I
150 ANNI DI AZIONE CATTOLICA E LA NOSTRA ASSOCIAZIONE PARROCCHIALE
L’Azione Cattolica Italiana fondata nel 1867
si diffuse gradualmente in tutto il territorio nazionale e, apprezzata dal Papa
e dai Vescovi, venne istituita in ogni Parrocchia.
Per quanto riguarda la Diocesi di Susa
sappiamo che il 9 gennaio 1910, per invito del Vescovo Mons. Carlo Marozio,
sorse il Comitato Donne Cattoliche.
La Federazione della Gioventù Maschile di A.C.
venne fondata nel 1918 ma fin dal 1914 esisteva un Circolo a Sant’Antonino e dal 1915 il famoso “Mario
Chiri” a Susa. L’Unione Femminile di A.C. (Donne e Gioventù Femminile) nacque
nel 1920. Nel 1924 il Vescovo Mons. Umberto Rossi diede incarico al Cav. Amedeo
artinacci (papà della nostra associata e
concittadina Maria Pia Martinacci Bompard) di fare nascere l’Unione Uomini
Cattolici che, già l’anno successivo, tra le prime Associazioni,
annoverò quella di Millaures.
Amedeo Martinacci e Giuseppina Piana. |
Quasi certamente anche le Donne Cattoliche sorsero in questo stesso anno. Pertanto l’Associazione di Bardonecchia è da annoverare tra le 19 presenti in Diocesi in questa data.
Qui, per capire meglio, bisogna richiamare la
figura della maestra Matilde Chareun (1865- 1953), della quale, don Bellando
ricordandola sul Bollettino del 1953, l’anno della sua morte, scriveva: «...si
prodigò per fondare l’Associazione delle Donne Cattoliche che diventò fiorente e
tanto utile alla vita parrocchiale. Avrebbe voluto che tutte le donne del paese
fossero iscritte all’Associazione». Ed anche in margine all’atto di morte, sul
Registro dei defunti, è appuntato: «Benemerita maestra, fondatrice delle Donne
Cattoliche della Parrocchia». È dunque assai improbabile che questa “fondazione” risalga
solo agli anni ’47-’48, quando don Bellando era arrivato da poco a fare il
Parroco, in quanto la maestra era già anziana, avendo sugli 83 anni. Mentre,
ben più verosimile è sostenere che nel 1921, avendone appena 56, il Parroco don
Galasso, l’avesse invitata a fondare il Gruppo e ad esserne la prima
Presidente, in concomitanza con la nascita dei due Gruppi Giovanili.
Del primo decennio di vita dell’A.C. in
Parrocchia non si hanno altre notizie documentate.
Si presume che, come avvenne per tutte le
altre Associazioni della Valle, dal 1931, con le leggi restrittive volute dal
Fascismo, e fino al termine della Seconda Guerra mondiale ’40-’45, anche i
Circoli di Bardonecchia dovettero subire un forzato arresto nelle attività.
Fin dai primi anni del dopo guerra le Associazioni,
già esistenti (non ancora gli Uomini Cattolici), ma mortificate da un lungo
periodo di sofferenza, incominciarono a riprendere zelo e fervore, grazie alle
iniziative dell’allora giovane Parroco don Francesco Bellando. Infatti, dalla cronaca
dei Bollettini, oltre al nome di Matilde Chareun per le Donne, nel 1947 appare
anche la figura di Etilla Bauda, citata come Presidente delle Giovani di A.C.
Etilla morì in quello stesso anno all’età di appena 33 anni. Di lei, in margine
all’atto di morte, è scritto: «Presidente dell’Associazione Femminile
Sant’Agnese». Nello stesso anno si apprende che: «Le nostre Associazioni hanno
quasi raddoppiato gli iscritti in tutti i Rami. La buona volontà non manca ...
erano forze disperse che si sono riunite». Mentre, nell’anno successivo 1948:
«Una rappresentanza di Donne Cattoliche prende parte ad una giornata sociale
tenuta a Susa»; ed anche «Una rappresentanza del Circolo Maschile prende parte
ad una giornata a Borgone»; «Il 25 gennaio 1948 le Associazioni Femminili e
Maschili celebrano i loro Patroni Sant’Agnese e San Sebastiano». Nello stesso
anno: «Anche i giovani effettivi, che finalmente si sono riuniti, danno prova
del loro zelo chiedendo di moltiplicare le adunanze». Il 25 marzo 1949: «Le
Donne Cattoliche festeggiano la loro Patrona: l’Annunziata».
