Avvicinatevi a Lui, pietra viva...
e voi pure, come pietre vive, costruitevi
in modo da formare una casa spirituale...» (1 Pt. 2,4-6)
Carissimi,
è passato un altro anno e, fedeli al
nostro appuntamento, il Bollettino Parrocchiale si presenta ai suoi lettori e a
coloro che lo apprezzano, per portare la sua voce amica e una buona parola di
incoraggiamento a tutti.
Nella prima parte, questa
pubblicazione, riassume la “Vita della Parrocchia”, con le sue iniziative e
attività che, in buon numero, si ripetono pressoché uguali, in quanto fanno
parte delle nostre tradizioni. Sono l’ossatura della Parrocchia, sorte
gradatamente dai tempi immemorabili e che, se vissute con interiorità, ancora
oggi continuano ad arricchire la fede.
Tra queste segnalo le celebrazioni
estive alle Cappelle di montagna, che vogliono essere dei brevi pellegrinaggi,
aventi come mèta le chiesette incastonate tra il verde dei pini e dei larici, poste
a protezione delle Borgate e dedicate alla Madonna oppure ai Santi. Nel corso
dell’ultima estate è maturata la proposta del “Percorso dei pellegrini verso le
Cappelle di montagna” con le “Credenziali del pellegrino”, sulla falsa riga
delle Credenziali del Camino di Santiago di Compostela e della Via Francigena.
Ai pellegrini che, partendo dalla chiesa parrocchiale, raggiungono a piedi e in
gruppo, con tappe di preghiera lungo il percorso, le varie Cappelle, il giorno
della festa, al termine della celebrazione è posto il timbro di partecipazione che,
a fine estate, dà diritto al rilascio della “Pergamena del pellegrino”. Con
soddisfazione ho constatato che, assieme agli adulti, ha aderito un nugolo di
ragazzini che, solitamente, negli anni trascorsi non era presente.
La Cappella di San Giacomo alle
Grange Frejus si è rivelata una delle più gettonate in quanto fresca di
restauro e pronta per essere inaugurata e benedetta. Il sacro edificio, la cui costruzione
risale alla fine del ’600, si è tornato a mostrare come doveva apparire in
origine, con la bella cancellata lignea in facciata e il tetto con copertura di
lose.
Ora, tutte le Cappelle del capoluogo
sono splendidamente restaurate e appaiono curate, rinnovate e luminose. Ed è
importante che sia così per vari motivi: innanzi tutto per dare a Dio, il più
possibile, le primizie e il bello, non gli scarti, la sciatteria o la
trascuratezza; in secondo luogo come gesto di rispetto per chi ci ha preceduto
e, a suo tempo, ha innalzato questi edifici a costo di enormi privazioni; in
terzo luogo perché siano testimonianza credibile della nostra fede davanti a
una società che, almeno in parte, l’ha smarrita, e possano fare da richiamo ai
gitanti per una sosta, una riflessione spirituale e, magari, una preghiera.
* * *
Sicuramente è più facile restaurare
le chiese “fatte di pietra” che non agire sulle “pietre vive” che sono gli
animi umani. È sufficiente un bravo architetto, delle imprese edili, di
falegnameria, di decorazione, delle indispensabili coperture finanziarie, e la
cosa è fatta. Assai più complicato realizzare l’invito a costruire la chiesa
fatta di “pietre vive”, cioè di anime che orientino a Gesù la vita. Eppure è
questa la cosa più necessaria, perché chi trova Lui trova tutto. È l’appello
che ripetutamente viene dal Vangelo: « ... è il mio Figlio diletto:
ascoltatelo!
» (Lc. 9,35).
Vi è tutta l’intensità dell’amore di
un padre verso i suoi figli in quell’«ascoltatelo». Quasi a dire... ascoltami
perché ti voglio bene... ascoltami perché ho a cuore la tua vita... ascoltami e
vedrai che riempirai la tua vita di bene...Ma, com’è difficile arrivare a porre
questa raccomandazione nell’animo umano!
Tutti, piccoli e grandi, hanno tanti
interessi, buoni senz’altro, che però distolgono dall’amicizia con Gesù. C’è
tempo per tutto... ma Lui, poveretto, è sempre l’ultima ruota del carro. “Non
ho avuto tempo”... è questo ciò che solitamente sento dire.
Dove “ascoltare” Gesù se non alla
Messa ogni domenica? È lì che, domenica dopo domenica, si impara ad ascoltare
la sua voce e a capire che è davvero la voce amica, tra innumerevoli altre voci
che vengono dal mondo, spesso da parte di falsi maestri di vita, che ingarbugliano
il cammino dell’esistenza. A questo riguardo gli esempi da portare non
mancherebbero.
Trascurare la Messa domenicale è, in
fondo, farsi del male da soli, o, per lo meno, privarsi del bene. Talvolta
sento dire: «... sa quella persona frequenta il buddismo ... quell’altra, dopo un
viaggio in India, si rifà alle filosofie induiste»... e così via. Soffro per
queste cose, ma rifletto e dico a me stesso: «... per forza, Gesù non lo conosceva
... non ha mai ascoltato la sua voce ... non l’ho mai vista alla Messa alla
domenica». Sant’Agostino, a Milano, ha iniziato a sentire la voce di Gesù, alla
domenica, andando ad ascoltare il Vescovo Sant’Ambrogio, trovando
in questo modo la luce che cercava
per illuminare la sua vita.
Possa l’Anno Santo della Misericordia
additare la strada che conduce a Gesù e alla Chiesa da lui fondata! Una Chiesa
spesso combattuta, criticata, osteggiata, facendo di ciò che è negativo “di
tutta l’erba un fascio”, con una tendenza a seminare diffidenza e a porre i
fedeli contro i loro pastori. A questa Chiesa così combattuta e giudicata, Gesù
ha affidato il deposito della sua Parola e la vitalità dei suoi Sacramenti.
L’Anno Santo ha come simbolo
principale quello di varcare la Porta Santa, dove la Porta è il segno di Gesù
che di se stesso nel Vangelo afferma: «Io sono la porta e chi per me passerà sarà
salvo» (Gv. 10,9). Varcare la porta è il segno esterno della volontà di porre
la nostra vita nelle sue mani. Una fiducia ben riposta perché Lui non delude,
non inganna, ci assiste e ci «guida sui pascoli ubertosi» (Salmo 22). Il segno
della Porta Santa è il passaggio conclusivo di un cammino che ha nel Sacramento
della Confessione il suo appuntamento fondamentale, a tu per tu con l’Amico Divino,
con colui che non condanna, accoglie, incoraggia, perdona, ridà fiducia e
afferma “ben tornato a casa”!
Maria Madre di Misericordia aiuti
l’umanità a non smarrire il giusto cammino della vita e interceda presso il suo
Figlio affinché tutti possano ascoltare la sua voce che conduce a una vita
piena e dal tono elevato.
Con viva cordialità.
Il Parroco
Don Franco Tonda
Le Edizioni Integrali dei bollettini arretrati sono nella Pagina "Bollettini Parrocchiali"
Le Edizioni Integrali dei bollettini arretrati sono nella Pagina "Bollettini Parrocchiali"