MELEZET
LES ARNAUDS
MILLAURES
ROCHEMOLLES
Parroco: don Gian Paolo Di Pascale
via Melezet, 111 - 10052 Bardonecchia
Tel. 0122 96629 - 335 5919251
E-mail: gianpaolo.dipascale@alice.it
LETTERA del PARROCO
Carissimi,
luglio 2002-luglio 2012: sono
passati 10 anni da quando Mons.Vescovo mi ha inviato tra di voi. Nessuna
celebrazione, non c’è infatti nulla da celebrare, ma una riflessione che voglio
far con voi attraverso queste righe del Bollettino.
Sono venuto tra di voi non come
uno sconosciuto, anzi mi conoscevate bene, avendo trascorso gli anni della mia
fanciullezza a Melezet, dove ho pure frequentato la scuola elementare e
ricevuto la Prima Comunione e la Cresima in quella chiesa, che per questo
motivo mi è doppiamente cara. Rochemolles mi ha avuto come Parroco per 10 anni,
compresi quelli della terribile valanga del 1961 che quest’anno ricordiamo
nel 50º del tragico evento.
Per questi motivi mi vengono
sovente alla mente le parole dell’autore della Lettera agli Ebrei, là dove
parla del sacerdote e dice (cito liberamente): “Il sacerdote è scelto tra gli
uomini e costituito per gli uomini, perché possa comprendere e perdonare,
essendo anch’egli rivestito di infermità”.
Voglio cioè sottolineare i miei
difetti e i miei limiti, perché questa è una occasione per chiedere perdono per
quello che non ho fatto o per quello che ho fatto male.
Quanti eventi in questi 10 anni!
Abbiamo potuto compiere importanti lavori di restauro alle nostre chiese, per
conservarle al meglio:
– il restauro della chiesa di
MELEZET riportando all’interno la primitiva decorazione del 1700, restauro dei
quadri, dei celebri grappoli, rifacimento dell’impianto di illuminazione e di
amplificazione...
– a LES ARNAUDS il restauro del
campanile romanico, il restauro dell’interno con il pregevole retable, il
pavimento rifatto e il nuovo riscaldamento....
– a MILLAURES il rifacimento del
tetto della chiesa in condizioni disastrose, il restauro della Cappella di San
Claudio...
– a ROCHEMOLLES il restauro
interno della chiesa (la più antica della conca) e il ritrovamento degli
affreschi del sec. XVI sull’arco trionfale e nella Cappella di S. Sebastiano...
Non scrivo questo per esaltare
quanto fatto, ma soprattutto per ringraziare il Signore che ci ha fatto trovare
gli sponsor necessari, senza i quali non avremmo mai potuto fare tanto e tutti
quelli che hanno positivamente aiutato nelle varie imprese, anche con il
consenso ai lavori e alle decisioni prese. Le nostre chiese parrocchiali sono
così ben sistemate, per un buon servizio alla comunità e oggetto di tante
visite soprattutto nella stagione estiva.
Accanto a queste opere materiali,
il cammino pastorale si è svolto nelle tradizionali piste, compatibilmente con
gli impegni che mi hanno occupato nella conduzione
di sei parrocchie (poi cinque), nel tentativo di coinvolgere le piccole comunità
parrocchiali e di assicurare il massimo impegno per non mancare a nessun
appuntamento, come alle celebrazioni alle Cappelle di montagna, particolarmente
numerose nella stagione estiva.
Ho cercato di attivare al meglio
il catechismo per i bimbi delle scuole elementari e quelli della scuola media,
unendo tre parrocchie: Melezet, Les Arnauds e Millaures. Il lavoro in questo
campo mi ha dato la soddisfazione di avere due catechiste efficienti: Laura
Genta e Cristina Mainardi, che ringrazio di gran cuore per quello che fanno,
unitamente ad Adriana Ugetti che viene a far cantare i bimbi e così si sono
potute attuare alcune iniziative di recite, in occasione del Natale e
l’animazione di alcune Messe in particolari momenti dell’anno.
Tutto risolto in questo campo?
Forse no, ma si semina con impegno e perseveranza e il Signore farà il resto...
Grazie anche a quei genitori che
seguono personalmente i loro figli in questo momento delicato e importante: la
loro collaborazione è essenziale per una buona riuscita.
Grazie a quelle persone che si
prestano volentieri per varie attività nelle chiese: apertura e chiusura,
pulizia, i fiori... tante piccole ma preziose realtà al servizio di tutta la
comunità.
Grazie, grande e di cuore, a don
Giancarlo Biguzzi che da alcuni anni ormai è il viceparroco di Melezet nella
stagione estiva, puntuale e affezionato al nostro paese, con l’augurio di
averlo ancora...
Sono perfettamente consapevole di
non essere arrivato a tutto e a tutti: tante altre cose avrei potuto e dovuto
fare...
Avremo presto la Visita pastorale
di S.E. Mons.Vescovo: è un atto importante del suo ministero episcopale, verrà
a toccare con mano le nostre realtà, ad incontrare tutti, specialmente i
malati, a rendersi conto personalmente delle nostre situazioni.
A suo tempo ne parleremo ancora e
ci prepareremo adeguatamente, quando sapremo le date e avremo concordato il
relativo programma.
Dieci anni di parrocchia: ripeto
non accetterò nessuna celebrazione, perché non è assolutamente il caso; è stato
il mio un piccolo esame di coscienza fatto pubblicamente.
Per l’avvenire non posso fare
programmi a lunga scadenza: l’età avanza e propongo di fare quello che posso,
finché il Signore mi darà forza e i miei superiori mi accorderanno fiducia.
Siamo tutti nelle mani del Signore: Lui sa quello che è meglio per tutti noi.
Con questa fiducia vi saluto
tutti con affetto e che Dio vi benedica!
Il vostro Parroco, don Paolo.
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Tutti conoscono la situazione della
Cappella del Monte Tabor che, per il cedimento di parte della roccia su cui è
costruita, sta cedendo soprattutto dalla parte della scalinata di ingresso. Da
parte dei tecnici è stato accertato che sarebbero necessarie iniezioni di cemento
nella roccia stessa e opere di contenimento,
con micro-pali. Opere che a
quell’altezza vengono a costare cifre non indifferenti, essendo necessario
l’impiego di un elicottero per trasportare materiali e attrezzature sino sulla
cima. Si è pensato a varie soluzioni, ma tutte cozzano contro la cronica
mancanza di fondi, aggravata dal fatto che la Cappella è in territorio francese, pur appartenendo
alla parrocchia di Melezet.
Nella festa di S. Giacomo in Valle
Stretta, nella scorsa estate, il Parroco ha potuto incontrare il Sindaco di
Nevache, sig. George Pouchet, il quale ha suggerito di presentare una domanda
perché la Cappella venga classificata tra i beni artistici e storici della
Francia.
Qui di seguito il testo della domanda
relativa:
– Monsieur George
Pouchet Rouge Blanc
Maire de Nevache
Le soussigné don Gian
Paolo Di Pascale, curé de Melezet s’adresse à vous par cette lettre, au sujet
de la Chapelle de Notre Dame des Sept Douleurs, située au sommet du Mont Tabor,
dans la Vallée Etroite, territoire français, mais propriété de la paroisse de Melezet.
La Chapelle a des
origines très anciennes, mais malheureusement nous n’avons pas de documents qui
précèdent la moitié du XVII siècle; à cette époque on en parlait comme existante
“de temps immémorial”.
Pendant les siècles,
cette Chapelle, petit sanctuaire et refuge, située à 3.177 mètres d’altitude a été
le but de la dévotion de Melezet et des villages voisins français. Encore à
présent, chaque année, de nombreux fidèles y font des pèlerinages le 16 Juillet
et le 24 Août.
A’ cause de cette
histoire particulière, on demande aux autorités compétentes d’examiner si la
Chapelle de Notre Dame des Sept Douleurs du Mont Tabor puisse étre classée parmis
les monuments d’intérêt historique de France.
En vous confiant
cette affaire, je vous remercie pour votre attention et veuillez agréer, Monsieur
mes sincères salutations,
7-09-2011 don Gian Paolo Di Pascale.
Il Consiglio Comunale di Nevache ha
accolto favorevolmente la domanda e l’ha inoltrata alle competenti Autorità
dello Stato francese.
Attendiamo con fiducia, e che la
Madonna del Monte Tabor ci aiuti per salvare la sua casa!
DAL MUSEO DI ARTE SACRA
In
margine alla mostra
“I
miti dell’Ottocento” - Melezet e dintorni nell’800
1804 - Viene soppressa la Diocesi di Susa.
Il territorio della Valle dipende dall’Arcidiocesi di Torino.
1806 - Parziale crollo della antica
parrocchiale di Bardonecchia.
1809 - Melezet conta 416 abitanti.
