I Priori di Sant’Ippolito Francesco Portulano e Renata Bompard
Piacenza mostrano la preziosa Croce che venne trafugata nella notte del 26 maggio 1971. [foto A. Bosco] |
È stata una festa di Sant’Ippolito con un sapore tutto
particolare quella vissuta lunedì 13 agosto. Ogni anno la patronale è occasione
di richiamo e momento per rinnovare le tradizioni, con il ritorno in paese di
tanti che vivono altrove. Vi è la partecipazione del Gruppo storico coordinato
da Gabriella Gallizio Franzini, del Gruppo dei Sartò con Renato Frisiero e
Laura Moretti Major Prime, del Gemellaggio Bardonecchia-Modane-Fournoux, ed è
una ricorrenza anche per i volontari del Soccorso Alpino e dello speciale
nucleo della Guardia di Finanza che chiudono la celebrazione in onore del
patrono con le loro esercitazioni calandosi dal campanile con le corde e gli
attrezzi benedetti dal Vescovo nel corso della Santa Messa.
In questa cornice si sono inseriti quest’anno due eventi unici:
il ritorno in chiesa dell’antica croce processionale d’argento, trafugata nella
notte del 26 marzo 1971 (cfr. Bollettino 1971) e l’intitolazione della piazza
della chiesa a mons. Francesco Bellando, a vent’anni dalla sua scomparsa.
Dopo 41 anni di assenza l’antica Croce è finalmente
tornata a casa! [foto L. Piacenza] |
La croce processionale in argento sbalzato, cesellato,
inciso e parzialmente dorato, è un magnifico esempio di oreficeria tardo
gotica, datata sull’impugnatura 1432 (la data precisa di esecuzione, allo stato
attuale, è dibattuta tra le cifre in caratteri romani leggibili
sull’impugnatura: 1432, e la data riportata dal prof. Giovanni Romano nel suo
articolo pubblicato in “Valle di Susa arte e storia - dall’XI al XVIII sec.”, a
pag. 5, dove è proposta la data del 1413, probabilmente dedotta dalla
punzonatura) e assegnabile ad una bottega orafa piemontese (forse anche francese).
È realizzata in argento sbalzato, cesellato, inciso e parzialmente dorato, applicato con chiodi ad un’anima di legno; i bracci con incrocio potenziato da un elemento quadrangolare, hanno terminazioni polilobe con sferette a spicchi; il nodo è in rame dorato, con placchette in smalto. Le figure, realizzate a sbalzo e applicate sul fondo liscio, sono distribuite secondo l’iconografia tradizionale, con il Crocifisso a capo chino e i fianchi cinti posto all’incrocio dei bracci, tra l’Addolorata, a sinistra, e San Giovanni Evangelista, a destra, entrambi presentati a figura intera, in ginocchio; in alto vi sono il Redentore e, in basso, il Cristo risorto che esce dal sepolcro. Sul verso, al centro, è raffigurato l’Agnus Dei, mentre nelle quattro terminazioni ci sono i simboli degli Evangelisti: l’aquila (Giovanni), il toro (Luca), il leone (Marco), l’angelo (Matteo) ciascuno recante un cartiglio col nome; negli spazi liberi da figure, sono applicati elementi vegetali. Il nodo, coevo e probabilmente originale, è a sfera schiacciata con rilievi a losanghe, con sei placchette quadrangolari in smalto con figure, probabilmente riferentesi a Gesù Risorto, San Giovanni Battista, vari Santi ancora da identificare, e stemma di Bardonecchia» (1).
