01/05/21

Giolitti a Bardoneccha

Un nuovo libro di Antonella Filippi 
nella Collana "Quaderni di Bardonecchia"

Con la Prefazione di Chiara Rossetti e l' Introduzione di Aldo A.Mola qui parzialmente riportate.

PREFAZIONE
di Chiara Rossetti

UN IMPEGNO PER LA MEMORIA DI
GIOVANNI GIOLITTI

Finalmente un percorso dedicato a Giolitti a Bardonecchia! Non posso dimenticare alcuni istanti trascorsi in compagnia di mia nonna che mi raccontava momenti di vita bardonecchiese, di quando era bambina, romanzati e descritti con semplici immagini e aneddoti che passavano attraverso la storia di oggetti e di luoghi, come solo persone di altri tempi ci sembra ormai sappiano fare.
Non so dire quanto fosse verità e quanto fantasia, ma questi racconti hanno impresso in me un ricordo indelebile, la voglia di approfondire e lorgoglio di essere testimone di una generazione che amava, valorizzava e partecipava alla vita del suo paese e sapeva, con semplicità, riconoscere, apprezzare e dimostrare il giusto riconoscimento e valore alle persone. I racconti erano un modo di insegnare la Storia attraverso la propria storia.
Due erano gli oggetti protagonisti di quegli attimi: una trombetta di ottone e un bicchiere di alluminio con il manico. E da qui partiva il racconto

***

INTRODUZIONE
di Aldo A. Mola

LE VACANZE DI GIOLITTI
PICCOLE STORIE DI OTTIMO GUSTO

Sognando il “villino” a Bardonecchia
Ho ricevuto da Bardonecchia il piano dellalloggio proposto, mi pare convenientissimo.
E un villino con quattro camere a piano terreno, cinque al primo piano, tutte disimpegnate, altre due camere di fianco per persone di famiglia, cucina e cantina nel sotterraneo. Prezzo 800 lire, meno di quel che si pagava a Courmayeur. Tutte le camere palchettate. Ho già scritto fissandolo per lestate prossima. Da Roma, il 19 ottobre 1902, Giovanni Giolitti cosi descrisse alla Carissima Gina1 Villa Suspize, che dallestate seguente divenne la loro dimora estiva. Metodico e pragmatico, guardava avanti con lottimismo di chi prepara il proprio futuro, sulla traccia del Volere è potere del suo amico e confidente Michele Lessona. Procedeva nel solco di Camillo Cavour, Giovanni Lanza e Quintino Sella, che lo riceveva nellufficio di ministro alle sei del mattino, e della vastissima dirigenza politico-burocratica che stava costruendo la Nuova Italia, perché, contrariamente a quanto solitamente si ripete, gli italiani cerano, come erano, da secoli, mentre ancora bisognava fare lItalia: lunificazione in un unico Stato dopo secoli di dominazioni straniere, con qualche alleato, nessun amico.
Il sessantenne Giolitti, invero, non aveva mai conosciuto vacanze

***

ANTONELLA FILIPPI è stata insegnante di italiano e storia nella Scuola secondaria di secondo grado. Studiosa della storia della deportazione, ha pubblicato nel 2013 con Lino Ferracin presso l'editore Zamorani il volume Deportati italiani nel lager di Majdanek. Deve alle sue origini familiari  l'interesse per la storia di Bardonecchia: contribuisce ogni anno con articoli di storia locale al Bollettino parrocchiale; del 2018 è il libro Bardonecchia e la grande guerra, pubblicato da Alzani nella collana "Quaderni di Bardonecchia".

25/04/21

25 aprile 2021 - FESTA x la LIBERAZIONE

BARDONECCHIA RICORDA

 









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Corus in fabula  - BELLA CIAO

https://youtu.be/ojy_ggWTV1M
















08/04/21

Giovedì e Venerdì Santo

Giovedì ore 18,00
Santa Messa della Cena del Signore


05/04/21

SABATO SANTO - Veglia Pasquale

 Sant'Ippolito- Veglia Pasquale - ore 19,45

Liturgia del Lucernario

La processione del clero esce dalla chiesa, lasciata completamente al buio, senza luci né candele accese, dal Venerdì santo. Una volta fuori dalla chiesa, i concelebranti raggiungono un braciere precedentemente preparato, e dopo un breve saluto iniziale (senza il Segno della Croce) il celebrante benedice il fuoco. Quindi prende delle braci e le mette nel turibolo e accende, da quella fiamma, il Cero pasquale; benedice poi il cero pasquale, tracciandovi una croce, le lettere greche Alfa e Omega e le cifre dell’anno; prende cinque grani di incenso e li conficca alle quattro estremità e al centro della croce disegnata, a simboleggiare le cinque piaghe gloriose di Cristo, delle mani, dei piedi e del costato. Quindi il diacono, portando il cero pasquale, comincia la processione che entrerà in chiesa, intonando per la prima volta “Lumen Christi” (La luce di Cristo), e il popolo risponde “Deo Gratias” (Rendiamo grazie a Dio). Dietro il cero pasquale si riforma la processione iniziale, e si accodano anche i fedeli; sulla porta il diacono intona di nuovo “Lumen Christi”, e tutti i presenti accendono una candela; arrivati al presbiterio il diacono intona per la terza volta “Lumen Christi” e si accendono le luci della chiesa, tranne le candele dell’altare. Quindi viene riposto e incensato il cero pasquale e il libro, dal quale un diacono, o un cantore, intona l’Exultet (Preconio Pasquale) o annuncio pasquale. Terminato l’annuncio tutti spengono le candele, ed inizia la liturgia della Parola, introdotta dal celebrante.

29/03/21

27/03/21

VISITA PASTORALE

 

LETTERA DI INDIZIONE DELLA VISITA PASTORALE

Del vescovo di Susa Cesare Nosiglia

Ai sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose,

fedeli della Chiesa di Susa, uomini di buona volontà

Cari amici,

 

dopo oltre un anno dalla mia venuta tra voi sento il desiderio di avviare la visita pastorale alla Diocesi. È una decisione che ho preso perché la visita è il dono ed il compito primario di un vescovo che vuole stare con la sua gente, ascoltare il suo popolo, camminare insieme sulle vie che il Signore indica mediante la luce del suo Spirito.

Negli incontri che ho avuto modo di avere con voi, sacerdoti e fedeli, giovani e comunità, ha ammirato la vostra fede e la generosità con cui vi spendete per la testimonianza del Regno di Dio nelle realtà e negli ambienti di vita. La società in cui viviamo sembra meno attenta ai valori dello Spirito e distratta da tanti messaggi contradditori che suscitano atteggiamenti e comportamenti lontani dalla tradizione cristiana; dense nubi sembrano addensarsi sul mondo e sull'umanità suscitando timori e paure che ci fanno guardare al futuro con comprensibile preoccupazione.

In noi credenti risuona però costantemente la fede di Pietro che accoglie l'invito di Gesù a gettare le reti in mare aperto, anche se ha ·pescato tutta la notte e non ha preso niente.