LA TRADIZIONE DEL PRESEPE A MILLAURES
I miei ricordi del presepe nella nostra Parrocchia di
Sant’Andrea Apostolo risalgono ai primissimi anni della mia infanzia. Ricordo
che l’iniziativa era di mia mamma, Erminia, e della sua amica Maria Gendre che,
sempre con molta allegria, si lanciavano nell’impresa di allestire un presepe
con le vecchie statuine che già utilizzavano quando erano loro bambine. Erano
presepi sempre molto tradizionali, con il classico muschio e la stella cometa
sulla capanna, arricchiti però ogni anno da un qualche particolare che dava un
tocco di novità: un mazzo di vischio particolarmente ricco di palline, un pezzo
di corteccia o una radice messe al posto giusto, qualche nastro colorato e
drappeggiato come ornamento.
Mia mamma portava con sé noi quattro figli che cercavamo di
renderci utili come potevamo, trasportando e aprendo scatoloni, passando pezzi di muschio o
piazzando statuine e pecorelle. L’allestimento del presepe durava un intero pomeriggio e quando uscivamo dalla chiesa fuori
era buio pesto e il freddo pungente. Oltre alla serena e allegra atmosfera,
proprio il freddo patito per l’intero pomeriggio è uno dei ricordi indelebili
di quegli indimenticabili momenti.
Cresciuti e diventati ragazzi, l’incarico di allestire il presepe
ce lo siamo presi noi, fratelli Blanc, a cui si sono aggiunti l’aiuto e le idee
di Walter, Luciano, Giorgio e Claudio. Con il passare del tempo anche i
particolari si sono notevolmente arricchiti: nel tradizionale presepe sono
comparsi i primi meccanismi che facevano correre l’acqua in rigogliosi ruscelli,
passare in processione pastori e gente comune davanti alla grotta, sorgere e tramontare il sole per lasciare il
posto a cieli stellati…
Anche l’allestimento del paesaggio si è andato arricchendo negli
anni e ha raggiunto il culmine con la realizzazione di bellissime casette in
stile montano, tutte minuziosamente realizzate in pietra e legno da Alberto e
Claudio che, con pazienza certosina hanno dedicato mesi interi alla
“costruzione” di queste bellissime baite, curate nei minimi particolari, che
davano al presepe una nuova impronta montanara.
Questi erano gli anni Ottanta, in cui il presepe cambiava anche
spesso ubicazione: dalla Cappella laterale dove era sempre stato allestito, si
è passati alla tribuna che per l’occasione è stata soppalcata e trasformata in ampio
altipiano, per passare all’atrio della chiesa ed anche alla vicina Cappella di
San Rocco.
A cavallo degli anni Novanta il presepe dei ragazzi, oramai
adulti, è diventato il presepe dei bambini. Il paese si andava ripopolando e per
la prima volta da molti decenni, c’era un gruppo ben nutrito di bambini, ben
cinque della stessa età – Andrea, Monica, Roberto, Sara e Stefano – a cui si
aggiungevano i più piccoli Massimo, Amedeo, Albert, Michela, Annalisa e che
formavano il gruppo del catechismo. Con loro ho iniziato a proporre dei gruppi di
lavoro per realizzare tutti insieme piccoli lavoretti da presentare in
occasione della festa del Santo Patrono del paese, Sant’Andrea, che si
festeggia il 30 novembre.
Proprio vista la buona riuscita di questi momenti di “bricolage”
tutti insieme, l’anno successivo, con l’aiuto di alcune mamme, abbiamo deciso
di lanciarci nella realizzazione di presepi molto particolari: dal presepe
interamente realizzato con le pigne a quello messo insieme incollando i vari
formati di pasta, da quello di patate a quello fragrante di pane e a quello
morbido e colorato in lana. È motivo di orgoglio poter dire che per diversi anni
i nostri presepi, artigianali e sempre molto originali, si sono classificati al
primo posto nel concorso diocesano.
Questi erano gli anni Novanta.
Ora, per il terzo anno consecutivo, si è cercato di ridare
un’impronta di originalità al nostro presepe, ideato e realizzato con i pochi bambini
che frequentano la Messa.
