Miei carissimi parrocchiani,
la diffusione della “lettera domenicale” iniziata con
il 15 marzo scorso, in corrispondenza con la sospensione delle celebrazioni
delle Sante Messe aperte ai fedeli, a partire dal lunedì precedente, ha
l’intento di stabilire un contatto affettuoso con tutti voi, cari amici
residenti e villeggianti.
Oggi vi scrivo
lietamente consapevole che in tutti noi si sta radicando uno spirito più sereno
rispetto ai due mesi passati; con lunedì scorso, 4 maggio, si è infatti fatto
spazio negli animi ad una ritrovata serenità, anche se ancora moderata, perché
siamo consapevoli che il pericolo della ripresa del contagio si fa sempre più
remota anche se non è da sottovalutare. Nel lungo periodo di “isolamento sociale”,
Bardonecchia si è presentata ai nostri occhi pressoché deserta, avvolta in un
silenzio cupo e triste. Da pochi giorni – parlo per il Borgovecchio – è tornato
il vociare di alcuni passanti, il rumore del motore di qualche macchina che
transita e dei tagliaerba per la cura del verde. Tutti segni che testimoniano
la graduale ripresa del lavoro, pur nella consapevolezza che è necessario
evitare qualsiasi tipo di assembramento.
L’umore è migliorato
perché vi è in ognuno la percezione di un ritorno, a piccoli passi, verso uno
stile di vita più normale. Resta l’incertezza per la stagione turistica estiva,
per la quale io resto fiducioso. Ci sono, com’era prevedibile, dei gravi
problemi economici; per questo prosegue, da parte della Caritas, la raccolta
dei generi alimentari di prima necessità da destinarsi alle famiglie in
difficoltà.
In questi mesi,
tutto sommato, Bardonecchia è stata risparmiata da situazioni che avrebbero
potuto essere assai più gravi. Alcuni nostri concittadini sono stati contagiati
dal “COVID - 19”, però solo una piccola parte ha avuto bisogno di
ricorrere a cure ospedaliere, mentre gli altri sono rimasti in quarantena nelle
proprie abitazioni. Per tutti loro siamo stati in apprensione, abbiamo pregato
per la loro salute, e poi, abbiamo gioito per l’avvenuta guarigione.
Ringraziando Dio, grazie all’impegno delle Autorità, dei medici e delle Forze
dell’Ordine: Finanza, Polizia, Carabinieri tutto si è risolto nel migliore dei
modi.
Nel campetto dell’oratorio manca il vociare dei bambini.
Questo silenzio probabilmente andrà avanti ancora per parecchio tempo, per
evitare il pericolo di contagio favorita dagli assembramenti. Di solito, in
primavera, appena sciolta la neve, al pomeriggio, gruppetti di bambini e
ragazzi rallegravano, per alcune ore, l’ambiente con il loro chiasso, nel corso
delle partite a pallone. Torneranno anche questi bei momenti di spensieratezza,
nei quali prende forma il valore dell’amicizia, e fissano un ricordo indelebile
nella memoria che riaffiorerà più avanti nella vita. Talvolta, infatti, mi
capita di incontrare “i ragazzi di un tempo”, cresciuti all’ombra del
campanile, ora diventati adulti, parecchi dei quali con le loro famiglie ed i
loro figli. Parlando con loro di quegli anni, in cui erano ragazzi spensierati,
leggo nei loro occhi la gioia ancora viva al ricordo dei momenti trascorsi a
giocare al pallone in questo campetto. Probabilmente, con il trascorrere del
tempo, hanno dimenticato le raccomandazioni e gli insegnamenti trasmessi nel
corso delle riunioni …. È rimasto impresso il campetto della parrocchia, con le
partite, gli amici e la gioiosità dello stare assieme. Ebbene, ho fiducia che,
quanto prima, si possa tornare a sentire il vociare “dei ragazzi di oggi” e
magari sentirli litigare per qualche scorrettezza compiuta durante il gioco.