In quest’opera all’interno dell’Associazione
don Bellando ebbe un collaboratore provvidenziale nella persona del dott.
Ferdinando Freddi, funzionario di Dogana, che risiedette a Bardonecchia dal
1949 al 1956.
Si tratta di una figura che andrebbe
riscoperta. Si legge nella cronaca del 1956, nel saluto datogli prima del trasferimento nella nuova
sede di Firenze: «... nei sette anni di permanenza a Bardonecchia si è posto a servizio
dell’A.C.: con iniziative e tanta disponibilità. A lui si deve lo sviluppo delle Associazioni e della loro
affermazione nel paese...». Si era inserito fin da subito anche nella vita diocesana di A.C. in
quanto leggiamo che «il 25 ottobre 1953, il dott. Freddi della Giunta Diocesana di A.C. ha
parlato alle nostre giovani della dignità umana e della moralità familiare».
1950-51, Modane: Ferdinando Freddi |
Alla luce di quanto sopra, probabilmente, si
deve a lui il merito del fatto che «il 10 luglio 1949 Bardonecchia venne scelta
come sede del Convegno Diocesano degli Uomini e dei Giovani di A.C.», quando
nella nostra Parrocchia non si era ancora costituita l’Unione Uomini di A.C.
Infatti l’Unione Uomini Cattolici di Bardonecchia venne ufficialmente istituita
solo il 29 agosto 1952, come documentato dal Diploma di Iscrizione inviato da
Roma, e dalla bandiera datata 1952. Da subito iniziarono le attività. L’8
novembre 1953: «Gli Uomini Cattolici vanno all’Assemblea Diocesana a Susa». Il
15 dello stesso mese: «Un gruppo di Uomini di A.C. si reca al convegno A.C.
dell’Alta Valle ad Ulzio». Ed ancora:
«Nei giorni 8-9-10 agosto 1954 il dott. Freddi, il cap. Pegoraro ed il rag.
Beraldi partecipano alla tre giorni degli Uomini di A. C. alla Sacra di San Mi
chele». Il 19 marzo 1959, solennità di San Giuseppe e patrono degli Uomini
Cattolici, viene organizzata una cena all’Albergo Sommeiller con 138 coperti.
L’anno successivo all’Albergo Savoia con 122 presenze.
In questi anni si inizia a parlare anche degli
Aspiranti e Beniamine. Infatti il 26 giugno 1953: «Si tiene una gara di
catechismo nel Salone dell’Asilo. La maestra Chiapusso viene da Susa per
esaminare i piccoli dell’A.C.»
Dunque a partire dall’anno 1952 l’Associazione
Parrocchiale di Bardonecchia è finalmente completa con i suoi quattro Rami in
attesa, però, delle Votazioni per eleggere i rispettivi responsabili.
«Il 4 luglio 1954 le nostre quattro
Associazioni si recano a Ulzio, con le bandiere al Congresso Diocesano».
Bisogna attendere l’anno 1955 per tenere le
Votazioni. Nei documenti custoditi in Archivio appaiono i nomi dei Presidenti:
Gruppo Uomini Cav. Emiliano Allemand; Gruppo Donne Angela Massara; Gioventù
Maschile Luciano Core; Gioventù Femminile Margherita Orcel. Appaiono inoltre i
primi elenchi con i nomi degli iscritti ai quattro Rami ed anche degli Aspiranti
e Beniamine che ebbero come Sede gli ambienti della Rettoria di Maria
Ausiliatrice; e delle Fiamme Verdi, Fiamme Rosse e Fiamme
Bianche con Sede all’Asilo.
GRUPPO
BENIAMINE DELL’AZIONE CATTOLICA (Bardonecchia,
anni 1956-1957).
Gruppo formatosi negli anni Cinquanta
all’interno dell’Azione Cattolica bardonecchiese per iniziativa delle Suore di
S. Francesco di Susa – Ordine fondato dal Beato
Rosaz – e di mons. Bellando. Le aderenti, dette anche “Crociatine” per via
della fascia da loro indossata, si riunivano
per la celebrazione domenicale mattutina della S. Messa.
