25/09/13

La Cappella del Chaffaux - e il restauro degli affreschi (Bollettino 2012)


L’antica Cappella del Chaffaux, sec. XV. [foto Archivio]
Sabato 29 settembre 2012, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, è avvenuta ufficialmente al Chaffaux la presentazione del Progetto di riscoperta, restauro e conservazione delle antiche pitture della Cappella di Santa Maria Maddalena e Santa Caterina d’Alessandria della prima metà del ’400.
Non si conoscono documenti che attestino l’origine della Cappella che dovrebbe datarsi di inizio ’400, a giudicare dalle colonne e dai costoloni in tufo dell’interno. L’acquasantiera riporta la data del 10 maggio 1446, mentre sugli affreschi esterni appaiono le date del 1537 e del 1540; del 1575 è il leggio in legno con intagliata l’intitolazione a S. Caterina. Per alcuni secoli ritroviamo la Cappella dedicata a questa Santa, martire ad Alessandria d’Egitto del IV secolo d.C. Accanto a S. Caterina vi è la cointitolazione a S. Maria Maddalena, di cui – per quanto in nostro possesso – ci è dato di sapere da un documento datato 16 luglio 1840. Dato che dalle relazioni delle Visite Pastorali compiute nel 1700 la borgata risultava abitata tutto l’anno, per gli abitanti non era scomodo solenizzare la Titolare della Cappella il 25 novembre giorno liturgico della Santa.

Quando la borgata è stata abitata solo in estate per l’alpeggio, si può ipotizzare che abbia preso il sopravvento la data estiva del 22 luglio dedicata a S. Maria Maddalena. Entrambi le sante – Caterina d’Alessandria e Maria Maddalena – le troviamo dipinte sulla tela del 1671 e splendidamente affrescate nelle figure quattrocentesce ora tornate alla luce.
Gli affreschi in esame sono stati nascosti per più secoli da imbiancature. Probabilmente una prima copertura a calce, come regola sanitaria dopo le pestilenze, è avvenuta in occasione della peste del 1630. Varie altri mani di colore si sono via via susseguite durante i lavori di manutenzione.
Nel 2010 durante le pulizie di riapertura della Cappella, dopo l’inverno, le signore Emy Bompard e Tina Mout Barneaud hanno notato su una parete laterale della Cappella una scrostatura da cui appariva del colore. La loro curiosità le ha spinte ad allargare leggermente la scrostatura stessa: è apparsa una decorazione rossa su fondo grigio simile a un motivo rappresentato negli affreschi esterni, chiaro indizio di un dipinto sottostante.
Come si è accertato, a restauro eseguito, la decorazione faceva parte delle bande alternate giallo, rosso e grigio del velario.
Informato il Parroco don Franco Tonda, è iniziato l’iter per redigere il progetto di intervento, sottoporlo alla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte e per ricercare i finanziamenti necessari per il restauro.
L’intervento è stato assegnato al Consorzio San Luca di Torino diretto dal prof. Michelangelo Varetto, che ha iniziato i lavori nel mese di maggio 2012 continuandoli per tutta l’estate con la collaborazione di Fabio, Emanuela e Charlotte. A fine settembre sono apparsi in tutto il loro splendore gli affreschi riscoperti.
A sinistra dell’altare in basso troviamo raffigurata S. Caterina d’Alessandria prostrata a terra, vestita di rosso, che viene decapitata da un soldato; la testa si trova mozzata sulla destra. Più in alto troviamo la ruota dentata spezzata con dietro teste di angioletti e la Santa con il suo viso molto fine e delicato (la veste rossa la lascia scoperta a metà) che disputa con i filosofi che vogliono indurla a rinunciare alla sua fede, inviati dal governatore Massimino Daia che appare raffigurato a destra della Santa.
In alto a destra appare il martirio della moglie del governatore alla quale due aguzzini tagliano i seni.
In basso a destra compare la Maddalena con nelle mani un vaso dorato in cui l’oro è perfettamente conservato. In un riquadro al suo fianco è dipinto un piccolo S. Francesco con il saio e le stigmate.
Sul ba samento dell’altare ecco la Veronica con il sudario di Cristo, il cui volto in origine bianco è divenuto nero per ossidazione del piombo della biacca data in qualche occasione da un restauratore improvvisato.
Il pittore stilisticamente era molto valido e la sua opera ha delle affinità con affreschi di Plampinet e con quelli recentemente riscoperti nella Cappella dell’Oulme di Salbertrand.
Per gli abitanti della borgata questa riscoperta è un premio del loro attaccamento e devozione verso la Cappella, che nel corso dei secoli è stata oggetto di restauri e migliorie, come testimoniato tra l’altro da una relazione di don Giuseppe Maria Vachet del 1844 e da una relazione ed elenco delle offerte comparsi sul Bollettino parrocchiale n. 11 del 1952.
Ma è stato soprattutto meritorio l’aver provveduto nel ’400 far eseguire i preziosi affreschi, con l’onere finanziario non indifferente che la remunerazione di un pittore di tale elevatura avrà richiesto.

