L’antica Cappella del Chaffaux, sec. XV. [foto Archivio] |
Sabato 29 settembre 2012, in
occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, è avvenuta ufficialmente al Chaffaux
la presentazione del Progetto di riscoperta, restauro e conservazione delle
antiche pitture della Cappella di Santa Maria Maddalena e Santa Caterina
d’Alessandria della prima metà del ’400.
Non si conoscono documenti che
attestino l’origine della Cappella che dovrebbe datarsi di inizio ’400, a
giudicare dalle colonne e dai costoloni in tufo dell’interno. L’acquasantiera riporta
la data del 10 maggio 1446, mentre sugli affreschi esterni appaiono le date del
1537 e del 1540; del 1575 è il leggio in legno con intagliata l’intitolazione a
S. Caterina. Per alcuni secoli ritroviamo la Cappella dedicata a questa Santa,
martire ad Alessandria d’Egitto del IV secolo d.C. Accanto a S. Caterina vi è
la cointitolazione a S. Maria Maddalena, di cui – per quanto in nostro possesso
– ci è dato di sapere da un documento datato 16 luglio 1840. Dato che dalle
relazioni delle Visite Pastorali compiute nel 1700 la borgata risultava abitata
tutto l’anno, per gli abitanti non era scomodo solenizzare la Titolare della
Cappella il 25 novembre giorno liturgico della Santa.
Quando la borgata è stata
abitata solo in estate per l’alpeggio, si può ipotizzare che abbia preso il sopravvento
la data estiva del 22 luglio dedicata a S. Maria Maddalena. Entrambi le sante – Caterina d’Alessandria e Maria
Maddalena – le troviamo dipinte sulla tela del 1671 e splendidamente affrescate
nelle figure quattrocentesce ora tornate alla luce.
Gli affreschi in esame sono stati
nascosti per più secoli da imbiancature. Probabilmente una prima copertura a
calce, come regola sanitaria dopo le pestilenze, è avvenuta in occasione della
peste del 1630. Varie altri mani di colore si sono via via susseguite durante i
lavori di manutenzione.
Nel 2010 durante le pulizie di
riapertura della Cappella, dopo l’inverno, le signore Emy Bompard e Tina Mout Barneaud hanno notato su una
parete laterale della Cappella una scrostatura da cui appariva del colore. La
loro curiosità le ha spinte ad allargare leggermente la scrostatura stessa: è
apparsa una decorazione rossa su fondo grigio simile a un motivo rappresentato negli
affreschi esterni, chiaro indizio di un dipinto sottostante.
Come si è accertato, a restauro eseguito,
la decorazione faceva parte delle bande alternate giallo, rosso e grigio del velario.
Informato il Parroco don Franco Tonda,
è iniziato l’iter per redigere il progetto di intervento, sottoporlo alla Soprintendenza per i Beni Storici
Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte e per ricercare i finanziamenti
necessari per il restauro.
L’intervento è stato assegnato al
Consorzio San Luca di Torino diretto dal prof. Michelangelo Varetto, che ha
iniziato i lavori nel mese di maggio 2012 continuandoli per tutta l’estate con
la collaborazione di Fabio, Emanuela e Charlotte. A fine settembre sono apparsi
in tutto il loro splendore gli affreschi riscoperti.
A sinistra dell’altare in basso
troviamo raffigurata S. Caterina d’Alessandria prostrata a terra, vestita di
rosso, che viene decapitata da un soldato; la testa si trova mozzata sulla
destra. Più in alto troviamo la ruota dentata spezzata con dietro teste di angioletti
e la Santa con il suo viso molto fine e delicato (la veste rossa la lascia
scoperta a metà) che disputa con i filosofi che vogliono indurla a rinunciare alla
sua fede, inviati dal governatore Massimino Daia che appare raffigurato a destra
della Santa.
In alto a destra appare il
martirio della moglie del governatore alla quale due aguzzini tagliano i seni.