1ª fila in basso da sin.: Clotilde Bompard
- Bruna Durando - Claudia Longhi - ? - Giovanna Ainardi - Gisella Sereno -
Maria Paola Gendre - Ornella Costa - Livia
Bompard;
2ª fila in centro da sin.: Adriana Ginevra
- Bruna Dalla Vecchia - Augusta Chareun - Anna Faure - Irene Cavaglià
- Giorgetta Brunet; 3ª fila in alto da sin.: ? - ? -
Lidia Bompard - Natalina Caccia - Natalina Ambrois - Maria Grazia Guy -
mons. Francesco Bellando.
L’Associazione ha come Patrona principale
l’Immacolata. Mentre il Patrono del Gruppo Uomini è San Giuseppe, del Gruppo
Donne l’Annunziata e compatrona Santa Caterina da Siena, della Gioventù
Maschile San Sebastiano e della Gioventù Femminile Sant’Agnese. Inizia un
periodo intenso e fervoroso di vita associativa. Il 20 aprile 1958: «Le Donne
Cattoliche ricevono la visita della Presidente Diocesana»; il 30 dello stesso
mese: «Festeggiano la compatrona Santa Caterina da Siena».
Tra le tante iniziative, che non è possibile
elencare nel dettaglio, fatte di ritiri spirituali, formazione religiosa,
Convegni Diocesani e Zonali, conferenze e gare di cultura religiosa, desidero tuttavia
citare che il Circolo Giovanile “Exurge” vinse per due anni consecutivi il
Primo Premio Nazionale di cultura religiosa. Dal Bollettino del 1960 si
apprende che: «Tre giovani – Bompard Sergio, Glarey Venanzio e Gigi Campolo – a
nome dei loro compagni, si sono recati a Roma a ritirare le medaglie e il
Diploma del Primo Premio di cultura religiosa delle Gare Nazionali». Così
avvenne anche l’anno successivo: «Il 3 novembre 1961 quattro giovani di Bardonecchia
si sono recati a Roma a ritirare il Primo Premio assoluto per il Piemonte, alla
Gara Nazionale di cultura religiosa, consegnato per la seconda volta». Nel
1962: «Per la terza volta i giovani sono stati scelti per l’esame regionale di
cultura religiosa».
Dai Bollettini si ricavano i nomi dei vari
Presidenti che si sono succeduti alla guida delle quattro Associazioni:
– Uomini Cattolici:
Allemand Cav. Emiliano (1955-1956)
Pegoraro Cap. Attilio (1956-1967)
Ambrois Cav. Oreste (1967-1670).
– Donne Cattoliche:
Chareun Matilde (fondatrice)
Angela Massara (1955-1960)
Giulia Colomb Guiffre (1960-1970) coadiuvata
negli ultimi anni da Milena Re Rossetti.
– Gioventù Maschile:
Luciano Core (1955-1959; vice presidente
Enrico Cassolini)
Mario Rossetti (1959-1963; vice presidente
Franco Barneaud)
Franco Barneaud (1963-1966)
Bompard Gianni (1966-1970; vice presidente
Franco Barneaud).
– Gioventù Femminile:
(Golzio Maria Teresa - Sudati Felicina -
Etilla Bauda fino al 1947)
Margherita Orcel (1955-1963)
Milena Re (1963-1966)
Gian Enrica Saini (1966-1970).
– La Giunta Parrocchiale di A.C.:
Dott. Ferdinando Freddi (1955-1956)
Cav. Emiliano Allemand (1956-1970).
Nell’anno 1970 è entrato in vigore il nuovo
Statuto di A.C. che prevede un unico Presidente in ogni Parrocchia coadiuvato
da un Consiglio direttivo di A.C. In questa nuova fase della vita associativa,
nell’anno 1970 gli aderenti elessero Presidente Piero Rappelli e Consiglieri:
Cav. Emilio Bompard, Magg. Attilio Pegoraro, Paolo Mallen, Giovanni Grandi,
Rosalia Ambrois Foglia, Teresa Abate Franco, Milena Bompard Chalier, Giulia
Guiffre Colomb, Gian Enrica Saini, Franca Francou, Gianni Bompard
eMarioAmbrois.
A questa prima votazione si sono poi succeduti
i vari Presidenti: Piero Rappelli (1970-1981) - Milena Re Rossetti (1981-1997)
- Paola Dessolis (1997-2004) - Stefano Bompard (2004-2010) - Mario Bompard
(2010-2016) - Alba Siclari Negro (2016 al presente).