Emy Bompard


Chaffaux, un “magnete” tra i monti
L’intervento del dott. Michelangelo Varetto, direttore
del Consorzio di Restauro San Luca.  Al suo fianco,
la dott.ssa Valeria Moratti della Soprintendenza e il
Sindaco dott. Roberto Borgis. [foto C. Bompard]
Al Chaffaux, il 29 settembre 2012 autorità, amanti dell’arte e della montagna si sono ritrovati per una festa davvero speciale, capace di unire STORIA, ARTE, RELIGIONE al solito spirito di conviviale amicizia. Si  presentava il restauro degli affreschi della Cappella di Santa Maria Maddalena.
La scritta esterna posta sopra la porta della Cappella è, per me, la sintesi cui tendono i sentimenti di chi sale fin qui: “Alzai lo sguardo ai monti dai quali venne la mia salvezza”.
E su questa traccia hanno ripercorso il cammino coloro che hanno reso possibile l’opera, gli abitanti del Chaffaux, le autorità, il Comune, i generosi finanziatori, artisti operatori e il Parroco don Franco Tonda.
L’intervento della dott.ssa Paola Barbarino, funzionaria 
della “Fondazione Cav. Magnetto”. [foto C. Bompard]
I primi, custodi della magia della montagna sempre capaci di scoprire e di contagiare tutti con il loro entusiasmo gioioso e generoso; gli altri pronti a rendere concreta l’opera. C’era una pioggerellina che non ha impedito la salita a piedi di molti (autorità comprese!) e c’era la “navetta” dei generosi abitanti del Chaffaux. ...E siamo tutti giunti nel bel prato davanti alla chiesa!
Durante la cerimonia, fuori, si sono alternati i discorsi della Soprintendente, dott.ssa Valeria Moratti, che ha illustrato in modo così chiaro e appassionante la storia, le tecniche, i particolari dell’opera;
– del restauratore prof. Michelangelo Varetto del Consorzio San Luca, che ha illustrato le varie tappe del delicato lavoro svolto con i collaboratori Fabio, Emanuela e Charlotte, sviluppando il progetto d’intervento dell’architetto Mauro Mainardi;
– del Sindaco Roberto Borgis, che con tanto calore ha espresso la soddisfazione per i risultati ottenuti con la partecipazione di tutti, del pubblico e del privato. Ciò denota la rilevanza che il Comune dà a queste testimonianze di storia;
– della dott.ssa Paola Barbarino della Fondazione Magnetto che ha finanziato l’opera con entusiasmo credendoci e rendendola fattiva;
– del nostro amato Parroco don Franco, che su queste montagne ci trasmette sempre così bene il contatto con il Cielo e che, in più, ha voluto calare se stesso e tutti i presenti nella realtà passata, con i nomi dei Parroci, delle loro provenienze, delle persone che vi vissero e le motivazioni che portarono ad edificare lì quella Cappella.
Il gruppo in costume tradizionale.
Da sinistra:
Renata Bompard Piacenza, Laura Allemand Vallory, Emy Bompard, Carla Bernard Bompard, con accanto Renato Bompard, “l’anima” delle iniziative del Chaffaux. [foto C. Bompard]


