CANONICO DON GIUSEPPE FRANCOU
Giuseppe Augusto Francou era nato a Marsiglia il 10 luglio 1883,
figlio di una famiglia bardonecchiese che aveva abbandonato il paese in seguito
alla disastrosa alluvione del 1873(61) dovuta all’esondazione del torrente Rhô
che portò la distruzione di una buona parte del paese. La casa dei coniugi
Francou era andata distrutta ma loro si erano fortunosamente salvati:
emigrarono in Francia, a Marsiglia, dove avevano dei parenti che li accolsero.
Leggiamo nell’atto di nascita che quando nacque Giuseppe la
mamma Filomena aveva 27 anni (era nata nel 1855) e che il padre Celestino, nato
nel 1851, faceva il “garçon d’hotel”, il cameriere in un albergo. I genitori
erano ritornati a Bardonecchia quando Giuseppe era ancora bambino: il 26 agosto
1885 nascerà a Bardonecchia il loro secondo figlio, Francesco Luigi Emilio, e
il 12 ottobre 1887 il terzogenito, Oreste Luigi.
Giuseppe frequentò le scuole elementari del paese; bravo
studente e ragazzo di buona indole, fu inviato a completare gli studi nel
Seminario di Susa. Fu ordinato sacerdote il 31 marzo 1906 dal Vescovo di Susa,
Monsignor Carlo Marozio; si trasferì quindi a Torino dove continuò gli studi
presso i Salesiani, laureandosi in Teologia. A Torino si dedicò anche alla sua
passione, la musica: si iscrisse al Liceo Musicale (oggi Conservatorio G.
Verdi) e conseguì il diploma di organista.
Quando era ancora chierico, nel 1903, ricevette la chiamata di
leva e fu lasciato in congedo illimitato. Come tutti gli ecclesiastici anche
Don Francou con la Prima guerra mondiale fu richiamato alle armi per
mobilitazione: a 33 anni, nel luglio del 1916, era nella Prima Compagnia di
sanità. Nell’agosto dello stesso anno fu riformato per «mancanza della totalità
dei denti e carie estesa» come fu certificato dall’Ospedale Militare di Torino
e infine nel settembre congedato. Ma la guerra continuava a chiedere rinforzi e
Giuseppe Francou fu rivisitato nel Distretto di Pinerolo il 28 gennaio 1918,
dichiarato abile di prima categoria ma «dispensato dalla chiamata alle armi
perché ministro di culto avente cura di anime»(62). Don Francou in effetti in
quegli anni, dal 1917 al 1919, era Parroco di Les Arnauds.
Finalmente nel dicembre 1918, a guerra finita, fu mandato in
licenza illimitata. Don Francou trascorse tutta la sua esistenza a Susa dove fu
professore al Seminario e organista della Cattedrale. Conduceva una vita molto
semplice e ritirata insieme alla mamma, in un alloggetto presso la chiesa del
Suffragio. La semplice abitazione era rallegrata dal suono del pianoforte che
Don Francou suonava al ritorno dalle lezioni o dalla Cattedrale.
Insegnò al Seminario di Susa fino al 1936, alla sua scuola si
formarono tanti sacerdoti e per l’affetto con cui è ricordato vogliamo
riprendere le parole di un suo alunno, Don Giuseppe Barella63: «Era diverso da
tutti gli altri professori per modi e movimenti particolari e inconfondibili.
Entrando in classe si toglieva il cappello lucido passando la coppa
sull’avambraccio come per allineare, in perfetto ordine, eventuali peli ribelli
sollevatisi nel lento camminare per la città. Poi un bel segno di Croce: un
gesto particolare, ampio, carico di effetto come per raccogliere tutto il corpo
in perfetta sintonia con Dio. Infine passava la mano, ben distesa, sul capo per
richiamare all’obbedienza quei quattro capelli che gli facean corona. E la
lezione incominciava accompagnata tutta intiera dal suo sistematico sorriso
distensivo. Un sorriso contagioso che ti toccava dentro e che ti faceva capire
che ogni parola era diretta proprio a te.
Nel 1928 divenne Canonico onorario della Cattedrale di Susa dove
diede vita alla Schola Cantorum del Seminario e alla sua scuola
maturarono autentici esperti in musica sacra(65). «Faceva gran festa il Can.