Per completezza di discorso si consulti il
bell’articolo inerente “I 140 anni dell’Azione Cattolica”, a firma di Milena
Rossetti (che per una svista indicava la fondazione dell’A.C.I. l’anno 1868,
anziché il 1867), apparso sul Bollettino Parrocchiale 2008, pagg. 101-103. A
questo punto mi fermo nella narrazione che, per quanto riguarda il periodo che
va dal 1970 ad oggi, potrà essere ripresa in un secondo momento.
D.F.
_ _ _
Tornando al 150º dell’A.C.I., bisogna
evidenziare che il 2017 si è giustamente distinto per celebrarne il glorioso
anniversario.
Il Papa, nell’incontro di domenica 30 aprile
scorso, con gli aderenti dell’A.C. provenienti da tutte la Diocesi italiane, in
Piazza San Pietro, aveva parlato con affabile trasporto, volendo attestare
quanto l’Associazione sia stimata e apprezzata dai Vescovi e dai Parroci
italiani. Tra l’altro disse: «... loro sanno di poter contare sull’aiuto di voi
laici, in questo momento di grandi cambiamenti, per poter meglio annunciare il
messaggio cristiano».
Nella nostra Diocesi di Susa, per celebrare
l’evento, domenica 26 novembre è stata allestita una interessante mostra
fotografica su pannelli, a Villa San Pietro di Susa, con materiale fornito
dalle Parrocchie in cui è presente l’Associazione, per descriverne la storia e
la vitalità nel corso dei decenni, con iniziative e persone che, nel tempo,
l’hanno animata e sostenuta.
Per quanto riguarda il materiale fornito dalla
nostra Parrocchia, si è dimostrata molto utile la ricerca fatta da Giorgio
Malavasi, utilizzando il Blog della Parrocchia, da lui stesso impostato, che,
attraverso la cronaca dei Bollettini, ha evidenziato i momenti salienti
dell’Associazione dal 1947 ad oggi.
Gli stessi “poster fotografici”, in un tempo
successivo, sono stati esposti nella “Mostra Parrocchiale”, allestita in
occasione della solennità dell’Immacolata patrona dell’Azione Cattolica.
È stato interessante, e anche commovente,
scoprire figure bardonecchiesi del passato, come la maestra Matilde Chareun,
Etilla Bauda, Felicina Sudati e parecchie altre ancora che, con tanta
disponibilità, avevano lavorato per le finalità dell’Associazione, che si
riassumono con le parole: Preghiera, Azione e Sacrificio.
Di Felicina, che era originaria di Soresina,
don Bellando, nell’omelia del funerale, che fu l’ultimo da lui celebrato
qualche giorno prima della sua stessa morte, nell’ottobre 1992, già provato e
assai stanco, la definì: «... donna di grande fede, apostolato, e testimone
autentica dell’A.C., che molto collaborò con i sacerdoti per il bene delle
anime».
Vorremmo anche noi, che riceviamo queste
eredità, poterle trasmettere alle nuove generazioni. Un proposito concreto, che
nasce da questo anniversario, è quello di fare rinascere nella nostra Parrocchia
l’Azione Cattolica Ragazzi (A.C.R.), con la preziosa guida della Delegata Franca
Francou Rissone, e la collaborazione delle giovani Chiara Rinaldi e Cecilia
Franzini. Inoltre non dobbiamo sottovalutare i molti frutti recenti della
nostra Associazione, dalla quale sono scaturite le Catechiste, le Volontarie
della Caritas e i principali collaboratori del Parroco a servizio della vita
spirituale della nostra Parrocchia.
Alba Siclari Negro
A
TU PER TU CON GLI STAMBECCHI
«... un grosso stambecco, certamente il capo
branco, mi si avvicina trotterellando ...».
[foto G. Alimento]
|
Il sentiero che collega Rochemolles alle
Grange del Vallone è percorribile, nella parte iniziale, quasi in ogni
stagione. Infatti si snoda lungo un pendio esposto al sole e ripidissimo; tanto
che – narrano i vecchi – i falciatori del passato erano costretti a lavorare
assicurati con le corde, per non scivolare.