In basso a destra compare la
Maddalena con nelle mani un vaso dorato in cui l’oro è perfettamente
conservato. In un riquadro al suo fianco è dipinto un piccolo S. Francesco con
il saio e le stigmate.
Sul ba samento dell’altare ecco
la Veronica con il sudario di Cristo, il cui volto in origine bianco è divenuto
nero per ossidazione del piombo della biacca data in qualche occasione da un
restauratore improvvisato.
Il pittore stilisticamente era
molto valido e la sua opera ha delle affinità con affreschi di Plampinet e con quelli recentemente riscoperti
nella Cappella dell’Oulme di Salbertrand.
Per gli abitanti della borgata
questa riscoperta è un premio del loro attaccamento e devozione verso la
Cappella, che nel corso dei secoli è stata oggetto di restauri e migliorie, come
testimoniato tra l’altro da una relazione di don Giuseppe Maria Vachet del 1844
e da una relazione ed elenco delle offerte comparsi sul Bollettino parrocchiale
n. 11 del 1952.
Ma è stato soprattutto meritorio l’aver
provveduto nel ’400 far eseguire i preziosi affreschi, con l’onere finanziario
non indifferente che la remunerazione di un pittore di tale elevatura avrà
richiesto.
Emy Bompard
Chaffaux, un “magnete” tra i monti
Al Chaffaux, il 29 settembre 2012
autorità, amanti dell’arte e della montagna si sono ritrovati per una festa
davvero speciale, capace di unire STORIA, ARTE, RELIGIONE al solito spirito di
conviviale amicizia. Si presentava il
restauro degli affreschi della Cappella di Santa Maria Maddalena.
La scritta esterna posta sopra la
porta della Cappella è, per me, la sintesi cui tendono i sentimenti di chi sale
fin qui: “Alzai lo sguardo ai monti dai quali venne la mia salvezza”.
E su questa traccia hanno
ripercorso il cammino coloro che hanno reso possibile l’opera, gli abitanti del
Chaffaux, le autorità, il Comune, i generosi finanziatori, artisti operatori e
il Parroco don Franco Tonda.
L’intervento della dott.ssa Paola
Barbarino, funzionaria
della “Fondazione Cav. Magnetto”. [foto C. Bompard]
|
I primi, custodi della magia
della montagna sempre capaci di scoprire e di contagiare tutti con il loro
entusiasmo gioioso e generoso; gli altri pronti a rendere concreta l’opera. C’era
una pioggerellina che non ha impedito la salita a piedi di molti (autorità
comprese!) e c’era la “navetta” dei generosi abitanti del Chaffaux. ...E siamo
tutti giunti nel bel prato davanti alla chiesa!
Durante la cerimonia, fuori, si
sono alternati i discorsi della Soprintendente, dott.ssa Valeria Moratti, che
ha illustrato in modo così chiaro e appassionante la storia, le tecniche, i
particolari dell’opera;
– del restauratore prof.
Michelangelo Varetto del Consorzio San Luca, che ha illustrato le varie tappe
del delicato lavoro svolto con i collaboratori Fabio, Emanuela e Charlotte,
sviluppando il progetto d’intervento dell’architetto Mauro Mainardi;
– del Sindaco Roberto Borgis, che
con tanto calore ha espresso la soddisfazione per i risultati ottenuti con la
partecipazione di tutti, del pubblico e del privato. Ciò denota la rilevanza
che il Comune dà a queste testimonianze di storia;
– della dott.ssa Paola Barbarino
della Fondazione Magnetto che ha finanziato l’opera con entusiasmo credendoci e
rendendola fattiva;
– del nostro amato Parroco don
Franco, che su queste montagne ci trasmette sempre così bene il contatto con il
Cielo e che, in più, ha voluto calare se stesso e tutti i presenti nella realtà
passata, con i nomi dei Parroci, delle loro provenienze, delle persone che vi
vissero e le motivazioni che portarono ad edificare lì quella Cappella.
Il gruppo in costume tradizionale.