È realizzata in argento sbalzato, cesellato, inciso e parzialmente dorato, applicato con chiodi ad un’anima di legno; i bracci con incrocio potenziato da un elemento quadrangolare, hanno terminazioni polilobe con sferette a spicchi; il nodo è in rame dorato, con placchette in smalto. Le figure, realizzate a sbalzo e applicate sul fondo liscio, sono distribuite secondo l’iconografia tradizionale, con il Crocifisso a capo chino e i fianchi cinti posto all’incrocio dei bracci, tra l’Addolorata, a sinistra, e San Giovanni Evangelista, a destra, entrambi presentati a figura intera, in ginocchio; in alto vi sono il Redentore e, in basso, il Cristo risorto che esce dal sepolcro. Sul verso, al centro, è raffigurato l’Agnus Dei, mentre nelle quattro terminazioni ci sono i simboli degli Evangelisti: l’aquila (Giovanni), il toro (Luca), il leone (Marco), l’angelo (Matteo) ciascuno recante un cartiglio col nome; negli spazi liberi da figure, sono applicati elementi vegetali. Il nodo, coevo e probabilmente originale, è a sfera schiacciata con rilievi a losanghe, con sei placchette quadrangolari in smalto con figure, probabilmente riferentesi a Gesù Risorto, San Giovanni Battista, vari Santi ancora da identificare, e stemma di Bardonecchia» (1).
Il cap. Corrado Catesi, accompagnato dal brig. Mastroianni,
compie il rito della riconsegna della Croce all’inizio della celebrazione,
ponendola nelle mani dei Priori di S. Ippolito Francesco Portulano e Renata
Bompard Piacenza. Non erano presenti, purtroppo, i Vice Priori coniugi Guido
Ambrois e Maria Luisa Tornone, a motivo di un inatteso ricovero ospedaliero
subito dalla Vice Priora, alla quale auguriamo pronta e completa guarigione!, e
quindi al Vescovo e al Parroco. È il Vescovo Mons. Alfonso Badini Confalonieri
a rivolgere parole di elogio al Nucleo T.P.C. dei Carabinieri per il lavoro
compiuto, consegnando a nome della Parrocchia, come segno di riconoscenza, una
preziosa scultura “Grappolo scuola di Melezet”, opera di Angelo Vachet.
Successivamente è il Sindaco dott. Borgis a prendere la parola e a consegnare a
nome dell’Amministrazione da lui presieduta una targa ricordo.
(1) Dalla relazione predisposta dai Carabinieri N.T.P. di
Roma.
La Banda musicale Alta Valsusa apre il corteo delle Autorità che dalla piazza del Comune, percorrendo via Medail, giunge per la S. Messa Patronale. [foto A. Bosco]
La Banda musicale Alta Valsusa apre il corteo delle Autorità che dalla piazza del Comune, percorrendo via Medail, giunge per la S. Messa Patronale. [foto A. Bosco]
Sacerdoti, ministranti e chierichetti in attesa dell’arrivo del Vescovo. [foto E. Allia]
Il generale dott. Pasquale Lavacca, Comandante della Legione Carabinieri del Piemonte e Valle d’Aosta. [foto E. Allia]
Con le altre autorità sono presenti il generale dott. Pasquale
Lavacca Comandante della Legione Piemonte e Valle d’Aosta; il cap. Guido
Barbieri Comandante Carabinieri N.T.P. di Torino, il cap. Piermarco Borettaz della
Compagnia di Susa e il m.llo Aldo Radaelli Comandante della Stazione
Carabinieri di Bardonecchia,
Mons. Vescovo con le autorità militari.
[foto S. Zatta]
oltre al dott. Francesco Destro commissario di P.S., il lg.ten.
Enzo Cicchini della Guardia di Finanza, il t.col. Giovanni Gubitosi della Base
Logistica, numerosi Sindaci, la dott.ssa Valeria Moratti della Soprintendenza e
una ventina di sacerdoti a concelebrare la Santa Messa.
La restituzione del bene è avvenuta in tempi così rapidi
dalla data del ritrovamento e dal necessario dissequestro, grazie a un febbrile
lavoro burocratico compiuto e snellito dal N.T.P. di Roma, comandato dal col.
Mancino, ed anche al m.llo Calogero Gliozzo che ha seguito personalmente la
pratica, al s.ten. Silvio Medail e a mons. Claudio Jovine.