Un paesaggio tutto invernale con casette e abeti innevati che
rendevano l’atmosfera ovattata e candida nel presepe del Natale 2011. Per
quello dell’anno successivo abbiamo utilizzato alcune delle bellissime baite in
legno e pietra, eredità degli anni Ottanta, sistemate su livelli diversi e
ambientate in un fitto bosco di conifere, dove la povera capanna in legno della
natività era interamente sommersa da una ricca vegetazione che avvolgeva tutto,
conferendo un’atmosfera molto suggestiva.
Per il presepe di quest’anno ci siamo lanciati in un’opera molto
ardua che ha richiesto una lunga preparazione per la ricerca e la conservazione
dei materiali utilizzati. Una grande varietà di rami carichi di bacche di ogni
genere sono stati sapientemente e coraggiosamente (viste le spine) disposti come
sfondo e cornice del presepe. Migliaia di foglie secche di ciliegio formavano un
morbido e variopinto tappeto nel sottobosco dove, in posizione centrale era
stata collocata la capanna della natività, ricoperta e circondata da rametti di
bacche, da foglie, pigne e funghi. Sopra quest’ultima luceva la stella cometa
formata da una cascata dorata di foglie di betulla sistemate su nastri di raso giallo.
Come tende di un sipario in tema, a fare da corona a questo bucolico
presepe, tanti nastri di raso dai colori autunnali ricoperti da centinaia di
foglie secche di tutti i formati e colori.
Come di consueto il presepe è ubicato nella parte sinistra
dell’atrio mentre, per la prima volta, nella parte destra è stato allestito il
“boschetto delle preghiere” con un grande abete ornato da nastri di raso e
foglie secche, fiocchi di neve fatti con bastoncini cotonati e fette di arance
essicate e da una serie di alberelli realizzati da ceppi, cortecce e rami
secchi sui quali erano appese piccole pergamene con passi dei Salmi e semplici
preghiere da leggere e meditare.
Il sottobosco, ricoperto da variopinte foglie secche, era
popolato da numerosi animaletti in paglia e in pasta di sale, realizzati dai
bambini.
Al centro della scena c’erano Giuseppe e Maria sull’asinello, in
cammino verso la casetta della natività nel presepe, dall’altra parte
dell’atrio.
Doveroso è un ringraziamento a tutti coloro si sono adoperati
per aiutare nella raccolta del materiale e in particolare a Carmela che con le
sue idee e la sua creatività è riuscita a coinvolgere i bambini gettando le
basi per future realizzazioni. [AnnaMaria Blanc]
MILLAURES, IL PAESE CHE DIVENTA INGORGO
Sopra Bardonecchia, verso Jafferau, ci sono alcune borgate,
Gleise, Cianfuran, Rochas e Brua, e un albergo, direttamente sulle piste, che
nei periodi festivi richiamano molti turisti, in particolare a ferragosto e
nelle vacanze di Natale. L’unica strada di accesso presenta una strettoia
aMillaures che nei periodi dimaggior affluenza diventa una trappola per gli
automobilisti e una camera a gas per chi ci abita.
Come ampiamente previsto in questi giorni, con la tanta neve
caduta, la situazione è di caos a tutte le ore del giorno e della notte. Da
tanto tempo si rincorrono voci di soluzioni (circonvallazioni, tunnel,
semafori), ma nulla si muove e puntuale si ripresentano gli ingorghi e
l’inquinamento.
Cosa dicono gli amministratori? Qualcuno ha in agenda il
problema? Come mai in oltre venti anni non si è fatto nulla, ma si è consentito
di fare nuove costruzioni?
NaturaImente, manco a dirlo, nei momenti di confusione la
polizia urbana non c’è mai, di rilievo invece la presenza di due bravi
poliziotti, che la sera del 28 dicembre, sotto una fitta nevicata, si sono
prodigati per risolvere l’ennesimo ed ampiamente previsto ingorgo di auto. [Filippo]
– Dal quotidiano “La Stampa” del 5 gennaio 2014, nella rubrica “Specchio dei tempi”
3 LUGLIO: NOTRE DAME ’D COTE ARLAU
Ritrovo al bivio con località Brue da dove parte la processione
recitando il Rosario, lungo un bel sentierino che porta alla Cappella di Maria
Ausiliatrice che sorge su una roccia a precipizio sul torrente Perilho. In passato,
per l’occasione, salivano anche gli abitanti delle borgate al di là del
torrente, quindi i partecipanti alla S. Messa erano molti di più.
