...IN FRANCIA dal 15 al 20 settembre 2008:
“Sulla scia dell’Immacolata Concezione a
LOURDES e PARIGI”
Il
pellegrinaggio parrocchiale di Bardonecchia del 2008 ha come destinazione la
Francia e don Franco ha voluto collegare le due mete mariane dell’Immacolata Concezione:
Lourdes, a 150 anni dalle apparizioni della Vergine a S. Bernadette Soubirous,
e Parigi, dove S. Catherine Labouré ebbe le storiche visioni della Vergine in
Rue du Bac nel 1830.
Percorso Giubilare. Rue des Petits Fossés, nei pressi del Cachot. (foto Lidio Tancini) |
Lunedì 15
settembre , la giornata inizia in chiesa alle ore 5,50 con la celebrazione
della Messa, poi tutti di corsa sulla piazza del mercato dove c’è il pullman che
ci attende e alle 6,30 puntualissimi si parte. Dopo 370 chilometri facciamo tappa
a Nimes per il pranzo; in serata, finalmente, giungiamo a Lourdes per la cena ed il
pernottamento; i meno stanchi, dopo il pasto vanno a fare un breve saluto alla
Grotta. Verso le 21,30 entriamo dal cancello di S. Giuseppe nel “domaine de la
Grotte”, acquistato dal Vescovo di Lourdes fra il 1862 ed il 1867: luogo di
preghiera, di riflessione, di silenzio. Davanti a noi, rivolta verso la vasta piazza
del Rosario, appare la statua della Vergine Incoronata tutta illuminata al centro
di un’aiuola fiorita. Alle sue spalle c’è il viale della Spianata lungo il
quale si snodano le processioni di Lourdes.
Giungiamo
davanti alla imponente Basilica dedicata al Santo Rosario in onore della
Vergine che, durante le 18 apparizioni, era sempre apparsa con la corona del Rosario
in mano. Sulla facciata notiamo qualcosa di nuovo: il mosaico che raffigura i 5
misteri della Luce voluti da Papa Giovanni Paolo II. All’interno della basilica
si trovano poi le 15 cappelle dedicate ai misteri del Rosario. Passiamo quindi di
fronte alle fontane ed eccoci davanti alla roccia di Massabielle che, nel
dialetto locale, significa: rupe antica. È qui che la Santa Vergine apparve per
ben 18 volte a S. Bernadette dall’11 febbraio al 16 luglio del 1858. Ci
fermiamo in devoto raccoglimento.
Martedì 16
settembre , dopo la celebrazione della Santa Eucaristia officiata presso la
Grotta alle 7 del mattino, percorriamo il cammino del Giubileo che si snoda fra
quattro tappe: la Porta di San Michele, le arcate e la Grotta; la chiesa parrocchiale;
il Cachot; l’Oratorio dell’ospizio. Al pellegrino che percorre il “Cammino del
Giubileo”, Papa Benedetto XVI concede l’indulgenza plenaria, alle solite
condizioni.
Iniziamo il
nostro percorso all’interno della chiesa parrocchiale di Lourdes, dov’è il fonte
battesimale nel quale Bernadette ricevette il Battesimo; poi, seguendo la linea
azzurra che segna il percorso del Giubileo, restando in gruppo e recitando il Rosario,
giungiamo alla seconda tappa, al Cachot, abitazione, per breve tempo, della famiglia Soubirous. Proseguiamo
velocemente, sempre seguendo l’interminabile linea azzurra ed entrando dal
Portone St. Michel, dopo aver attraversato l’Esplanade, sostiamo alle arcate
che sorreggono la rampa d’accesso alla Basilica Superiore, le quali, poste a
guisa di “Porta Santa” segnano la terza tappa. Passiamo di fronte alle fontane
alimentate dall’acqua della sorgente sgorgata iracolosamente per volontà della Madonna e
sostiamo davanti alla Grotta che è la quarta tappa del Cammino. Il Parroco, a
nome di tutti, accende un cero e lo offre per le necessità della parrocchia
deponendolo nell’apposito candeliere. Proseguiamo ancora lungo il cammino
giubilare ed attraversiamo gran parte di Lourdes. Finalmente eccoci all’Ospizio
– ultima tappa – dove Bernadette fece la sua Prima Comunione il 3 giugno 1858.
Ad ogni tappa ci è stata consegnata un’etichetta adesiva da conservare quale
ricordo del cammino percorso.
