24/08/14

MILLAURES (Bollettino 2013)

LA TRADIZIONE DEL PRESEPE A MILLAURES
I miei ricordi del presepe nella nostra Parrocchia di Sant’Andrea Apostolo risalgono ai primissimi anni della mia infanzia. Ricordo che l’iniziativa era di mia mamma, Erminia, e della sua amica Maria Gendre che, sempre con molta allegria, si lanciavano nell’impresa di allestire un presepe con le vecchie statuine che già utilizzavano quando erano loro bambine. Erano presepi sempre molto tradizionali, con il classico muschio e la stella cometa sulla capanna, arricchiti però ogni anno da un qualche particolare che dava un tocco di novità: un mazzo di vischio particolarmente ricco di palline, un pezzo di corteccia o una radice messe al posto giusto, qualche nastro colorato e drappeggiato come ornamento.


Mia mamma portava con sé noi quattro figli che cercavamo di renderci utili come potevamo, trasportando e  aprendo scatoloni, passando pezzi di muschio o piazzando statuine e pecorelle. L’allestimento del presepe durava un intero pomeriggio e quando uscivamo dalla chiesa fuori era buio pesto e il freddo pungente. Oltre alla serena e allegra atmosfera, proprio il freddo patito per l’intero pomeriggio è uno dei ricordi indelebili di quegli indimenticabili momenti.
Cresciuti e diventati ragazzi, l’incarico di allestire il presepe ce lo siamo presi noi, fratelli Blanc, a cui si sono aggiunti l’aiuto e le idee di Walter, Luciano, Giorgio e Claudio. Con il passare del tempo anche i particolari si sono notevolmente arricchiti: nel tradizionale presepe sono comparsi i primi meccanismi che facevano  correre l’acqua in rigogliosi ruscelli, passare in processione pastori e gente comune davanti alla grotta,  sorgere e tramontare il sole per lasciare il posto a cieli stellati…
Anche l’allestimento del paesaggio si è andato arricchendo negli anni e ha raggiunto il culmine con la realizzazione di bellissime casette in stile montano, tutte minuziosamente realizzate in pietra e legno da Alberto e Claudio che, con pazienza certosina hanno dedicato mesi interi alla “costruzione” di queste bellissime baite, curate nei minimi particolari, che davano al presepe una nuova impronta montanara.
Questi erano gli anni Ottanta, in cui il presepe cambiava anche spesso ubicazione: dalla Cappella laterale dove era sempre stato allestito, si è passati alla tribuna che per l’occasione è stata soppalcata e trasformata in ampio altipiano, per passare all’atrio della chiesa ed anche alla vicina Cappella di San Rocco.
A cavallo degli anni Novanta il presepe dei ragazzi, oramai adulti, è diventato il presepe dei bambini. Il paese si andava ripopolando e per la prima volta da molti decenni, c’era un gruppo ben nutrito di bambini, ben cinque della stessa età – Andrea, Monica, Roberto, Sara e Stefano – a cui si aggiungevano i più piccoli Massimo, Amedeo, Albert, Michela, Annalisa e che formavano il gruppo del catechismo. Con loro ho iniziato a proporre dei gruppi di lavoro per realizzare tutti insieme piccoli lavoretti da presentare in occasione della festa del Santo Patrono del paese, Sant’Andrea, che si festeggia il 30 novembre.
Proprio vista la buona riuscita di questi momenti di “bricolage” tutti insieme, l’anno successivo, con l’aiuto di alcune mamme, abbiamo deciso di lanciarci nella realizzazione di presepi molto particolari: dal presepe interamente realizzato con le pigne a quello messo insieme incollando i vari formati di pasta, da quello di patate a quello fragrante di pane e a quello morbido e colorato in lana. È motivo di orgoglio poter dire che per diversi anni i nostri presepi, artigianali e sempre molto originali, si sono classificati al primo posto nel concorso diocesano.
Questi erano gli anni Novanta.
Ora, per il terzo anno consecutivo, si è cercato di ridare un’impronta di originalità al nostro presepe, ideato e realizzato con i pochi bambini che frequentano la Messa.
Un paesaggio tutto invernale con casette e abeti innevati che rendevano l’atmosfera ovattata e candida nel presepe del Natale 2011. Per quello dell’anno successivo abbiamo utilizzato alcune delle bellissime baite in legno e pietra, eredità degli anni Ottanta, sistemate su livelli diversi e ambientate in un fitto bosco di conifere, dove la povera capanna in legno della natività era interamente sommersa da una ricca vegetazione che avvolgeva tutto, conferendo un’atmosfera molto suggestiva.
Per il presepe di quest’anno ci siamo lanciati in un’opera molto ardua che ha richiesto una lunga preparazione per la ricerca e la conservazione dei materiali utilizzati. Una grande varietà di rami carichi di bacche di ogni genere sono stati sapientemente e coraggiosamente (viste le spine) disposti come sfondo e cornice del presepe. Migliaia di foglie secche di ciliegio formavano un morbido e variopinto tappeto nel sottobosco dove, in posizione centrale era stata collocata la capanna della natività, ricoperta e circondata da rametti di bacche, da foglie, pigne e funghi. Sopra quest’ultima luceva la stella cometa formata da una cascata dorata di foglie di betulla sistemate su nastri di raso giallo.
Come tende di un sipario in tema, a fare da corona a questo bucolico presepe, tanti nastri di raso dai colori autunnali ricoperti da centinaia di foglie secche di tutti i formati e colori.
Come di consueto il presepe è ubicato nella parte sinistra dell’atrio mentre, per la prima volta, nella parte destra è stato allestito il “boschetto delle preghiere” con un grande abete ornato da nastri di raso e foglie secche, fiocchi di neve fatti con bastoncini cotonati e fette di arance essicate e da una serie di alberelli realizzati da ceppi, cortecce e rami secchi sui quali erano appese piccole pergamene con passi dei Salmi e semplici preghiere da leggere e meditare.
Il sottobosco, ricoperto da variopinte foglie secche, era popolato da numerosi animaletti in paglia e in pasta di sale, realizzati dai bambini.
Al centro della scena c’erano Giuseppe e Maria sull’asinello, in cammino verso la casetta della natività nel presepe, dall’altra parte dell’atrio.
Doveroso è un ringraziamento a tutti coloro si sono adoperati per aiutare nella raccolta del materiale e in particolare a Carmela che con le sue idee e la sua creatività è riuscita a coinvolgere i bambini gettando le basi per future realizzazioni. [AnnaMaria Blanc]

