01/05/09

I NOSTRI PELLEGRINAGGI (2008)


...IN FRANCIA dal 15 al 20 settembre 2008:
“Sulla scia dell’Immacolata Concezione a LOURDES e PARIGI”

Il pellegrinaggio parrocchiale di Bardonecchia del 2008 ha come destinazione la Francia e don Franco ha voluto collegare le due mete mariane dell’Immacolata Concezione: Lourdes, a 150 anni dalle apparizioni della Vergine a S. Bernadette Soubirous, e Parigi, dove S. Catherine Labouré ebbe le storiche visioni della Vergine in Rue du Bac nel 1830.
Percorso Giubilare. Rue des Petits Fossés, nei pressi del Cachot.
(foto Lidio Tancini)
Lunedì 15 settembre , la giornata inizia in chiesa alle ore 5,50 con la celebrazione della Messa, poi tutti di corsa sulla piazza del mercato dove c’è il pullman che ci attende e alle 6,30 puntualissimi si parte. Dopo 370 chilometri facciamo tappa a Nimes per il pranzo; in serata, finalmente, giungiamo a Lourdes per la cena ed il pernottamento; i meno stanchi, dopo il pasto vanno a fare un breve saluto alla Grotta. Verso le 21,30 entriamo dal cancello di S. Giuseppe nel “domaine de la Grotte”, acquistato dal Vescovo di Lourdes fra il 1862 ed il 1867: luogo di preghiera, di riflessione, di silenzio. Davanti a noi, rivolta verso la vasta piazza del Rosario, appare la statua della Vergine Incoronata tutta illuminata al centro di un’aiuola fiorita. Alle sue spalle c’è il viale della Spianata lungo il quale si snodano le processioni di Lourdes.
Giungiamo davanti alla imponente Basilica dedicata al Santo Rosario in onore della Vergine che, durante le 18 apparizioni, era sempre apparsa con la corona del Rosario in mano. Sulla facciata notiamo qualcosa di nuovo: il mosaico che raffigura i 5 misteri della Luce voluti da Papa Giovanni Paolo II. All’interno della basilica si trovano poi le 15 cappelle dedicate ai misteri del Rosario. Passiamo quindi di fronte alle fontane ed eccoci davanti alla roccia di Massabielle che, nel dialetto locale, significa: rupe antica. È qui che la Santa Vergine apparve per ben 18 volte a S. Bernadette dall’11 febbraio al 16 luglio del 1858. Ci fermiamo in devoto raccoglimento.
Martedì 16 settembre , dopo la celebrazione della Santa Eucaristia officiata presso la Grotta alle 7 del mattino, percorriamo il cammino del Giubileo che si snoda fra quattro tappe: la Porta di San Michele, le arcate e la Grotta; la chiesa parrocchiale; il Cachot; l’Oratorio dell’ospizio. Al pellegrino che percorre il “Cammino del Giubileo”, Papa Benedetto XVI concede l’indulgenza plenaria, alle solite condizioni.
Iniziamo il nostro percorso all’interno della chiesa parrocchiale di Lourdes, dov’è il fonte battesimale nel quale Bernadette ricevette il Battesimo; poi, seguendo la linea azzurra che segna il percorso del Giubileo, restando in gruppo e recitando il Rosario, giungiamo alla seconda tappa, al Cachot, abitazione, per breve tempo, della famiglia Soubirous. Proseguiamo velocemente, sempre seguendo l’interminabile linea azzurra ed entrando dal Portone St. Michel, dopo aver attraversato l’Esplanade, sostiamo alle arcate che sorreggono la rampa d’accesso alla Basilica Superiore, le quali, poste a guisa di “Porta Santa” segnano la terza tappa. Passiamo di fronte alle fontane alimentate dall’acqua della sorgente sgorgata  iracolosamente per volontà della Madonna e sostiamo davanti alla Grotta che è la quarta tappa del Cammino. Il Parroco, a nome di tutti, accende un cero e lo offre per le necessità della parrocchia deponendolo nell’apposito candeliere. Proseguiamo ancora lungo il cammino giubilare ed attraversiamo gran parte di Lourdes. Finalmente eccoci all’Ospizio – ultima tappa – dove Bernadette fece la sua Prima Comunione il 3 giugno 1858. Ad ogni tappa ci è stata consegnata un’etichetta adesiva da conservare quale ricordo del cammino percorso.
