Carissimi miei parrocchiani di Bardonecchia e voi
villeggianti che, per i motivi che ben conosciamo, oggi mancate
all’appuntamento del “fine settimana”, voglio rivolgervi un saluto affettuoso.
Scrivo queste righe dopo avere celebrato la Santa Messa della 3° domenica di
Quaresima, a porte chiuse, da solo, con una grande amarezza nel cuore, e penso
a voi che oggi siete privati dell’incontro domenicale con il Signore. Leggevo,
al termine della prima lettura, quella domanda fatta dagli israeliti, provati
dalle tribolazioni nel deserto, “Il Signore è in mezzo a noi si o no?”. Ebbene,
anche per noi in questo momento, sappiamo che la risposta è “SI”. Il Signore è
con noi, non ci abbandonerà. È un tempo di maggiore riflessione sul vero senso
della vita e di maggiore ascolto della sua divina parola, com’è scritto nel ritornello del Salmo
Responsoriale odierno: “Fa che ascoltiamo, Signore, la tua voce”.
– Vi ricordo uno a uno
e, nella Messa, ho posto sull’Altare le vostre intenzioni e le vostre
suppliche. Soprattutto esprimo un ricordo particolare per coloro che soffrono.
Nella settimana passata, nella nostra Parrocchia di Sant’Ippolito del
Capoluogo, abbiamo avuto due lutti: Mercoledì 11 è mancato Maurizio
Franceschini, la cui notizia ha addolorato tutti. In tempi normali alla sepoltura, ci sarebbe
stato tutto il paese, invece, per forza di cose, al breve rito di commiato
celebrato davanti alla Cappella del Cimitero, vi erano gli stretti famigliari
chiusi nel loro dolore. È mancato anche Pietro Simiand, il papà di Daniela e
Marco, ad Alpignano dove era ricoverato, al termine di una lunga e dolorosa
malattia. Il Signore li accolga nella
sua gloria e conceda serenità ai famigliari.
- Giovedì prossimo 19 marzo, nel giorno della solennità
di San Giuseppe, avremmo dovuto ottemperare al Voto fatto il 29 giugno 1630 per
essere liberati dal contagio della peste. Il loro Voto era consistito in un
atteggiamento di conversione e di ritorno a Dio, espresso attraverso opere
materiali e gesti che non sto adesso ad elencare. I nostri bambini, sollecitati
dalle insegnanti di religione e dalle catechiste, stanno invocando San Rocco e
la sua intercessione. Già sono parecchi i disegni e le preghiere posti in
Chiesa, nel cesto accanto allo Stendardo esposto sul lato sinistro del
presbiterio.
- Belle e colorate nelle città le iniziative dei canti
eseguiti sui balconi, ma credo sia assai più necessario rivolgersi in Alto, con
la preghiera; tanta e intensa preghiera … e bussare al cuore di Dio ricco di
bontà e di misericordia. Ogni giorno celebro la Santa Messa e tutti voi sentitevi
ricordati al Signore. Unitevi a me, assistendo alla Messa trasmessa dai vari
canali televisivi e, non potendo fare in altro modo, fare la “COMUNIONE
SPIRITUALE”.
- Un ricordo speciale per “Roberto e la sua famiglia” perché
affrontino questa prova che è arrivata, nella fiducia che presto tutto si
risolverà al meglio.
Dicendovi BUONA e SANTA DOMENICA, desidero farvi conoscere quanto l’Arcivescovo Mons. Nosiglia ha scritto per noi sacerdoti, nella parte finale di una sua stupenda meditazione quaresimale:
“Il Corona
virus con cui dobbiamo ogni giorno fare i conti, ci sta insegnando però
qualcosa di fondamentale: una società come la nostra all’avanguardia nella
tecnologia, nella medicina, nelle previsioni del futuro, nell’uso smodato dei
mezzi più sofisticati per la propria felicità … insomma una società che
crede molto nelle conquiste della scienza e che ha fatto in questi ultimi anni
in diversi campi del suo vissuto e se ne gloria perché sono frutto della sua
potenza e grandezza ritenuta invincibile … viene messa in ginocchio, nel caos e nella
paura, da un piccolissimo virus così come è avvenuto nell’ignorante medioevo
con la peste o il colera. Dove è finito tutto il progresso della scienza e
della tecnica che rappresenta il nostro orgoglio e la fonte di sicurezza
assoluta, se siamo stati battuti in tutto e per tutto da un insignificante
organismo che ci spaventa come un mostro invincibile e ci obbliga a cambiare
radicalmente la nostra vita quotidiana?
Si le grandezze umane che sembrano
assicurarci una vita bella e ricca di felicità sono come la torre di Babele che
illudeva l’umanità di aver conquistato il cielo, in realtà sono solo
all’apparenza invincibili perché
esaltano con orgoglio se stesse, dimenticando il detto di Gesù: “che
giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde se stesso?”. “E cosa potrà
dare in cambio della propria anima? (Mc. 8,36). Quanti regni e nazioni o casati
ricchissimi e fortissimi dal punto di vista economico e militare, quante
civiltà ricche di storia e di progresso sono caduti come la torre di Babele e
sono scomparsi come la neve al sole?”.
La nostra società consumistica e gaudente,
super attrezzata sul piano tecnologico sta attraversando uno dei suoi momenti
più bui e difficili. Il virus che ci preoccupa tanto dovrebbe farci comprendere
che la precarietà fa parte della nostra vita umana, ne è il DNA che resta imperituro malgrado tutte le nostre
capacità, ricchezza e scoperte. Ci insegna che dovremmo essere molto più umili e
che la vita e la morte, il tempo e il futuro non ci appartengono e non ne siamo
gli assoluti padroni, ma c’è un di più a cui dobbiamo riferirci e a cui
chiedere aiuto e protezione che è Gesù, il Figlio prediletto del Padre celeste
e nostro Salvatore.
Solo il suo Vangelo che apre il nostro cuore
a Dio e agli altri resisterà, perché può contare sulla sua forza divina, questa
sì che è invincibile ed eterna.
Donaci
Signore il tuo amore, in te speriamo. Le parole del salmo della Messa di
domenica scorsa ci accompagnino ogni giorno per nutrire la nostra preghiera
ogni giorno e ricevere quella grazia che ci permette di affrontare anche le
situazioni più difficili e faticose con fede e speranza. Solo i beni spirituali del cuore
che si apre a Dio e agli altri resisteranno, perché possono contare sulla sua
forza divina, questa si che è invincibile ed eterna”.
Con l’affetto che tutti conoscete.
Don Franco Tonda, parroco