La Cappella reca sulla facciata la scritta: “Maria Ausiliatrice
ora pro nobis”.
Dopo la S. Messa, celebrata dal nostro Parroco, don Paolo, un
piccolo rinfresco ha solennizzato la festività.
Nella foto, ecco i più anziani parrocchiani di Millaures che
come ogni anno si ritrovano per la celebrazione, che è anche occasione di incontro.
LA CAPPELLA DI N. S. DELLA NEVE A BROUE
Sabato 3 agosto, con due giorni di anticipo sulla festa della
Madonna della Neve, la piccola Cappella della frazione Broue è stata riaperta al
culto, dopo anni di abbandono.
Queste Cappelle nelle frazioni di montagna ci parlano di
un’altra epoca, di pastori e contadini che trascorrevano i mesi estivi negli
alpeggi, una vita di poche comodità e tanto lavoro, ma in cui non mancava mai
un luogo per la preghiera.
Inaugurazione Cappella delle Broue. [foto
C. Mainardi]
Fondata nel 1727, e dedicata a Nostra Signora delle Nevi come
risulta dalla lastra di pietra posta sopra l’architrave, la Cappella fa parte
della parrocchia di Millaures; nel 1928 fu completamente ristrutturata per
volontà di Maximin e Angelo Guiffre, e si continuò a celebrare la festa ogni
anno il 5 agosto. Il passare degli anni e le nevicate invernali avevano però
danneggiato seriamente il piccolo edificio, che da anni era in stato di
abbandono e non era più officiato. Ma la Provvidenza trova sempre una via: in
occasione dei recenti lavori che la famiglia Zannier ebbe a fare presso la propria baita,
espresse il desiderio di rimettere anche in sesto la Cappella, rinforzando le
pareti e il tetto e risistemando l’interno.
Interno Cappella delle Broue. [foto C.Mainardi] |
La festa dopo l’inaugurazione. [foto C. Mainardi]
Grande la gioia di residenti e villeggianti quando don Paolo ha riaperto la Cappella, che adesso contiene un artistico crocifisso in legno scolpito da Luigi Bertolotti e un dipinto di Secondina Griliet.
Il canto delle litanie dei Santi, l’aspersione con l’acqua
benedetta e la celebrazione della Messa hanno sancito in modo sacramentale la
riapertura della Cappella, e la celebrazione iniziata sotto una leggera
pioggerella si è chiusa in bellezza con un rinfresco nel prato retrostante. [Danilo
Calonghi]
HORRES, 4 AGOSTO 2013
Festa della fienagione come ogni anno alle zGrange Horres; ecco
alcuni momenti dalla Celebrazione Eucaristica, sull’altare posto sul retro
della Cappella, vista la magnifica giornata che ci ha accompagnato fino a sera;
e poi via con la polenta e i giochi vari.
SANT’ANDREA 2013
Anche quest’anno, la consueta nevicata, ha accompagnato la
nostra festa patronale. La parrocchia di Sant’Andrea Apostolo era gremita di
fedeli e la Santa Messa è stata concelebrata dai sacerdoti della Diocesi. A
presiederla era don Natalino Bertone, direttore della casa dei salesiani di
Oulx, che con la sua omelia ha fatto sì che la partecipazione fosse particolarmente
sentita.
I nostri canti, con la chitarra di Betta, hanno reso la funzione
ancora più solenne, poi il pane benedetto, distribuito al termine della
celebrazione, il rinfresco come al solito offerto dal Consorzio di Millaures. Ancora,
nell’atrio della chiesa, era presente il nostro “Chante”, fiorito e coperto di
nastri colorati a ricordo dei tempi passati, e delle persone care che ci hanno
lasciato anche durante questo 2013. [Marilena Bellet]
La bella bacheca per gli avvisi della chiesa, sul muro del cimitero, opera di Claudio Giuffre, che ringraziamo sentitamente.
LAUREA
Luca Bellet, il 20 marzo 2014, con la votazione di 110/110, ha
conseguito la Laurea magistrale in Scienze internazionali, presso l’Università
di Torino, discutendo la tesi: “La democrazia ambientale in Cina: uno sguardo alla
Provincia dello Zehejiang”.