Il tradizionale ciclo di celebrazioni estive alle Cappelle delle borgate di montagna della nostra conca annovera, tra le altre, la festività dedicata a Santa Chiara. Alla Santa di Assisi, ed al suo veneratissimo conterraneo San Francesco, è infatti dedicata la bella Cappella del Bersac, sita sul versante del Bramafam che digrada verso l’imbocco a Bardonecchia stessa, uno dei primi elementi del paesaggio che il viaggiatore scorge al suo arrivo nel nostro paese.
Le testimonianze storiche relative alla sua fondazione, risalente al 1732, sono conservate negli archivi parrocchiali e redatte in lingua francese dall’allora Parroco: «S. François et S.te Claire du Bersac. La Chapelle sous le titre de S.te Claire et S. François de l’hameau du Bersac, elle a qu’un fond de terre située au perisier des oches, donnée en payement par Jean Baptiste Barbier, par acte du 7.7.1732».
La Cappella presenta una piccola cupola sopra l’altare, di fattura barocca, ed è stata oggetto di un recente completo restauro, che ha visto il rifacimento del tetto, degli esterni ma anche degli interni, e si presenta oggi in tutto il suo sobrio splendore. Fino ai primi anni ’70 del Novecento essa è stata meta della sola celebrazione di San Francesco d’Assisi, il 4 di ottobre, officiata da parte dei frati francescani di Bardonecchia e partecipata, tra gli altri, dal gruppo Scout. La data tardiva del rito in onore del Santo assisiate, tuttavia, non permetteva l’intervento alla Messa che di un ridotto numero di partecipanti. Fu per volere di mons. Bellando che,dal 1975, venne istituita la celebrazione dell’11 di agosto alla Cappella del Bersac: così, da allora, nel giorno di Santa Chiara, essa viene raggiunta dalla processione che, partendo dalla chiesa di Sant’Ippolito, percorre il sentiero che vi sale da Fontana Giolitti. Lungo tale sentiero, a scandire le tappe di preghiera, si trovano cinque croci in legno, opera dello scultore Angelo Bompard: egli e Gabriella Grimaldi Bompard sono gli amorevoli custodi della Cappella, perpetuando la cura che ne ebbe nei decenni scorsi la famiglia Grimaldi. Nel solco di una lunga tradizione, essi offrono il pane benedetto per la celebrazione e, al termine della Messa, una corroborante colazione per tutti i partecipanti.
Anche nel 2010, a 278 anni dalla sua fondazione, la Cappella del Bersac ha dunque ospitato sul vicino prato, ove sono posti un altare e una croce lignea, la Messa officiata dal Parroco, la liturgia della Parola e la benedizione del pane, nel giorno della ricorrenza della morte di Santa Chiara. Ella morì infatti proprio l’11 agosto del 1253, al termine di una vita poverissima e aspra, ma interamente dedicata alla carità, alla pietà, alla preghiera ed al culto dell’Eucaristia. Nata ad Assisi nel 1193 dalla nobile e agiata famiglia degli Offreducci, Chiara (così chiamata poiché la madre, recatasi a pregare nella cattedrale di San Rufino alla vigilia del parto, udì una voce che le predisse la nascita di una bambina, «una chiara luce che illuminerà il mondo») crebbe in un ambiente familiare pervaso da grande spiritualità, soprattutto dovuta alla profonda fede che animava la madre, e ricevette una solida educazione cristiana. Conquistata dalla predicazione di San Francesco e dal suo esempio di completa rinuncia, all’età di diciotto anni fuggì dalla vita benestante che aveva sino ad allora condotto, e raggiunse il Santo e i suoi Frati Minori presso la piccola chiesa della Porziuncola, culla del francescanesimo, dove si spogliò di tutte le sue ricchezze, si vestì del saio dei penitenti e si consacrò alla penitenza. Dopo un breve periodo presso il convento benedettino di Bastia Umbra, Chiara si rifugiò nella chiesa di San Damiano, restaurata da San Francesco stesso. San Damiano divenne, in seguito all’arrivo di circa cinquanta compagne – tra le quali anche la madre e le sorelle di Chiara –un piccolo monastero e Casa Madre di tutte le consorelle, chiamate dapprima “Povere Dame recluse di San Damiano” e, dopo la morte della fondatrice, “Clarisse”.
È da qui che Chiara diede vita ad una famiglia di claustrali radicalmente povere, desiderose di incarnare il Vangelo in una dimensione contemplativa, secondo l’esempio di vita di Maria e nel cammino tracciato dal Cristo, dedite alla preghiera, ma anche al servizio del prossimo: la nuova comunità monastica prese dunque forma e fu fornita di una prima Regola dallo stesso San Francesco. Chiara scrisse successivamente la Regola definitiva del suo Ordine, cui venne concesso anche il “privilegio della povertà” da parte di Papa Gregorio IX, poi confermato da Papa Innocenzo IV con solenne Bolla del 1253, consegnata a Chiara dallo stesso Pontefice recatosi da lei in visita alla vigilia della morte, avvenuta l’11 agosto di quell’anno. Proclamata Santa nel 1255 da Papa Alessandro IV, è artefice del miracolo di aver scacciato l’esercito dell’imperatore Federico II che assediava Assisi, esponendo la pisside contenente il Santissimo Sacramento dalle mura della città: alla vista dell’ostia consacrata le milizie si ritirarono.
Nel 1958 è stata proclamata patrona della televisione da Papa Pio XII, poiché una notte di Natale, malata e inferma, vide, sulle pareti della sua cella, il presepe e i riti solenni che si svolgevano a Santa Maria degli Angeli.
È proprio durante un’omelia pronunciata nel corso di una celebrazione al Bersac che don Franco ha affermato quanto sia importante per ognuno conoscere la vita del Santo di cui si porta il nome, averlo come modello di vita e invocarlo come intercessore.
Da Assisi, dalla Cappella del Bersac, da tutti i luoghi di culto a lei dedicati, dal nostro cuore ed in particolare dal cuore di chi porta un nome tanto bello quanto significativo come quello di Chiara, si leva la preghiera che la chiara luce che illumina il mondo continui a vegliare sulle nostre vite.
Chiara Marino