Mentre il manoscritto del
nostro Bollettino è in Tipografia, in avanzata fase
di lavorazione, scoppia la terribile epidemia
– successivamente definita
pandemia – COVID-19
chiamata coronavirus, con inizio in Cina. La prima nazione
europea a essere
colpita è l’Italia. Gradualmente e velocemente i contagi dalla
Lombardia dilagano in Veneto, Emilia
Romagna, Piemonte e, successivamente, nelle altre Regioni. Allo stesso modo
sono gravemente colpite
la Francia, Spagna,
Portogallo, Germania, Inghilterra, Svizzera... gli Stati Uniti,
l’Africa.
Le persone
devono obbligatoriamente restare
in casa per impedire qualsiasi contatto sociale, in quanto non esistono medicine
per contrastare il virus. Gli ospedali sono presi d’assalto e i medici
già pensionati richiamati in servizio. Chiudono
tutte le attività e anche le celebrazioni religiose
a partire da lunedì 24 febbraio 2020 devono essere
sospese, in quanto è vietato
qualsiasi tipo di assembramento. Ogni giorno i notiziari
danno degli autentici
Bollettini di guerra, con migliaia di morti, ricoveri
continui e ringraziando Dio, anche molti
che riescono a superare la malattia
e lentamente a guarire. Queste righe trovano
ancora spazio nel presente Bollettino Parrocchiale che riguarda l’anno 2019 e le scrivo
in quanto, alla luce di ciò che sta avvenendo, il suo contenuto sarebbe da rivedere, soprattutto per quanto
concerne la “Lettera
del Parroco”. Lo farò sul prossimo
numero del 2020.
Desidero però che si pubblichi, a riguardo del flagello che dilaga, la stupenda
e quanto mai opportuna riflessione del nostro Arcivescovo Mons. Nosiglia:
«Il Corona
virus con cui dobbiamo ogni
giorno fare i conti,
ci sta insegnando però qualcosa di fondamentale: una società come la nostra all'avanguardia nella tecnologia, nella medicina, nelle previsioni del futuro, nell'uso smodato dei mezzi
più sofisticati per la propria
felicità... insomma una società che crede molto
nelle conquiste della
scienza e che
ha fatto in questi ultimi
anni in diversi
campi del suo vissuto
e se ne gloria perché
sono frutto della
sua potenza e grandezza ritenuta
invincibile... viene messa in ginocchio, nel caos e nella paura,
da un piccolissimo virus così come è avvenuto nell'ignorante medioevo con la peste o il colera.
Dove è finito tutto il progresso della scienza e della tecnica che rappresenta il nostro orgoglio
e la fonte di sicurezza assoluta, se siamo
stati battuti in tutto e per tutto da una insignificante organismo che ci spaventa come
un mostro invincibile e ci obbliga
a cambiare radicalmente la nostra
vita quotidiana?
Sì le grandezze umane
che sembrano assicurarci una vita bella
e ricca di felicità sono
come la torre di Babele che illudeva l’umanità
di aver conquistato il cielo, in realtà sono solo all'apparenza invincibili perché
esaltano con orgoglio se stesse, dimenticando il detto di Gesù: “che
giova all'uomo se guadagna tutto il mondo
e perde se stesso?” “E cosa potrà
dare in cambio
della propria anima?”
(Mc. 8,36). Quanti
regni e nazioni
o casati ricchissimi e fortissimi dal
punto di vista
economico e militare, quante
civiltà ricche di storia e di progresso sono caduti come
la torre di Babele e sono scomparsi come la neve
al sole?
La nostra società consumistica e gaudente, super attrezzata sul piano tecnologico sta attraversando uno dei suoi momenti più bui e difficili. Il virus che ci preoccupa
tanto dovrebbe farci comprendere che
la precarietà fa parte, della
nostra vita umana,
ne è il DNA che resta imperituro malgrado tutte le nostre capacità,
ricchezze e scoperte.
Ci insegna che dovremmo essere
molto più umili e che la vita e la morte, il tempo e il futuro non ci appartengono e non ne siamo gli assoluti padroni
ma c’è un di più a cui dobbiamo riferirci e a cui chiedere aiuto
e protezione che è Gesù il Figlio
prediletto del Padre celeste
e nostro Salvatore.
Solo il suo Vangelo
che apre il nostro cuore a Dio e agli altri resisterà, perché può contare
sulla sua forza divina,
questa sì invincibile ed eterna.
Donaci Signore
il tuo amore in te speriamo. Le parole del salmo della Messa di domenica scorsa ci accompagnino ogni giorno per nutrire
la nostra preghiera ogni giorno e ricevere
quella grazia che ci permette
di affrontare anche
le situazioni più difficili e faticose con fede e speranza. Solo i beni spirituali del cuore che si apre a Dio e agli altri resisteranno, perché possono contare
sulla sua forza divina
questa sì invincibile ed eterna».
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TRE TESTI STORICI
LA PESTE del 1630 a Bardonecchia
https://drive.google.com/file/d/1OQ43gAU_LhbsAifsAuALVnb6-GVQweBf/view?usp=sharing
In Alta valle di Susa (Zonato-Monticone)
https://drive.google.com/file/d/16-dJO-peci0m_LfN0-30bhIin3WJkiRa/view?usp=sharing
A Torino
https://drive.google.com/file/d/1xF54TpadWHZS8WS9-9zlYOajn7AO5ayF/view?usp=sharing
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Anno 1909. Pluriclasse con
insegnanti davanti alla Scuola
Comunale di Les Arnauds.
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