Così eravamo in altri secoli, calati tutti in quella realtà ritrovata. E le signore del Chaffaux Renata Bompard Piacenza, Laura Allemand, Carla Bernard Bompard, Emy Bompard e Anna Bompard con i loro splendidi costumi facevano da suggestiva coreografia, fuori, nel prato dove si è svolta la cerimonia, e dentro, vicino all’altare dove don Franco officiava la Santa Messa. La pioggia era “altro”. Non la vedevamo neppure!
Due baite erano state generosamente allestite per accoglierci poi, e, con qualsiasi tempo ristorarci; da Carlo e Tina Barneaud e Laura Allemand per un fiorito aperitivo con cose squisite quanto belle, un vero “tripudio” di colori e prelibatezze, da Emy e Renato Bompard per il gran finale con altrettante squisitezze e la  tradizionale “supë gra¯së” che ci ha riscaldati nel conviviale allegro permanere nella baita.
TRADIZIONI forti come le rocce che ci sovrastano, pulite come l’aria che respiriamo, vive come le famiglie che ci accolgono. Tutto questo al Chaffaux, borgata “calamita”.
Grazie.
Kiki

La Cappella affrescata dall’artista di Plampinet
Sabato 29 settembre una pioggerellina persistente ha accompagnato i numerosi bardonecchiesi che si sono avventurati, chi a piedi, chi in fuoristrada, per la ripida salita verso la borgata del Chaffaux per  l’inaugurazione degli eccezionali affreschi. (...) Dalle descrizioni degli esperti si tratta di una Cappella del 1400 fatta edificare dalle famiglie della zona e affrescata al suo interno probabilmente dall’artista di Plampinet, frazione di Nevache.
Rispetto agli altri affreschi che Bardonecchia vanta nelle sue Cappelle (S. Sisto, N. D. de Coignet e S. Giacomo a Horres) quella del Chaffaux, dedicata a S. Caterina d’Alessandria e S. Maria Maddalena, presenta degli affreschi molto raffinati, addirittura con parti dorate. Purtroppo per secoli sono stati nascosti da uno spesso strato di intonaco. (...) Con un particolare lavoro di restauro questi tesori ora sono stati riportati alla luce, sebbene con qualche parte ormai irrecuperabile. Ma l’effetto è grandioso. Nonostante la Cappella sia stata messa in sicurezza, sotto la guida dell’arch. bardonecchiese Mauro Mainardi, gli affreschi della volta rimangono i più colpiti dal tempo, mentre quelli dell’abside sono quasi intatti.
Molto ricco è il disegno del velario. L’autore si è ispirato alla “leggenda aurea”, in cui si legge che Caterina, figlia del re, non volle adorare gli idoli pagani. L’imperatore romano Massenzio invia un gruppo di sapienti per convincerla, ma saranno i sapienti stessi a convertirsi alla fede cristiana, diventando loro stessi vittime. Caterina, salvata dagli angeli, continua a testimoniare la sua fede. Tanto che riesce a convertire anche la moglie di Massenzio che, anch’essa, viene martirizzata con il taglio dei seni, e Caterina viene infine decapitata.
La Cappella, inaugurata in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, è entrata a far parte del circuito “Valle di Susa - Tesori di Arte e Cultura Alpina”. D’ora in poi sarà possibile visitarla grazie ai numerosi volontari che dal 2008 si rendono disponibili per la visita guidata. È allo studio un sistema di apertura elettronica della Cappella con pass e fotocellula per rendere più facilmente visibili questi tesori alpini. Per ora sarà ancora il volontariato ad offrire questa prestazione.
Luisa Maletto