Per questi motivi la neve vi si sofferma
raramente in particolare nelle passate stagioni, relativamente miti e povere di
precipitazioni. In poco più di un’ora si raggiunge un falsopiano, che fu in
passato un alpeggio estivo; lo testimoniano i ruderi di stalle, fienili e forse
di baite e i resti arrugginiti di una teleferica. Oggi che l’uomo si è quasi
completamente ritirato da quell’area, le forze della natura ne stanno
ripristinando il dominio. Vogliono, educatamente
ma con fermezza, che l’ambiente ritorni quello di un tempo.
All’inizio dell’estate, il proliferare della
vegetazione trasforma il sentiero in una traccia talvolta non facile da
individuare. Ci si sente come respinti. Pur estasiati dinanzi alla marea
coloratissima dei fiori, e inebriati dal ronzio senza fine degli insetti, ci si
domanda se tanta bellezza non sia in definitiva ingannevole. Forse, civilizzati
come siamo, i ritmi segreti della natura ci sfuggono.
Ma in definitiva, salendo rispettosamente,
quasi in punta di piedi, quella zona impervia si trasforma in un sito
accogliente. Dapprima ti fa sentire la carezza del vento; poi te ne fa
ascoltare la voce tra le fronde dei radi alberi; mentre di tanto in tanto, il
suo soffio riporta il rombo della cascata. Tuttavia il suono viene filtrato e
alleggerito come se quelle acque non stessero precipitando, ma restassero
sospese in aria trasformate nel loro stesso vapore. Un concertare proveniente
da un altro mondo, non fosse per i grilli che, vicinissimi, partecipano al
coro. L’inverno nasconde tutto questo. Così verso la fine della stagione, quando
la zona ritorna accessibile, si ritrova la tavolozza dei colori ridotta alle
tonalità dell’erba secca. Allora lo sguardo si concentra sulle praterie appena
chiazzate dall’ultima neve e sulle rocce. Non rimane che il gioco delle luci e
delle ombre, cioè l’essenziale. Solo allora lo sguardo si accende fino a
intravedere le cime incombenti su Rochemolles come una selva di guglie di una
cattedrale gotica.
Tradizionalmente quell’area è frequentata dai
camosci. Lo scorso inverno, al contrario, è comparso un folto branco di
stambecchi, qualcuno dice che sono settantaquattro. Si notano già dal paese,
quelle macchioline mobili sul marrone chiaro.
«... è comparso un folto branco di stambecchi ...».
[foto G. Alimento]
|
Risalgo dunque il “mio” sentiero, già
completamente libero dalla neve e dal ghiaccio. Incontro i primi esemplari che
stazionano più in basso dopo circa tre quarti d’ora di cammino. Si scostano
appena. Qualcuno di loro soffia, ma è uno sbuffare solo accennato. Spento ogni suono,
la luce del tramonto si accende sui dorsi degli animali e sui tronchi
scheletriti degli alberi. Allora lo scenario si fa irreale. Mi avvicino con
cautela là dove i piccoli, accuditi dalle femmine, sono più numerosi. Nello stesso
momento un grosso stambecco, certamente il capo branco, mi si avvicina
trotterellando.
L’animale si blocca a pochi metri di distanza.
È incombente su di me, ma tutt’altro che minaccioso. Ci scambiamo uno sguardo;
lui forse vorrebbe dirmi: “Perché sei venuto fin qui?”. Gli rispondo a bassa
voce: “Desidero solo scattare qualche foto, respirando il vostro silenzio”. Lui
si fida e, voltandosi, ritorna quieto fra i suoi.
CAPPELLA
DELLA VISITAZIONE AL MONSERRAT: LAVORI DI MANUTENZIONE
Nel corso dell’anno duemila erano iniziati,
nella Cappella della Visitazione al Monserrat, interventi di consolidamento
interni ed esterni, al fine di eliminare le vistose crepe sui muri laterali e
sulla volta, tali da pregiudicarne la sua stabilità.
Negli anni successivi sono stati eseguiti
differenti e consistenti lavori. Nel 2006 era stato realizzato, per la prima
volta, il pavimento di legno. Dopo alcuni anni, e precisamente nel 2011, sul
pavimento dove sorge l’Altare sono comparse tracce di funghi, che sono andate
via via aumentando ogni anno, tanto da pregiudicare la solidità del pavimento
stesso. In più punti, infatti, le assi hanno ceduto, confermando l’ipotesi che
in profondità potevano esserci delle infiltrazioni di acqua, e la conseguente
umidità aveva provocato il deterioramento di tutto il pavimento.