Quando ciò avverrà sarà il segno che saremo tornati ad una più autentica
normalità della vita.
Vorrei anche
ricordare come quella cappa che sentivamo pesante su di noi, sicuramente
aggravata dalle informazioni dei telegiornali, e la nostra conseguente chiusura
tra le pareti di casa, hanno provocato in alcune persone dell’ansia e della
paura, rasentando la depressione. Persone
che erano abituate a essere attive, poi, all’improvviso, costrette
all’inattività, le ha rattristate “dentro”, rendendole cupe e impaurite. Ora è venuto il momento di reagire, di
riprendere sicurezza e guardare al futuro con fiducia e “speranza”.
Mi permetto di
evidenziare che la “speranza” è una delle tre virtù teologali, ed è il frutto
che scaturisce dalla fede. È la fede che genera la speranza. Poi, a loro volta,
la fede e la speranza stimolano la carità che è la terza delle virtù teologali.
Quando ci accorgiamo che la speranza si affievolisce è il momento per ravvivare
la fede, da cui essa deriva. Se la fede è il reale ed autentico fondamento
della vita, di conseguenza la speranza è ben luminosa, in quanto vi è la
certezza che, nelle difficoltà, Dio ha cura di noi e, affidandoci a lui, siamo
in buone mani.
Il Vangelo paragona
la fede a “un tesoro nascosto in un campo”. Questo per dire che, nel
rispetto del dono della libertà, ci vuole un lavoro interiore personale,
affinché questo “tesoro” affiori e si radichi nella vita. Per apprezzare
la fede come tesoro, questa richiede di essere nutrita e alimentata. In caso
contrario rimane dubbiosa e traballante. È questo un pensiero che, talvolta,
cerco di spiegare ai ragazzi del catechismo facendo loro il seguente paragone:
la fede è come un’automobile che per viaggiare, ha bisogno del carburante … se
vostro papà o mamma non andassero dal benzinaio a fare il pieno di benzina, la
macchina, prima o poi, si fermerebbe. Così è per la fede, se non viene alimentata
si spegne. Il nutrimento viene dalla fedeltà alla preghiera quotidiana, dalla
partecipazione alla celebrazione dell’Eucarestia alla domenica e feste
comandate, dai Sacramenti, dalla lettura e meditazione del Vangelo e dalle
opere di bene.
Intanto si diceva
nella lettera di domenica scorsa circa l’attesa per la ripresa della
celebrazione delle sante Messe con la presenza dei fedeli. Dalle notizie di
questi ultimi giorni pare che sia fissata in modo ufficiale la data di lunedì
18 maggio. Sarà un giorno di grande gioia per tutti noi. La prima celebrazione
della Messa festiva sarà quella di sabato 23 maggio e finalmente torneranno a
suonare le campane per annunciare la Prefestiva della solennità dell’Ascensione
al cielo di nostro Signor Gesù Cristo. Per ora restiamo in attesa di conoscere
quali saranno le modalità per accedere in chiesa rispettando le norme di
sicurezza.
Come avvisi
parrocchiali vorrei innanzitutto dire che, a mio giudizio, è stata toccante la
Celebrazione di Affidamento a Maria Santissima dell’Italia e degli italiani, di
venerdì scorso 1° maggio, al Santuario di Caravaggio, trasmessa in diretta
televisiva, alle ore 21, da TV 2000.
Madonna del
Rosario
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Ricordo anche che ogni sera,
prima della celebrazione della santa Messa prosegue, sempre a porte chiuse,
la recita del Rosario per il mese dedicato alla santa Vergine Maria. Voi
pregatelo nelle vostre case.
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Martedì 12 sarà celebrato il
Trigesimo di Margherita Orcel.
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Mercoledì 13 la festa della
Madonna di Fatima.
Vi lascio con
questi pensieri, dandovi appuntamento per la prossima settimana, con un
cordiale saluto e augurio di ogni bene.
Don Franco
Tonda. Parroco
Bardonecchia, 10 maggio 2020
V° domenica di Pasqua