QUEST’ANNO A MELEZET “PRESEPE
CONTADINO”
Le vacanze non hanno
visto in secondo piano nessuno, né le borgate, né tanto meno enti
bardonecchiesi.
La frazione di Melezet,
oltre a presentarsi ai turisti con le sue piste da sci e i suggestivi addobbi
natalizi, ha anche mostrato e offerto una manifestazione e un bellissimo
presepe, racconta don Paolo Di Pascale, Parroco di Melezet: «L’idea di questa nuova
modalità di presepe è nata nell’autunno 2013 dai fratelli Sergio e Mario Gho, i
quali hanno individuato presso varie abitazioni di paesani oggetti di uso
quotidiano, non attuali e moderni, bensì utilizzati decine di anni fa dai
nostri avi. Un colino per il latte, una forma per il burro, un mestolo, una
falce, una zappa, cestini di diverse dimensioni, hanno preso vita e sono
diventati parte del grande presepe allestito nei sotterranei della chiesa del
Melezet.
Il presepe nel
sotto-chiesa con la bella cancellata in ferro battuto, pregevole opera di
Emiliano Roude.
Il presepe per il Natale 2013 |
A completare la scenografia: abbondante fieno, muschio, lana cardata, patate, pane, mele, mais e polenta, cotta direttamente nel paiolo di rame, appeso con la catena del camino. La capanna è stata allestita direttamente all’interno di una culla antica, tutta di legno, dove Maria, Giuseppe e Gesù, scaldato all’asinello
e dal bue, tornano da
2013 anni, per ricordarci il gioioso e unico mistero della Natività. Una
rappresentazione straordinaria che rivaluta l’utilizzo di oggetti antichi
attraverso un impiego diverso, consentendoci di ricordare quanto fosse
importante il loro uso nella vita quotidiana degli abitanti della montagna ».
TRAVERSÉE: UN SIÈCLE DE SKI: 1913-2013
Un’incantevole giornata
di sole ha accompagnato, domenica 3 marzo, un nutrito gruppo di sciatori nella traversata dedicata al centenario dello Sci,
Modane-Bardonecchia, organizzata dal Caf, insieme ai Comuni di Bardonecchia e
Modane, al Conseil Général de la Savoie, a Terra Modana e all’associazione gemellaggio. Al di là di ciò che le foto
documentano, se qualcuno avesse potuto assistere alla prima traversata,
avvenuta il 10 febbraio 1913 e a quella di domenica, sarebbe certamente rimasto
frastornato non solo dall’ambiente
circostante, ma dall’abbigliamento tecnologico indossato dagli sciatori.
Ha ricordato le
Conseiller Général Xavier Lett, anima dell’evento, che a quell’epoca gli sci erano
di legno e non avevano le pelli di foca. I partecipanti erano vestiti con abiti
di lana e scarponi di cuoio. Per compiere la salita, iniziata, allora a
Bardonecchia, i coraggiosi sciatori avevano dovuto arrotolare agli sci delle corde.
Un vero salto di qualità. Sono partiti, alle 7,30, in quarantanove, tra cui
undici donne e sei italiani. Alcuni hanno
preso il via davanti al
municipio di Modane, altri si sono serviti di un bus che li ha portati a
Valfréjus. Da qui hanno iniziato a salire fino all’Arrondaz poi verso il Colle
di Valle Stretta ed infine la discesa verso l’Italia. Al Rifugio “I Re Magi”
hanno trovato un primo ristoro di bevande calde e fredde. Poi la conclusione a Pian
del Colle. I primi ad arrivare sono stati due veri campioni, Laurent Copin e
Laurent Novero, che hanno percorso l’intera traversata in 2 ore e 40 minuti.
Poi è arrivato un italiano, Enzo Vincenti, ed infine il gruppo al completo. Presso
lo Chalet dello sci di fondo l’allegra comitiva ha consumato un pasto a base di
polenta, salsiccia e formaggio. Le due associazioni Gemellaggio hanno offerto
rispettivamente un aperitivo (Modane) ed un dolce
(Bardonecchia). [LuisaMaletto]
LA SETTIMANA SANTA
INSIEME AI BAMBINI DEL CATECHISMO
Sabato 23 marzo le due
classi del catechismo di Melezet si sono ritrovate nella chiesa di Les Arnauds
per partecipare alla S. Messa prefestiva in occasione della Domenica delle Palme.