1809 - Il Bureau de Charité accorpa le
Confraternite di S. Bernardino, S. Pietro di Lussemburgo
e del S. Scapolare.
1812 - Incendio a Melezet.
1812 - Les Arnauds diventa parrocchia.
1817 - Pio VII ristabilisce la Diocesi a
Susa.
1817 - Incendio a Melezet.
1819 - I documenti scritti in italiano
(provenienti prevalentemente da Susa) venivano tradotti in francese dal
“Syndic”, poiché la maggior parte degli abitanti non conosceva l’italiano.
1833 - Consacrazione della nuova chiesa
parrocchiale di Bardonecchia.
1843 - Il Comune di Melezet acquista un
terreno da Valentino Lantelme per costruirvi
la casa comunale (40 Lire).
1850/51 - Troviamo in Melezet cinque
esercenti tra osterie, tabaccherie e commestibili.
1855 - Il Syndic ha la facoltà di nominare
i maestri elementari.
1859 - Compare a Melezet il primo caso di
febbre tifoidea.
1860 - La popolazione di Melezet,
costernata per il violento contagio, si rimette alla protezione
della Beata Vergine Maria ed esprime
il VOTO di fare annualmente e perpetuamente, il
16 luglio, una processione di
penitenza sul Monte Tabor, dove è costruita la Cappella
intitolata a N.
D. des Sept Douleurs.
1860 - Si costruisce la Casa Comunale
suddivisa in: piano terreno - scuola elementare, primo piano - sala assemblee,
ufficio segreteria e archivi comunali.
1860 - La Savoia è ceduta alla Francia.
1861 - Unità d’Italia. Gli abitanti di Melezet
continuano a parlare il loro dialetto occitano ed alcuni documenti sono ancora
scritti in francese.
1861 - Jean Baptiste Valleret viene nominato
9º rettore della Cappella del Carmine di Melezet, attuale Museo di Arte
Religiosa Alpina.
1863 - Una valanga si stacca in zona
Gorgias.
Melezet anni fa...
1865 - Una valanga si stacca in zona Rio
Fosse.
1871 - Inaugurazione del traforo
ferroviario del Frejus.
1875 - Don Valleret fa costruire una
Cappella ad uso sepolcrale, per farne un suo mausoleo, l’attuale Cappella del
Sacro Cuore.
1875 - Si restaura la Cappella del Monte
Tabor.
1880 - La casa parrocchiale di Melezet
viene sopraelevata; venne costruita tra il 1701 ed il 1703.
1881 - Vengono piantate 14 croci lungo il
percorso processionale verso la Cappella del Monte Tabor.
1881 - Dopo lo straripamento di Rio Fosse,
si iniziò la costruzione di un muro e di una diga di
contenimento.
1884 - Un terremoto distrugge la guglia
del campanile della chiesa di Melezet.
1890 - Incendio a Melezet.
1893 - Costruzione del nuovo cimitero,
benedetto nel 1894. L’appalto per i lavori fu dato
all’asta pubblica ad estinzione di
candela vergine (si concede il lavoro al miglior offerente
all’estinzione della 3ª candela
vergine).
1895/96/97 - Si ricostruisce la Cappella del
Monte Tabor usando il cemento.
A cura di Valeria Bonaiti e
Daniela Ferrero
Dal Consorzio Forestale uno studio di
fattibilità per la frana di Melezet
La
Giunta Comunale ha esaminato lo studio di fattibilità proposto dal Consorzio
Forestale di Oulx, inerente ad una rosa di interventi che si possono mettere in
atto per rendere sicura la zona di Melezet, interessata dalla frana del 21
maggio 2010.
Come
si ricorderà il rovinoso evento provocò una serie di stacchi di massi ciclopici
che caddero sulla strada provinciale 216, per un totale di 2000mc. di detriti.
Fortunatamente, grazie alle barriere di sicurezza (paramassi ed argine in terre
armate), esistenti dal 2006, si sono salvati gli edifici del residence Melezet
2006 da sicura distruzione, intercettando la maggior parte dei blocchi di
grandi dimensioni (fino a 8metri) la cui traiettoria era diretta in tal senso.
Tuttavia
non hanno protetto la strada, il vecchio ristorante “La Scala” (da anni chiuso)
e il piccolo chalet dello Sci Club Melezet. Ci furono immediatamente degli
interventi provvisori per permettere la viabilità sia verso il Pian del Colle
che verso la Francia, attraverso il Colle della Scala. Ora il gruppo di lavoro
del Consorzio Forestale, guidato dal geologo Zeno Vangelista, ha proposto quattro scenari
di intervento, che vanno dal minor costo, ma con rischio, al maggior costo con
l’eliminazione di rischio.
«Saltando
le prime tre proposte che non risolvono alla radice il problema – ha dichiarato
il Sindaco Francesco Avato –, l’Amministrazione propenderebbe per la quarta, se
non addirittura la quinta, ma purtroppo c’è un ostacolo finanziario. In ambedue
i casi abbiamo bisogno di un aiuto o dalla Regione o dalla Provincia».
Il
quarto scenario prevede un costo di un milione e settecentomila Euro circa.
Propone il completamento dell’argine in terra esistente, l’installazione di
fessurimetri ed inclinometri con sistema radio, tiranti Dywidag, barriere
paramassi con trasporto in elicottero, riprofilatura vecchio argine, argine in
terre armate su sedime SP per una lunghezza di 280 metri ed un’altezza di 8 metri.
Il
quinto scenario è differente rispetto al quarto, in quanto togliendo la
riprofilatura, propone la realizzazione di una galleria stradale, a protezione
della SP 216, in elementi prefabbricati modulari con una luce di dieci metri,
ma il cui solo costo è di quattro milioni di Euro e l’operazione complessiva
ammonterebbe a cinque milioni e seicentomila Euro.
Luisa Maletto
Salendo verso la Cappella del Monte
Tabor, che si erge a 3.177 metri, dopo la partenza dal Piano della Fonderia, la
prima tappa quasi obbligatoria è alla vecchia miniera del ferro a quota 2.120
metri e alla Croce della “Maison des chamois”.
L’antica miniera sembra risalire al
1400 e accanto alla miniera c’era la capanna rifugio che serviva da casa dei
minatori.
L’ultimo tentativo di rimettere in
funzione l’antica miniera fu fatto dalla FIAT durante la seconda guerra
mondiale, ma fu una fatica vana.
E arriviamo al mese di agosto del
1955 quando un giovane prete, don Paolo Gariglio, della Parrocchia di Maria
Assunta in Cielo al Lingotto di Torino, è in cerca di un luogo solitario in
montagna dove portare i giovani. Il luogo gli fu donato dalla Sezione Mineraria
della FIAT, ed è proprio la vecchia casa dei minatori che dopo riparazioni e
rifacimenti vari è diventata la “Maison des chamois” attuale, che anche se
legalmente in territorio francese fa pur sempre parte della nostra Parrocchia.
Poco lontano dalla casa fu piantata
nel 1981 la prima Croce in legno dedicata ai “RAGAZZI IN CIELO”, in seguito
alla sciagura che portò al Signore Gianfranco Ligustri, animatore dei gruppi:
un ragazzo splendido che sognava di impegnare la sua vita al Suo servizio.
Dieci anni dopo, nel 1991, se ne
costruirà una nuova su un basamento in pietra con otto gradini da salire per
giungere ai piedi della Croce in legno. Il 19 luglio 1991 Papa Giovanni Paolo
II, in occasione della sua Visita alla Diocesi di Susa, benedice una grande
stele in bronzo da installare sul basamento. Da quella benedizione nacque un
cordialissimo rapporto del Papa con i ragazzi della “Maison”. Ne è la prova
quanto
accadde un sabato del luglio 2002.
Era il giorno 19 quando don Renato Boccardo – per molti anni collaboratore di
Papa Giovanni Paolo II, ed attualmente Vescovo di Spoleto in Umbria – venne a
celebrare la Messa ai piedi della Croce. Don Renato quel sabato arrivò con un
grande scatolone e disse che era un dono del Papa. Dallo scatolone ne trasse
una elegante confezione con gli stemmi pontifici contenente una patena e un
grande ciborio forgiati con metallo prezioso.
Un dono del Papa per la celebrazione
della Messa ai piedi della Croce.
Sul legno della Croce sono fissate le
mattonelle in bronzo che riportano il nome di un ragazzo o di una ragazza la
cui vita fu povera di anni ma ricca agli occhi del Signore e che ha voluto
presso di Sé in Cielo.
Vittorio Massignan
CHE
NE DICI SIGNORE?
Tu che ne dici, o Signore, se in questo Natale
faccio un bell’albero dentro il mio cuore e ci attacco,
invece dei regali, i nomi di tutti i miei amici?
Gli amici lontani e vicini.
Gli antichi e i nuovi.
Quelli che vedo tutti i giorni e quelli che vedo di rado.
