Nello scorso numero del Bollettino
parlavo dei lavori per il ricupero della Cappella di S. Pietro al Cimitero e ne
annunziavo l’inaugurazione per la prossima estate: oggi l’evento si è compiuto!
Vado col pensiero alla giornata di
sabato 4 luglio 2015 e rivivo con intima gioia quei momenti di grazia, quando
un monumento le cui condizioni sembravano ormai irrecuperabili rinasceva a
nuova vita.
La funzione aveva inizio nella chiesa
parrocchiale, nel primo pomeriggio, al suono festoso delle campane, si formava
la processione aperta dalla Croce, e al canto delle Litanie dei Santi procedeva verso il cimitero. Buona la
partecipazione del fedeli e davano una nota di solennità le bianche divise dei
Templari Cattolici, come scorta d’onore a S.Ecc. Mons. Alfonso Badini
Confalonieri, nostro Vescovo, con a fianco il Parroco, don Franco Tonda,
Parroco di Bardonecchia, e il diacono Antonio Piemontese. Davanti alla Cappella
si compivano i riti per la benedizione con l’acqua santa e le preghiere tratte dal
Pontificale romano. Seguiva poi la Santa Messa, celebrata all’aperto nel
posteggio adiacente alla Cappella, preparato per l’occasione con l’altare sotto
un gazebo e numerose sedie per dare la possibilità di partecipare con comodità.
Al Vangelo Mons. Vescovo rivolgeva la sua parola, manifestando il compiacimento
per l’opera compiuta e soffermandosi poi sulla figura dell’Apostolo Pietro, di
cui si celebrava la liturgia.
Il Coro, accompagnato dalla chitarra e
diretto da Adriana Ugetti, animava i vari momenti della celebrazione.
Prima del termine della Messa, il
Parroco prendeva la parola soprattutto per un doveroso ringraziamento a tante
persone:
«Prima che si concluda questa
giornata per noi così bella e importante, permettetemi qualche parola di
ringraziamento.
Grazie a S.E. Mons. Vescovo che
ha voluto presiedere questa celebrazione.
Grazie alle autorità qui
presenti: l’assessore ing. Cicconi, la presidente dell’Assomont
dott.ssa Elsa Begnis, il suo
braccio destro sig.ra Paola Guy.
Grazie soprattutto al generoso
benefattore che ha voluto finanziare il restauro di questa Cappella le cui
condizioni erano di un degrado che pareva irreversibile. Devo dire
pubblicamente il suo nome anche se so che non lo vorrebbe: è il sig. Guido
Mazza Midana con la sua gentile signora. Con vero spirito di fede mi scriveva:
“Sono felicissimo!
Mi creda, ritengo che una bella
Cappella restaurata in un posto di passaggio
possa ancora far pensare alla
gente che c’è ancora qualcuno che crede e cerca di dimostrarlo”.
[Applausi!]
Egli ha voluto che questo
restauro fosse dedicato in suffragio dei defunti delle Parrocchie di Melezet e
Les Arnauds.
Il Signore lo ricompensi per
averci restituito questo segno di fede, vero gioiello come potete constatare. Grazie
all’arch. Mauro Mainardi che ha progettato e diretto il non facile lavoro di
restauro,
con professionalità, ma
soprattutto con il grande amore che porta alle cose del paese. Grazie
all’impresario Enrico Marchello che ha realizzato l’opera con vera gioia e
capacità e, con lui, tutte le maestranze che hanno lavorato nei settori di loro
competenza: muratori, falegnami, decoratori, con il Consorzio San Luca e il
restauratore Michelangelo Varetto. Grazie al sig. Angelo Vachet che, su
richiesta del donatore, ha scolpito i due grappoli posti lateralmente:
essi legano la Cappella alla
tradizione più importante del Melezet.
Grazie alla Società Colomion
che, nella persona del suo amministratore delegato sig. Nicola Bosticco, ci ha
concesso un’area di rispetto a fianco dell’edificio e oggi di poter usufruire
del posteggio per questa funzione di inaugurazione. Grazie al sig. Marco
Vachet, a cui dobbiamo l’allestimento esterno per questa funzione. Quante
persone hanno così lavorato in corale unanimità per giungere a questo giorno: non posso nominarli tutti, ma ognuno
si senta cordialmente ringraziato!
Così concludiamo questa
giornata importante per le nostre due comunità di Melezet e Les Arnauds. È mia
intenzione usare la Cappella nei mesi estivi con una Messa che verrà celebrata
al giovedì per i defunti che qui riposano, perché questo rinnovato edificio non
resti solo un monumento d’arte, ma sia realtà viva di fede. Concludo
ringraziando il Signore che mi ha dato di vivere questo evento memorabile al
tramonto della mia giornata, a Lui e alla Vergine Maria, la comune gratitudine
che voglio esprimere con le parole semplici ma piene di fede che sono state
recuperate sulla facciata:
“Nostra
Dame des Sept Douleurs, preservez nous de tous malheur, nous redirons toute la
vie: vive Jesus e vive Marie”».
Con affetto, don
Paolo.