Il 2010 sarà ricordato come l’anno del “Segno di Croce” e Bernardetta ha imparato direttamente dalla Madonna a “fare” il segno di Croce. Forse molti di noi facciamo questo gesto in modo veloce e quasi come fosse uno schiaccia mosche. È invece molto importante capire cosa stiamo facendo ed appunto Bernardetta ce lo ricorda.
Da “Lourdes” di gennaio 2010, articolo di P. Horacio Brito: «Alla Grotta, ancor prima di conversare con Bernardetta e di rivelare il proprio nome, la Madonna le ha insegnato a fare il segno della Croce. A farlo bene. A farlo spesso. Da quel giorno quanti osservavano Bernardetta fare il segno di Croce si rendevano conto di quanta importanza avesse per lei questo semplice gesto.
Il segno di Croce di Bernardetta si caratterizzava dalla sua lentezza, la sua ampiezza e il grande raccoglimento con cui lo faceva, Non aveva fretta: alzava la mano destra affinché le dita toccassero la parte alta della fronte, poi riabbassava la mano fino a toccare la cintura, quindi riportava la mano fino alla punta della spalla sinistra e poi a quella destra. In concreto, con questo gesto dava l’impressione di volersi avvolgere come ci si avvolge in uno scialle ... Compiendo questo gesto e pronunciando allo stesso tempo “nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”, Bernardetta si metteva alla presenza di Dio, così com’era ...
Da religiosa, Bernardetta fu interpellata da una consorella: “Cosa bisogna fare per essere sicuri di andare in cielo?”. Bernardetta rispose immediatamente: “Fare bene il segno della Croce è già molto”».
Forza, allora... cerchiamo di autodisciplinarci un po’ e di rendere meno “meccanico” quel gesto che ripetiamo “da una vita”... diamogli questa nuova consapevolezza e tutta l’importanza che si merita e diamo testimonianza, anche così, del nostro essere cristiani.
Riportiamo un pensiero relativo all’esperienza di una giovane dama: «I giorni che ho vissuto a Lourdes in questa nuova esperienza, vicino alla sofferenza, mi hanno fatto sentire responsabile e sicura nell’aiutare il prossimo durante il servizio. Ho riscoperto un grande tesoro: il sorriso di riconoscenza delle persone che ho aiutato e la fiducia ricevuta dalle dame e dai barellieri più esperti. Lourdes è la gioia di partire ogni anno verso quel luogo unico, sapendo di non essere mai soli, ed è proprio per questo motivo che quest’anno ho deciso di cambiare periodo facendo entrare nel mio cuore un’esperienza vissuta a giugno insieme alla Sezione di Torino.
Le paure per la partenza presto sono svanite, pur essendoci poco personale era presente tanta unione e collaborazione che mi hanno permesso di fare una vera esperienza di lavoro. In treno ho conosciuto dame e barellieri: persone che incontravo per la prima volta, ma con le quali si è instaurato subito un buon rapporto.
Il passaggio sotto la Grotta, la partecipazione alle Sante Messe, la Processione Eucaristica, il Flambeaux sono tutte sensazioni che mi hanno toccato profondamente il cuore.
Il rientro è stato un misto di emozioni, tra tristezza per aver lasciato quel luogo unico ma contemporaneamente c’era la gioia del ritorno a casa con cuore carico di emozione, arricchito dal segno indelebile di Maria.
Ma come sempre Lourdes è da vivere e non da descrivere; ringrazio tutte le persone con le quali ho condiviso questo pellegrinaggio».
Arrivederci al prossimo anno, che sarà dedicato al “Padre Nostro”.
Dame e barellieri