Quelli che ricordo sempre e quelli che, alle volte, restano
dimenticati.
Quelli costanti e intermittenti.
Quelli delle ore difficili e quelli delle ore allegre.
Quelli che, senza volerlo, mi hanno fatto soffrire.
Quelli che conosco profondamente e quelli dei quali conosco
solo le apparenze.
Quelli che mi devono poco e quelli ai quali devo molto.
I miei amici semplici ed i miei amici importanti.
I nomi di tutti quelli che sono già passati nella mia vita.
Un albero con radici molto profonde perché i loro nomi non
escano mai dal mio cuore.
Un albero dai rami molto grandi,
perché nuovi nomi venuti da tutto il mondo
si uniscano ai già esistenti.
Un albero con un’ombra molto gradevole,
perché la nostra amicizia sia un momento di riposo
durante le lotte della vita.
Questa
poesia, dopo averla ripetuta tante volte e averla imparata a memoria, l’ho
recitata insieme ai miei compagni di classe al concerto natalizio che abbiamo
preparato con cura per i nostri genitori; naturalmente con l’aiuto delle nostre
maestre. Ho pensato di pubblicarla sul Bollettino perché mi piaceva molto e
perché, in questo modo, poteva rendere felici adulti e
bambini.
(Irene Pentenero)
– Pubblichiamo volentieri
questa bella e profonda poesia che ci ha inviato la piccola Irene
Pentenero-Nuvolone.
SUCCEDE
A MELEZET
Al momento di mandare in stampa il
nostro piccolo Bollettino è bene riandare con la memoria ad alcuni momenti particolari
vissuti dalla nostra piccola comunità.
Cominciamo con le principali
solennità della Parrocchia: festa del nostro Patrono S. ANTONIO ABATE il 17
gennaio 2011, la Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da don Cordola,
Parroco di Bussoleno, con la partecipazione del nostro Vicario Zonale don
Franco e di altri confratelli.
A seguire il rinfresco presso i
locali dell’Associazione ASSOMONT e alla sera la cena conviviale.
Altra celebrazione solenne il 17
luglio, festa della Madonna del Carmine, la nostra “SCAPULERA” preceduta dal
pellegrinaggio votivo al Monte Tabor.
Le vie del Borgo hanno visto la
partecipazione di molte bancarelle provenienti da molte parti del Piemonte e
non solo; il pronao della chiesa ha ospitato il banco della lotteria con i numerosi
premi a sorteggio, un plauso alle nostre brave donne collaboratrici che tanto
hanno saputo darsi da fare. Peccato che la pioggia ci abbia accompagnato per
tutta la giornata.
Veniamo agli altri avvenimenti:
venerdì 1º luglio abbiamo festeggiato i 55 anni di Sacerdozio del nostro don
Paolo ricordando quel lontano 1º luglio 1956 quando il Vescovo Mons. Garneri lo
consacrava “SACERDOS IN AETERNUM”. Dopo 11 anni di servizio a Rochemolles e
quasi 30 a Sestriere, nel giugno 2002 veniva in mezzo a noi a condividere il
gravoso compito di guida spirituale unitamente ad altre ben cinque Comunità
Parrocchiali. Per dirgli il nostro grazie abbiamo offerto una tovaglia per
l’altare e una giacca a vento, visto che deve sempre correre come il vento e
con qualsiasi tempo da una Parrocchia all’altra a svolgere il suo servizio.
Voglio chiudere con quanto è
tristemente avvenuto giovedì 5 gennaio 2012, quando una terribile bufera di
vento si è abbattuta sul nostro paese scoperchiando il tetto di numerose case e
danneggiandone gravemente altre. Quasi tutte le nostre case, in modo più o meno
grave, hanno subito danni. Fortunatamente le molte lamiere fatte volare dal
vento non hanno investito nessuno così come le numerose piante che il vento ha
sradicato non hanno procurato ulteriori danni; S. Antonio ci ha protetti e non
ci sono stati feriti: avrebbe anche potuto verificarsi qualche incidente
mortale. Al mattino seguente tutti gli abitanti del paese si sono messi all’opera
per riparare i danni e tutti si sono posti fraternamente in aiuto ai più
colpiti.
Dopo la frana, a tutt’oggi non ancora
rimossa né messa in sicurezza, e la recente tromba d’aria, cosa ci dovrà ancora
succedere!?
Come dice don Paolo: affidiamoci alla
protezione di S. Antonio Abate. [Vittorio
Massignan]
SIMONE
DEL SAVIO INCANTA LA PLATEA DEL REGIO
La voce baritonale di Simone Del
Savio ha incantato la platea del Regio, durante la prova generale dell’opera
lirica “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti.
Il giovane bardonecchiese ha
letteralmente bruciato le tappe. Dall’ex coro di Melezet diretto da padre
Stefano, Simone, oggi trentunenne, ha conquistato i palcoscenici lirici
mondiali, nello spazio di sette anni. Diplomatosi nel 2004 in canto lirico al
Conservatorio di Torino ottenendo il massimo dei voti, 10/10 con lode, si
aggiudica poi il prestigioso concorso “Toti Dal Monte” a Treviso, risultando
unico vincitore, nell’opera “Don Pasquale”, nell’interpretazione del dottor
Malatesta.
Il salto di qualità arriva poi nel
2006, varcando le soglie dei teatri lirici europei ed infine americani.
Parrocchia
S. ANTONIO ABATE Melezet
Simone, nel ruolo di Enrico Ashton,
crudele fratello di Lucia, ha eccelso con la sua potente voce per tutta la
durata dell’opera, accanto all’applauditissimo soprano Maria Grazia Schiavo che
ha mandato in delirio la platea, nell’interpretare la pazzia di Lucia.
Molto impegnativa sarà per Simone la
prossima stagione. Ha ottenuto, infatti, scritture presso i più quotati teatri
lirici del mondo. A settembre sarà all’Operá di Parigi. [Luisa Maletto]
CONCERTO
DI SIMONE DEL SAVIO
Finalmente! Possiamo veramente dire
così perché, dopo i successi in vari teatri del mondo, il nostro concittadino Simone
Del Savio ci ha regalato una serata “con i fiocchi” nella nostra chiesa che è
pure legata a lui da vari ricordi, non ultimi quelli dei primi approcci con la
musica con il coro di Padre Stefano, forse sorgente di una luminosa vocazione e
carriera.
La sera dell’8 dicembre 2011 dire che
la nostra chiesa era gremita è dire poco: tutti gli spazi erano occupati,
con l’aggiunta di varie file di sedie
al centro e all’ingresso! Il programma della serata era inserito
nell’iniziativa “Armonie d’inverno” e vorremmo conoscere i nomi degli organizzatori
per complimentarci con loro: valga per tutti il nome della sig.ra Daniela
Biscotti.
Il Parroco ha dato un saluto cordiale
al cantante, con il pianista Paolo Grosa e il chitarrista Massimo Riva, e fu facile
profeta nell’augurare una splendida serata.
Il programma spaziava da musiche
operistiche a canti natalizi; citiamo solo alcuni autori: Farkas, Albeniz,
Mozart, Listz, Verdi. Nella seconda parte del concerto alcuni canti natalizi, come
il celebre “Stille Nacht” di Gruber, cantato in tedesco, e il “White Christmas”
di Berlin. Tutti i brani sono stati presentati con la consueta eleganza e
proprietà dalla dott.ssa Gigliola Bianchini ed hanno riscosso un caloroso
successo, sottolineato dai ripetuti applausi.
Nei banchi erano pure, felici e
perché no, commossi, i genitori di Simone. Ultimo brano che è stato applaudito
come mai e richiesto come “bis”, dalle “Nozze di Figaro” di W. A. Mozart: “Non
più andrai farfallone amoroso” con Paolo Grosa al pianoforte a coda, posto
dinanzi all’altare, e Massimo Riva alla chitarra.
Una serata indimenticabile: grazie a
tutti quelli che l’hanno organizzata e al pubblico che l’ha gradita in modo
superbo, con una presenza mai vista.
Il manifesto per il concerto di
Simone Del Savio.
SCAPULAIRE
BAGNATA...
Ombrelli e impermeabili hanno dato il
benvenuto, quest’anno, alla festa dello Scapulaire, del 17 luglio. Era tutto
organizzato al meglio, ma purtroppo il tempo non è stato clemente e
praticamente la pioggia ha accompagnato tutta la giornata di festa.
Giornata che è iniziata con la S.
Messa celebrata da don Giancarlo Biguzzi che ha pure tenuto una bella omelia, e
proseguita con l’inaugurazione della mostra allestita presso il Museo del
Melezet e dedicata all’800.
Alla S. Messa, presenti numerose
persone, per fortuna incuranti del tempo, hanno partecipato anche i nostri
bellissimi bimbi, vestiti con il costume tipico: scialli colorati, grembiuli, gonne
lunghe, cuffie bianche e completi neri
per i maschietti, hanno invaso allegramente i primi banchi della chiesa. Dopo
la Messa e l’inaugurazione della mostra, l’Assomont ha offerto un buon
aperitivo presso i locali della scuola.