MILLAURES, IL PAESE CHE DIVENTA INGORGO
Sopra Bardonecchia, verso Jafferau, ci sono alcune borgate, Gleise, Cianfuran, Rochas e Brua, e un albergo, direttamente sulle piste, che nei periodi festivi richiamano molti turisti, in particolare a ferragosto e nelle vacanze di Natale. L’unica strada di accesso presenta una strettoia aMillaures che nei periodi dimaggior affluenza diventa una trappola per gli automobilisti e una camera a gas per chi ci abita.
Come ampiamente previsto in questi giorni, con la tanta neve caduta, la situazione è di caos a tutte le ore del giorno e della notte. Da tanto tempo si rincorrono voci di soluzioni (circonvallazioni, tunnel, semafori), ma nulla si muove e puntuale si ripresentano gli ingorghi e l’inquinamento.
Cosa dicono gli amministratori? Qualcuno ha in agenda il problema? Come mai in oltre venti anni non si è fatto nulla, ma si è consentito di fare nuove costruzioni?

La statua di Sant’Eldrado dopo il restauro.

NaturaImente, manco a dirlo, nei momenti di confusione la polizia urbana non c’è mai, di rilievo invece la presenza di due bravi poliziotti, che la sera del 28 dicembre, sotto una fitta nevicata, si sono prodigati per risolvere l’ennesimo ed ampiamente previsto ingorgo di auto. [Filippo]
– Dal quotidiano “La Stampa” del 5 gennaio 2014, nella rubrica “Specchio dei tempi”

3 LUGLIO: NOTRE DAME ’D COTE ARLAU
Ritrovo al bivio con località Brue da dove parte la processione recitando il Rosario, lungo un bel sentierino che porta alla Cappella di Maria Ausiliatrice che sorge su una roccia a precipizio sul torrente Perilho. In passato, per l’occasione, salivano anche gli abitanti delle borgate al di là del torrente, quindi i partecipanti alla S. Messa erano molti di più.