Rimangono solo più 10 minuti per rientrare in albergo ed essere puntuali per il pranzo. La via è lunga, siamo stanchi ed accaldati, con passo che rasenta la corsa, giù a precipizio per scalette ed accorciatoie e, incredibile ma vero, arriviamo con solo pochi minuti di ritardo. Un pasto veloce e subito in cammino per la Via Crucis.
Il monumentale Calvario di Lourdes è opera di un artista di Parigi; i personaggi sono in ghisa verniciata e misurano 2 metri di altezza: tutto il percorso è di 1.500 metri. In silenzio ci mettiamo in coda ed attendiamo il nostro turno. La prima stazione è preceduta dalla Scala Santa formata da 28 gradini in marmo.
È la riproduzione della scala che Gesù salì per due volte per giungere al pretorio di Pilato. In raccoglimento percorriamo la Via Dolorosa con Gesù. Ci rimane un po’ di tempo prima della Processione Eucaristica e lo utilizziamo per una breve visita alla Basilica Superiore che fu costruita nel 1871, sopra alla Cripta e fu dedicata all’Immacolata Concezione. La Basilica Superiore offre una capienza di circa 700 persone: delle tre Basiliche, la più antica è la Cripta che ora si presenta diversa da come era nel 1866, quando era formata dalla sola parte di chiesa. Il corridoio, scavato nella viva roccia nel 1904, ha una lunghezza di 25 metri.
Scendiamo sull’Esplanade per partecipare alla Processione Eucaristica.
Dopo cena prendiamo parte alla processione aux flambeaux. Non abbiamo alcun segno di distinzione; ci siamo smarriti nella folla proveniente da ogni Continente: Lourdes è la riunione di popoli diversi che pregano insieme; la moltitudine di gente è il segno tangibile dell’universalità della Chiesa.
Spegniamo i nostri flambeaux e rientriamo in albergo stanchi, ma con tanta gioia nel cuore, la via del ritorno la percorriamo in silenzio fra i negozi ancora aperti ed illuminati.
Mercoledì 17 settembre , subito dopo la celebrazione della Messa, ci rechiamo alla Basilica sotterranea di San Pio X per una breve visita. La chiesa fu inaugurata nel 1958 in occasione del centenario delle apparizioni dall’allora Cardinal Roncalli, Patriarca di Venezia.
«Fu il popolo a chiamarla Medaglia Miracolosa
anche se la denominazione esatta dovrebbe
essere Medaglia dell’Immacolata».
Dopo una veloce prima colazione, con molta nostalgia nel cuore, lasciamo Lourdes e dopo 260 chilometri giungiamo a Carcassonne e la visitiamo. La città antica è posta in cima ad un colle; rappresenta uno dei complessi architettonici di città fortificata più belli di tutta la Francia. L’agglomerato urbano è circondato da due cinte di mura difese da 52 torri. Dopo il pranzo proseguiamo per Clermont Ferrand, dove pernottiamo.
Giovedì 18 settembre , di buon ora partiamo alla volta di Parigi dove giungiamo alle 12,30 circa; dopo la sistemazione in hotel ed un veloce pasto in un bistrò, ci dirigiamo, con guida turistica, in Rue du Bac; questo nome richiama alla mente dei fedeli devoti a Maria la “medaglia miracolosa”, che chissà quanti milioni di persone portano al collo, in tasca o nel portafoglio, e che in qualche modo li rassicura sulla costante presenza della Madonna al loro fianco. Nella nostra parrocchia viene consegnata ai bambini ogni anno durante i Vespri della domenica delle Palme.
Ai piedi della Tuor Eiffel, (foto Lidio Tancini)
Entriamo nel cortile del convento, quindi nella cappella dove S. Caterina Labouré, novizia di 24 anni, ricevette tre visite della Madre di Dio. Maria rivela, in questi messaggi, la sua Immacolata Concezione, dogma che sarà proclamato l’8 dicembre 1854 da Papa Pio IX e confermato dalla Vergine a Lourdes il 25 marzo 1858 a S. Bernadette. L’Immacolata Concezione mostrò a S. Caterina Labouré il modello della medaglia dicendo: «Fate coniare una medaglia su questo modello. Tutte le persone che la porteranno con fiducia godranno di una speciale protezione della Madre di Dio».