Rimangono solo
più 10 minuti per rientrare in albergo ed essere puntuali per il pranzo. La via
è lunga, siamo stanchi ed accaldati, con passo che rasenta la corsa, giù a
precipizio per scalette ed accorciatoie e, incredibile ma vero, arriviamo con
solo pochi minuti di ritardo. Un pasto veloce e subito in cammino per la Via
Crucis.
Il monumentale
Calvario di Lourdes è opera di un artista di Parigi; i personaggi sono in ghisa
verniciata e misurano 2 metri di altezza: tutto il percorso è di 1.500 metri.
In silenzio ci mettiamo in coda ed attendiamo il nostro turno. La prima
stazione è preceduta dalla Scala Santa formata da 28 gradini in marmo.
È la
riproduzione della scala che Gesù salì per due volte per giungere al pretorio di
Pilato. In raccoglimento percorriamo la Via Dolorosa con Gesù. Ci rimane un po’
di tempo prima della Processione Eucaristica e lo utilizziamo per una breve visita
alla Basilica Superiore che fu costruita nel 1871, sopra alla Cripta e fu
dedicata all’Immacolata Concezione. La Basilica Superiore offre una capienza di
circa 700 persone: delle tre Basiliche, la più antica è la Cripta che ora si
presenta diversa da come era nel 1866, quando era formata dalla sola parte di
chiesa. Il corridoio, scavato nella viva roccia nel 1904, ha una lunghezza di
25 metri.
Scendiamo
sull’Esplanade per partecipare alla Processione Eucaristica.
Dopo cena prendiamo parte alla processione aux
flambeaux. Non abbiamo alcun segno di distinzione; ci siamo smarriti nella
folla proveniente da ogni Continente: Lourdes è la riunione di popoli diversi
che pregano insieme; la moltitudine di gente è il segno tangibile
dell’universalità della Chiesa.
Spegniamo i
nostri flambeaux e rientriamo in albergo stanchi, ma con tanta gioia nel cuore,
la via del ritorno la percorriamo in silenzio fra i negozi ancora aperti ed
illuminati.
Mercoledì 17 settembre , subito dopo la celebrazione della Messa, ci rechiamo alla Basilica sotterranea di San Pio X per una breve visita. La chiesa fu inaugurata nel 1958 in occasione del centenario delle apparizioni dall’allora Cardinal Roncalli, Patriarca di Venezia.
Mercoledì 17 settembre , subito dopo la celebrazione della Messa, ci rechiamo alla Basilica sotterranea di San Pio X per una breve visita. La chiesa fu inaugurata nel 1958 in occasione del centenario delle apparizioni dall’allora Cardinal Roncalli, Patriarca di Venezia.
«Fu il popolo a chiamarla Medaglia Miracolosa anche se la denominazione esatta dovrebbe essere Medaglia dell’Immacolata». |
Dopo una
veloce prima colazione, con molta nostalgia nel cuore, lasciamo Lourdes e dopo
260 chilometri giungiamo a Carcassonne e la visitiamo. La città antica è posta
in cima ad un colle; rappresenta uno dei complessi architettonici di città
fortificata più belli di tutta la Francia. L’agglomerato urbano è circondato da
due cinte di mura difese da 52 torri. Dopo il pranzo proseguiamo per Clermont Ferrand,
dove pernottiamo.
Giovedì 18
settembre , di buon ora partiamo alla volta di Parigi dove giungiamo alle
12,30 circa; dopo la sistemazione in hotel ed un veloce pasto in un bistrò, ci dirigiamo,
con guida turistica, in Rue du Bac; questo nome richiama alla mente dei fedeli
devoti a Maria la “medaglia miracolosa”, che chissà quanti milioni di persone
portano al collo, in tasca o nel portafoglio, e che in qualche modo li
rassicura sulla costante presenza della Madonna al loro fianco. Nella nostra
parrocchia viene consegnata ai bambini ogni anno durante i Vespri della
domenica delle Palme.
Ai piedi della Tuor Eiffel, (foto Lidio Tancini) |
Entriamo nel
cortile del convento, quindi nella cappella dove S. Caterina Labouré, novizia
di 24 anni, ricevette tre visite della Madre di Dio. Maria rivela, in questi
messaggi, la sua Immacolata Concezione, dogma che sarà proclamato l’8 dicembre
1854 da Papa Pio IX e confermato dalla Vergine a Lourdes il 25 marzo 1858 a S.