Il quadro di San Rocco nella Cappella del Cimitero. [foto M. Favretti]

La Cappella reca sulla facciata la scritta: “Maria Ausiliatrice ora pro nobis”.
Dopo la S. Messa, celebrata dal nostro Parroco, don Paolo, un piccolo rinfresco ha solennizzato la festività.
Nella foto, ecco i più anziani parrocchiani di Millaures che come ogni anno si ritrovano per la celebrazione, che è anche occasione di incontro.

LA CAPPELLA DI N. S. DELLA NEVE A BROUE
Sabato 3 agosto, con due giorni di anticipo sulla festa della Madonna della Neve, la piccola Cappella della frazione Broue è stata riaperta al culto, dopo anni di abbandono.
Queste Cappelle nelle frazioni di montagna ci parlano di un’altra epoca, di pastori e contadini che trascorrevano i mesi estivi negli alpeggi, una vita di poche comodità e tanto lavoro, ma in cui non mancava mai un luogo per la preghiera.

Inaugurazione Cappella delle Broue. [foto C. Mainardi]


Interno Cappella delle Broue.
 
[foto C.Mainardi]
Fondata nel 1727, e dedicata a Nostra Signora delle Nevi come risulta dalla lastra di pietra posta sopra l’architrave, la Cappella fa parte della parrocchia di Millaures; nel 1928 fu completamente ristrutturata per volontà di Maximin e Angelo Guiffre, e si continuò a celebrare la festa ogni anno il 5 agosto. Il passare degli anni e le nevicate invernali avevano però danneggiato seriamente il piccolo edificio, che da anni era in stato di abbandono e non era più officiato. Ma la Provvidenza trova sempre una via: in occasione dei recenti lavori che la famiglia Zannier ebbe a fare presso la propria baita, espresse il desiderio di rimettere anche in sesto la Cappella, rinforzando le pareti e il tetto e risistemando l’interno.

La festa dopo l’inaugurazione. [foto C. Mainardi]

Grande la gioia di residenti e villeggianti quando don Paolo ha riaperto la Cappella, che adesso contiene un artistico crocifisso in legno scolpito da Luigi Bertolotti e un dipinto di Secondina Griliet.
Il canto delle litanie dei Santi, l’aspersione con l’acqua benedetta e la celebrazione della Messa hanno sancito in modo sacramentale la riapertura della Cappella, e la celebrazione iniziata sotto una leggera pioggerella si è chiusa in bellezza con un rinfresco nel prato retrostante. [Danilo Calonghi]

HORRES, 4 AGOSTO 2013
Festa della fienagione come ogni anno alle zGrange Horres; ecco alcuni momenti dalla Celebrazione Eucaristica, sull’altare posto sul retro della Cappella, vista la magnifica giornata che ci ha accompagnato fino a sera; e poi via con la polenta e i giochi vari.

SANT’ANDREA 2013
Anche quest’anno, la consueta nevicata, ha accompagnato la nostra festa patronale. La parrocchia di Sant’Andrea Apostolo era gremita di fedeli e la Santa Messa è stata concelebrata dai sacerdoti della Diocesi. A presiederla era don Natalino Bertone, direttore della casa dei salesiani di Oulx, che con la sua omelia ha fatto sì che la partecipazione fosse particolarmente sentita.
I nostri canti, con la chitarra di Betta, hanno reso la funzione ancora più solenne, poi il pane benedetto, distribuito al termine della celebrazione, il rinfresco come al solito offerto dal Consorzio di Millaures. Ancora, nell’atrio della chiesa, era presente il nostro “Chante”, fiorito e coperto di nastri colorati a ricordo dei tempi passati, e delle persone care che ci hanno lasciato anche durante questo 2013. [Marilena Bellet]

La bella bacheca per gli avvisi della chiesa, sul muro del cimitero, opera di Claudio Giuffre, che ringraziamo sentitamente.

LAUREA
Luca Bellet, il 20 marzo 2014, con la votazione di 110/110, ha conseguito la Laurea magistrale in Scienze internazionali, presso l’Università di Torino, discutendo la tesi: “La democrazia ambientale in Cina: uno sguardo alla Provincia dello Zehejiang”.