Oggi è l’antica Croce del 1432 ad essere ammirata e
fotografata. [foto E. Allia]
La consegna della Croce processionale, dopo 41 anni dal suo
trafugamento, ha avuto ampia eco sui vari mezzi di comunicazione: “La Stampa”,
“Cronaca qui”, “La Valsusa”, “Luna Nuova”, “Le Dauphiné” e con un servizio
andato in onda su “Rai3” al TG regionale del Piemonte.
Al termine del rito, magistralmente animato dalla Cantoria
parrocchiale e dai numerosi ministranti diretti dal chierico Andrea Penna,
sulla piazza, il Vescovo Mons. Badini Confalonieri e il Sindaco dott. Borgis,
hanno scoperto la targa con la quale, da oggi in poi, sarà così intitolata: «Piazza
Mons. Francesco Bellando - già Piazza Vittorio Veneto». Il Sindaco, riferendosi
alla recente delibera di Giunta approvata dalla Prefettura di Torino, ha consegnato
alla storia il ricordo di mons. Bellando, Parroco dal 1946 al 1992. (A questo
riguardo si rimanda ad altro articolo presente sul Bollettino).
La mattinata si è conclusa allietata dalle note della Banda Musicale Alta Valsusa, con un aperitivo d’onore offerto dal Comune all’hotel Genzianella.
La mattinata si è conclusa allietata dalle note della Banda Musicale Alta Valsusa, con un aperitivo d’onore offerto dal Comune all’hotel Genzianella.
Nel primo banco: dott. Roberto Borgis, Sindaco di Bardonecchia; dott. Pasquale Lavacca, generale dei Carabinieri; dott. Sandro Plano, Presidente della Comunità Montana; dott. Mino Giachino, Sottosegretario di Stato ai Trasporti; il Sindaco di Modane. [foto E. Allia]
Il cap. Corrado Catesi del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Arma dei Carabinieri. [foto E. Allia]
Nel pomeriggio: giochi per i bambini organizzati da numerosi
volontari coordinati dalla Pro Loco; a cena la polentata predisposta dal Gruppo
Alpini e, in tarda serata, gli stupendi fuochi artificiali chiudono una
giornata ricca di festa e sicuramente destinata a entrare nei ricordi storici
di Bardonecchia.
Danilo Calonghi
Processione offertoriale con i doni da presentare al Vescovo, accompagnata dal cerimoniere Stefano Grassi.
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«La Croce ritrovata» - servizio di Franca De Paoli (TGR Rai3 Piemonte del 13 agosto 2012 - edizione delle ore 19,30)
La Banda, tutto il paese, tutti i
villeggianti, rappresentanze civili e religiose, militari; c’è davvero tutta
Bardonecchia e tutti i turisti che attorno a Bardonecchia gravitano alla festa del
Patrono Sant’Ippolito, quest’anno resa ancora più importante dal ritorno di una
preziosa croce processionale del 1400 rubata – pensate – 41 anni fa, ritrovata
a Roma e a Bardonecchia riportata, sotto scorta, giusto in tempo per la
celebrazione della grande S. Messa cantata per la festa, oggi, del Patrono.
«Ma voi venite da Roma?», domanda la cronista della Rai al cap. Corrado Catesi della T.P. di Roma. «Esattamente. Dovevamo trasportare sino a qui il crocifisso, che doveva ovviamente essere scortato, in quanto sotto sequestro sino a ieri sera. Un bene culturale; difficile dare un valore economico, specialmente quando lo abbiamo visto oggi dall’affluenza in chiesa, è un oggetto molto importante».
