbancamento, per una profondità di 40-50 cm. sui versanti nord-ovest e nord-est. Inoltre hanno provveduto a realizzare uno scavo a ridosso della parete nord, della profondità di metri 1,30, larghezza cm. 70 e lunghezza mt. 10, sul fondo del quale sono stati collocati affiancati tre tubi in plastica microfessurati, del diametro di cm. 14, con l’intento di captare eventuali infiltrazioni d’acqua provenienti dalla montagna retrostante l’edificio. I tubi sono stati forniti gratuitamente dalla ditta esecutrice i lavori.
La “Edil-Chateau”, da parte sua, ha eseguito una accurata pulizia, mediante l’uso di fungicida, del piano di appoggio del pavimento, della parete per un’altezza di 30-40 cm., e di tutta la struttura muraria. Ha successivamente provveduto alla posa delle assi in legno di larice sul pavimento e sui gradini, preventivamente trattati con impregnante e dell’assito in larice spazzolato.
Ha infine realizzato la quattro bocchette, ed eseguito la pulizia e la tinteggiatura delle pareti oggetto degli interventi.
Sabato 1º luglio, quest’anno giorno della festa, la Cappella ha ricevuto la visita dei numerosi fedeli intervenuti alla cerimonia religiosa, riportata nel suo pieno splendere.
Un doveroso ringraziamento è dovuto all’Amministrazione Comunale, che ha finanziato l’opera con l’intero ammontare di E. 5.947,50, oltre che ai Cantonieri e per i mezzi posti a disposizione.
Complimenti alla ditta di Walter Mallen per l’ottimo lavoro eseguito!
Silvio Medail, curatore


NUOVO VESCOVO DI GAP
Domenica 11 giugno si è insediato il nuovo Vescovo di Gap-Embrun, una Diocesi a noi vicina perché si estende fino a Nevache (anche se le Cappelle della Valle Stretta e del Tabor dipendono dalla parrocchia di Melezet), a Monginevro e Briançon, oltre che al santuario di Laus che spesso abbiamo raggiunto come pellegrini. Succede a Monsignor Jean Michel Di Falco-Léandri, che ricordiamo nel 2016 quando venne a Rochemolles per la festa patronale.
Mons. Xavier Malle, Vescovo di Gap 
[foto: coll. D. Calonghi]
La cerimonia è stata particolarmente significativa in quanto padre Xavier ha ricevuto l’Ordinazione episcopale nella stessa Messa, prima di ricevere la mitra e il pastorale come simboli del suo servizio; era da 85 anni, con l’Ordinazione di Monsignor Bonnabel nel 1932, che un rito simile non si svolgeva a Gap. Quando si pensa alla situazione dei cattolici francesi è facile tendere allo scoraggiamento, pensare a un Paese che ha disperso un patrimonio millenario di fede, con pochi sacerdoti e chiese vuote, ma oggi appare tutto in controtendenza: i banchi si riempiono già un’ora prima dell’inizio della Messa, una ventina di Vescovi e un centinaio di sacerdoti salgono sull’altare per la solenne concelebrazione, e tanti gruppi giovanili e di associazioni occupano con ordine i vasti spazi della basilica di Notre Dame et Sant’Amoux. Fuori sul sagrato, con discrezione, gli addetti alla sicurezza controllano gli zaini: c’è ancora paura per quanto successo a Notre Dame di Parigi pochi giorni fa, ma tutto va liscio, e la giornata è soprattutto una festa.

