di Antonella Filippi
I fratelli Giovanni, Felice e Pietro Masset
di Rochemolles
Giuseppe Masset |
I
coniugi Masset si sposarono nel 1882 e l’anno successivo, il 12 giugno 1883,
nacque la prima figlia, Maria Margherita, e il 19 maggio 1885 Maria Giulia
Dorotea: entrambe le bambine morirono di difterite, ad un giorno di distanza
una dall’altra, il 28 e 29 maggio 1885. Erano tempi difficili per i bambini
che, senza vaccinazioni e senza cure adeguate, difficilmente riuscivano a
superare l’infanzia.
Fu
certamente un grave lutto, difficile da superare per i giovani genitori. La
gioia ritornò il
3
giugno 1887 con la nascita di Giovanni Antonio. L’8 gennaio 1891 nacque Felice
Luigi e l’8 dicembre 1894 Pietro Giuseppe. Nacquero ancora due femminucce: il
25 gennaio 1898 Maria Giulia Dorotea, morta dopo pochi mesi, e infine
Margherita Giulia, il 27 marzo 1900.
Margherita Giulia Masset |
21
agosto 1919. Stava scendendo dalle grange Ajas verso la mulattiera del rio del
Vallone camminava con un pesante fascio di fieno sulle
spalle su un sentiero scavato nella roccia; il suo cane le intralciò il passo,
lei perse l’equilibrio e precipitò nel burrone sottostante. Aveva da poco
compiuto 19 anni e qualche giorno prima si era fatta imprestare l’abito
elegante dalla cognata Isolina per un ritratto fotografico a Bardonecchia.
Quando arrivò la sua fotografia a Rochemolles, lei era già morta. La guerra
portò lontano da Rochemolles i tre fratelli Masset. Pietro fu mobilitato con
l’inizio del conflitto, il 24 maggio 1915: era alpino, 3° reggimento,
battaglione Exilles e nel novembre fu promosso caporale zappatore. Combattè sul
fronte del Carso e probabilmente il 16 giugno 1915 prese parte alla battaglia
del Monte Nero; l’8 dicembre 1915 la sua compagnia, dislocata a difesa di
Dolje, subì un improvviso attacco del nemico che grazie alla fitta nebbia aveva
potuto avvicinarsi alle trincee italiane: Pietro quel giorno fu catturato e
solo dopo tre anni rientrò in Italia dalla prigionia.
Felice Luigi Masset
Giovanni Antonio Masset con Isolina
Mandato
in congedo illimitato il 22 dicembre 1919, poté tornare a Rochemolles. Si sposò
nel 1922 con Maria Giuditta Vallory di due anni più giovane di lui; la coppia
si trasferì a Lyon dove il 3 febbraio 1923 nacquero due figli gemelli, Andrea e
Francesco. Ritornati a Rochemolles ripresero la vita della campagna ed ebbero
ancora due figli: Mario Giuseppe il 14 marzo 1926 e Felicita Giulia il 6 maggio
1931. La moglie morì nel 1950. Pietro fece tutta la vita il contadino; dopo la
valanga del febbraio 1961 tornò a vivere a Rochemolles e fu uno degli ultimi
abitanti del paese: solo l’età e la malattia lo costrinsero a lasciare il paese
per la casa di riposo Nazareth di Oulx, dove morì il 13 aprile 1975.
Felice
fu chiamato alla visita di leva mentre era in Francia per lavoro e tornò alla
vigilia del conflitto.
Il 23 maggio 1915 fu aggregato alla 34ª sezione sanità e addetto a portare i
feriti dal
fronte alle zone di primo soccorso. Felice incontrò fortunosamente suo fratello
maggiore
Giovanni
il 20 maggio 1916, nel bel mezzo della Strafexpedition, sull’altopiano
di Asiago, nei pressi del monte Costesin: i due fratelli si abbracciarono con
il timore che forse non si sarebbero più rivisti.
Giovanni e Isolina Masset con il piccolo Angelo. |
congedato
il 22 febbraio 1919 quando era nel deposito della legione carabinieri di
Torino. Risale a quel periodo la bella fotografia in divisa.
Nel
1921 emigrò in Francia e si stabilì a Lyon dove lavorò per molti anni come
operaio in una cartiera. Felice era un gran lavoratore, stimato da tutti per la
sua laboriosità, ma un intervento per curare l’ulcera allo stomaco lo costrinse
a lasciare il posto nella fabbrica. Si arrangiò a tirare avanti con
un’occupazione da ambulante ma una seconda operazione nel 1945 lo portò alla
morte. Non lasciò eredi poiché non era sposato.