Nel novembre 2016 la ditta “Edil-Chateau” di Walter
Mallen, interpellata al riguardo, dopo avere eseguito un sopralluogo, ha deciso
di smantellare il pavimento al fine di poterne accertare le reali condizioni e
promuovere i relativi provvedimenti. La situazione emersa era più grave di
quanto si potesse immaginare. Sulle assi, sul cemento e sulle pareti laterali
erano presenti vistose placche funginee ed evidenti tracce di marciume. Dopo un
incontro con il personale dall’Ufficio Tecnico dal Comune si è deciso di
affidare alla suddetta ditta “Edil-Chateau” l’incarico di rifare il pavimento,
e di realizzare quattro bocchette per la presa d’aria dall’esterno, al fine di
ottenere una opportuna aerazione interna. Il Comune, da parte sua, avrebbe
effettuato uno sbancamento esterno, filo muri, per evitare la stagnazione
dell’acqua piovana e di quella derivante dalla fusione della neve, per
eliminare l’infiltrazione.
Nel mese di giugno sono stati eseguiti i
programmati lavori. Il personale e i mezzi del Comune hanno eseguito il
programma di sbancamento, per una profondità di 40-50 cm. sui versanti nord-ovest
e nord-est. Inoltre hanno provveduto a realizzare uno scavo a ridosso della parete
nord, della profondità di metri 1,30, larghezza cm. 70 e lunghezza mt. 10, sul
fondo del quale sono stati collocati affiancati tre tubi in plastica
microfessurati, del diametro di cm. 14, con l’intento di captare eventuali
infiltrazioni d’acqua provenienti dalla montagna retrostante l’edificio. I tubi
sono stati forniti gratuitamente dalla ditta esecutrice i lavori.
La “Edil-Chateau”, da parte sua, ha eseguito
una accurata pulizia, mediante l’uso di fungicida, del piano di appoggio del
pavimento, della parete per un’altezza di 30-40 cm., e di tutta la struttura
muraria. Ha successivamente provveduto alla posa delle assi in legno di larice
sul pavimento e sui gradini, preventivamente trattati con impregnante e
dell’assito in larice spazzolato.
Ha infine realizzato la quattro bocchette, ed
eseguito la pulizia e la tinteggiatura delle pareti oggetto degli interventi.
Sabato 1º luglio, quest’anno giorno della
festa, la Cappella ha ricevuto la visita dei numerosi fedeli intervenuti alla
cerimonia religiosa, riportata nel suo pieno splendere.
Un doveroso ringraziamento è dovuto
all’Amministrazione Comunale, che ha finanziato l’opera con l’intero ammontare
di E. 5.947,50, oltre che ai Cantonieri e per i mezzi posti a disposizione.
Complimenti alla ditta di Walter Mallen per
l’ottimo lavoro eseguito!
Silvio Medail, curatore
NUOVO
VESCOVO DI GAP
Domenica 11 giugno si è insediato il nuovo
Vescovo di Gap-Embrun, una Diocesi a noi vicina perché si estende fino a
Nevache (anche se le Cappelle della Valle Stretta e del Tabor dipendono dalla
parrocchia di Melezet), a Monginevro e Briançon, oltre che al santuario di Laus
che spesso abbiamo raggiunto come pellegrini. Succede a Monsignor Jean Michel
Di Falco-Léandri, che ricordiamo nel 2016 quando venne a Rochemolles per la
festa patronale.
Mons. Xavier Malle, Vescovo di Gap
[foto: coll. D. Calonghi]
|
Quando si apre il portale e la solenne
processione d’ingresso attraversa la navata centrale, iniziano i canti, in gran
parte composti ed eseguiti dalla comunità dell’Emmanuele di cui Monsignor Malle
ha fatto parte fin dall’inizio della sua ricerca vocazionale, continuando a farne
parte durante i 17 anni trascorsi come sacerdote dell’Arcidiocesi di Tours. Pur
essendo un “giovane” Vescovo con i suoi 51 anni, quella di padre Xavier è stata
una vocazione adulta:
nato nel settembre 1965 a Valencienne, nel
Nord della Francia, segue studi di scienze politiche laureandosi nel 1987, in
seguito lavora per cinque anni come capo segreteria del Sindaco di Cognac. Si
avvicina nel 1994 alla Comunità dell’Emmanuele, e dopo gli studi al Seminario
francese di Roma e all’Università Gregoriana, dove consegue la laurea in
teologia spirituale, viene ordinato sacerdote durante il Grande Giubileo del
2000. I suoi incarichi spaziano da quelli tipicamente parrocchiali, a
responsabile delle vocazioni nella comunità religiosa, delegato nel Consiglio
per l’Educazione Cattolica e in vari Consigli Pastorali. È anche responsabile
per gli scout, che in centinaia presenziano alla sua Ordinazione, e rettore del
santuario di Île-Bouchard.
