PARROCCHIA
S. IPPOLITO
via Des Geneys, 9
10052
BARDONECCHIA (TO)
TEL - FAX 0122/99 047
Spett. Redazione
"Valsusa Oggi"
redazione@valsusaoggi.it
"Valsusa Oggi"
redazione@valsusaoggi.it
Gentile Sig. Direttore,
in riferimento all'ampio spazio offerto dal suo
giornale online in data 26 ottobre u.s. all'articolo riportato
sull'Espresso" avente come titolo "Io, profugo, cacciato dai
preti", desidero, per sua conoscenza, farla partecipe della lettera di
risposta indirizzata dallo scrivente all'autore del "pezzo".
Bardonecchia, 28 ottobre 2015
di seguito, la lettera ...
Bardonecchia, 28 ottobre 2015
... hanno scritto ...
PARROCCHIA S. IPPOLITO
via Des Geneys, 9
10052 BARDONECCHIA (TO)
TEL - FAX 0122/99 047
LETTERA APERTA a
— Dott. Fabrizio Gatti Redazione de
"L'Espresso
Via
Nervesa, 21
20139
Milano (Fax 02.4817000)
- Tutti coloro che la vogliono leggere e fare
leggere.
Gentile Dott. Gatti,
in riferimento al suo ampio e documentato articolo, che l’ha portata a
percorrere in lungo e largo l'Italia, investendo energie e denaro, dal titolo
di bell'effetto "Io, profugo, cacciato dai preti" che, a mio avviso,
avrebbe dovuto più correttamente intitolare "Io, falso profugo, cacciato
dai preti", desidero farla partecipe della mia interiore soddisfazione,
quasi una piccola vittoria personale, per non essere caduto nell'ennesimo
imbroglio tentato contro un prete.
Assai spesso, con motivazioni differenti, suonano alla porta falsi
bisognosi, con l'intento di raggirare, circuire, ingannare e fare cadere
"il prete" nella loro trappola truffaldina, per poi, forse, ridergli
alle spalle, dopo avergli spillato del denaro.
In varie occasioni ho dovuto segnalare in Commissariato il passaggio di
imbroglioni ben camuffati.
Ricordo bene l'incontro avuto con lei sulla porta di casa che, fin
dalle prime parole, pur con la difficoltà della lingua (un tempo da queste
parti si studiava il francese, non l'inglese), osservandola, qualcosa di lei
non mi convinceva. Un profugo iracheno: ben curato, aspetto intellettuale,
elegante, volto disteso, riposato; sguardo indagatore...e poi, com'è arrivato a
Bardonecchia se dice di non avere dei soldi... dov'é la moglie, dove sono i
figli di cui par la;... un profugo che non conosce una parola di italiano, come
può avere letto o sentito dell'invito del Papa, di qualche giorno prima,
rivolto alle strutture religiose circa l'accoglienza... Questi e altri i
pensieri che si rincorrevano nella mia niente mentre la scrutavo
"...sottolineando il no con l'indice..."... ed ancora: non sono forse
le Prefetture che destinano i singoli e le famiglie di profughi a coloro che si
rendono disponibili per accoglierli... Qualcosa non mi quadrava... che sia una
bufala? Sa, l'esperienza pluridecennale a questo riguardo tempra le persone. Un
mio predecessore, a metà '800, é stato ucciso con una serie di pugnalate, in
questa stessa casa... vorrei evitare che la cosa si ripetesse. Se me lo
permette, in considerazione della citazione evangelica da lei riportata, vorrei
anch'io fare altrettanto, naturalmente portando acqua al mio
mulino..."siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le
colombe" (Mt.10,16).
Ogni giorno vengono consegnate borse di viveri, pagate utenze
domestiche, offerti piccoli contributi..., ai veri bisognosi, all'occorrenza,
pagata la camera in pensione convenzionata per trascorrere la notte, in quanto
questa casa "con cinque finestre per lato e i gerani al balcone" che,
oltre all'abitazione per il parroco, deve offrire dello spazio alle aule del
catechismo e all'oratorio per i ragazzi, non é purtroppo adattabile per
ospitare migranti» Circa l'accoglienza, già in passato, si era discusso varie
volte, venendo alla determinazione, alla bisogna,di trovare una soluzione alternativa,
pagando la spesa corrente in albergo.
Vi é un secondo aspetto, dettato dalla
prudenza, che non deve essere sottovalutata. Quotidianamente vengono segnalate
rapine e omicidi a danno di persone che, con troppa leggerezza, aprono la porta
di casa a falsi dipendenti Enel, a falsi dipendenti del Gas, a falsi controllori
di bollette e così via...In questa casa, tempo addietro, si sono presentati un
falso giornalista...un falso rappresentante di oggetti sacri...un falso padre
che voleva segnare un falso Battesimo per la figlia... e la lista potrebbe
continuare (tutti segnalati in Commissariato)... che la fantasia degli
imbroglioni porti anche a inventare dei falsi profughi?!