Il
primogenito Giovanni Antonio partì per il servizio militare nel 1908, nel 87°
reggimento fanteria; nel 1909 passò nel corpo della Regia Guardia di Finanza,
nel 1911 fu assegnato alla Legione di Genova e il 6 dicembre 1912 fu inviato in
servizio sui Ferry Boat sullo stretto di Messina. Erano passati pochi anni dal
catastrofico terremoto del 1908 che aveva raso al suolo la città e quello
spettacolo di desolazione colpì profondamente Giovanni che ebbe sempre il
desiderio, che non riuscì ad appagare, di ritornare a rivedere Messina. Tornato
a Rochemolles il 7 giugno 1913 si sposò con Maria Isolina Souberan, nata a
Rochemolles nel 1890. La gioia della giovane coppia finì presto poiché Giovanni
fu mobilitato per la guerra: era il 9 maggio 1915 e il Masset partì lasciando
la moglie incinta.
Nell’ottobre
nacque il bambino e lui tornò a casa con tre giorni di licenza. Rivide il
piccolo nella successiva licenza del febbraio del 1916, ma purtroppo il piccolo
non sopravvisse, morì dopo sette mesi.
Nell’ottobre
1915 Masset iniziò a scrivere il suo “Diario di Guerra”(1 in cui
annotava giorno per giorno spostamenti, tribolazioni, patimenti e paure,
sapendo rendere con poche parole stringate la durissima vita del soldato: tante
notti passate all’addiaccio, al freddo, sotto la pioggia, ad alta quota, condizioni
estreme che il nostro montanaro subiva e annotava senza troppi lamenti.
Giovanni fu in prima linea sull’altopiano d’Asiago nella disperata resistenza
italiana alla “spedizione punitiva” degli austro-ungarici del maggio-giugno
1916 e fu anche testimone e protagonista del sanguinoso attacco italiano
sferrato tra giugno e luglio 1916 sull’Ortigara.
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1
Il Diario di guerra (Grande Guerra 1915-1918) di Giovanni Masset è pubblicato
integralmente nel Bollettino parrocchiale di Bardonecchia del 2014 e in
appendice al volume di Antonella Filippi, Bardonecchia e la Grande Guerra,
Alzani, Pinerolo 2018, quale documento inedito e unica testimonianza scritta di
un bardonecchiese nel conflitto mondiale.
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Giovanni
Masset fu ferito il 29 luglio 1916: una scheggia di granata gli entrò in una
gamba fratturandogliela. Fu trasferito all’ospedale di Cremona dove venne
operato: per lui iniziò la convalescenza e finì la guerra combattuta sul fronte
in prima linea. Ebbe alcune licenze ma rientrò definitivamente a casa solo alla
fine del 1919. Fu assunto in ferrovia nel 1924 e con la famiglia si trasferì a
Bardonecchia nelle case dei ferrovieri, la “case bianche” vicine alla stazione.
Nel 1919 nacque il primo figlio Angelo, poi arrivò Irene nel 1925 e infine
Mario nel 1928.
Nel
1948 la famiglia Masset ebbe l’opportunità di subentrare nella conduzione della
tabaccheria del Borgo vecchio e tutti insieme decisero di buttarsi nella nuova
attività. Diventarono commercianti e con l’intraprendenza dei giovani figli
l’attività crebbe e nel tempo si trasformò anche in locale di ritrovo e di
ristoro. Tutti davano il loro contributo nel negozio e papà Giovanni, ormai in
pensione dalle ferrovie, vendeva i tabacchi e i giornali. Per 50 anni il
negozio dei Masset fu un punto di riferimento nel Borgo vecchio e chi passava a
comprare il giornale o le sigarette volentieri si fermava per scambiare due
parole anche con l’anziano Giovanni che era sempre presente in negozio ad
accogliere i clienti. Morì nel 1978 alla bella età di 90 anni.
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FONTI
Testimonianza di Irene Masset.
Archivio
famiglia Masset, “Genealogia Masset” libro dattiloscritto di Angelo Masset.
Archivio
di stato di Torino, foglio matricolare di Masset Giovanni Antonio, Masset
Felice, Masset Pietro Giuseppe.
Giovanni
Masset, Diario di guerra (Grande Guerra 1915-1918).
Fotografie
della famiglia Masset.
“I tabachin” di Antonella Filippi, in Bollettino
parrocchiale di Bardonecchia, 2012.