Già dal mattino presto alcune
bancarelle artigianali sono state allestite lungo la via principale del paese.
Peccato che la pioggia e il freddo non abbiano dato molte possibilità ai
visitatori di assaporare gli ottimi profumi dei biscotti, dei salumi, dei dolci
e di fare i propri acquisti con calma e serenità, tra una chiacchiera e
l’altra.
La giornata è proseguita anche con la
scuola di cucina e la preparazione dei dolci presso il forno del Melezet e con
la cena organizzata presso il ristorante La Pigna.
Lodevole, come sempre, l’impegno di
alcune signore del paese, che hanno organizzato il banco di beneficenza davanti
alla chiesa: la raccolta è stata molto cospicua e sarà sicuramente d’aiuto al
nostro don Paolo nella gestione delle spese ordinarie.
Confidiamo che questa giornata di
pioggia, unita ad un’estate piuttosto fresca, sia un buon segno per il prossimo
anno... sole splendente e aria calda! [Wanda
Nuvolone]
INAUGURAZIONE
DEL BAR PRESSO LO CHALET DEL PIAN DEL COLLE
Come già annunciato e previsto dalla
convenzione siglata nel mese di dicembre tra il Comune e il Consorzio Assomont,
la gestione dello Chalet del Pian del Colle, di proprietà comunale, è passata
all’Assomont per una durata di 12 anni. In quell’occasione la Presidente del
Consorzio, Elsa Begnis, aveva ventilato l’idea di concedere la gestione del bar
ad un’azienda esterna attraverso il bando di un avviso pubblico. Ma come è noto
l’iter burocratico è sempre troppo lungo, cosicché per non lasciar chiusa
questa struttura per l’estate, l’intraprendente Presidente ha deciso di gestire
lei stessa il bar con l’aiuto della sua segretaria Daniela e di alcuni baldi
giovani. L’inaugurazione ufficiale è avvenuta lunedì 1º agosto nel tardo
pomeriggio.
Per intanto nel campo di golf è
subentrato un nuovo Club, “Sports Club Bardonecchia”
(info: sportsclub.bardonecchia@gmail.com), condotto dai Maestri Michele Claretto e Luca Andorno. Oltre ad impartire lezioni private di golf, i due maestri garantiscono lezioni anche di
(info: sportsclub.bardonecchia@gmail.com), condotto dai Maestri Michele Claretto e Luca Andorno. Oltre ad impartire lezioni private di golf, i due maestri garantiscono lezioni anche di
tennis e di mtb.
In futuro la Presidente Elsa Begnis
spera di poter realizzare un campo con tre buche. [L.M.]
PASSEGGIATA
AL CHIARO DI LUNA IN VALLE STRETTA
Anche quest’anno la luna non ha
tradito i Gemelli bardonecchiesi e modanesi. Si sono ritrovati in 38 (18 francesi
e 20 italiani) al Rifugio “I Re Magi” per condividere l’annuale cena al chiaro
di luna.
Grazie all’allestimento della
tavolata nella nuova saletta, ricca di vetrate, i commensali hanno potuto
godere anche dello splendido panorama che si è mostrato ai loro occhi.
Per l’occasione il Presidente del
gemellaggio bardonecchiese, Paolo Massara, ha presentato ufficialmente il nuovo
Presidente del gemellaggio Modane-Fourneaux, Michelle Vernier, eletta da poche
settimane, insieme a Roger Dutruc, in qualità di vicepresidente, e a Bruno Casanin,
quale tesoriere. Le altre cariche sono state riconfermate.
Ai brevi discorsi ufficiali, è
seguita, da parte dell’organizzatore Carlo Lantelme, la consegna delle medaglie
della manifestazione, a testimonianza dell’amicizia e fratellanza che da più di
trent’anni lega la popolazione transfrontaliera.
A fine cena, il gruppo è sceso sulla
bella strada innevata, alcuni con le racchette, altri con gli sci di fondo, ma
la maggior parte a piedi tra risate e battute. A metà percorso gli allegri Gemelli
hanno trovato un piccolo ristoro con liquori e biscotti ed un falò crepitante,
allestito dai soci del Consorzio Assomont, che hanno voluto augurare il buon
rientro a tutti. [L.M.]
IL
PRESEPE DEL MELEZET
Come ogni anno, a Natale, ritorna il
presepe nel sottochiesa della parrocchia S. Antonio Abate. Quest’anno è stato
il giovane Edoardo Guillaume a prendersene cura con tanta buona volontà e
abilità nel districarsi tra i vari collegamenti, tra gli impianti dell’acqua e quelli
della luce. L’hanno aiutato alcuni altri, tra cui Daniel Allemand, e a tutti
diciamo un grazie sentito anche a nome delle persone che l’hanno visitato e
ammirato.
Edoardo si propone di migliorarlo
ancora per il prossimo Natale.
CONCERTO
GOSPEL
La sera di venerdì 9 dicembre la
nostra chiesa ha visto un pubblico numeroso per un nuovo concerto. Questa volta
si trattava di un concerto “Gospel”, cioè di quella musica che si rifà ai
motivi delle popolazioni nere dell’America e trae la sua ispirazione dalle
pagine del Vangelo.
Hanno cantato il Complesso “Hora
Nona” con le Gospel Singers, vestiti con una tunica rossa e un mantello
blu. Le voci stupende, i gesti, le
danze, i ritmi di questa particolare musica hanno attratto i presenti che non
hanno lesinato gli applausi di compiacimento.
Così si è conclusa una due-sere memorabile per il
Melezet.
LA
FESTA PATRONALE DI SANT’ANTONIO ABATE
Martedì 17 gennaio 2012 a Melezet si
è svolta la festa del suo patrono, Sant’Antonio Abate, con la Santa Messa
solenne presieduta da Padre Mauro Zella, frate dell’Ordine dei Francescani, e
da vari sacerdoti giunti dalle parrocchie vicine.
La celebrazione è stata animata dalla
cantoria di Bardonecchia, diretta da Francesco Avato ed accompagnata
all’armonium dal nostro Parroco don Gian Paolo Di Pascale.
La presidentessa dell’Assomont Elsa Begnis
ha rappresentato il nostro paese come autorità. Era anche presente il signor
Vittorio Massignan che con impegno costante cura la nostra chiesa, insieme ad
alcune signore del paese che collaborano in vari modi per la nostra comunità.
La telecamera per la ZTL: scatta belle fotografie, ma un po’ care...
La telecamera per la ZTL: scatta belle fotografie, ma un po’ care...
Don Paolo ha introdotto la
celebrazione con un pensiero rivolto a Sant’Antonio Abate affinché protegga di
più il nostro paese, danneggiato lo scorso anno a causa di una frana e in
questo mese, alla vigilia dell’Epifania, colpito da un altro evento naturale:
una tromba d’aria che ha danneggiato alcuni tetti delle abitazioni.
Dalle parole di Padre Mauro abbiamo
potuto apprendere la storia del nostro patrono e ricordarci che un tempo la
celebrazione si concludeva con la benedizione degli animali e dei mezzi agricoli
nella piazza della chiesa, essendo questo Santo protettore del bestiame.
Al termine della celebrazione, in
questa bella giornata di sole, l’Assomont ha offerto un rinfresco presso la sua
sede per trascorrere ancora insieme un momento di gioia. [Cristina]
Parrocchia
S. LORENZO
MARTIRE
Les Arnauds
Come ogni anno la nostra festa
patronale la celebriamo in due momenti, tutti molto partecipati.
Possiamo veramente dire: “Grande San
Lorenzo!” perché scuote il nostro piccolo paese dal suo torpore quotidiano e ci
regala due giorni di festa e di vita, sia nell’ambito religioso che in quello
delle manifestazioni esterne, soprattutto con la grande iniziativa delle
bancarelle-mercato che si allineano nella via principale per tutta la lunghezza
dell’abitato e danno anche visivamente l’immagine della sagra di paese.
Ma veniamo al centro della giornata:
la solenne Santa Messa patronale concelebrata da vari sacerdoti della zona. Li
voglio ricordare, quelli di San Lorenzo del 2011: don Giorgio Nervo, Parroco di
Sestriere, che ci dona un’omelia ricca di spunti e di sostanza, attorno alla
figura del nostro Santo Patrono. Poi don Franco Tonda, Parroco di Bardonecchia;
don Sandro Federici, Parroco di Oulx; don Sergio Blandino, Prevosto
di S. Antonino di Susa; mons. Claudio
Jovine che pur venendo da Roma è di casa; don Giancarlo Biguzzi, docente alla
Pontificia Università Urbaniana di Roma; padre Mauro Zella, francescano del
nostro convento di Bardonecchia; un sacerdote ungherese, in aiuto estivo a
Bardonecchia; il diacono Antonio Piemontese che viene pure lui da Roma, ma è
prezioso aiuto nella stagione estiva.
