11/06/16

Domenica 26 giugno: i sessant'anni di sacerdozio di Don Paolo Di Pascale

un articolo di Luisa Maletto

1 luglio 1956 - La Consacrazione

Quando dieci anni fa festeggiò i suoi 50 anni di sacerdozio, Don Paolo Di Pascale presiedeva ben sei parrocchie ed i suoi parrocchiani lo chiamavano affettuosamente l'esarca. Il tenace e semplice parroco si accinge a festeggiare i 60 anni e di parrocchie ne ha ancora quattro: Melezet, Les Arnauds, Rochemolles e Millaures. Per le altre due è subentrato un sostituto. Festeggerà questo straordinario traguardo domenica 26 giugno, alle 18, presso la Chiesa di S. Ippolito, dove concelebrerà con Don Franco e molti altri sacerdoti che arriveranno da tutta la Valle per la solenne cerimonia.

Don Paolo, originario di Melezet, entra in Seminario nel settembre del 1950 e, dopo sei anni, esattamente il 1° luglio 1956, riceve in S. Ippolito l'Ordinazione Sacerdotale dal vescovo Mons. Giuseppe Garneri. Svolge il suo servizio per i primi quattro anni a Condove come viceparroco, poi fino al 1971 a Bardonecchia, come viceparroco a S. Ippolito e parroco a Rochemolles. 

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E qui trova il tempo anche di dedicarsi al Soccorso Alpino. Nel '71 con grande dispiacere dei suoi parrocchiani viene trasferito a Sestriere in qualità di parroco, dove rimarrà per 31 anni. E nella rinomata località sciistica prende anche la tessera dello Sci Club Sestriere.
Una vita sacerdotale, costellata da numerosi avvenimenti, il più delle volte tristi, nei cui ricordi emerge la tragedia del febbraio '61, provocata dalla valanga, caduta a Rochemolles. Don Paolo, da poco parroco della frazione, fu uno dei primi a portare soccorso e, a suo malgrado, si trovò a dover compiere il rito funebre delle quattro vittime.
Don Di Pascale, non è solo uomo di chiesa, è anche uno storico di grande valenza. A lui si devono centinaia di notizie, frutto di minuziose ricerche e studi compiuti in tutta la Valle e soprattutto a Bardonecchia. Oltre a figurare come co-autore del libro uscito in cinque edizioni “Bardonecchia e le sue Valli”, il suo nome lo si trova spesso in calce a molte pubblicazioni, quali “Dai Bardi a Bardonecchia Cristiana” e numerose altre, a cui hanno attinto, come fonte bibliografica, studiosi e scrittori. Da quando è tornato a Bardonecchia, sempre sorretto da una notevole forza di volontà, ha dedicato gran parte delle sue giornate all'allestimento del Museo di arte Sacra di Melezet, dove ogni anno organizza insieme alle volontarie Valeria Bonaiti e Daniela Ferrero esposizioni religiose di alto pregio artistico. Più recentemente si è impegnato in prima persona al restauro della Cappella di San Pietro, tra le frazioni di Les Arnauds e Melezet. Ora si sta occupando di una corposa ristrutturazione: l'area circostante la chiesa di S. Pietro Apostolo a Rochemolles, comprensiva di campanile.
Ma nel suo cuore alberga un grande assillo: il restauro della Cappella del Thabor. Il piccolo edificio, sito a 3178 metri proprio sulla cima del monte, si trova in condizioni precarie, in quanto stanno cedendo le fondamenta che per una parte poggiano su una roccia molto friabile. Essendo il lavoro di consolidamento molto costoso Don Paolo è alla ricerca di finanziamenti, che si augura arrivino per la maggior parte dai Comuni di Nevache, Modane, Valmenier e Bardonecchia.
Nonostante la sua non più giovane età, che appare sulla carta d'identità, ma non nel suo cuore e mente, (ad agosto scoccano 84 anni), Don Paolo utilizza quotidianamente il computer, che “smanetta” con la destrezza di un ragazzino.
L.M.