Quando si apre il portale e la solenne processione d’ingresso attraversa la navata centrale, iniziano i canti, in gran parte composti ed eseguiti dalla comunità dell’Emmanuele di cui Monsignor Malle ha fatto parte fin dall’inizio della sua ricerca vocazionale, continuando a farne parte durante i 17 anni trascorsi come sacerdote dell’Arcidiocesi di Tours. Pur essendo un “giovane” Vescovo con i suoi 51 anni, quella di padre Xavier è stata una vocazione adulta:
nato nel settembre 1965 a Valencienne, nel Nord della Francia, segue studi di scienze politiche laureandosi nel 1987, in seguito lavora per cinque anni come capo segreteria del Sindaco di Cognac. Si avvicina nel 1994 alla Comunità dell’Emmanuele, e dopo gli studi al Seminario francese di Roma e all’Università Gregoriana, dove consegue la laurea in teologia spirituale, viene ordinato sacerdote durante il Grande Giubileo del 2000. I suoi incarichi spaziano da quelli tipicamente parrocchiali, a responsabile delle vocazioni nella comunità religiosa, delegato nel Consiglio per l’Educazione Cattolica e in vari Consigli Pastorali. È anche responsabile per gli scout, che in centinaia presenziano alla sua Ordinazione, e rettore del santuario di Île-Bouchard.
Xavier Malle è stato scelto l’8 aprile 2017 da Papa Francesco come nuovo Vescovo dopo la rinuncia per limiti di età di Monsignor Di Falco, che ha compiuto 75 anni nell’estate 2016.
Nella Lettera Apostolica, che è stata letta pubblicamente all’inizio della liturgia di Ordinazione, gli era stato permesso di ricevere l’Ordinazione episcopale fuori Roma, così la cerimonia è stata celebrata nella sua cattedrale, alla presenza del Presidente dei Vescovi francesi Georges Pontier, dei co-consacratori Bernard-Nicolas Aubertin, Arcivescovo di Tours, e Guy de Kerimel, Vescovo di Grenoble-Vienne, del Nunzio Apostolico di Francia Luigi Ventura e di altri Vescovi, fra cui i due emeriti André Forte e André Leonard che risiedono al santuario di Laus e quello di Montecarlo Bernard Barsi, che ogni estate trascorre un periodo di vacanza a Les Alberts, a pochi chilometri da Claviere.
Quindi, dopo la solenne liturgia eucaristica, al canto del Te Deum il nuovo Vescovo passa tra i banchi per salutare i suoi fedeli, un grande applauso viene anche tributato al predecessore Jean Michel Di Falco. Sopra la sede, lo stemma episcopale che riporta una frase del libro di Tobia: “Rivelare e manifestare le meraviglie di Dio”. Al momento di uscire per dirigersi al Centro Pastorale per un rinfresco in amicizia, le vie di Gap si riempiono di migliaia di fedeli con divise, bandiere, foulard colorati: oggi è una festa per tutta la Chiesa.
Danilo Calonghi

HO SENTITO IL BATTITO DELTUO CUORE
Ti ho trovato in tanti posti, Signore.
Ho sentito il battito del tuo cuore nella quiete perfetta dei campi,
nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota, nell’unità di cuore
e di mente di un’assemblea di persone che ti amano.
Ti ho trovato nella gioia, dove ti cerco e spesso ti trovo.
Ma sempre ti trovo nella sofferenza.
La sofferenza è come il rintocco della campana
che chiama la sposa di Dio alla preghiera.
Signore, ti ho trovato nella terribile grandezza della sofferenza
degli altri.Ti ho visto nella sublime accettazione e nell’inspiegabile gioia
di coloro la cui vita è tormentata dal dolore.
Ma non sono riuscita a trovarti
nei miei piccoli mali e nei miei banali dispiaceri.
Nella mia fatica ho lasciato passare inutilmente
il dramma della tua passione redentrice,
e la vitalità gioiosa della tua Pasqua è soffocata
dal grigiore della mia autocommiserazione.
Signore, io credo. Ma tu aiuta la mia fede.
SantaTeresa di Calcutta