Francou quando si sentiva attorniato dalla cantoria del Seminario. […] I
chierici, in cotta bianca, attenti e raccolti sembravano un coro d’angeli. Il Can.
Francou li osservava ad uno ad uno: un saluto e un sorriso per tutti. Prima di iniziare,
però, estraeva dalla profonda tasca un pacco di color bleu. Lo apriva consegnandolo
al direttore che, deposta la bacchetta, distribuiva il dolce contenuto: un
“ciôciet” di liquerizia nera in piccoli cubetti. Con quel saluto, con quel
sorriso, il canto si trasformava in sublime preghiera»(66).
Don Francou fu l’artefice dei progetti della trasformazione
dell’organo della Cattedrale di San Giusto, in collaborazione con il celebre
organaro Carlo Vegezzi Bossi e nel 1932 fu nominato organista al grande organo
Vegezzi Bossi di San Giusto. Da quel momento l’organo divenne tutto suo. «Prese
formidabile possesso delle mille canne di cui l’organo era stato dotato: mille
canne che rispondevano avide e gioiose al tocco delle sue mani. Prima di
sedersi al podio, raccoglieva il soprabito sulle ginocchia: tastiera e
pedaliera in suo possesso.
Mani e piedi si muovevano all’unisono quasi giocherellando in
ritmico passo tra i sentieri meravigliosi di un’arte sconfinata»(67). E poi,
quando la musica era finita, «il Can. Francou spegneva l’organo lasciando ai
mantici il compito di svuotarsi dall’aria compressa; scendeva per la scaletta
tutta sconnessa e paurosa: sostava al centro della navata per la timida
genuflessione di congedo […]. E se ne usciva il Can. Francou, raccolto nel suo
mantello, con nel cuore l’eco della sua musica. E se la portava questa musica,
fin nella sua cameretta solitaria e fredda»(68).
Quest’uomo semplice e buono era anche un compositore. Don Paolo
Di Pascale ricorda alcune sue composizioni: l’inno del Seminario che si cantava
nelle accademie e l’inno composto in occasione del Congresso eucaristico per il
9º centenario di San Giusto.
“Salve o mistica dimora Qui siam piccolo drappello,
dove in provvida temperie ma
legion diventeremo
si maturan di ora in ora se
si contino all’appello
i ministri del Signor. i
fratelli d’ogni suol.
Tu che al buono, al bello, al vero Qui ci stringe un ideale
e nel tempio e nella scuola di
virtute in virtute
vai formandoci il pensiero, di
scacciar dal mondo il male
noi t’amiam d’amor sincer. per
trionfo di Gesù”(69)
«Tornava sempre volentieri tra di noi, sempre pronto per la
predicazione, per il ministero sacro e per decorare le funzioni solenni
all’organo, con il suo vero talento musicale.
Il suo spirito eletto si ricreava nel ricordo della giovinezza
trascorsa quassù, si intratteneva con tutti parlando il “patois” e
interessandosi vivamente alle vicende locali.
Voleva tanto bene a Bardonecchia e i suoi compaesani lo
ricambiavano, per la sua squisita bontà e la dolcezza della sua anima»(70).
Il Can. Francou morì a soli 65 anni, il 5 febbraio 1948, a Susa
nell’Istituto Vazone, presso le Suore di S. Francesco. «Il Parroco [di
Bardonecchia] con un gruppo di amici partecipò ai funerali svoltisi nella
Cattedrale di Susa in maniera imponente. Il 19 febbraio nella nostra Parrocchia
il Clero della Vicaria e la popolazione si unirono in commosso tributo d’affetto
alla memoria del caro Scomparso»(71).