L’Arcivescovo di Parigi ne diede l’autorizzazione il 30 giugno 1832 e da quella data vengono distribuite ai fedeli le medagliette di Maria Immacolata. Per le molteplici grazie ricevute la Medaglia viene presto chiamata “Medaglia Miracolosa”.
La medaglia riporta l’effigie della Vergine in piedi sul globo terrestre, dalle mani si diffondono molteplici raggi, l’immagine è circondata dall’iscrizione: «O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te»; nel rovescio della medaglia ci sono due cuori uniti: quello di Gesù è coronato di spine mentre quello di Maria è trafitto da una spada; ciò mostra come l’amore autentico giunge fino al dono totale di sé per il bene degli altri. La lettera “M”, sormontata da una croce, ci ricorda che Maria accompagna suo Figlio fino alla Passione. Infine, il tutto, è circondato da 12 stelle.

La reggia di Versailles. (foto Lidio Tancini)
Dopo la visita alla cappella viene celebrata la Messa. Pur essendo un pellegrinaggio con forti mete religiose mariane, non si poteva certo trascurare il fascino turistico di Parigi per cui la serata di giovedì ed il venerdì mattina, con il supporto di una guida, sono stati dedicati alla visita della città. Dai panoramici finestrini del pullman ammiriamo la città con i suoi ampi viali, i palazzi storici dai lunghi balconi in ferro battuto; attraversiamo la Senna che divide simbolo di Parigi. Parigi in due parti, la riva destra e quella sinistra collegate tra loro da oltre 30 ponti. Lungo la Senna vediamo ormeggiati molti battelli per i servizi fluviali. Nella Cité si trova Notre Dame: la cattedrale di Parigi, uno dei più insigni monumenti dell’architettura gotica attualmente esistenti in Europa. Ci fermiamo a visitarla sia pure per breve tempo. La costruzione della imponente Basilica fu iniziata nel 1163 e proseguì sino al XIV secolo. La maestosa facciata, scandita da finestre, porte e rosoni, è affiancata da due grandi torri alte 68 metri; le decorazioni marmoree rendono l’abside particolarmente elegante; l’interno è a cinque navate e risulta assai severo in relazione allo stile gotico; sullo sfondo si può ammirare il più bel coro di Francia.
Proseguendo la visita, dai finestrini del pullman scorgiamo il Palazzo di Giustizia con la “Conciergerie” e la “Sainte Chapelle”.
Sulla riva sinistra della Senna, nel Quartiere Latino, sorgono i principali centri di studio fra i quali la Sorbona, celebre Università di Parigi; si rivede il Palazzo di Giustizia e quello del Lussemburgo sede del Senato, il Panthéon, la Tour Eiffel, dove ci fermiamo per una foto ricordo e, in lontananza, scorgiamo l’Arco di Trionfo.
Sulla riva destra, tra la Senna ed i grandi boulevard che vanno da piazza della Bastiglia alla chiesa della Madelein, si trova il nucleo più elegante di Parigi. Ammiriamo la magnifica Avenue dei Champs-Elysés, la piazza della Concordia e la famosa Rue de Rivoli.
Dopo cena, un fuori programma assai gradito: visita alla Parigi notturna con fantasmagoriche luminarie; alle 22 l’autista ci porta nuovamente di fronte alla Torre Eiffel per uno spettacolo unico, infatti nella piena oscurità la Torre alta 300 metri viene illuminata a giorno con una miriade di luci di colore blu che si accendono e si spengono. Rimaniamo stupefatti ad ammirare e ci portiamo via un ricordo veramente indimenticabile.
Venerdì 19 settembre , ci avviamo verso Montmartre, cioè la montagna dei martiri, la guida racconta che un martire cristiano fu decapitato a Notre Dame e miracolosamente prese la propria testa e risalì la collina dove oggi sorge la Basilica del Sacro Cuore in stile bizantino. La Messa viene celebrata nella parrocchia di S. Pietro, una delle chiese più antiche di Parigi. Prima di allontanarci diamo una sguardo curioso alla piazza degli artisti.
