25/10/17

Bardonecchia e la Grande Guerra - 2 (2016)

I FRATELLI ALLEMAND DI MILLAURES

Vogliamo incominciare la storia della famiglia Allemand da una donna, la madre Francesca, perché è su questa donna che caddero le tragiche conseguenze della guerra. Quando nel 1917 il figlio Ernesto di soli 20 anni era già dato per disperso in combattimento sul Monfenera, le venne a mancare anche il sostegno della famiglia, il marito. Era il 18 luglio 1918 quando Firmino Allemand se ne andò, forse per il dolore di avere perso il figlio, lasciandola sola con la più piccola Elena: gli altri figli maschi erano al fronte ed era estate, la stagione dei raccolti. L’economia della campagna non dava tregua, non c’era tempo per il lutto: bisognava raccogliere il fieno altrimenti le bestie in inverno sarebbero morte. Bisognava continuare a lavorare nei campi altrimenti non si sopravviveva. La povera Francesca fu aiutata da tutto il paese, gli uomini le riempirono il fienile e l’aiutarono con uno slancio di grande solidarietà che lei ricordò per tutta la vita. Ma per tutta la vita Francesca ricordò con dolore il figlio che la guerra le aveva portato via: nella casa di Millaures c’è ancora il grande ritratto di Ernesto che lei aveva voluto incorniciare. Maria Bellet ricorda che sua nonna faceva dire ogni sera ai nipoti la preghiera per lo zio Ernesto. Parlava sempre di quel figlio rimasto ragazzo. Riceveva la pensione di guerra e a chi la invidiava per quella piccola entrata in più che poteva aiutarla nella povertà della montagna, lei senza esitazione rispondeva: «Avessi ancora mio figlio!». Quell’Ernesto disperso, di cui non si sapeva più nulla, di cui non c’era stata sepoltura: un dolore nel dolore per la povera mamma che non aveva una tomba su cui raccogliere la propria sofferenza. Sulla tomba del marito, accanto a quella di Firmino, fece mettere la fotografia di Ernesto, per avere il segno di una presenza, per avere una consolazione nel ricordo.
I coniugi Allemand si erano sposati a Millaures nella Parrocchia di Sant’Andrea Apostolo il 13 maggio 1884: Giò Battista Firmino, nato nel 1854, aveva 30 anni e la giovane moglie Francesca Silvia Vallory, nata nel 1863, ne aveva 20. Dal loro matrimonio nacquero sette figli: oltre ai quattro maschi Desiderato, Alfredo, Alessandro ed Ernesto erano nate due bambine, Maria Cecilia il 6 aprile 1885 ed infine la più piccola, Elena Maria nata l’8 luglio 1899. Un altro bambino era nato il 19 agosto 1889 ma non sopravvisse: dopo solo un mese morì.

Da destra: Firmino e Francesca Allemand che tengono per mano la piccola Elena. 
(Archivio Daniela Garibaldo)