La Cantoria di Bardonecchia
accompagna la Santa Messa con canti a più voci, diretta da Fabrizio Blandino e
accompagnata all’organo da Stefania Balsamo: a tutti rinnoviamo un grazie
sentito!
Nei primi banchi ci sono le Autorità,
con il nuovo Sindaco di Bardonecchia prof. Roberto Borgis, l’Assessore alle
frazioni dott.ssa Piera Cicconi-Lantelme, il Presidente dell’Assomont dott.ssa
Elsa Begnis.
Le giovani nel tradizionale costume
del paese recano il pane che verrà benedetto all’offertorio e poi distribuito
al termine della celebrazione.
Per quel giorno la nostra chiesa è
veramente piccola! Però anche quelli che si trovano all’esterno, nell’atrio e
sulla scalinata, possono seguire la Santa Messa per mezzo degli altoparlanti.
Così, sulla traccia già collaudata
dagli anni, e rallegrata da una bella giornata (San Lorenzo ce la regala
sovente) la festa scorre serena e animata fino a tarda sera e solo la notte
riporta il silenzio nelle nostre vie... fino al prossimo anno, per un nuovo e
grande San Lorenzo! [***]
UNA PAGINA DI STORIA
LE
ORIGINI DELLA PARROCCHIA DI LES ARNAUDS
Les Arnauds è un piccolo paesino
situato nella conca di Bardonecchia, situato sulla direttrice che conduce dal
capoluogo verso Melezet e la Valle Stretta. La popolazione, attualmente composta
da circa cento persone, non è mai stata numerosa, neanche in passato: il picco
più alto, secondo quanto ci comunicano le relazioni preparatorie alle Visite
pastorali, fu registrato nel 1840, con 162 individui, ma nel 1969 essi sono
solo più 59.
L’attuale parrocchia, dedicata a San
Lorenzo, è stata fondata in tempi relativamente recenti, infatti essa è stata
consacrata nel 1812 dall’Arcivescovo di Torino Giacinto della Torre, in quanto
dipendente dalla Diocesi di Torino a seguito della soppressione di quella
segusina nel periodo napoleonico. Prima di tale data essa era una Cappella
dipendente dalla parrocchia di Bardonecchia: fu benedetta il 28 ottobre 1613 da
Crispin Perron, vicario generale di Jerome de Birague, Prevosto di San Lorenzo
d’Oulx.
Nel 1630-1631, a causa dell’infuriare
della peste, la Cappella si sottrasse alla giurisdizione di Bardonecchia e fu
eretta in succursale, officiata da un prete con titolo di rettore facente le
funzioni di parroco. Da tale data essa svolse quindi anche le funzioni di chiesa
battesimale, infatti i registri parrocchiali datano a partire dal 1632, come il
fonte battesimale in pietra.
La chiesa fu sottoposta alla prevostura
d’Oulx fino al 1748, anno in cui fu soppresso l’ente uiciense e fu istituita la
Diocesi di Pinerolo. Nel 1794, alla morte del primo Vescovo della nuova Diocesi,
Jean Baptiste d’Orlié de Saint Innocent, tutte le parrocchie e cappelle
dell’alta valle di Susa furono assegnate alla Diocesi
di Susa, istituita nel 1772, ma il passaggio
avvenne effettivamente dopo il periodo napoleonico.
Nel 1979 il Vescovo Vittorio Bernardetto
decretò l’unione “aeque principaliter” delle parrocchie di Melezet e di Les
Arnauds, conferendole al Parroco di Melezet, don Francesco Masset. Tale decisione
fu motivata dalla «necessità di provvedere alla ristrutturazione del servizio
religioso» e dalla «temporanea scarsità di Clero».
I PARROCI DI LES ARNAUDS
dall’istituzione della Diocesi di Susa
ROCHAS VALENTINO 1772C1776
BLANC GIOVANNI 1776C1779
DEFAZY LORENZO 1780C1795
ROUDE GIOVANNI BATTISTA 1797C1811
JUSSELME GIOVANNI ANDREA 1812C1822
ROUX LUIGI FRANCESCO 1822C1824
PONT ALESSIO 1824C1829
PERRON GIOVANNI BATTISTA 1830C1847
CHALIER IPPOLITO 1847C1864
TOURNOUD FRANCESCO 1864C1876
MATHIEU GIOVANNI BATTISTA 1876C1897
ROSSETTI CARLO 1898C1917
FRANCOU GIUSEPPE 1917C1919
GIACCONE DOMENICO 1919C1925
RIVETTI FILIPPO 1925C1935
TOURNOUD ANSELMO 1935C1942
PRINETTO CARLO 1942C1943
MASSET FRANCESCO 1944C1945
PANICCO LUIGI 1946C1949
MASSET FRANCESCO MRegg.N 1949C1955
GARCIN LUIGI 1955C1964
MASSET FRANCESCO MRegg.N 1964C1987
GRUA EDOARDO 1987C1999
TONDA FRANCO 1999C2002
DI PASCALE GIAN PAOLO 2002C2002
Nel territorio della Cappella (poi
parrocchia) di Les Arnauds vi sono anche delle Cappelle. La prima è dedicata a Sant’Ubaldo
e a Sant’Antonio Abate, della quale non si sono conservati documenti
nell’archivio parrocchiale.
Nella relazione preparatoria alla
Visita pastorale di Monsignor Rossi (1923) si dà notizia della Cappella
dedicata alla Vergine Ausiliatrice, fatta costruire nel 1888 da Giovanni
Francesco Vachet e benedetta il 29 maggio di quell’anno.
Una terza Cappella, situata nel
territorio di Melezet e dedicata a Notre Dame du Coignet, fu a lungo contesa
fra le due comunità vicine, fino a quando un decreto del Vescovo d’Orlié del 1771
non la assegnò definitivamente alla parrocchia di Melezet, concedendo tuttavia
al cappellano di Les Arnauds di conservare
un mazzo dì chiavi per poterla
officiare in occasione della processione annuale. [a cura di Andrea Zonato]
Vecchia foto: il paese è ancora
ridotto a un piccolo gruppo di case.
172
Parrocchia
S. ANDREA
APOSTOLO
Erminia e Remo mostrano le foto
delle loro Nozze. [foto: AnnaMaria]
FESTA
CONSORZIO ESTATE 2011
(Rievocando...)
Festeggiati l’anno scorso i
trent’anni del Consorzio Agricolo di Millaures, vista la partecipazione da
parte dei consorziati e la riuscita della stessa, abbiamo pensato, con una modica
cifra di partecipazione, di ripetere l’evento. In tanti e non solo consorziati,
hanno partecipato.
La grigliata è stata preparata dai
ragazzi che ogni estate organizzano le loro feste durante la settimana di pausa
lavorativa del mese di agosto in località “luzé”, ma non solo, ci hanno messo a
disposizione anche le loro attrezzature, la loro musica e il loro campo da
beach volley per un piacevole dopo festa. Un particolare ringraziamento va a loro,
che con la loro collaborazione hanno permesso la riuscita della gioiosa
giornata apprezzata da adulti e piccini.
HORRES
7 AGOSTO 2011
Ricorrenza della consueta annuale
festa della fienagione alle baite Horres, giornata di festa e di giochi. Anche
se quest’anno il tempo è stato nuvoloso, ci siamo ritrovati per la Celebrazione
Eucaristica, noi temerari, nella Cappella dedicata ai Santi Giacomo e Andrea.
La S. Messa è stata celebrata da don Giancarlo, che da qualche anno è lì con
noi come guida spirituale.
Dopo la celebrazione si corre verso
la polenta, ognuno ai propri posti per gli ultimi preparativi e la
distribuzione della stessa. Dopo il pranzo la lotteria e i giochi.
MOSTRA
FOTOGRAFICA
Nell’atrio della nostra chiesa
parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo a Millaures anche quest’anno è presente la
mostra fotografica allestita dal Consorzio con belle foto che espongono un po’
delle bellezze e consuetudini del nostro
territorio: fiori, attrezzi antichi, mestieri di montagna, apicoltura. Per la
realizzazione della mostra si ringrazia la “Galleria la Trouvaille” di Manuela
e Fulvio. [a cura di Marilena Bellet]
GRANDE
FESTA!
Il 12 giugno 2011 nella chiesa
parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo in Millaures abbiamo vissuto un momento di
grande festa e di immensa gioia con la celebrazione del 50º di matrimonio di
Erminia e Remo insieme alla Prima Comunione del loro nipotino Riccardo. È stata
la celebrazione della fedeltà di Dio in un canto d’amore silenzioso ma fecondo!