Bernadette. L’Immacolata Concezione mostrò a S. Caterina Labouré il modello
della medaglia dicendo: «Fate coniare una medaglia su questo modello. Tutte le
persone che la porteranno con fiducia godranno di una speciale protezione della
Madre di Dio».
L’Arcivescovo
di Parigi ne diede l’autorizzazione il 30 giugno 1832 e da quella data vengono
distribuite ai fedeli le medagliette di Maria Immacolata. Per le molteplici
grazie ricevute la Medaglia viene presto chiamata “Medaglia Miracolosa”.
La medaglia
riporta l’effigie della Vergine in piedi sul globo terrestre, dalle mani si
diffondono molteplici raggi, l’immagine è circondata dall’iscrizione: «O Maria,
concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te»; nel rovescio della
medaglia ci sono due cuori uniti: quello di Gesù è coronato di spine mentre
quello di Maria è trafitto da una spada; ciò mostra come l’amore autentico
giunge fino al dono totale di sé per il bene degli altri. La lettera “M”,
sormontata da una croce, ci ricorda che Maria accompagna suo Figlio fino alla
Passione. Infine, il tutto, è circondato da 12 stelle.
La reggia di Versailles. (foto Lidio Tancini) |
Proseguendo la
visita, dai finestrini del pullman scorgiamo il Palazzo di Giustizia con la
“Conciergerie” e la “Sainte Chapelle”.
Sulla riva
sinistra della Senna, nel Quartiere Latino, sorgono i principali centri di
studio fra i quali la Sorbona, celebre Università di Parigi; si rivede il
Palazzo di Giustizia e quello del Lussemburgo sede del Senato, il Panthéon, la
Tour Eiffel, dove ci fermiamo per una foto ricordo e, in lontananza, scorgiamo
l’Arco di Trionfo.
Sulla riva
destra, tra la Senna ed i grandi boulevard che vanno da piazza della Bastiglia
alla chiesa della Madelein, si trova il nucleo più elegante di Parigi. Ammiriamo
la magnifica Avenue dei Champs-Elysés, la piazza della Concordia e la famosa
Rue de Rivoli.
Dopo cena, un
fuori programma assai gradito: visita alla Parigi notturna con fantasmagoriche
luminarie; alle 22 l’autista ci porta nuovamente di fronte alla Torre Eiffel
per uno spettacolo unico, infatti nella piena oscurità la Torre alta 300 metri
viene illuminata a giorno con una miriade di luci di colore blu che si
accendono e si spengono. Rimaniamo stupefatti ad ammirare e ci portiamo via un ricordo
veramente indimenticabile.
Venerdì 19
settembre , ci avviamo verso Montmartre, cioè la montagna dei martiri, la
guida racconta che un martire cristiano fu decapitato a Notre Dame e
miracolosamente prese la propria testa e risalì la collina dove oggi sorge la
Basilica del Sacro Cuore in stile bizantino. La Messa viene celebrata nella
parrocchia di S. Pietro, una delle chiese più antiche di Parigi. Prima di
allontanarci diamo una sguardo curioso alla piazza degli artisti.
Dopo pranzo ci
aspetta la visita alla reggia di Versailles: la prima citazione storica di
Versailles risale al 1038 ed era riferita ad una carta dell’Abbazia di S. Pére di
Chartes. La sua notorietà si deve però a Luigi XIV che da un antico castello ne
fece, prima una residenza estiva di campagna, poi, verso la seconda metà del
’600, una vera e propria reggia con la costruzione dell’Enveloppe, del Trianon,
della Grande Gallerie, dei Giardini e dei giochi d’acqua tanto da rimanere il
punto di riferimento per gli altri sovrani europei quali gli Asburgo, che
fecero costruire nei pressi di Vienna Schönbrunn. Il 6 maggio 1682 il re Sole
lasciò definitivamente i palazzi reali di Parigi per stabilirsi a Versailles.
La realtà è
superiore ad ogni aspettativa ed in un resoconto di pellegrinaggio non si può
pretendere di raccontare tutte le emozioni che si provano nel visitare questi
luoghi, basta pensare che il parco ha un’estensione di 800 ettari, pari a 8 milioni
di metri quadrati, su cui si trovano 55 bacini d’acqua con oltre 600 getti di
fontane e 35 chilometri di canali. I fabbricati della reggia si compongono di 2.000
stanze; gli addetti alla sorveglianza e manutenzione sono oltre 400.