Questa è l’immagine di Ernesto, un ragazzo di vent’anni, forse disintegrato da una bomba nella terribile battaglia del Monfenera, il 17 novembre 1917. Ernesto, nato il 18 gennaio 1897, era partito per la guerra con il Battaglione Exilles del 3º Reggimento Alpini il 24 settembre 1916. Nel suo foglio matricolare non ci sono altre annotazioni fino alla data della sua morte, ed è possibile che Ernesto abbia cambiato battaglione dato che l’Exilles non era sul Monfenera nel novembre del ’17.
Dopo la ritirata di Caporetto il fronte si era spostato dal Piave al Monte Grappa e gli austro-tedeschi dovevano sfondare sul Grappa se volevano avere la via aperta sulla pianura.
Erano motivati dai recenti successi e spinti allo sforzo estremo dalla necessità di tentare una vittoria definitiva prima che l’esercito italiano potesse riorganizzarsi. Tra il 15 e il 19 novembre 1917 iniziarono ad attaccare il monte Tomba e Monfenera. I loro furiosi attacchi vennero sanguinosamente respinti. La neve, caduta abbondante, era diventata nera per le esplosioni delle bombe e in quei giorni si parlò della “neve nera del Monfenera”. Il 19, il giorno in cui morì Ernesto, gli alpini del Val Pellice e del Val Varaita, con il concorso di tre compagnie di mitraglieri e degli arditi “fiamme verdi” avevano combattuto con eroismo per fermare l’avanzata nemica: ci furono centinaia di morti, intere compagnie erano state annientate dal fuoco nemico. Furono loro i protagonisti della Battaglia dell’Arresto, tanti giovani eroi ignoti che morirono senza clamore nel compimento del loro dovere.
Anche Alessandro Allemand – il fratello nato l’8 settembre 1893 – era nel Battaglione Exilles del 3º Reggimento Alpini ed era partito due mesi prima di Ernesto, il 20 luglio 1916. Secondo la testimonianza di Maria Bellet i due fratelli furono inizialmente insieme e poi le loro strade si divisero tragicamente.
Alessandro Allemand in una foto
di studio scattata a Parigi.
Alessandro cadde prigioniero degli Austriaci il 4 dicembre 1917, due settimane dopo la morte del fratello, nella sanguinosa battaglia del Monte Fior, sull’Altopiano di Asiago. Alessandro era stato presumibilmente aggregato al Battaglione Val Dora(8) che venne catturato quasi al completo nei giorni in cui gli Austriaci, nel tentativo di sfondare sulle Melette e scendere a Gallio per aprirsi la strada per Bassano, scatenarono un uragano di fuoco e di gas.
Alessandro parlava poco della guerra e la figlia Maria ricorda solo il freddo e la fame patita dal padre nella prigionia in Germania*. Rientrò in Italia dopo quasi un anno, il 9 novembre del 1918. Quando tornò a Bardonecchia era talmente sporco e lacero che prima di presentarsi in famiglia passò dalla sorella Cecilia per togliersi i pidocchi e rivestirsi. Lo attendeva la triste notizia della morte del padre che si aggiungeva al dolore per la scomparsa del fratello minore.
Il terzo fratello Alfredo Allemand al momento dell’entrata in guerra dell’Italia si trovava a Parigi, dove lavorava con il fratello maggiore Desiderato. Era nato il 19 gennaio 1892 e alla chiamata di leva del 1912 era stato riformato dall’Ospedale Militare di Torino. Giunse in Italia nel febbraio del 1918 e fu aggregato al Deposito 50º Reggimento Fanteria a Torino. Nel maggio era nella 1ª Compagnia Presidiaria e nell’agosto nel 2º Parco automobilistico. Ancora autiere nel 4º Parco automobilistico nel dicembre 1918, fu congedato nell’agosto del 1919 e ritornò a Parigi. Desiderato Allemand, il fratello maggiore nato il 4 maggio 1886, era partito giovane per la Francia ed era andato a lavorare con lo zio Luigi Allemand, che aveva un’avviata drogheria a Lyon. Desiderato si era reso ben presto autonomo ed era partito per Parigi dove iniziò un’attività di commercio di cereali all’ingrosso, ebbe successo e non tornò più in Italia, non fece il servizio militare e non si sposò. Morì nel 1941 a Parigi.
La presenza del fratello maggiore a Parigi fu occasione di viaggio per gli Allemand. Alessandro andò nella capitale francese in viaggio di nozze nel 1924: lo vediamo in una bella fotografia con la moglie Vittorina Guiffrey.
Alfredo invece tornava a Millaures nelle vacanze e nella Parrocchia di Sant’Andrea Apostolo si sposò con la sua fidanzata parigina, Berthe Vergand, l’8 ottobre 1923. Fecero il viaggio di nozze a Venezia con la sorella minore Elena e Federico Allemand che si erano sposati pochi giorni prima, il 29 settembre 1923. Alfredo morì giovane, nel 1936, di tubercolosi: lasciò la moglie e due figli maschi che non ebbero più contatti con la famiglia italiana.
1979: Alessandro con la sorella Elena 
davanti alla casa di Millaures. 
Alessandro di ritorno dalla guerra rinunciò al posto sicuro in ferrovia, Alessandro e Vittorina a Parigi. offerto ai reduci, per continuare a lavorare la terra: la mamma era rimasta sola, lui era l’unico maschio e con senso del dovere si prese sulle spalle il lavoro lasciato dal padre. Fu una vita dura, ricorda la figlia Maria, con tanti sacrifici e poche soddisfazioni. Alessandro e Vittorina ebbero quattro figli: Esterina nel 1925, Ernesto nel 1927, Maria nel 1935 ed Alfredo nel 1940. Alessandro morì l’8 novembre 1979; dei suoi quattro figli rimane la signora Maria Bellet che con viva testimonianza, affetto e grande presenza di spirito ha ricostruito con noi la storia della famiglia Allemand.

Viale della Rimembranza, 1930.
note ____
8 Nel foglio matricolare di Alessandro Allemand è riportata la cattura «nel fatto d’armi del M. Priore» il 4 dicembre 1917. Si tratta evidentemente di una trascrizione errata di M. Fiore (il M. Priore non esiste) dove il 4 dicembre 1917 fu catturato quasi al completo il Battaglione Val Dora. Alessandro nel 1916 faceva parte dell’Exilles e non essendoci altre annotazioni sul suo foglio matricolare è presumibile che sia stato spostato di battaglione.

* Sulle condizioni di vita nei campi di prigionia, v. pag. 58.

FONTI:
Testimonianza di Maria Allemand Bellet. • Archivio di Stato di Torino, fogli matricolari di Alessandro,
Alfredo ed Ernesto Allemand. • Archivio Diocesano di Susa, atto di matrimonio di Firmino e Francesca Allemand, atti di battesimo dei sette figli, atti di matrimonio di Alessandro e Vittorina Allemand e di Alfredo e Berthe Allemand.
Comune di Bardonecchia, atti di nascita di Alfredo e Desiderato Allemand.
•  Documentazione fotografica di Maria Allemand Bellet.