Per ricordare
l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, i bambini all’inizio della celebrazione, dopo
la benedizione, sono entrati in chiesa portando in mano un rametto di ulivo
segno di pace, intonando il canto dell’Osanna Eh!
L’angelo che regge la
lampada del Santissimo Sacramento, copia di scultura del 1700.
Durante la celebrazione
i fanciulli hanno partecipato attivamente con dei canti, lo svolgersi delle
letture, il servizio all’altare. In questa occasione è stato letto il Vangelo
della Passione del Signore a tre voci secondo
l’Evangelista Luca ed
il tutto si è concluso intonando il Magnificat. Tutta la gente è tornata a casa
portando la pace simboleggiata dai rametti di ulivo.
Nel giorno del Giovedì
Santo ci siamo di nuovo radunati, questa volta nella chiesa di Melezet, per lo
svolgersi della Messa della Cena del Signore, in particolare i bambini che nel
mese di giugno riceveranno la loro Prima Comunione, hanno simboleggiato gli
Apostoli durante il rito della lavanda dei piedi e don Paolo ha ricordato gli
stessi gesti che aveva fatto Gesù prima della sua Passione.
Durante la Preghiera dei
Fedeli il nostro Parroco ci ha invitati a pregare per i sacerdoti, ricordando
il Sacramento dell’Ordine istituito da Gesù proprio in questa occasione.
Anche in questo giorno
abbiamo cantato e servito il Signore, concludendo con l’accompagnamento del
Santissimo Sacramento all’altare della reposizione.
[CristinaMainardi]
LA MESSA DI PRIMA
COMUNIONE
È mercoledì, e come
tutti mercoledì da ottobre ci troviamo con don Paolo nella nostra saletta del
catechismo perché, caro Gesù, in questi
giorni abbiamo preparato il nostro cuore ad accoglierTi. Ma questo mercoledì sarà l’ultimo, perché
domenica 2 giugno 2013, nella Tua casa per la prima volta riceveremo Te, vivo
come noi, nell’Ostia Consacrata. Ecco, il 2 giugno è arrivato con un tiepido sole,
e noi bimbi: BERGESIO ALESSANDRO, CIRONE MICHAEL, CORE LUCA, DUÒ LUDOVICO, GIANNINI
GIULIA, GUILLAUME ANNA, MURO MATTEO, MURO SIMONE, NOSENZO NICOLÒ, PERINI VERA,
RANGO MATTIA, SCANAVINO VALENTINA, SILVESTRO EDOARDO, STELLA ANDREA, VACHET
GINEVRA abbiamo celebrato il nostro primo banchetto alla mensa del Signore: il
Sacramento dell’Eucaristia.
La Messa di Prima Comunione.
La chiesa vestita a
festa ci ha accolto insieme ai nostri familiari e a tutta la comunità parrocchiale:
con l’impegno di tutti abbiamo dato vita ad una calorosa ed emozionante
cerimonia fatta di canti, letture e un offertorio speciale per dire al Signore:
“Eccoci”.
La celebrazione di
questa domenica è stata per tutti ricca di emozioni e di grande gioia,ma anche,
sicuramente, spunto per riflettere su questo
Santo Sacramento: forse tanti “grandi” sono tornati indietro nel tempo per
ricordare quel giorno vissuto in prima persona e rinnovare così la
consapevolezza che il grande amore di Gesù non ci abbandonerà mai.
Signore, aiutaci a
custodirTi nel nostro cuore come un vero tesoro.
RECITA DI NATALE 2013: IL PRESEPE DI
GRECCIO
È il 4 ottobre 2013, ma
è anche la festa di San Francesco. Iniziamo così il nostro nuovo anno di
catechismo scoprendo un piccolo uomo che è stato grande nell’amore di Dio: San
Francesco.
Recita di Natale: “Il presepio di reccio”.
[foto C. Mainardi]
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Francesco, “il
poverello d’Assisi”, ha lasciato tutte le sue ricchezze per vivere nella povertà.
