La celebrazione eucaristica propone in
quel giorno dapprima una lettura dal Libro del profeta Isaia contenente
l’invito a non spendere denaro per ciò che non è pane ma piuttosto a porgere
l’orecchio al Signore stabilendo con lui un’alleanza eterna. Significativo anche
il ritornello del salmo “Apri la tua mano, Signore, e sazia ogni vivente”,
mentre San Paolo riflette, nella Lettera ai Romani, sull’intima nostra unione a
Dio per mezzo di Cristo Gesù, nostro Signore, dal cui amore non riusciranno a
separarci “tribolazione, angoscia, persecuzione, fame, nudità, pericolo, spada,
morte, vita, angeli, principati, presente, avvenire, potenze, altezza,
profondità, né alcun’altra creatura”.
Il Vangelo di Matteo poi, con l’episodio
della moltiplicazione dei pani da parte di Gesù a favore della grande folla che
lo seguiva, episodio riportato da tutti e quattro gli evangelisti, riprende nuovamente
il tema del pane fulcro anche dell’omelia del Vescovo.
Partendo da una riflessione di Papa
Francesco, che vuole chiarirci quel “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, invocazione
contenuta nella preghiera del Padre Nostro, in cui “nostro” comprende non solo
noi stessi, la famiglia, gli amici ma l’intera umanità, mons. Nosiglia ricorda
che tutti devono avere il necessario per vivere, con quel pane portato, su
richiesta di Gesù, dagli apostoli alla moltitudine del racconto evangelico.
“Con il coronavirus - prosegue - alle parrocchie, come alle varie Caritas, si
sono centuplicate le richieste. Quanto è stato raccolto e dato con generosità ricorda
il pane spezzato da Gesù nell’Ultima Cena, e dal sacerdote durante la Messa,
distribuito poi in quella che diviene, accostata alla carità, una vera e
propria agape fraterna simile al banchetto intimo con cui i primi Cristiani
celebravano l’eucarestia rinsaldando la loro fratellanza. Eucarestia quindi,
nutrimento dell’anima, ma anche accoglienza della persona, in ogni sua
necessità, attraverso la carità”.
E al termine della celebrazione, devotamente
partecipata e animata per i canti da Giacomo Mancuso, al Vescovo è stata donata
una scultura della Scuola d’intaglio del Melezet molto apprezzata.
Prof.ssa Patrizia
Meumann Porcellana