Badini Confalonieri, a don Franco
Tonda Parroco della chiesa da dove era stata trafugata la sera del 26 marzo
1971. Ad accogliere la pregiata croce c’era l’intera comunità della “Perla
delle Alpi”, che insieme a centinaia di turisti, hanno festeggiato sulla piazza
antistante la chiesa l’arrivo della preziosa croce che
Non è facile pescare quei tappi... non sono pesci! [foto S. Zatta]
L’ATTENZIONE DEI MEDIA PER LA
“CROCE RITROVATA”
Chi frequenta con assiduità la chiesa
parrocchiale di Sant’Ippolito ben conosce con quanta cura vengono preparate le
sacre funzioni, da quelle più importanti come la Festa patronale del Santo
Martire Ippolito – giovane soldato della Legione Tebea – a quelle
apparentemente meno solenni celebrate lassù tra le montagne, nelle Cappelle di
Bardonecchia. Persino S.Em. il Cardinale Angelo Sodano, Decano del Collegio
Cardinalizio, che presiedette in S. Ippolito, lunedì 19 luglio 2012, una
Concelebrazione in occasione del 60.mo di fondazione della Casa astigiana “Porta
paradisi”, esclamò a microfoni ancora accesi: «Qui fate le cerimonie più
solenni che a San Pietro!».
Quest’anno però, anche i media
maggiori (televisione e carta stampata), quelli cioè che generalmente tengono
un certo distacco dalle cose di Chiesa e magari intervengono nelle vicende
ecclesiali soltanto al verificarsi di scandali o presunti scandali messi su da
chissà quale potere; ebbene, quest’anno – dicevamo – i mezzi di informazione
maggiori, hanno seguito con attenzione lo svolgimento della cerimonia.
Motivo, o meglio, motivi di
questa attenzione sono stati essenzialmente due: il ritrovamento, da parte
dell’Arma dei Carabinieri di Roma, di un crocifisso processionale del 1400,
trafugato da S. Ippolito oltre 40 anni fa, e l’intitolazione della piazza della
chiesa, da parte del Comune, al Parroco mons. Bellando.
Abbiamo pensato di riportare qui
di seguito i testi delle cronache prodotte dal servizio andato in onda su
“Rai3” e quello apparso su “La Stampa”, a favore dei lettori del Bollettino
parrocchiale e soprattutto per coloro che, per varie ragioni, non hanno udito e
letto tali cronache o non hanno potuto partecipare alla Festa Patronale del
2012.
Stefano Masino, giornalista
astigiano
Processione offertoriale con i doni da presentare al Vescovo, accompagnata dal cerimoniere Stefano Grassi.
[foto E. Allia]
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«La Croce ritrovata» - servizio di Franca De Paoli (TGR Rai3 Piemonte del 13 agosto 2012 - edizione delle ore 19,30)
Affollatissima festa patronale a
Bardonecchia anche per il ritorno di una preziosa croce del Quattrocento rubata
41 anni fa e ritrovata dai Carabinieri a Roma.
«Di null’altro mai ci glorieremo se non della Croce
di Gesù Cristo, nostro Signore ... per mezzo di lui siamo stati salvati e liberati» (dalla Liturgia). [foto E. Allia] |
«Ma voi venite da Roma?», domanda la cronista della Rai al cap. Corrado Catesi della T.P. di Roma. «Esattamente. Dovevamo trasportare sino a qui il crocifisso, che doveva ovviamente essere scortato, in quanto sotto sequestro sino a ieri sera. Un bene culturale; difficile dare un valore economico, specialmente quando lo abbiamo visto oggi dall’affluenza in chiesa, è un oggetto molto importante».
«E questa mattina – spiega il
Parroco don Franco Tonda –, vari uomini del paese si sono avvicinati con
commozione, ricordandosi di quando la portavano in processione e a tutti i funerali».
Poi tutti a naso all’insù per le
dimostrazioni delle guide del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza, che
ogni anno si calano con le corde direttamente dal campanile e ...che la festa
cominci: c’è da mangiare, da bere, da ballare, da cantare, da
comprare, da vendere, da correre nei prati, ma soprattutto ci sono aria
frizzantina e sole splendente per tutti.
