LA NUOVA
CHIESA DI MARIA AUSILIATRICE
DOMENICA 28
dicembre 2008, alle ore 16, ha avuto luogo il Rito della Dedicazione della
chiesa di Maria Ausiliatrice e dell’altare, compiuto da S.E. Mons. Alfonso
Badini Confalonieri, Vescovo di Susa.
Si tratta di
un grandioso ampliamento fortemente caldeggiato dal Vescovo stesso, progettato
con indubbia professionalità e attenzione nel mantenere – per quanto possibile
– lo stile montano del precedente edificio, dall’arch. dott. Marcello Caretta
in collaborazione con la figlia arch. dott. Irene, e seguito nelle varie e
difficili fasi di attuazione dalla tenacia e competenza del Rettore della
chiesa mons. Luciano Vindrola, a seguito della concessione edilizia rilasciata
dal Comune in data 19 dicembre 2006. Della costruzione primitiva, l’attuale
progetto, ha conservato la parete di via Montenero con il suo grazioso
campaniletto e, dopo aver rimosso il vecchio tetto con copertura in lamiere e
demolito le restanti due pareti, ha previsto l’ampliamento, con accesso
principale posto sulla facciata, oltre alla porta laterale per i
portatori di handicap e quella secondaria che dà accesso alla cappella
posteriore. La Ditta CONPIEM. di Torino, diretta in cantiere dall’ing. Lucio
Giordano, ha lavorato alacremente ed eseguito il lavoro in poco più di un anno.
LO SVOLGIMENTO
DEL RITO
(documentazione
fotografica: Lidio e Gisella Tancini)
Il Vescovo, i
Sacerdoti e il corteo con le Reliquie, giunto davanti al portone della chiesa
ancora chiuso, sono accolti dalle autorità e dai fedeli. L’arch. dott. Irene
Caretta, come previsto dal Rito, consegna l’edificio al Vescovo.
È affidato alle donne del Gruppo storico l’onore di portare in processione il cofano con le Reliquie dei Santi da collocare nel sepolcreto dell’altare.
Preceduto dal crocifero, il Vescovo, i sacerdoti, diaconi e tutti i fedeli entrano in chiesa mentre la Cantoria esegue l’antifona “Sollevate, o porte, i vostri frontali: entra il Signore, re della gloria”.
La primitiva cappella di Maria Ausiliatrice ebbe origine dalla volontà di alcuni villeggianti che il 2 agosto 1936 costituirono la “Società Anonima Cooperativa Oratorio di Borgonuovo” per dare una succursale alla parrocchia di S. Ippolito, in cui, per comodità degli abitanti del Borgonuovo, potessero assistere alla S. Messa.
I soci
fondatori sono ricordati da una lapide, attualmente in attesa di
ricollocazione, che recita: «L’anno del
Signore 1936 il Comm. Mario Bertola ideatore e benefattore con i soci fondatori
Marchese
Alfredo Clavarino
Cav. Cesare
Fantino
Cav. Giuseppe
Fornari
Ing. Mario
Giovannini
Cav. Innocente
Rigoli
Ing. Giuseppe
Verzone
col concorso
dei fedeli veniva inaugurata questa chiesa in onore di Maria Ausiliatrice viva
testimonianza di fede oasi di preghiera e di grazia animatore il Can. Teol.
Alfonso Fontan».
Il disegno della chiesetta portava la firma
degli architetti Verzone e Reviglio e fu Mons. Umberto Ugliengo, Vescovo di
Susa, a benedirla la domenica 18 luglio 1938, assistito dal Parroco di
Bardonecchia don Eulalio Coda e da don Alfonso Fontan, primo cappellano della
nuova chiesa. Fu quest’ultimo a voler dedicare la chiesa in onore di M.
Ausiliatrice in ricordo degli studi e del diploma magistrale compiuti presso i
Salesiani di Valsalice.
Nel 1960 don
Fontan, provato dagli anni e dall’infermità, lasciava il suo incarico e veniva
sostituito da don Serafino Chiapusso, il quale, nel corso di tanti anni di
servizio alla chiesetta, l’abbellì e l’adattò alle norme liturgiche emanate dal
Concilio Vaticano II.
Il Vescovo, accompagnato dai cerimonieri e diaconi, percorre la navata della chiesa e asperge con l’acqua benedetta il popolo e le pareti. Tornato in presbiterio asperge l’altare.
Segue la Liturgia della Parola, l’omelia del Vescovo e la recita della professione di fede.
La chiesa gremita di fedeli attenti allo svolgersi del suggestivo Rito che è in corso.
La chiesetta,
dopo 70 anni di storia, con l’ampliamento eseguito, registra ora una capienza
raddoppiata rispetto alla precedente, ed anche, nel sottochiesa, la presenza di
un elegante salone, utile per conferenze e attività parrocchiali. La
celebrazione del suggestivo Rito della Dedicazione, domenica 28 dicembre2008, festa
della S. Famiglia, ha richiamato una vera folla di fedeli, che ha gremito la
nuova chiesa in ogni sua parte. Con il Vescovo hanno presenziato oltre al
Parroco don Franco Tonda e al Rettore mons. Luciano Vindrola, anche mons. Claudio
Jovine, don Paolo Di Pascale, don Fortunato Pent, don Piotr Magiac, i salesiani
don Roberto Pasquero, don Michele Giulio e i diaconi Armando Lazzarin e Antonio
Piemontese. La liturgia, diretta dai Cerimonieri don Giorgio Nervo e dal ch.
Alvise Leidi, è stata animata dal Gruppo Ministranti di Valsalice di Torino
guidato da Stefano Demarie, con i vari commenti liturgici letti da Stefano Paglialunga.