Per completezza: questa parrocchia, da circa
due anni, collabora con una Cooperativa e cerca, con le forze che ha, di
aiutare a integrare un gruppo di "veri" profughi nigeriani.
Mi permetto anche di rilevare: perché tanta
acredine contro i preti...per colpire la Chiesa? Non é forse vero che se non ci fosse la
presenza della Chiesa in tante opere di bene, facendo cosa può e come
può, molta gente vagherebbe nel buio? Forse, anche in questo, Gesù nel Vangelo
é stato lungimirante: "...sarete odiati da tutti a causa del mio nome".
E’ lo
scotto da pagare, ma..."chi
persevererà fino
alla fine, questi sarà salvo". (Mt. 10,22)
Creda, é sempre
valido quell'antico detto: "Vivi e lascia vivere". E, se uno é onesto
con se stesso, é costretto ad abbassare lo sguardo al pensiero i di:
"chi punta il dito contro un altro, ne ha almeno altri tre rivolti contro
se stesso".
La
prossima volta, se vorrà tornare a trovarmi, venga onestamente, non sotto false
spoglie, e, magari prendendo un caffé assieme, lei potrà conoscere meglio me e
io meglio lei. Vedrà che ci capiremo.
Dimenticavo:
alle mie spalle, quello che lei ha intravisto, non é un affresco bensì una
vecchia tela raffigurante San Giuseppe, messa lì da qualche mio predecessore e
che, tra l'altro, avrebbe bisogno di restauro.
Desidero anche precisare che la
mia tonaca di bottoni ne conta ventiquattro, ci é andato vicino. Non
me ne voglia.
Bardonecchia, 28 ottobre 2015
... hanno scritto ...
Caro
don Franco,
abbiamo
letto con profondo rammarico la lettera che hai diffuso agli amici della
Parrocchia di Sant’Ippolito nella quale si coglie tanta amarezza per la
manipolazione e strumentalizzazione del tuo comportamento nei confronti di un
evidente falso profugo iracheno. E’ chiaro che il giornalista, che non fa certo
onore alla sua categoria, aveva come scopo, da raggiungere a qualunque costo,
la diffamazione del clero.
Rinnovando
nei tuoi confronti stima e amicizia, che non mancheremo di esternarti di
persona, inviamo la nostra completa solidarietà.
Mario
e Patrizia Porcellana
Asti,
30 ottobre 2015
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IN DIFESA DI UN UOMO
GIUSTO
A margine dell’articolo apparso
su L’Espresso del 23 ottobre 2015 “Io, profugo, cacciato dai preti” a firma di Fabrizio
Gatti, in cui si colpisce il parroco di Bardonecchia, mi permetto di fare
alcune considerazioni.
Che i giornalisti siano a corto
di notizie scandalistiche e che vadano a cercarle ad ogni costo e che quando
non ci sono se le inventino, questo non fa onore ad un buon giornalismo.
Un’inchiesta che si basa su una truffa non ha ragione di esistere. Un distinto
signore dall’aria vagamente intellettuale che si presenta alla porta di una
canonica come profugo curdo iracheno e che insiste inventandosi moglie e figli
chiedendo ospitalità in parrocchia metterebbe chiunque in apprensione: chi è
costui? che cosa vuole? perché sta facendo questa sceneggiata? La reazione fin
troppo umana è quella di prendere tempo cercando nel frattempo di capire.
Poi il giornalista, che è
riuscito nell’intento per cui si era spinto fino a Bardonecchia con la
telecamera nascosta, quello di uscirne con lo scoop che i preti scacciano i
profughi, scrive impietosamente su un parroco che non l’ha accolto pur vivendo
lui tra poetiche montagne in una casa con i gerani alle finestre.
Ma il signor Gatti sa chi è
questo sacerdote? Ha parlato con qualche concittadino? E’ entrato in un bar, in
un negozio per chiedere che cosa ne pensa la gente? No di certo.
Don Franco Tonda è il parroco che
tutti vorrebbero. Non si ferma mai anche se è solo e non ha viceparroco, vive
per il suo apostolato e mette tutto se stesso per i suoi parrocchiani; ha una
grande dote che Papa Francesco apprezzerebbe, sa ascoltare tutti, credenti e
non credenti, sa stare dalla parte del dolore, sa consolare, sa fare il pastore
e come disse il Papa ha l’odore delle sue pecore.
Se il signor Gatti fosse entrato
in chiesa alla fine della messa si sarebbe accorto che davanti alla sacrestia
c’è sempre la coda di persone che hanno bisogno della parola di questo
sacerdote, villeggianti e bardonecchiesi che hanno bisogno del suo ascolto.
Don Franco accoglie tutti, sa
stare dalla parte di chi soffre, ascolta ed entra nella sofferenza di chi gli è
davanti, senza giudicare, aprendo sempre le braccia alla fragilità dell’uomo.
Questo è il buon sacerdote che il
giornalista ha cercato di truffare.
Don Franco ha semplicemente
sentito odore di raggiro e per questo non ha fatto entrare in canonica chi non
stava cercando la verità.
Torino, 30 ottobre 2015
Antonella Filippi
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