Solo Dio conosce i segreti del cuore umano e solo Lui accoglie desideri,
sospiri, fatiche... delusioni, gioie... e tutti i semi di amore sparsi nei 50
anni di vita insieme per
trasformarli in VITA, in fecondità...
in un raccolto abbondante, trasformante... Così anche la prima Comunione di
Riccardo in questo contesto di festa è stato un canto d’amore e di fedeltà di
Gesù per lui! «I cieli e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno
mai». E Gesù si è fatto cibo, Pane di Vita, nutrimento d’amore, di speranza, di
gioia per Riccardo. Gesù è fedele e seguirà con amore e tenerezza il cammino di
vita di Riccardo come ha sostenuto, seguito, accompagnato, custodito il cammino
dei 50 anni di matrimonio di Erminia e Remo!
Ringraziamo il Signore e a Lui
affidiamo ogni persona perché possa sperimentare quanto è buono il Signore! [suor Regina Pozzebon]
IL
RESTAURO DELLA CAPPELLA DI SAN CLAUDIO
La Santa Messa di inaugurazione dei restauri
a San Claudio. [foto: AnnaMaria]
|
Il 21 agosto 2011 nella Cappella di
S. Claudio si è tenuta la funzione di ringraziamento di fine restauri officiata
da don Paolo Di Pascale e alla presenza di numerosi fedeli La piccola Cappella
sita in borgata Prerichard a Millaures aveva subito, nel corso degli ultimi
decenni, diversi furti di arredi sacri ed era purtroppo molto evidente un forte
degrado sia nelle strutture che delle decorazioni ed in modo particolare la
pala d’altare che si stava deteriorando in maniera irreversibile. I lavori sono
iniziati con il rifacimento del tetto ad opera del Consorzio e volontari e poi
con il consolidamento delle strutture, ad opera della ditta Romanello, quindi,
successivamente, il restauratore Lussiana di Giaveno ha recuperato le parti
lignee del Coro e le decorazioni
parietali.
Per il restauro della pala d’altare
si è provveduto alla sua rimozione ed al trasporto sino a Settime, in provincia
di Asti, presso il laboratorio del restauratore Lucia Giuseppe. L’intervento di
restauro ha bloccato il degrado sia della tela che della parte pittorica e nel
corso della pulitura sono stati riportati alla luce parti celate da altri
interventi precedenti e cioè degli angioletti in volo nella parte superiore del
dipinto. È stata ricuperata e rinforzata anche la cornice che è stata riportata
al colore originario ripulendola da interventi di coloritura eseguiti da mani
inesperte.
Tutti questi lavori di ripristino e
sistemazione della struttura e degli arredi vari, sono stati possibili grazie all’interessamento,
alla partecipazione, alla disponibilità di più persone che si sono adoperate e
attivate per la buona riuscita di tutto il restauro e a cui va il
ringraziamento di tutta la comunità, in particolare di un anonimo benefattore.
Artefice di un così positivo e
importante risultato è certamente stata Erminia Masset Blanc, che purtroppo
troppo presto ci ha lasciati e che grazie alla sua gentilezza, dedizione, disponibilità
e tenacia è riuscita a coinvolgere tutte le persone indispensabili affinché la
piccola Cappella ritornasse al suo antico splendore, vanto e luogo di devozione
per tutti gli abitanti della borgata. Grazie, Erminia, ogni qualvolta entreremo
in S. Claudio un pensiero sarà dedicato a te! [Angela
Guiffrey]
SAN
SEBASTIANO
La vita di un sacerdote è un lungo
atto di amore, sono coloro che ci permettono di avere cura delle nostre anime.
Non è vero che in mezzo ad un popolo senza religione il prete sia un uomo
perso, si può fingere di ignorarlo, si può cambiare marciapiede per non
incrociarlo... ma di lui non si può fare a meno, anche se vi sono persone che
si accaniscono contro di lui considerandolo il superstite di un passato
fastidioso che non tornerà mai più. La verità è che questa figura strana in una
società secolarizzata ha ancora un fascino e una presa sul cuore degli uomini.
È il testimone di Dio, che ci richiama. Solo con la sua presenza si è costretti
a pensare all’anima, alla bontà, all’amore, a Cristo.
Il prete è il buon pastore, Gesù lo
investe di una missione da portare avanti nella moltitudine umana, la sua vita
rispecchia quella di chi lo manda, come Gesù, il prete buon pastore ama le sue
pecore e le difende dal lupo, a rischio anche della sua vita. Di questi preti
ha bisogno il mondo, ed a questi preti guarda con nostalgia confessata anche
chi si tiene lontano da Dio. Nessuno può rimanere insensibile davanti a Cristo:
il buon pastore che si fa crocifiggere per amore. Anche la vita del prete è un
atto di amore. Senza che gli venga chiesto e senza voler nulla in cambio egli
dà se stesso. Quest’uomo incrocia tutte le strade, tocca tutte le sofferenze
degli altri.
Non c’è uomo che nella sua vita non
abbia avuto del bene da un prete, figura che si fa carico del ministero di
Cristo, Uomo del perdono e dell’amore per le sue pecorelle fino al sacrificio. Ti
ringraziamo Signore, ...grazie don Paolo che anche quest’anno ci hai permesso
di fare famiglia nella nostra piccola Cappella per festeggiare il nostro santo
protettore San Sebastiano.
Grazie per avere benedetto le case ed
i loro abitanti, il pane, gli amici e le persone che adesso sono con Dio.
Grazie Claudia ed Andrea per aver
messo a disposizione, anche quest’anno, la vostra casa
ed averci permesso dei momenti
sereni, gustando allegramente le ottime leccornie. Dio vi
ricompenserà.
Grazie ad Enrico Bassi che dall’età
di cinque anni accompagnato sulle spalle del padrino,
partecipa ancora dopo 80 anni con lo
stesso entusiasmo a questa festa che ci riunisce, dando
a tutti noi l’esempio di una strada
di vita da percorrete...
RICORDO
DI “FREDO” ALLEMAND
L’ultima domenica di agosto, verso le
sette di sera, una notizia ha percorso Millaures in un lampo, come succede per
le notizie inaspettate che ci lasciano increduli: è morto Fredo. Sì, perché per
noi era solo Fredo e a quel nome tutti associavamo la figura di un uomo “grande
e grosso”, buono e deciso al tempo stesso. Certo, al primo incontro, la sua
figura era imponente e forse poteva un po’ intimidire ma bastavano poche parole
per scoprirne subito l’animo affabile e cordiale.
Alfredo Allemand era buono ma non
“bonaccione”, anzi era un uomo di carattere, direi che univa una grande forza
fisica ad altrettanta forza di volontà che gli hanno permesso di essere fattivo
protagonista della vita sociale di Millaures, sempre in prima fila nelle corvé
sia nel pensarle ed organizzarle sia poi nel lavoro. La sua figura è
particolarmente legata ai Consorzi di Millaures, prima a quello
dell’acquedotto, a cui ha collaborato fin dalla costruzione, e poi nella manutenzione
e gestione fino a diventarne il più diretto responsabile come presidente. Uno
di quei presidenti a cui ci si può rivolgere in qualsiasi momento e che
interviene direttamente per la soluzione del problemi.
Fredo era portatore di quei valori
tradizionali di conoscenza e rispetto del territorio che derivavano dall’agricoltura
di montagna ma era anche aperto ed attento al cambiamento dei tempi ed alle
novità tecniche e sociali. Sul lavoro è stato di quei cantonieri comunali che
facevano tutti i servizi, che passavano
dalla manutenzione stradale allo
sgombero neve alla raccolta rifiuti ai servizi funebri ed infine erano anche
diventati autisti degli autobus urbani. A casa era anche un buon falegname facendo
mobili e serramenti, la cui prima qualità doveva essere intonata al
costruttore, ovvero la robustezza. Ma tornando all’impegno sociale era Alpino
partecipe delle varie iniziative dell’A.N.A., era donatore di sangue non
mancando mai alle periodiche donazioni, ed è stato tra i primi a capire che il
nostro territorio, abbandonato ormai dall'agricoltura tradizionale non più redditizia,
avrebbe avuto bisogno di un nuovo modo di manutenzione ed utilizzo. Così nel
suo stile di uomo del fare è stato uno dei più convinti e convincenti promotori
della fondazione di un Consorzio agricolo con la costruzione di un alpeggio
estivo per l'uso del pascolo. Naturalmente è stato sempre attivo protagonista
della gestione del Consorzio stesso fino anche a capire che nella stessa struttura
dovesse confluire anche l'acquedotto che lui presiedeva. Perché Fredo era
sempre pronto a impegnarsi in prima persona ma anche disponibile a lasciare il posto
a chi secondo lui poteva fare meglio con nuove idee e nuove energie, favorendo
così anche la crescita di chi voleva impegnarsi.