• • •
«La Croce rubata 41 anni fa è
tornata nella sua chiesa»
di Amedeo Calcagno
(da “La Stampa” del 14 agosto
2012, edizione di Torino e provincia, pag. 54)
Dopo 41 anni un’antica croce
processionale del Quattrocento che era stata rubata negli anni ’70 nella chiesa
di Sant’Ippolito, ha fatto ritorno a casa. È stata restituita ieri, dai
Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico, alla presenza del
Vescovo di Susa, Mons. Alfonso
«Se non vi convertirete e non
diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,5).
[foto A. Bosco]
È il Vescovo, usando il pastorale, a scoprire la targa di intitolazione della piazza a mons. Bellando. [foto A. Bosco] |
attendevano da tempo.
«Al di là della bellezza e del
valore dell’oggetto, giudicato di straordinario pregio dalla stessa soprintendenza – ribadisce il Vescovo di Susa
Alfonso Badini Confalonieri – è stata la Provvidenza a fare tornare questo
antico e prezioso oggetto sacro a Bardonecchia.
Proprio in questi giorni,
infatti, stiamo ricordando mons. Francesco Bellando, custode per tanti anni
della chiesa di S. Ippolito, al quale oggi dedichiamo la piazza antistante la
chiesa, che è scomparso vent’anni fa».
L’importante manufatto in argento
antico è stato ritrovato in una villa di un facoltoso appassionato d’arte,
collezionista di opere d’arte e deceduto da poco. La croce – conservata dentro
una cassapanca – è stata a scoperta nel corso di un’indagine partita da alcuni
controlli su dipinti di dubbia provenienza messi in vendita dagli eredi in una nota casa d’aste.
La croce, forgiata da un orafo piemontese del XV sec., è solo uno dei pezzi di grande
valore storico ritrovati dai Carabinieri durante questa operazione. E sono
ancora in corso indagini per scoprire chi aveva venduto al collezionista i
pezzi di dubbia provenienza ritrovati nella villa.
Dopo il riconoscimento della
croce da parte degli esperti – e grazie anche all’aiuto di alcune fotografie
conservate in parrocchia a Bardonecchia dal Parroco don Franco Tonda –, le
ricerche sull’origine di quella croce hanno imboccato la giusta strada. La
testimonianza di mons. Claudio Iovine, da tempo a Roma, e che da giovane aveva
visto la Croce, ha impresso la svolta definitiva all’indagine. Culminata con il
dissequestro del bene e l’autorizzazione da parte della Magistratura alla
restituzione dell’oggetto sacro.
«Dopo 41 anni – sorride il
Sindaco Roberto Borgis – e in un momento in cui non si pensava più di
ritrovarla, è arrivata la lieta notizia. Siamo più che felici che questo
importante e sacro oggetto abbia fatto ritorno a casa».
Conclude il Sindaco: «È
innegabile che per noi, oggi, è una giornata di grande festa. Una di quelle
giornate che, per la nostra comunità, passeranno sicuramente alla storia».
• • •
– Il testo degli altri articoli
pubblicati in merito al ritrovamento della croce si possono trovare in: “Le
Dauphiné libere”, del 12 agosto 2012, pag. 12, di Luisa Maletto; “Le Dauphiné libere”,
del 23 agosto 2012, pag. 9, di Luisa Maletto; “Cronaca qui”, del 10 agosto 2012,
pag. 18, di Carlotta Rocci; “La Valsusa”, del 26 luglio 2012, pag. 1 e pag. 16,
di Maria Teresa Vivino; “La Valsusa”, del 6 settembre 2012, pag. 16, di Maria
Teresa Vivino; “Luna Nuova”, del 31 agosto 2012, pag. 58, di Danilo Calonghi.
I proventi del “Pozzo di S.
Ippolito” sono destinati ai restauri del Chaffaux. [foto S. Zatta]
Non è facile pescare quei tappi... non sono pesci! [foto S. Zatta]
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