Ciò che ci ha
maggiormente colpiti è la cancellata del castello tutta rivestita d’oro!!!
Sabato 20
settembre , partenza per il rientro con breve sosta per la celebrazione della
Messa e pranzo a Vézelay, ridente cittadina che sorge alla sommità di un colle
in posizione panoramica della Borgogna. Vézelay è famosa per la sua chiesa
abbaziale fondata nel IX secolo in cui si custodiscono le presunte reliquie di
S. Maria Maddalena.
Subito dopo
l’ottimo pranzo si riparte per Bardonecchia, dove giungiamo in tarda serata
come previsto dal programma.
Sul pullman
siamo pienamente soddisfatti del pellegrinaggio, sia perché tutto si è svolto
regolarmente grazie alla regia di don Franco, sia per l’abilità del nostro autista
che ha saputo mantenere un’ottima tabella di marcia, sia per il clima di serena
amicizia che si è instaurato fra tutti i pellegrini. Nel cuore rimangono le bellissime
immagini dei luoghi visitati, ma in particolare la testimonianza di fede che si
è respirata sotto al manto dell’Immacolata Concezione a Lourdes e in Rue du Bac
a Parigi.
Franca Francou Rissone
IN MARGINE AL PELLEGRINAGGIO
LOURDES – Il fiume “Gave” che scende, guidato da alti
argini e attraversa tutta la cittadina, dopo il ponte St. Michel svolta a ovest
e passa lungo la Basilica di S. Pio X, quella del Rosario con sovrapposta la
Basilica superiore e quindi sotto di essa la Grotta dove apparve la Madonna
alla piccola Soubirous.
Più avanti le
piscine ove si immergono gli ammalati, e non, bisognosi di cure particolari.
Sull’altra
sponda del fiume, di fronte alla Grotta e le basiliche, la chiesa e l’ospizio di
S. Bernadette.
Ad est, del
ponte St. Michel, la zona dove nacque e visse Bernadette con sulla strada una
striscia di vernice azzurra che guida presso i vari indirizzi di interesse storico
e segna il percorso del Giubileo.
Il mulino, ad
esempio, dove nacque e visse i primi anni della sua vita. La seconda
abitazione, che prima era adibita a prigione, nella quale la famiglia Soubirous
si dovette trasferire in seguito a traversie economiche; ed ancora altri
luoghi, che sono stati testimoni della vita travagliata della piccola “santa”.
E poi, altri
riferimenti, che dovrebbero essere visti con gli occhi di chi è andato lì per
pregare, per essere aiutato a vivere o a morire.
Perché la
descrizione sommaria di questi luoghi? Queste strade e stradine di cui ho parlato,
sono già dal mattino e sino a notte, brulicanti di persone che si spostano
continuamente (a piedi o su carrozzelle), sia in un senso che nell’altro.
Ebbene, non ci crederete, ma io non ho mai avuto l’impressione di essere urtato
nei miei spostamenti, anche in mezzo alla confusione.
A me è parso
che tutte queste figure, scivolassero tra di loro in pace. Sì...! Poi l’ho capito:
proprio in pace. Ed infine le
liturgie: le Messe anche solenni concelebrate (da un vasto numero di sacerdoti)
ai piedi del monte e davanti alla Grotta dove si manifestò uno degli eventi
importanti, nella storia della religione cristiana.
Sulla roccia
in cima alla caverna, la Madonnina. Basterebbe pensare che Lei e la piccola
Bernadette sono state insieme il primo anello di una catena che avvolge credenti
di tutto il mondo.
La Processione
Eucaristica, la Via Crucis con le grandi sculture.
Ed alla sera
nel buio, il solenne corteo mistico dei flambeaux: una processione enorme dove
si canta e si prega in tutte le lingue. Ognuno provvisto di una candela accesa
con riparo in carta che evita lo spegnimento del cero in caso di vento.
I credenti,
camminando a tratti, sollevano o riabbassano le candele insieme, a seconda del
momento nella preghiera, recitata sugli spalti da ecclesiasti, in tutte le
lingue della terra.
Nel loro
percorso di preghiera, seguono il tracciato che dalla Grotta, sfiorando l’ammirevole
monumento alla Immacolata Concezione, prosegue per aggirare il grande simbolo
della “crocifissione” e risalire verso la stessa. Una grande emozione e, dentro
di noi, un grande senso di pace.