Xavier Malle è stato scelto l’8 aprile 2017 da
Papa Francesco come nuovo Vescovo dopo la rinuncia per limiti di età di
Monsignor Di Falco, che ha compiuto 75 anni nell’estate 2016.
Nella Lettera Apostolica, che è stata letta
pubblicamente all’inizio della liturgia di Ordinazione, gli era stato permesso
di ricevere l’Ordinazione episcopale fuori Roma, così la cerimonia è stata
celebrata nella sua cattedrale, alla presenza del Presidente dei Vescovi
francesi Georges Pontier, dei co-consacratori Bernard-Nicolas Aubertin,
Arcivescovo di Tours, e Guy de Kerimel, Vescovo di Grenoble-Vienne, del Nunzio
Apostolico di Francia Luigi Ventura e di altri Vescovi, fra cui i due emeriti
André Forte e André Leonard che risiedono al santuario di Laus e quello di
Montecarlo Bernard Barsi, che ogni estate trascorre un periodo di vacanza a Les
Alberts, a pochi chilometri da Claviere.
Quindi, dopo la solenne liturgia eucaristica,
al canto del Te Deum il nuovo Vescovo passa tra i banchi per salutare i suoi
fedeli, un grande applauso viene anche tributato al predecessore Jean Michel Di
Falco. Sopra la sede, lo stemma episcopale che riporta una frase del libro di Tobia:
“Rivelare e manifestare le meraviglie di Dio”. Al momento di uscire per
dirigersi al Centro Pastorale per un rinfresco in amicizia, le vie di Gap si
riempiono di migliaia di fedeli con divise, bandiere, foulard colorati: oggi è
una festa per tutta la Chiesa.
Danilo Calonghi
HO SENTITO IL BATTITO DELTUO CUORE
Ti ho trovato in tanti posti, Signore.
Ho sentito il battito del tuo cuore nella
quiete perfetta dei campi,
nel tabernacolo oscuro di una cattedrale
vuota, nell’unità di cuore
e di mente di un’assemblea di persone che ti
amano.
Ti ho trovato nella gioia, dove ti cerco e
spesso ti trovo.
Ma sempre ti trovo nella sofferenza.
La sofferenza è come il rintocco della campana
che chiama la sposa di Dio alla preghiera.
Signore, ti ho trovato nella terribile
grandezza della sofferenza
degli altri.Ti ho visto nella sublime
accettazione e nell’inspiegabile gioia
di coloro la cui vita è tormentata dal dolore.
Ma non sono riuscita a trovarti
nei miei piccoli mali e nei miei banali
dispiaceri.
Nella mia fatica ho lasciato passare
inutilmente
il dramma della tua passione redentrice,
e la vitalità gioiosa della tua Pasqua è
soffocata
dal grigiore della mia autocommiserazione.
Signore, io credo. Ma tu aiuta la mia fede.
SantaTeresa di Calcutta
COS’È
IL C.A.V.?
Che cos’è? Domande che ancora vengono rivolte
alle volontarie del Centro Famiglia Valsusino, evidentemente avendo una non
conoscenza di questo servizio. I “Centri di Aiuto alla Vita” da tanti anni
lavorano perché la donna scelga di accogliere il figlio che porta in grembo, è
un accompagnamento amorevole e solidale nei confronti delle donne con
gravidanze difficili o indesiderate È un servizio di volontariato a favore
della mamma che si trova in difficoltà a causa della sua gravidanza:
– cercando di sciogliere i vincoli economici,
sociali e culturali che la ostacolano;
– aiutandola a mettersi in contatto con enti e
persone specializzate, per ottenere (sempre gratuitamente) consulenza in campo
medico, legale e assistenziale;
– offrendo accoglienza, solidarietà ed
amicizia, a vittime di pressioni, o comunque oggetto di violenza
I C.A.V. sono il braccio operativo del
Movimento per la Vita, che «accolgono la madre affinché accolga il suo
figlio». La cultura dell’accoglienza nei confronti del più debole e
indifeso, come il bambino non ancora nato, è la bussola che guida i volontari
per la Vita.