E poi... Horres, quella borgata dove
fu tra i primi a ristrutturare la baita per farne il suo rifugio, il posto dove
andare quasi tutti giorni a passare qualche ora di tranquillità. Ma lui era
“uno di compagnia”, gioviale, e così è stato anche uno dei principali
protagonisti della rinascita e quella che era la festa della fienagione di
Horres che da semplice “polentata” è diventata una vera festa di paese.
Il suo attaccamento a quella borgata
gli ha anche procurato l'appellativo scherzoso ed amichevole di Sindaco di
Horres. E allora ci mancherà quell’atteggiamento che ci veniva spontaneo incontrandolo
di ingrossare e alzare un po' la voce dicendo: CIAO FREDO e vedere il suo volto,
dall’apparenza burbera, allargarsi in un sorriso, nel contraccambiare il saluto
con la sua voce stentorea. [Claudio Guiffre]
Vecchia foto: il paese è ancora
ridotto a un piccolo gruppo di case.
Parrocchia
S. PIETRO
APOSTOLO
Rochemolles
50
ANNI DALLA VALANGA DI ROCHEMOLLES
Nella notte tra il 4 e il 5 febbraio
1961 verso le ore 24,00, una grossa valanga di neve si precipitava sull’abitato
di Rochemolles, seppellendo numerose case, distruggendone alcune,
danneggiandone molte e, soprattutto, facendo quattro vittime.
Mi rifaccio ai miei ricordi
personali, essendo a quell’epoca Parroco di Rochemolles, dove ero entrato il 26
giugno 1960, giovane e alla prima esperienza come Parroco.
Aggiungevo a questo incarico quello
di vice-parroco a Bardonecchia e per quel motivo risiedevo in questa
parrocchia. Era la notte tra il sabato e la domenica, quando il capo del Soccorso
Alpino, il mitico cav. Emilio Bompard mi viene a svegliare e mi mette al
corrente del terribile evento. Partiamo subito verso Rochemolles, mentre la
nevicata continuava intensa: una squadra composta da alcune persone, con me, il
Padre Davide dei Francescani, il dott. Giuseppe Giarelli e altri che non
ricordo, ricordo però benissimo la fatica nell’avanzare sulla strada di
Rochemolles, nella neve non battuta che livellava tutto.
I due coniugi vittime della valanga:
Clotilde Vallory di 74 anni e Giuseppe
Vallory di 84.
Il paese non ci era parso mai così
lontano e irraggiungibile, ma finalmente arrivammo e ci rendemmo facilmente conto di quanto era
avvenuto: la valanga si era precipitata sul paese, sorprendendo tutti nel sonno. Solo il telefono pubblico era
rimasto funzionante e aveva permesso di allertare i soccorsi, da Bardonecchia. Erano vari giorni che
nevicava continuamente: la massa nevosa era consistente, ma all’improvviso un cambiamento
climatico, un innalzamento di temperatura aveva reso la precipitazione più pesante e bagnata, così da non
farla più aderire a quella già caduta in precedenza e da provocare quindi lo scivolamento sull’abitato
sottostante. Le conseguenze furono gravi: 18 case distrutte, due gravemente danneggiate e altre in
misura minore, salva la chiesa parrocchiale, quasi completamente coperta dalla massa nevosa che aveva
però scardinato il tetto della sacrestia, gettandolo quasi intatto nel prato sottostante.
Cecilia Vallory, vittima
della valanga a 51 anni.
|
Le vittime furono quattro: Giuseppe
Vallory di 84 anni e la moglie Clotilde di 74, Cecilia Vallory di 51 anni e il figlio Francesco di 27, il
padre Vallory Francesco Massimino di 56 anni si era invece salvato pur ferito alle gambe. Risultavano
sepolti dalla neve i coniugi Pietro Souberan di 74 anni e la moglie Cecilia Vallory di 65, su indicazione del
figlio Luciano, poiché la casa non era individuabile sotto la neve, alcuni volontari, guidati dal maestro di sci
Secondo Frugolo, scavarono fino al ritrovamento dei due coniugi sepolti, schoccati ma fortunatamente illesi.
I problemi sollevati dalla tragedia furono
molti e complessi: si trattava di ospitare le persone che avevano perso la
casa, salvare il bestiame imprigionato nelle stalle: l’allevamento del bestiame
era una delle attività più remunerative nell’economia del paese. Venne emanato
l’ordine di sgombero del paese e gli abitanti dirottati su Bardonecchia e
frazioni che accolsero i profughi, con tanta disponibilità. Varie iniziative
vennero attuate per venire incontro alla popolazione
di Rochemolles e, nel particolare momento politico, si parlò pure della
possibile ricostruzione del villaggio in altro sito, a I Biouvei, quasi si
dovessero ghettizzare gli abitanti di Rochemolles! Per fortuna non si fece
nulla.
Francesco Vallory, vittima
della valanga a 27 anni.
|
Si dovette pure pensare ai funerali
delle vittime e, constatata l’inagibilità del cimitero locale, coperto da metri
di neve, venne effettuato nella chiesa parrocchiale di Bardonecchia, con la
presenza del Vescovo di Susa, Mons. Giuseppe Garneri, del Sindaco comm. Manlio
Gracco de Lay, e il concorso di tanta gente commossa.
Questo in sintesi il tragico evento
che ha affrettato la fine della vita tradizionale di Rochemolles, basata
sull’agricoltura e l’allevamento del bestiame, ma Rochemolles non è morto e,
pur in altri modi, oggi ancora vive particolarmente nella stagione estiva quando
rivive le sue tradizioni più care nella festa di San Pietro e nelle celebrazioni alle Cappelle di
montagna, momenti di festa e di aggregazione.
È stato costruito un para-valanghe
studiato e progettato da esperti dopo accurati rilievi sul luogo, è stato
concepito per deviare la massa nevosa che scende alle spalle del paese. La chiesa
parrocchiale di San Pietro Apostolo, la più antica della conca, risalente alla
fine del sec. XIV, è stata recentemente restaurata, con lo scoprimento di
interessanti affreschi della metà del sec. XV. È meta di gruppi di visitatori,
con visite guidate, provenienti da varie parti d’Italia. È in questa chiesa
che, nella festa di San Pietro di quest’anno 2011, in occasione del 50º della
tragica valanga, il Parroco ha rievocato l’evento ricordando i tristi momenti vissuti, ha ricordato le 4
vittime e sottolineato l’opera costante della ricostruzione e, infine, rivolto
un forte appello ad una maggiore unità di intenti, perché Rochemolles ancora viva,
fondata sulla sua storia millenaria, sulle migliori tradizioni di fede, di
singolare cultura e di tanto amore per queste severe montagne. [d.P.]
“LE
ERBE IN TAVOLA”, UN SUCCESSO A ROCHEMOLLES
La bella e calda giornata di sole di
domenica 10 giugno ha spinto un buon gruppo di persone a salire a Rochemolles
per partecipare al pranzo campestre “Le erbe in tavola”, organizzato dal
Consorzio Asso Agri di Rochemolles, in collaborazione con il Comune e la Pro
Loco.
Circa trenta commensali, raccolti
sulle piazzette antistanti il museo etnografico, hanno gustato deliziose
ricette a base di ortiche e altre erbe, che crescono spontaneamente nei
dintorni della frazione. A cucinare queste prelibatezze Anna Sainato, ormai
battezzata dai suoi ammiratori la cuoca delle erbe, così ricche di sane
proprietà.
Per domenica 17, sempre alle 12, si è
fatto un bis. L’incontro conviviale ha preso il nome di “Soupe aux herbes
sauvages”. Al pranzo, però, non ci sarà solo la zuppa. Anna Sainato ha in serbo
delle sorprese. [Luisa Maletto]
- il
gruppo in costume di Bardonecchia davanti alla chiesa. [foto:
Pagnotto]
-
COMMEMORAZIONE
DEL PICREAUX
In contrasto con il calendario, la
giornata del 24 luglio, dedicata alla commemorazione della tragedia del
Picreaux, si è svolta con sferzate di vento gelido, ad una temperatura di ben 4
gradi! Certamente nulla faceva pensare ad una giornata estiva, se mai al
ricordo di quel lontano 26 gennaio 1931, in cui 21 alpini del Battaglione
Fenestrelle perirono sotto una valanga durante un’esercitazione. Ma gli Alpini del 2011 non si sono scoraggiati e hanno voluti, con tanto entusiasmo e amore verso i loro defunbti commilitoni, ricordare questo solenne anniversario.
Per onorarli maggiormente, il gruppo
ANA di Bardonecchia ha organizzato la sera precedente un piccolo, ma toccante incontro a Rochemolles. Grazie
al restauro eseguito con tanto impegno da Carlotta Malavasi, figlia dell’Alpino
Giorgio, alla lapide degli Alpini caduti nella Prima Guerra Mondiale, il gruppo ANA locale guidato dal
presidente Renato Nervo ha dedicato un momento di raccoglimento insieme al
Parroco don Paolo Di Pascale che ha impartito una benedizione e al Coro Ange
Gardien di Oulx che ha intonato il sempre suggestivo canto “Signore delle
Cime”.
