02/04/06

Lettera del Parroco (2005)


«“Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?”.
“Tu sai tutto, tu sai che io ti amo”. “Pasci i miei
agnelli. Pasci le mie pecorelle”». (Gv. 21,15-18)
Carissimi,
Nel corso del 2005 si sono portati a termine i lavori di restauro di tutte le opere d’arte custodite nella nostra Parrocchiale di S. Ippolito, testimoni della fede profonda e generosa di chi ci ha preceduto. Di questo se ne parlerà più avanti con un apposito articolo, ma desidero, fin da adesso, ringraziare vivamente tutti coloro che hanno creduto nella validità dell’iniziativa. Innanzitutto il Comune di Bardonecchia, la Compagnia di San Paolo e svariati offerenti che, con i loro contributi, il Bollettino Parrocchiale anche quest’anno, fedele al suo appuntamento, arriva nelle case di tutti, riportando le iniziative, la cronaca e i fatti più salienti che hanno caratterizzato la nostra Comunità religiosa ed anche civile.
hanno reso possibile concretizzare la poderosa opera. Un sincero ringraziamento al dott. Claudio Bertolotto, funzionario della Soprintendenza ai beni storici e artistici del Piemonte, che ha seguito con illuminati consigli lo svolgimento dei restauri; alla dott.ssa Maria Pia Dal Bianco e i suoi collaboratori che ha coordinato con precisione e passione il proseguo dei lavori; e non da ultimo il gruppo dei restauratori che hanno fatto rivivere, una dopo l’altra, le varie opere pittoriche e lignee. Per queste ultime il laboratorio di Massimo Ravera coadiuvato da Marco Costamagna e Massimo Taricco e per la parte pittorica il laboratorio di Enzo Giovine e Lucio de Vero coadiuvati da Giuseppe Rindone.
La chiesa è luminosa, ordinata, accogliente. È la casa di Dio in mezzo agli uomini. È il luogo in cui abita il Signore e si raduna la comunità cristiana, soprattutto alla domenica, per ascoltare la Sua Parola, celebrare l’Eucaristia e annunciare la Sua morte e risurrezione.
È proprio la comunità cristiana, ma non solo, che sabato 2 aprile 2005 ha appreso con dolore la notizia della morte dell’amato Pontefice Giovanni Paolo II.
Sono state giornate molto toccanti e intense di commozione, in cui la Chiesa si è sentita orfana.
Il Conclave dei Cardinali, designava già il giorno 19 aprile il successore di Karol Wojtyla alla guida della Chiesa nella persona del Card. Joseph Ratzinger, fino allora Prefetto della Dottrina della Fede, che assumeva il nome di Benedetto XVI. È la serie ininterrotta dei 265 Papi, che la storia ci tramanda, ad assicurare continuità alla Chiesa fondata da Gesù Cristo e posta nelle mani di Pietro il primo Papa: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt. 16,18-19).
L’autorità di Pietro, come capo del Collegio Apostolico, è assodata, accolta e indiscussa fin dall’inizio della vita della Chiesa. Non è questa la sede per intraprendere uno studio approfondito in merito, anche se sarebbe estremamente interessante: valutare il ministero petrino nella storia della Chiesa dagli inizi in poi.
Soprattutto per un credente è importantissimo conoscere l’insegnamento del Papa e dei Vescovi uniti a lui, in materia di fede, di etica e di morale, perché da lui, capo visibile della Chiesa, viene l’autentico insegnamento di Cristo per il bene dell’uomo.
Ed è questo un pensiero da tenere a mente, specialmente di questi tempi, in cui ovunque nel mondo tutti parlano e si ergono a maestri, non di rado emarginando e soffocando nelle coscienze meno preparate l’insegnamento cristiano sulla famiglia, sulla vita e sulla dignità della persona, per instaurare nella società stili di vita in evidente contrasto con l’insegnamento cattolico. La comunità cristiana non può sottovalutare tanti segnali di ostilità, di sempre più evidente insofferenza e infondate accuse nei suoi confronti, ed è invitata a stringersi con estrema fiducia attorno agli insegnamenti del Papa, nella convinzione che è lui la guida luminosa e la più alta autorità morale della società.
La comunità dei credenti, più che mai, deve respirare nella Chiesa un autentico clima di famiglia, cercare tutto ciò che unisce, evitare ciò che divide e restare accanto ai Suoi Pastori – Papa in testa – nella certezza che il messaggio cristiano è l’unico a portare una elevazione della dignità  dell’uomo – a tutto campo – spirituale, sociale, politico, culturale, etico e morale.
Nella fondata fiducia che anche i giovani, definiti da Giovanni Paolo II “Stelle luminose del mattino”, forse delusi dal chiacchierio vano e inconcludente del mondo, riconoscano in Gesù Cristo, nel Vangelo, nella Chiesa e nel Papa, la voce di chi non inganna, non vende fumo, bensì promuove il vero bene di tutti.
Cordialmente.
Il Parroco
don Franco Tonda