Ha amato e rispettato ogni creatura tanto da chiamarle: fratello sole, sorella
luna, fratello fuoco, ecc., insegnandoci ad amare e rispettare il creato perché
l’amore di Dio è sconfinato e in ogni più piccola creatura c’è il suo segno. Durante
la notte di Natale del 1223, a Greccio, Francesco rievocò la nascita di Gesù, facendo la prima
rappresentazione vivente di
quell’evento. Ricordando quanto fatto dal Santo tutti i bambini del catechismo delle frazioni
hanno realizzato in chiesa una piccola rappresentazione raccontando e cantando la nascita di Gesù e augurando così a
tutti un sereno Santo Natale. [Laura Silvestro]
MONS. CLAUDIO IOVINE,
PREVOSTO DI CONDOVE
Sabato 26 ottobre 2013
mons. Claudio Iovine ha fatto il suo ingresso come Prevosto di Condove. Da
tempo aveva manifestato il desiderio di ritornare in Diocesi per dedicarsi al ministero
pastorale, dopo gli anni di Roma, nella Congregazione per le Cause dei Santi. Lo
ricordiamo con queste righe anche nel Bollettino di Melezet, perché per 12 anni
è stato presente nella nostra parrocchia, nelle notte di Natale e nella
celebrazione della Veglia Pasquale, sostituendo il Parroco impegnato a Savoulx,
con dedizione e grande impegno nelle due significative ricorrenze,
arricchendole pure con la sua parola profonda e convinta.
Gli siamo riconoscenti
per questo e di cuore gli auguriamo un fecondo ministero nella grande e
impegnativa parrocchia che gli è stata affidata, sperando di rivederlo in
qualche nostra festa, in mezzo a noi.
Mons. Claudio Iovine fa
il suo ingresso parrocchiale a Condove.
S. ANTONIO ABATE, PATRONO DI MELEZET
I cantori di Bardonecchia per S. Antonio con il direttore Francesco Avato. |
Venerdì 17 gennaio
2014, in un giorno di neve, la comunità parrocchiale di Melezet si è radunata
in chiesa per onorare il suo Patrono con una S. Messa solenne presieduta da don
Giorgio Nervo, Parroco di Sestriere
e Savoulx, e
concelebrata con don Franco Tonda, Parroco di Bardonecchia.
Ad animare la
celebrazione è intervenuta la Cantoria di Sant’Ippolito diretta da Francesco Avato,
accompagnata all’armonium dal nostro Parroco don Paolo. Nel primo banco erano
presenti le autorità, in rappresentanza del Comune di Bardonecchia e del
Consorzio Assomont di Melezet.
Come ogni anno, in
occasione di questa festività, sono state portate in chiesa una reliquia di
Sant’Antonio Abate e la preziosa e antica statua del santo, venerata nei secoli
dalla comunità.
Durante l’omelia, ricca
di riflessioni, si è ricordata la chiamata di questo santo a servire il
Signore, avvenuta dopo la perdita dei suoi cari, in un giorno in cui si stava
proclamando il Vangelo di Matteo al capitolo 19; ad Antonio parve che quel
passo fosse stato letto proprio per sé e comprese il senso della sua vita.
Nel Vangelo, Gesù
risponde al giovane ricco che gli ha chiesto cosa doveva fare di buono per
ottenere la vita eterna: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che
possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi».
Così Antonio decise di vendere i suoi beni, donando il ricavato in parte ai
poveri e in parte alla sorella, affidandosi totalmente alla provvidenza, si
ritirò in solitudine, a stretto contatto con Dio, e si dedicò al lavoro, alla
preghiera e alla lettura delle Sacre Scritture.
Anche noi, ispirandoci
al nostro Santo Patrono, potremmo sforzarci di apprezzare di più il presente,
con maggiore distacco dai beni materiali, mettendo nelle mani della provvidenza
il nostro domani.