Dopo pranzo ci aspetta la visita alla reggia di Versailles: la prima citazione storica di Versailles risale al 1038 ed era riferita ad una carta dell’Abbazia di S. Pére di Chartes. La sua notorietà si deve però a Luigi XIV che da un antico castello ne fece, prima una residenza estiva di campagna, poi, verso la seconda metà del ’600, una vera e propria reggia con la costruzione dell’Enveloppe, del Trianon, della Grande Gallerie, dei Giardini e dei giochi d’acqua tanto da rimanere il punto di riferimento per gli altri sovrani europei quali gli Asburgo, che fecero costruire nei pressi di Vienna Schönbrunn. Il 6 maggio 1682 il re Sole lasciò definitivamente i palazzi reali di Parigi per stabilirsi a Versailles.
La realtà è superiore ad ogni aspettativa ed in un resoconto di pellegrinaggio non si può pretendere di raccontare tutte le emozioni che si provano nel visitare questi luoghi, basta pensare che il parco ha un’estensione di 800 ettari, pari a 8 milioni di metri quadrati, su cui si trovano 55 bacini d’acqua con oltre 600 getti di fontane e 35 chilometri di canali. I fabbricati della reggia si compongono di 2.000 stanze; gli addetti alla sorveglianza e manutenzione sono oltre 400.
Ciò che ci ha maggiormente colpiti è la cancellata del castello tutta rivestita d’oro!!!
Sabato 20 settembre , partenza per il rientro con breve sosta per la celebrazione della Messa e pranzo a Vézelay, ridente cittadina che sorge alla sommità di un colle in posizione panoramica della Borgogna. Vézelay è famosa per la sua chiesa abbaziale fondata nel IX secolo in cui si custodiscono le presunte reliquie di S. Maria Maddalena.
Subito dopo l’ottimo pranzo si riparte per Bardonecchia, dove giungiamo in tarda serata come previsto dal programma.
Sul pullman siamo pienamente soddisfatti del pellegrinaggio, sia perché tutto si è svolto regolarmente grazie alla regia di don Franco, sia per l’abilità del nostro autista che ha saputo mantenere un’ottima tabella di marcia, sia per il clima di serena amicizia che si è instaurato fra tutti i pellegrini. Nel cuore rimangono le bellissime immagini dei luoghi visitati, ma in particolare la testimonianza di fede che si è respirata sotto al manto dell’Immacolata Concezione a Lourdes e in Rue du Bac a Parigi.
 Franca Francou Rissone

IN MARGINE AL PELLEGRINAGGIO

LOURDES  – Il fiume “Gave” che scende, guidato da alti argini e attraversa tutta la cittadina, dopo il ponte St. Michel svolta a ovest e passa lungo la Basilica di S. Pio X, quella del Rosario con sovrapposta la Basilica superiore e quindi sotto di essa la Grotta dove apparve la Madonna alla piccola Soubirous.
Più avanti le piscine ove si immergono gli ammalati, e non, bisognosi di cure particolari.
Sull’altra sponda del fiume, di fronte alla Grotta e le basiliche, la chiesa e l’ospizio di S. Bernadette.
Ad est, del ponte St. Michel, la zona dove nacque e visse Bernadette con sulla strada una striscia di vernice azzurra che guida presso i vari indirizzi di interesse storico e segna il percorso del Giubileo.
Il mulino, ad esempio, dove nacque e visse i primi anni della sua vita. La seconda abitazione, che prima era adibita a prigione, nella quale la famiglia Soubirous si dovette trasferire in seguito a traversie economiche; ed ancora altri luoghi, che sono stati testimoni della vita travagliata della piccola “santa”.
E poi, altri riferimenti, che dovrebbero essere visti con gli occhi di chi è andato lì per pregare, per essere aiutato a vivere o a morire.
Perché la descrizione sommaria di questi luoghi? Queste strade e stradine di cui ho parlato, sono già dal mattino e sino a notte, brulicanti di persone che si spostano continuamente (a piedi o su carrozzelle), sia in un senso che nell’altro. Ebbene, non ci crederete, ma io non ho mai avuto l’impressione di essere urtato nei miei spostamenti, anche in mezzo alla confusione.
A me è parso che tutte queste figure, scivolassero tra di loro in pace. Sì...! Poi l’ho capito: proprio in pace. Ed infine le liturgie: le Messe anche solenni concelebrate (da un vasto numero di sacerdoti) ai piedi del monte e davanti alla Grotta dove si manifestò uno degli eventi importanti, nella storia della religione cristiana.