COS’È IL C.A.V.?
Che cos’è? Domande che ancora vengono rivolte alle volontarie del Centro Famiglia Valsusino, evidentemente avendo una non conoscenza di questo servizio. I “Centri di Aiuto alla Vita” da tanti anni lavorano perché la donna scelga di accogliere il figlio che porta in grembo, è un accompagnamento amorevole e solidale nei confronti delle donne con gravidanze difficili o indesiderate È un servizio di volontariato a favore della mamma che si trova in difficoltà a causa della sua gravidanza:
– cercando di sciogliere i vincoli economici, sociali e culturali che la ostacolano;
– aiutandola a mettersi in contatto con enti e persone specializzate, per ottenere (sempre gratuitamente) consulenza in campo medico, legale e assistenziale;
– offrendo accoglienza, solidarietà ed amicizia, a vittime di pressioni, o comunque oggetto di violenza
I C.A.V. sono il braccio operativo del Movimento per la Vita, che «accolgono la madre affinché accolga il suo figlio». La cultura dell’accoglienza nei confronti del più debole e indifeso, come il bambino non ancora nato, è la bussola che guida i volontari per la Vita.
Dal 1975, anno in cui venne fondato il primo C.A.V. nella città di Firenze, in risposta alla cultura di morte diffusa dalle cliniche clandestine degli aborti, il numero dei Centri diAiuto alla Vita è cresciuto in modo esponenziale: attualmente sono 349 i C.A.V. operanti sul territorio nazionale.
Lo slogan che accompagnò l’inizio del primo C.A.V. fu “Le difficoltà della vita non si superano sopprimendo la vita, ma superando insieme le difficoltà”.
Nell’anno 2016 sono 8.301 i bambini nati grazie all’ascolto, condivisione, comprensione ed il sostegno, al silenzioso servizio quotidiano offerto dai volontari dei C.A.V.; ad altrettante mamme è stata donata serenità e la possibilità ai scegliere la vita del loro figlio Tredicimila le donne gestanti assistite durante il periodo della gravidanza, oltre 17.000 le donne aiutate durante il puerperio con varie tipologie di servizi (numeri diffusi dalla Segreteria nazionale di collegamento di Padova nel suo rapporto annuale).
Afferma il prof. Gian Luigi Gigli, Presidente del MpV Italiano – conferenza stampa alla Camera dei Deputati –: «Questi dati testimoniano che prevenire l’aborto è possibile se davvero si offrono alternative a donne spesso costrette dal bisogno, dalla solitudine, dall’ignoranza. Il dossier sui dati C.A.V. offre uno spaccato sociologico oltre che demografico delle situazioni in difficoltà per chi vuole portare avanti una gravidanza. In particolare fotografa la situazione di costrizione e di ignoranza di molte donne immigrate. E i dati dimostrano anche il disinteresse dei consultori familiari statali per la prevenzione all’aborto, visto che la percentuale dei casi segnalati ai C.A.V. da parte dei consultori è solo del 6 per cento. Quali le cause dell’aborto?
La prima causa sono le difficoltà economiche (49%); dato che sale al 75 se si tiene conto delle difficoltà per la mancanza di lavoro o di alloggio. Ma il trend si inverte se le gestanti vengono ascoltate ed aiutate con il giusto supporto. Su 1.265 donne incerte, o intenzionate ad abortire, ben 955 (il 75%) hanno poi dato alla luce il bambino: questo dato significa che la possibilità di evitare l’aborto c’è e con essa quella di riscaldare un Paese in pieno inverno demografico».
Con ogni donna assistita il C.A.V. inizia un percorso personalizzato, in base alle necessità, in modo tale da superare concretamente tutto ciò che si paventa come un ostacolo alla gravidanza.
I C.A.V. sono supportati dal servizio di emergenza SOS Vita e dalle 41 case di accoglienza operanti sul territorio nazionale, il Progetto Gemma, una carezza economica che prima che risolvere problemi ha fatto sentire le mamme meno sole.
Pertanto questo servizio assume un grande valore sociale, non solo a beneficio della singola donna, ma a credito dell’intera società (da Noi-Famiglia e Vita - M. Magliocchetti). Il Centro Famiglia Valsusino attualmente segue 85 mamme: le accoglie, le segue e le accompagna prima e dopo la nascita del bambino, cercando di rispondere ai bisogni, alle richieste di aiuto e di soddisfare tutte le richieste.
A.P.

CLASSE QUINTA ELEMENTARE - Anno Scolastico 1986/87
Con la compianta maestra Nilda Medail - (in altro da sinistra): Marianna Maiocco, Giovanna Re, Debora Filone, Isabella Iaria - Rosella (?); (in basso da sinistra): Mauro Caccia, Andrea Guiffre, Stefano Vachet, Claudio Rochas, Davide Beltrando, Arcangelo Demoro, Federico Sereno, Antonio Armani. [collezione: Marianna Maiocco]