Lo stesso Coro ha poi allietato,
nella chiesa parrocchiale, un nutrito pubblico con il suo collaudato
repertorio, tra cui l’occitano “Chanto” e la poesia “Qui in chiesa” di Clelia
Baccon adattata al canto corale. Nell’intervallo Valeria Bonaiti, volontaria
del Museo diocesano e appassionata ricercatrice, ha letto alcuni passi del
diario del maestro Gros, in servizio nell’anno scolastico 1930-31 a
Rochemolles. Il diario, ritrovato presso l’archivio privato della famiglia Gros
di Sauze d’Oulx, raccontava oltre ad alcuni episodi scolastici, oggi un po’
anacronistici, anche quella funesta giornata del 26 gennaio.
La serata poi è terminata con un
gustoso rinfresco presso il Museo etnografico, allestito con una mostra di
autentiche foto della valanga e di ritagli di giornale dell’epoca. Domenica 25
luglio, avvolti da calde giacche a vento, gli Alpini bardonecchiesi,
accompagnati dal Sindaco Roberto Borgis, dall’assessore Piera Cicconi, da una
rappresentanza dei Marinai d’Italia del gruppo Valle Susa (vicepresidente Marco
Brengetto, cons. Luigi Beltramo, cons. Michelino Rocci e Fiorenzo Cavicchioli)
e da un pubblico veramente coinvolto e partecipe, hanno solennizzato la
ricorrenza con una S. Messa, celebrata dal Parroco don Paolo Di Pascale, assistito dal diacono
Antonio Piemontese.
Durante il rito, l’alpino ed ex
sindaco Francesco Avato ha letto la preghiera dell’alpino e Renato Nervo ha
fatto l’appello dei 21 alpini periti.
[L.M.]
La locandina per le celebrazioni al
Picreaux.
La lapide dei Caduti rinnovata.
La S. Messa alla lapide del
Picreaux. [foto: Pagnotto]
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ALLA
DIGA DI ROCHEMOLLES:
COPPA
DEL MONDO DI TUFFI DALLE GRANDI ALTEZZE
Venerdì 12 agosto, per il quarto anno
consecutivo la diga Enel di Rochemolles è stata teatro di una gara da brivido,
la “Coppa del Mondo di Tuffi dalle Grandi Altezze”.
Nata ad Acapulco, la manifestazione,
organizzata dalla Federmar, è giunta alla 24ª edizione. Tredici atleti in
rappresentanza di undici Nazioni e due Continenti, tornano ad entusiasmare il
pubblico con uno spettacolo unico da mozzafiato. I tuffatori si lanciano da una
piattaforma posta sul muraglione della diga ad un’altezza di 27 metri (è come
lanciarsi da un palazzo di 8/9 piani). Dopo una serie di evoluzioni da brivido,
entrano in acqua ad oltre 100 km orari. Il tutto in perfetto sincronismo ed
equilibrio psico-fisico.
La Francia è rappresentata dal
trentunenne Laurent Fischer di Strasburgo. Ginnasta e tuffatore di grande
esperienza lavora in spettacoli nei parchi acquatici. È alla sua terza
esperienza in Coppa del Mondo.
La giornata di venerdì, iniziata alle
11 con le prove ufficiali, è proseguita con la gara alle 15, per finire alle 17
con la premiazione ufficiale sempre presso la diga.
Per tutta la giornata è stato
possibile degustare i goffre e dissetarsi con birra e bevande presso i
responsabili dell’A.I.B. di Salbertrand. Inoltre la Federmar ha predisposto per
il pubblico presente gustose specialità regionali dalla porchetta di Ariccia al
Carpaccio di Bresaola della Valtellina. [L.M.]
SANTA
EMERENZIANA 2012
Lunedì 23 gennaio 2012 abbiamo
celebrato la ricorrenza votiva di Santa Emerenziana, secondo il voto fatto in
occasione di tragica valanga nel 1706.
Come da qualche anno ci accoglie la
chiesa di S. Ippolito in Bardonecchia (e dobbiamo essere riconoscenti a don
Franco, che ci accoglie sempre con grande generosità). La celebrazione si tiene
nella “Cappella invernale”, che risulta quest’anno quasi troppo piccola per la grande
affluenza, nonostante il giorno feriale.
Campeggia, a fianco dell’altare, la
reliquia della Santa martire romana, e vicino il cesto con il pane offerto
dalle Priore dell’anno, signore Vallory Angela in Canale e Vallory Anna Maria,
con il tradizionale scialle rosso dell’antico costume. Celebra il Parroco di
Rochemolles che, dopo il Vangelo, dà lettura del testo del voto, seguito sempre
dalla commossa attenzione dei presenti.
Le sue parole richiamano alla fede
dei padri e sono un rinnovato invito perché Rochemolles non perda le sue
migliori tradizioni.
IL
NUOVO OSSARIO NEL CIMITERO DI ROCHEMOLLES
Sono stati finalmente conclusi i
lavori per il nuovo ossario nel cimitero di Rochemolles.
«Il progetto venne iniziato
dall’amministrazione Avato, e ora è concluso da noi – spiega il sindaco Borgis
–. Siamo contenti di questo risultato. Ora il cimitero della frazione dispone
di ben 56 ossari e cellette cinerarie. È un’opera di pregio, molto curata, e su
cui il Comune ha investito parecchio».
Nel Consiglio Comunale è stato
approvato il regolamento su queste nuove cellette: cinquanta saranno riservate
ai residenti della frazione (costo 800 Euro per cella), dando priorità a chi è
legato a Rochemolles per ragioni familiari, di discendenza o parentela stretta.
Mentre le restanti sei saranno a disposizione anche di “esterni”: villeggianti
o persone che non vivono a Bardonecchia ma che desiderano che i propri resti
vengano depositati a Rochemolles (in questo caso, il costo sale a 1.100 Euro
per cella).
Ci sono voluti anni prima di arrivare
alla conclusione del progetto: il preliminare era stato approvato nove anni fa,
il 27 marzo 2002, e soltanto il 2 marzo 2011 è stato dato il via all’esecutivo,
per una spesa di 46.000 Euro.
Il progetto stato redatto
dall’ingegner Paolo Chiavassa, mentre i lavori sono stati affidati dalla ditta
Edilgrimaldi snc. [Fabio Tanzilli - da “La Valsusa”]
ROCHEMOLLES
HA PERSO IL SUO FEDELE LORENZO
Rochemolles ha perso il suo fedele
abitante Lorenzo Vallory. Ottantotto anni di tenace attaccamento alla montagna.
Tutta Bardonecchia lo conosceva e lo
ricorda con tanto affetto.
Alcune emittenti televisive in
passato si erano interessate a lui come l’ultimo cacciatore di vipere. Non era
però un lavoro per lui. Semplicemente
una passione. Una passione che apportava un beneficio alla medicina, perché le
vipere, catturate vive, venivano inviate ad un Istituto sieroterapico per la
preparazione dell’antiofidico. Sposato da 62 anni con Letizia Simiand, Lorenzo aveva
festeggiato nel 2009 le Nozze di Diamante, circondato dai figli Alberto ed Irma
con i rispettivi coniugi e figli, da numerosi parenti ed amici, alcuni giunti
da Grenoble.
Ha sempre vissuto a Rochemolles sin
dalla nascita, ad eccezione di un periodo trascorso a Bardonecchia
dopo la tragedia provocata dalla
valanga del 1961.
Sin da bambino si dedicò
all’allevamento del bestiame e a tutti i lavori agricoli. Era talmente bravo in
alpeggio, che poteva rimanere solo anche tutto il giorno. La mamma lo
raggiungeva solo la sera. Continuò così, fino al raggiungimento della
cosiddetta terza età, che lo costrinse a scendere, insieme alla sua amata
Letizia, a Bardonecchia per il periodo invernale. Ma all’inizio di ogni
primavera non lo fermava nessuno. Saliva sul suo tricarro e via verso Rochemolles.
Durante il rito funebre, svoltosi
venerdì 24 giugno presso la chiesa parrocchiale S. Pietro Apostolo, il Parroco
don Paolo Di Pascale, esprimendo parole di elogio per una vita dedicata alla
montagna, ha ricordato anche il grande servizio che Lorenzo prestava alla
chiesa. Tutte le estati apriva la porta e accendeva le luci dell’altare. E, se
non era ancora giunto il periodo delle visite guidate a cura dei volontari del
Museo diocesano, Lorenzo illustrava ai turisti di passaggio le preziosità
custodite nella chiesa. Se poi si accorgeva che le persone erano
particolarmente interessate, allora raccontava la storia della frazione che era
poi la sua.
Ora Lorenzo riposa nel cimitero di
fronte alla sua baita. [L.M.]