Sulla roccia in cima alla caverna, la Madonnina. Basterebbe pensare che Lei e la piccola Bernadette sono state insieme il primo anello di una catena che avvolge credenti di tutto il mondo.
La Processione Eucaristica, la Via Crucis con le grandi sculture.
Ed alla sera nel buio, il solenne corteo mistico dei flambeaux: una processione enorme dove si canta e si prega in tutte le lingue. Ognuno provvisto di una candela accesa con riparo in carta che evita lo spegnimento del cero in caso di vento.
I credenti, camminando a tratti, sollevano o riabbassano le candele insieme, a seconda del momento nella preghiera, recitata sugli spalti da ecclesiasti, in tutte le lingue della terra.
Nel loro percorso di preghiera, seguono il tracciato che dalla Grotta, sfiorando l’ammirevole monumento alla Immacolata Concezione, prosegue per aggirare il grande simbolo della “crocifissione” e risalire verso la stessa. Una grande emozione e, dentro di noi, un grande senso di pace.
La pace: solo attraverso questa certezza il mondo raggiungerà la pace. La fede in lei, e nel Padre, il grande Padre che abita i cieli.
A Carcassonne: la Porta Narbonnaise. 
(foto Lidio Tancini)
CARCASSONNE  – Stupendo esempio di vita e luoghi del passato. Salendo le stradine pare quasi di ritrovare i cavalieri medievali, le loro taverne. Un bell’esempio conservativo. Stupende le vetrate della chiesa e le lignee sculture. Per il resto, pare vagamente di vedere qualcosa della nostra Todi, anche se in scala maggiore.
PARIGI  – Sono stato in moltissime città sulla costa del Mediterraneo, ma a Parigi, no. Credo di averlo anche un po’ evitato, ed adesso vi dirò il perché. Mi ero costruito una immagine di Parigi che si riferiva maggiormente al principio del secolo scorso e, credo, anche se inconsapevolmente, di temere di sciupare il prospetto storico, formatosi attraverso le mie letture del passato (avevo cominciato che ero ragazzino). 
Allora il giardino del Luxembourg era ancora chiuso, la sera bisognava aggirarlo a piedi. La signorina Stein e la sua compagna abitavano in rue de Fleurus. La signorina Stein stava lavorando ad un romanzo dal titolo “Melanetha”, e al museo del Luxembourg c’erano gli “impressionisti”, non erano ancora stati ammessi al Louvre. I poeti T. S. Eliot, Ezra Pound, altri scrittori come Scott Fitzgerald, e sua moglie Zelda, Windham Lewis, eccetera; la maggioranza di marca USA (grandi bevitori).
A Notre Dame, Cattedrale di Parigi.(foto Lidio Tancini)
E i bistrò, le bevute, l’oppio, le corse dei cavalli, quelle ciclistiche su pista e dietro motori; ed ancora tantissime altre storie delle quali non avremmo né lo spazio né il tempo per parlarne, come sarebbe doveroso fare. Ed infine Hemingway. Abitava in rue Cardinal Lemoine sul lato sud-ovest del giardino del Luxembourg, sopra una segheria, ed ha raccontato della sua esperienza di Parigi dalla Spagna e da Cuba. Ne scaturì il bel libro, un po’ irridente, dal titolo eloquente ed in calce ad esso, scrisse: «Se hai avuto la fortuna di vivere a Parigi da giovane, ovunque tu passi il resto della tua vita, essa ti accompagna, perché Parigi è una “Festa Mobile”».
Bene, grazie alla città ed all’ottima organizzazione del nostro Parroco, non sono di certo stato deluso. Abbiamo visitato, assistiti da ottime guide, i maggiori e più significativi luoghi storici, religiosi e di importanza architettonica, tanto che ci vorrebbe un libro per parlarne con il dovuto rispetto. Ma, come è facile immaginare per ora dovremo farne a meno.
Chissà? Tanto di lì, non mi scorderò niente, aveva ragione Ernest.
Ed ancora i Champs Elysès, l’isola sulla Senna e la grande Basilica di Notre Dame, infine i fantastici giardini della Reggia di Versailles. Il laghetto artificiale entrando, le magnifiche sculture bronzee ai margini di esso, la dolce figura prospettica delle opere botaniche, con i loro viali che paiono estendersi all’infinito e parlano della bravura dell’uomo, nel margine della creatività concessagli, tra opere e meraviglie.
 Giuseppe Bernardi