Al termine della
funzione religiosa l’Assomont ha offerto nella sua sede un generoso rinfresco
per continuare questo giorno di festa. [Cristina]
RICORDO DI CLEMENTINA ALLEMAND VED. NUVOLONE
In occasione della Messa
di trigesima di mamma, don Paolo mi ha chiesto di scrivere due righe per il
Bollettino, per parlare di lei e condividere insieme a voi il suo ricordo. Da
quella data è trascorso quasi un mese e devo dire che non è stato facile
riuscire a fermare i pensieri, radunarli e mettere da parte la tristezza per
cercare di far affiorare i ricordi di una mamma sempre presente e positiva. Mamma
Clementina è nata a Melezet il 17 ottobre del 1930, quinta di sei fratelli, è
cresciuta orfana del papà dall’età di 6 anni con la famiglia nella casa della
Pëîramdëlha.
Varie vicissitudini
hanno segnato i primi anni della sua vita: la perdita di due fratelli in giovane
età, quella del papà, la guerra vissuta in età adolescenziale con i bombardamenti,
i soldati tedeschi in paese e lo sfollamento a Carpignano Sesia. Infatti, con
alcuni fratelli, era stata costretta, per ragioni di sicurezza, ad andare via
dal suo paese. Erano stati ospitati da una famiglia di Carpignano e avevano fatto
amicizia con i figli: Irma, Ilda e Renato.
Mamma li ha sempre
descritti come molto ospitali, gentili e simpatici; un bel gruppetto con cui
andare a caccia di rane, nelle risaie nei pressi del paese.
In quei giorni, nonna
Susanna, era rimasta a casa con la figlia Ernestina e mamma al rientro aveva
avuto la brutta notizia che la sorella era deceduta.
Sicuramente non deve
essere stato facile crescere in quegli anni quando, a suo dire, spesso il
pranzo era costituito da un po’ di latte munto dalle mucche al pascolo, mescolato
a frutti di bosco, raccolti sul momento; il letto era un po’ di paglia coperto
da un lenzuolo ruvido, gli abiti erano leggeri e sempre gli stessi.
Anche l’acquisto di un
cappotto, con i primi soldi guadagnati facendo le pulizie in una casa di
“signori” di Bardonecchia, è stato una grande conquista, come la bicicletta che
il Parroco, don Francesco Masset, le aveva regalato per scendere nel capoluogo
a svolgere il suo lavoro.
Da quello che mi hanno
detto, mamma e papà si sono fidanzati nel 1955 circa e tre anni dopo si sono posati, sempre a Melezet.
Il matrimonio di Gildo Nuvolone con Clementina Allemand (10 maggio 1958)
Ho tanti ricordi in cui
i nostri compaesani venivano a cercarla per fare un’iniezione, una medicazione,
o per assistere qualcuno prossimo al trapasso. Mamma era sempre disponibile,
con un sorriso e una parola di conforto, spesso accompagnati da una tazza di
caffè bollente e due biscotti.
Quando invitavo le mie
amiche per studiare, erano certe che a casa mia c’era sempre una torta appena
sfornata per la merenda e quando, a Natale, con Romano, allestivamo l’albero e
il presepe, il suo incarico principale era cuocerci la cioccolata,
rigorosamente preparata con latte, polvere di cacao, zucchero e farina... non
so come facesse, ma era ottima.
Altro che bustine già
pronte!
Ricordo che mamma
andava spesso a pulire la chiesa con le altre donne del paese, la ricordo ad
assistere i genitori di don Edoardo nei momenti di difficoltà con la salute, a
sistemare con Anastasia e Carmela i coprialtare e gli abiti talari.
In chiesa aveva sempre
una parola e un saluto per i “villeggianti” che partecipavano alla Messa: li
conosceva quasi tutti! Insomma, era sempre presente e la mia sensazione è che
abbia trascorso la sua vita in paese, silenziosamente come persona, ma rumorosamente
con le azioni. Cinquant’anni di matrimonio con papà sono stati tanti e da
quando è mancato lui, nel 2008, a mamma è mancata una parte di vita, da lì il
suo entusiasmo non è più stato tale. È un po’ come se si fosse arresa, fino a che,
il 21 ottobre di quest’anno, ha deciso che era meglio stare accanto a lui, per
parlare patois e vedere insieme il meraviglioso spettacolo delle nostre
montagne.
Chissà se anche lì gli
prepara il caffè alle tre di notte e glielo porta, svegliandolo, per berlo
insieme. [Wanda Nuvolone]