Ma è ancora a Don Barella che affidiamo l’ultimo ricordo di
questo sacerdote che rimase sempre umile nella sua grandezza: «E l’anima del
Can. Francou ritornò a Dio portandosi dietro tutta quanta la sublimità della
sua vita. Quell’umile grande prete portò in cielo le melodie di questa terra. A
noi rimane il ricordo caro della sua bontà, del suo sorriso, della sua
pazienza, della sua fede e l’ultimo accordo d’una pastorale: un concerto di campane»(72).
note ___
61 Fu questa alluvione che «negli anni 1872-1873 allagava numerose case del Borgovecchio nella regione detta “Bertrand” lasciando una ventina di famiglie senza tetto. Queste famiglie furono costrette ad emigrare e si stabilirono in Francia ed in Brasile in cerca di migliore fortuna. Fu questa alluvione che seppellì e distrusse la Cappella del Saint Sépulcre, dove oggi sorge il Palazzo delle Feste; una cronaca dell’epoca ci dice che, in un mare di fango e di pietre, emergeva appena il colmo del tetto della cappella, con una piccola croce», Don G. Paolo Di Pascale, Storia, arte, folklore, in AA.VV., Bardonecchia e le sue valli, Edipress, Torino 1991, p. 26.
61 Fu questa alluvione che «negli anni 1872-1873 allagava numerose case del Borgovecchio nella regione detta “Bertrand” lasciando una ventina di famiglie senza tetto. Queste famiglie furono costrette ad emigrare e si stabilirono in Francia ed in Brasile in cerca di migliore fortuna. Fu questa alluvione che seppellì e distrusse la Cappella del Saint Sépulcre, dove oggi sorge il Palazzo delle Feste; una cronaca dell’epoca ci dice che, in un mare di fango e di pietre, emergeva appena il colmo del tetto della cappella, con una piccola croce», Don G. Paolo Di Pascale, Storia, arte, folklore, in AA.VV., Bardonecchia e le sue valli, Edipress, Torino 1991, p. 26.
62
Foglio matricolare di Francon [sic] Giuseppe.
63
Don Giuseppe Barella (don Pini), nato a Sant’Ambrogio nel 1920 e morto nel
1994, fu Parroco di Chianocco dove fondò l’asilo infantile che ora porta il suo
nome.
64
Don Giuseppe Barella, “Il Canonico Giuseppe Francou” in Raccontavalsusa, Tipolito Melli, Borgone di Susa 1989, p. 111.
65
Suoi allievi furono: «Il Can. Oreste Cantore (che diresse la Schola per molti
anni), Don Giuseppe Ugetti, Don Luigi Pautasso, Don Ferdinando Godone, il prof.
Luigi Favro, il m.o Arrigo Ramella, e molti altri, sacerdoti e laici, che nelle
rispettive parrocchie hanno dato un notevole contributo allo sviluppo del canto
sacro». Da “Federazione Diocesana delle cantorie Valsusine”, in:
http://www.coridiocesidisusa.org/cantorie/susa.htm
66
Don Giuseppa Barella, op. cit., p. 112.
67 Op. cit., p. 112.
68 Op. cit., p. 113.
69
“Inno del Seminario”, parole e musica di Don Francou (dai ricordi di Don Paolo
Di Pascale e di Don PaoloMolteni).
70
“Il Canonico teologo Giuseppe Francou”, testo di Don Bellando, in Bollettino parrocchiale di Bardonecchia,
1976, p. 77.
71 Bollettino parrocchiale di Bardonecchia,
1948-agosto, p. 10.
72
Don Giuseppe Barella, op. cit., p. 113.
– FONTI:
Testimonianza di Don Gian Paolo Di Pascale. • Don Giuseppe
Barella, “Il Canonico Giuseppe
Francou”, in Raccontavalsusa, Tipolito Melli, Borgone di
Susa 1989, pp. 111-113. • Don Francesco Bellando, “Il Canonico teologo Giuseppe
Francou”, in Bollettino parrocchiale di Bardonecchia, 1976. • Bollettino
parrocchiale di Bardonecchia, 1948-agosto. • Archivio di Stato di Torino,
foglio matricolare di Francon [sic] Giuseppe. • Archivio Parrocchia
Sant’Ippolito di Bardonecchia, atti di battesimo dei fratelli di Don Francou,
di battesimo e matrimonio dei genitori. • Archives départementales des
Bouches-du-Rhône, Registres paroissiaux et état civil, atto di nascita di
Francou Joseph Auguste. • Don G. Paolo Di Pascale, Storia, arte, folklore,
in AA.VV., Bardonecchia e le sue valli, Edipress,Torino 1991, p. 26.