Dal 1975, anno in cui venne fondato il primo
C.A.V. nella città di Firenze, in risposta alla cultura di morte diffusa dalle
cliniche clandestine degli aborti, il numero dei Centri diAiuto alla Vita è
cresciuto in modo esponenziale: attualmente sono 349 i C.A.V. operanti sul
territorio nazionale.
Lo slogan che accompagnò l’inizio del primo
C.A.V. fu “Le difficoltà della vita non si superano sopprimendo la vita, ma
superando insieme le difficoltà”.
Nell’anno 2016 sono 8.301 i bambini nati
grazie all’ascolto, condivisione, comprensione ed il sostegno, al silenzioso
servizio quotidiano offerto dai volontari dei C.A.V.; ad altrettante mamme è
stata donata serenità e la possibilità ai scegliere la vita del loro figlio Tredicimila
le donne gestanti assistite durante il periodo della gravidanza, oltre 17.000
le donne aiutate durante il puerperio con varie tipologie di servizi (numeri
diffusi dalla Segreteria nazionale di collegamento di Padova nel suo rapporto
annuale).
Afferma il prof. Gian Luigi Gigli, Presidente
del MpV Italiano – conferenza stampa alla Camera dei Deputati –: «Questi
dati testimoniano che prevenire l’aborto è possibile se davvero si offrono
alternative a donne spesso costrette dal bisogno, dalla solitudine,
dall’ignoranza. Il dossier sui dati C.A.V. offre uno spaccato sociologico oltre
che demografico delle situazioni in difficoltà per chi vuole portare avanti una
gravidanza. In particolare fotografa la situazione di costrizione e di
ignoranza di molte donne immigrate. E i dati dimostrano anche il disinteresse dei
consultori familiari statali per la prevenzione all’aborto, visto che la
percentuale dei casi segnalati ai C.A.V. da parte dei consultori è solo del 6
per cento. Quali le cause dell’aborto?
La prima causa sono le difficoltà
economiche (49%); dato che sale al 75 se si tiene conto delle difficoltà per la
mancanza di lavoro o di alloggio. Ma il trend si inverte se le gestanti vengono
ascoltate ed aiutate con il giusto supporto. Su 1.265 donne incerte, o
intenzionate ad abortire, ben 955 (il 75%) hanno poi dato alla luce il bambino:
questo dato significa che la possibilità di evitare l’aborto c’è e con essa
quella di riscaldare un Paese in pieno inverno demografico».
Con ogni donna assistita il C.A.V. inizia un
percorso personalizzato, in base alle necessità, in modo tale da superare
concretamente tutto ciò che si paventa come un ostacolo alla gravidanza.
I C.A.V. sono supportati dal servizio di
emergenza SOS Vita e dalle 41 case di accoglienza operanti sul territorio
nazionale, il Progetto Gemma, una carezza economica che prima che risolvere problemi
ha fatto sentire le mamme meno sole.
Pertanto questo servizio assume un grande
valore sociale, non solo a beneficio della singola donna, ma a credito
dell’intera società (da Noi-Famiglia e Vita - M. Magliocchetti). Il Centro
Famiglia Valsusino attualmente segue 85 mamme: le accoglie, le segue e le
accompagna prima e dopo la nascita del bambino, cercando di rispondere ai
bisogni, alle richieste di aiuto e di soddisfare tutte le richieste.
CLASSE
QUINTA ELEMENTARE - Anno Scolastico 1986/87
Con la compianta maestra Nilda Medail - (in
altro da sinistra): Marianna Maiocco, Giovanna Re, Debora Filone, Isabella
Iaria - Rosella (?); (in basso da sinistra): Mauro Caccia, Andrea
Guiffre, Stefano Vachet, Claudio Rochas, Davide Beltrando, Arcangelo Demoro,
Federico Sereno, Antonio Armani. [collezione: Marianna Maiocco]