La brava Cantoria parrocchiale ha eseguito le parti cantate previste dal Rito
del pontificale dei Vescovi.
I Priori di S.
Ippolito Fulvio Bauda con Franca Francou Rissone, i Vicepriori Pietro Paolo
Marino con Severina Riolfo Mallen e il gruppo storico delle donne in costume
tradizionale, diretto da Gabriella Franzini, hanno compiuto la processione con
le Reliquie e l’offertorio pubblico.
Nei banchi
loro riservati, oltre al Sindaco Francesco Avato, sono presenti numerose
autorità locali ed anche in rappresentanza della Regione e della Provincia di
Torino.
Al termine
della funzione, i convenuti sono stati invitati dal Rettore ad un rinfresco,
offerto e allestito da numerosi volontari nella grande sala sotto la chiesa.
d.F.
Dopo aver cantato le Litanie dei Santi, il Vescovo depone nel sepolcreto dell’altare le Reliquie di S. Giovanni Bosco, S. Domenico Savio, S. Maria Mazzarello, e dei Beati Michele Rua e Filippo Rinaldi che, notoriamente, furono devoti di Maria Ausiliatrice. «La deposizione delle reliquie indica che al sacrificio del capo si ricollega e da esso trae origine e principio il sacrificio delle membra»(dal Pontificale).
Dopo avere proclamato la solenne preghiera di Dedicazione, il Vescovo procede alla consacrazione dell’altare versando il Crisma sulle cinque croci della mensa, simbolo delle cinque piaghe di Gesù. «Santifichi il Signore con la sua potenza questo altare e questo tempio, che mediante il nostro ministero sono unti con il Crisma; siano segni visibili del mistero di Cristo e della Chiesa» (dalla Liturgia).
Il Vescovo pone l’incenso nel braciere collocato sopra l’altare mentre pronuncia le parole: «Salga a te Signore l’incenso della nostra preghiera come il profumo riempie questo tempio, così la tua Chiesa spanda nel mondo la soave fragranza di Cristo».
Il Vescovo incensa l’altare.
Mentre i diaconi incensano il popolo e le pareti della chiesa, un ministrante gira attorno all’altare proseguendo l’incensazione iniziata dal Vescovo, a significare il luogo in cui Cristo, come «soave profumo d’incenso» si dona al Padre nel sacrificio di se stesso.
«Accetta e santifica, Signore, le offerte della tua Chiesa in festa, perché il popolo che si raduna in questo luogo a te consacrato per celebrare i tuoi misteri, ottenga i benefici della salvezza»(dalla Liturgia).
Terminata l’incensazione e dopo aver raccolto il Crisma dall’altare mediante alcune pezzuole, i ministranti lo ricoprono con tre tovaglie sovrapposte, secondo l’antica tradizione della Chiesa.
Per la prima volta si rinnova il Sacrificio di Cristo sul nuovo altare. «Questo è il mio Corpo ... questo è il mio Sangue».Dopo aver cantato le Litanie dei Santi, il Vescovo depone nel sepolcreto dell’altare le Reliquie di S. Giovanni Bosco, S. Domenico Savio, S. Maria Mazzarello, e dei Beati Michele Rua e Filippo Rinaldi che, notoriamente, furono devoti di Maria Ausiliatrice. «La deposizione delle reliquie indica che al sacrificio del capo si ricollega e da esso trae origine e principio il sacrificio delle membra»(dal Pontificale).
Dopo avere proclamato la solenne preghiera di Dedicazione, il Vescovo procede alla consacrazione dell’altare versando il Crisma sulle cinque croci della mensa, simbolo delle cinque piaghe di Gesù. «Santifichi il Signore con la sua potenza questo altare e questo tempio, che mediante il nostro ministero sono unti con il Crisma; siano segni visibili del mistero di Cristo e della Chiesa» (dalla Liturgia).
Segue la consacrazione delle pareti della chiesa compiendo l’unzione delle dodici Croci disposte lungo la navata a simboleggiare i dodici Apostoli.
Il Vescovo pone l’incenso nel braciere collocato sopra l’altare mentre pronuncia le parole: «Salga a te Signore l’incenso della nostra preghiera come il profumo riempie questo tempio, così la tua Chiesa spanda nel mondo la soave fragranza di Cristo».
Il Vescovo incensa l’altare.
Mentre i diaconi incensano il popolo e le pareti della chiesa, un ministrante gira attorno all’altare proseguendo l’incensazione iniziata dal Vescovo, a significare il luogo in cui Cristo, come «soave profumo d’incenso» si dona al Padre nel sacrificio di se stesso.
«Accetta e santifica, Signore, le offerte della tua Chiesa in festa, perché il popolo che si raduna in questo luogo a te consacrato per celebrare i tuoi misteri, ottenga i benefici della salvezza»(dalla Liturgia).
Terminata l’incensazione e dopo aver raccolto il Crisma dall’altare mediante alcune pezzuole, i ministranti lo ricoprono con tre tovaglie sovrapposte, secondo l’antica tradizione della Chiesa.
La chiesa si illumina a festa. Si accendono in segno di gioia tutti i ceri e le candele, mentre i cantori eseguono l’antifona «La Luce è venuta per te Gerusalemme, su di te si è levata la gloria del Signore; nella tua luce cammineranno le genti».
I bambini della Prima Comunione scendono lungo la navata della chiesa con i ceri accesi, per illuminare le dodici Croci della consacrazione.
«Accetta e santifica, Signore, le offerte della tua Chiesa in festa, perché il popolo che si raduna in questo luogo a te consacrato per celebrare i tuoi misteri, ottenga i benefici della salvezza»(dalla Liturgia).