La pace: solo
attraverso questa certezza il mondo raggiungerà la pace. La fede in lei, e nel
Padre, il grande Padre che abita i cieli.
A Carcassonne: la Porta Narbonnaise. (foto Lidio Tancini) |
CARCASSONNE – Stupendo esempio di vita e luoghi del
passato. Salendo le stradine pare quasi di ritrovare i cavalieri medievali, le loro
taverne. Un bell’esempio conservativo. Stupende le vetrate della chiesa e le
lignee sculture. Per il resto, pare vagamente di vedere qualcosa della nostra
Todi, anche se in scala maggiore.
PARIGI – Sono stato in moltissime città sulla costa
del Mediterraneo, ma a Parigi, no. Credo di averlo anche un po’ evitato, ed adesso
vi dirò il perché. Mi ero costruito una immagine di Parigi che si riferiva maggiormente
al principio del secolo scorso e, credo, anche se inconsapevolmente, di temere
di sciupare il prospetto storico, formatosi attraverso le mie letture del
passato (avevo cominciato che ero ragazzino).
Allora il
giardino del Luxembourg era ancora chiuso, la sera bisognava aggirarlo a piedi.
La signorina Stein e la sua compagna abitavano in rue de Fleurus. La signorina
Stein stava lavorando ad un romanzo dal titolo “Melanetha”, e al museo del
Luxembourg c’erano gli “impressionisti”, non erano ancora stati ammessi al Louvre.
I poeti T. S. Eliot, Ezra Pound, altri scrittori come Scott Fitzgerald, e sua
moglie Zelda, Windham Lewis, eccetera; la maggioranza di marca USA (grandi bevitori).
A Notre Dame, Cattedrale di Parigi.(foto Lidio Tancini)
|
E i bistrò, le bevute, l’oppio, le corse dei
cavalli, quelle ciclistiche su pista e dietro motori; ed ancora tantissime
altre storie delle quali non avremmo né lo spazio né il tempo per parlarne,
come sarebbe doveroso fare. Ed infine Hemingway. Abitava in rue Cardinal
Lemoine sul lato sud-ovest del giardino del Luxembourg, sopra una segheria, ed
ha raccontato della sua esperienza di Parigi dalla Spagna e da Cuba. Ne scaturì
il bel libro, un po’ irridente, dal titolo eloquente ed in calce ad esso,
scrisse: «Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, ovunque tu passi
il resto della tua vita, essa ti accompagna, perché Parigi è una “Festa Mobile”».
Bene, grazie alla città ed all’ottima organizzazione del nostro Parroco, non sono di certo stato deluso. Abbiamo visitato, assistiti da ottime guide, i maggiori e più significativi luoghi storici, religiosi e di importanza architettonica, tanto che ci vorrebbe un libro per parlarne con il dovuto rispetto. Ma, come è facile immaginare per ora dovremo farne a meno.
Bene, grazie alla città ed all’ottima organizzazione del nostro Parroco, non sono di certo stato deluso. Abbiamo visitato, assistiti da ottime guide, i maggiori e più significativi luoghi storici, religiosi e di importanza architettonica, tanto che ci vorrebbe un libro per parlarne con il dovuto rispetto. Ma, come è facile immaginare per ora dovremo farne a meno.
Chissà? Tanto
di lì, non mi scorderò niente, aveva ragione Ernest.
Ed ancora i Champs Elysès, l’isola sulla Senna e la grande Basilica di Notre Dame, infine i fantastici giardini della Reggia di Versailles. Il laghetto artificiale entrando, le magnifiche sculture bronzee ai margini di esso, la dolce figura prospettica delle opere botaniche, con i loro viali che paiono estendersi all’infinito e parlano della bravura dell’uomo, nel margine della creatività concessagli, tra opere e meraviglie.
Ed ancora i Champs Elysès, l’isola sulla Senna e la grande Basilica di Notre Dame, infine i fantastici giardini della Reggia di Versailles. Il laghetto artificiale entrando, le magnifiche sculture bronzee ai margini di esso, la dolce figura prospettica delle opere botaniche, con i loro viali che paiono estendersi all’infinito e parlano della bravura dell’uomo, nel margine della creatività concessagli, tra opere e meraviglie.
Giuseppe Bernardi