Le confraternite di
Bardonecchia
(a cura di Guido Ambrois)
Le
Confraternite, associazioni di laici con scopi principalmente religiosi ma
anche con una valenza civile, risalgono agli albori del secondo millennio. Non
essendovi a quei tempi la distinzione attuale tra parrocchia e comune, sovente
le riunioni dei confratelli, assolto lo scopo iniziale di devozione e di opere
di pietà, diventavano luoghi di deliberazione collettiva per quanto necessario
alla comunità. I membri delle Confraternite erano impegnati al mutuo soccorso
in caso di calamità, epidemie od altri eventi, alla sovvenzione dei poveri, ma
anche alla difesa di interessi materiali relativi alla collettività.
Successivamente
al Concilio di Trento, nacquero numerose associazioni religiose che si aggiunsero
a quelle già esistenti. A differenza delle precedenti, essendosi nel frattempo
creata una organizzazione comunale, avevano esclusivamente un carattere
religioso con intento di recitare assieme delle preghiere e di effettuare opere
di solidarietà. Le congregazioni eleggevano la loro sede sia in proprie
cappelle sia presso altari laterali della chiesa parrocchiale.
A
seguito di donazioni o lasciti, le confraternite potevano disporre di alcune
rendite, certamente non cospicue. Il Prevosto d’Oulx Bernard Jertoux, nella
relazione di una visita pastorale del 1584, scrive:
“Il
reddito di cui la confraternita può usufruire consiste in alcuni quantitativi
di grano o di vino, nel possesso di piccole pezze di prato o di campo, a volte
in denaro. Tutto questo viene distribuito ai poveri e quel che rimane diviso
tra i confratelli”.
I
membri delle confraternite si distinsero sempre nell’assistenza durante calamità naturali, i disastri provocati dalle
guerre, le carestie e le pesti, a cominciare da quella degli anni 1347-48 a
quella devastante del 1630, e per fronteggiare l’epidemia di colera del 1865.
Prima
per fondazione è la Confraternita dello Spirito Santo. Carlo
Cipolla nel libro “Monumenta Novaliciensa Vetustoria” riferisce di sedici
confraternite esistenti in val di Susa nel 1100 che pagavano tributi
all’Abbazia di Novalesa; tra queste la “Confrairie du Saint Esprit” di Bardonecchia.
Purtroppo di questa Confraternita rimane un solo documento risalente al 1594 ed
è un rendiconto d’incassi e pagamenti. Reca il titolo:
« Confrairie du St.
Esprit de Bardonnesche. Parcelle de la Confrairie du St. Esprit ».
La
Confraternita di Sant’Ippolito risale probabilmente al secolo XIII. Di essa
ci è pervenuto un libro che copre il periodo dal 1458 al 1692. E’ il documento
più antico presente negli archivi parrocchiali. Il volume, rilegato con una
pergamena, recuperata probabilmente da un atto notarile e rinforzata con alcune
pagine a stampa sovrapposte, è scritto a mano, parte in latino con scrittura
notarile e con alcune iniziali miniate, parte in francese. Il testo inizia con
le norme che i confratelli si erano imposti:
“In
nomine Domini - Incipit summarium capitolorum Ordinatiomnis ac
totius Regulae veteris et moderne …… Confratrie Sancti Hyppoliti Martiris”.
Otre agli statuti, riporta anno per anno gli elenchi degli
iscritti ed alcune annotazioni di contabilità e di lasciti ricevuti.
Le
notizie riguardanti la Confraternita del Santo Rosario si devono al Parroco don Tournoud che
trascrisse, in occasione della rifondazione della Compagnia, alcuni documenti
poi andati persi.
La
prima fondazione della “Devota Compagnia della Gloriosa Vergine Maria”
risale al 17 gennaio 1568, giorno in cui si svolse la raccolta d’adesioni.
I
documenti sulla confraternita sono contenuti in un libro, scritto in gran parte
dal parroco don Tournoud all’epoca del ristabilimento della Confraternita, che
copre l’arco di tempo che va dal 1873 al 1907. La prima parte del testo è
dedicata alla documentazione storica, la seconda parte contiene l’elenco degli
iscritti redatto in francese ma in cui compaiono alcuni nomi in italiano di
persone, evidentemente non originarie del luogo, ma probabilmente stabilitesi
in Bardonecchia in epoca più recente.
La Confraternitadel Santissimo Sacramento o Confraternita deipenitenti, risale al 1629. Nel 1905 fu accorpata alla Congregazione di Carità. Il sodalizio era regolato da una trentina di
regole che riguardavano l’obbligo di partecipare a messe, vespri, processioni e
funerali, la cura della cappella, la distribuzione del pane benedetto,
l’offerta di denaro per messe di suffragio od altro scopo, le visite in ospedali
e prigioni.
Di
essa ci sono pervenuti i seguenti documenti:
-
Un registro cartaceo con l’intestazione «Livre des obligations
de la Confrairie des Penitens Blancs de
Bardonnesche» (1630 -
1752). Scrittura corsiva,
francese.
- Un registro della contabilità della Confraternita
(1723-1793).
Scrittura corsiva,
francese.
- Una dichiarazione relativa ad una sentenza di lite
(1673).
Scrittura corsiva,
francese.
- Affitto di un terreno di proprietà della confraternita
(1760 -
1763). Scrittura
corsiva, francese.
- Elenco dei rettori e degli iscritti alla Confraternita
(1826 -
1855). Scrittura
corsiva, francese.
-
Indennità assegnata dal Ministero della Guerra per esproprio
di terreni per la costruzione di una strada
militare (1898).
Scrittura corsiva ed a stampa, italiano.
-
Carte relative alla trasformazione della Confraternita del
Santissimo Sacramento in Congregazione della
Carità (1893 –
1820). Scrittura corsiva, italiano.
-
Cataloghi delle fondazioni a carico della Confraternita (XIX -
XX secolo). Scrittura corsiva, italiano.
Della
Confraternita di N.S. del Suffragio ci sono pervenuti solo tre documenti. Si
tratta di atti notarili e giudiziari, risalenti al 1767, 1780, 1785, che ci
raccontano le vicende di un prestito concesso dalla Confraternita ad un
abitante di Rochemolles. Non è pertanto possibile risalire alla data della sua
fondazione e conoscere la durata della Confraternita.
* * *
Nota del redattore del BLOG
L'edizione dei lavori relativi alle Confraternite hanno comportato una riedizione di grafica e testo piuttosto complessa dovuto alle dimensioni del lavoro, all'importante inserimento di immagini e ai molti formati dei caratteri usati.
Quest'ultimi in particolare, conservati per maggiore aderenza al testo dell'autore, sono trattati con molta difficoltà e sovente hanno richiesto ripetuti interventi di definizione, purtroppo non sempre con successo.
Quest'ultimi in particolare, conservati per maggiore aderenza al testo dell'autore, sono trattati con molta difficoltà e sovente hanno richiesto ripetuti interventi di definizione, purtroppo non sempre con successo.
Inoltre, per via delle notevoli dimensioni, ho dovuto suddividere lo Studio originale in più parti rispettando la logica dei contenuti e agevolando il lettore con facili collegamenti fra le stesse.
A fine lavoro riporterò la mappa dell'impianto completo.
Le scritte in rosso-violaceo presenti in questo testo sono collegamenti diretti ai relativi documenti
Gmalavasi