Da sinistra:
Renata Bompard Piacenza, Laura Allemand Vallory, Emy Bompard, Carla Bernard Bompard, con accanto Renato Bompard, “l’anima” delle iniziative del Chaffaux. [foto C. Bompard]
Così eravamo in altri secoli,
calati tutti in quella realtà ritrovata. E le signore del Chaffaux Renata
Bompard Piacenza, Laura Allemand, Carla Bernard Bompard, Emy Bompard e Anna
Bompard con i loro splendidi costumi facevano da suggestiva coreografia, fuori,
nel prato dove si è svolta la cerimonia, e dentro, vicino all’altare dove don
Franco officiava la Santa Messa. La pioggia era “altro”. Non la vedevamo
neppure!
Due baite erano state
generosamente allestite per accoglierci poi, e, con qualsiasi tempo ristorarci;
da Carlo e Tina Barneaud e Laura Allemand per un fiorito aperitivo con cose
squisite quanto belle, un vero “tripudio” di colori e prelibatezze, da Emy e Renato
Bompard per il gran finale con altrettante squisitezze e la tradizionale “supë gra¯së” che ci ha
riscaldati nel conviviale allegro permanere nella baita.
TRADIZIONI forti come le rocce
che ci sovrastano, pulite come l’aria che respiriamo, vive come le famiglie che
ci accolgono. Tutto questo al Chaffaux, borgata “calamita”.
Grazie.
Kiki
La Cappella affrescata dall’artista di
Plampinet
Sabato 29 settembre una
pioggerellina persistente ha accompagnato i numerosi bardonecchiesi che si sono
avventurati, chi a piedi, chi in fuoristrada, per la ripida salita verso la
borgata del Chaffaux per l’inaugurazione
degli eccezionali affreschi. (...) Dalle descrizioni degli esperti si tratta di
una Cappella del 1400 fatta edificare dalle famiglie della zona e affrescata al
suo interno probabilmente dall’artista di Plampinet, frazione di Nevache.
Rispetto agli altri affreschi che
Bardonecchia vanta nelle sue Cappelle (S. Sisto, N. D. de Coignet e S. Giacomo
a Horres) quella del Chaffaux, dedicata a S. Caterina d’Alessandria e S. Maria
Maddalena, presenta degli affreschi molto raffinati, addirittura con parti
dorate. Purtroppo per secoli sono stati nascosti da uno spesso strato di intonaco.
(...) Con un particolare lavoro di restauro questi tesori ora sono stati
riportati alla luce, sebbene con qualche
parte ormai irrecuperabile. Ma l’effetto è grandioso. Nonostante la Cappella
sia stata messa in sicurezza, sotto la guida dell’arch. bardonecchiese Mauro
Mainardi, gli affreschi della volta rimangono i più colpiti dal tempo, mentre quelli
dell’abside sono quasi intatti.
Molto ricco è il disegno del
velario. L’autore si è ispirato alla “leggenda aurea”, in cui si legge che
Caterina, figlia del re, non volle adorare gli idoli pagani. L’imperatore romano
Massenzio invia un gruppo di sapienti per convincerla, ma saranno i sapienti stessi
a convertirsi alla fede cristiana, diventando loro stessi vittime. Caterina,
salvata dagli angeli, continua a testimoniare la sua fede. Tanto che riesce a
convertire anche la moglie di Massenzio che,
anch’essa, viene martirizzata con il taglio dei seni, e Caterina viene infine
decapitata.
La Cappella, inaugurata in
occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, è entrata a far parte del
circuito “Valle di Susa - Tesori di Arte e Cultura Alpina”. D’ora in poi sarà
possibile visitarla grazie ai numerosi volontari che dal 2008 si rendono
disponibili per la visita guidata. È allo studio un sistema di apertura
elettronica della Cappella con pass e fotocellula per rendere più facilmente
visibili questi tesori alpini. Per ora sarà ancora il volontariato ad offrire
questa prestazione.
Luisa Maletto