24/08/20

24 Agosto - San Bartolomeo al Vernet

 ... chiude la stagione delle Cappelle delle Borgate

Santa Chiara
Santa Margherita
Santa Maddalena
salendo alle grange del Frejus x San Giacomo
San Bartolomeo

Fotografie delle mamme Chiara e Giuliana

21/08/20

15 agosto 2020 - Festa dell'Assunta

LA FESTA DELL’ASSUNTA A BARDONECCHIA CON LA MESSA IN SANT’IPPOLITO

Scialli bianchi per la Priora di Sant’Ippolito 2020,
Adelina Yves Glarey, e per la sua Vice, Augusta Amprimo Portulano, per onorare Maria nella festa che la celebra, a metà agosto, assunta al cielo in anima e corpo, dogma riconosciuto come tale solo nell’Anno Santo 1950 da Papa Pio XII.
E don Franco nell’omelia, come sempre ricca di spunti teologici ma anche storici, ha ricordato l’origine della festa. La denominazione “ferragosto” deriva dal latino “feriae Augusti” (riposo di Augusto), in onore di Ottaviano Augusto, primo imperatore romano, da cui prende il nome anche il mese. Era un periodo di riposo e di festeggiamenti, istituito dall’imperatore stesso nel 18 a.C. In tutto l’Impero si organizzavano feste e corse di cavalli, e gli animali da tiro, esentati dai lavori nei campi, venivano adornati di fiori. Anticamente, come festa pagana, era celebrata il 1° agosto.

08/08/20

Vita della Parrocchia - Bollettino 2019

Le feste natalizie e di inizio anno si chiudono con l’Epifania domenica 6 gennaio. Per ora l’inverno ha portato poca neve, tuttavia è possibile sciare grazie, soprattutto, all’innevamento artificiale. Riprendono i gruppi di catechismo. Padre Mario Dotta dei Missionari della Consolata è presente alle Messe di domenica 13 gennaio per animare una Giornata Missionaria. Le offerte raccolte ammontano a Euro 2.850 e sono destinate alle loro missioni.

La nascita della Diocesi di Susa - Bollettino 2019

 La  nascita  della  Diocesi  di Susa

La firma del trattato di Utrecht, che nel 1713 pose fine alla guerra di successione spagnola, segnò un punto di svolta per la storia della Valle di Susa e per il Piemonte in generale. Con la stipula del trattato, infatti, il Ducato di Savoia fu elevato alla dignità di regno ed ingrandì i propri domini con nuovi territori, tra cui l’alta valle della Dora Riparia. La pace finalmente conquistata garantì inoltre agli ultimi anni di regno di Vittorio Amedeo II la tranquillità necessaria a compiere una serie di profonde riforme in campo amministrativo, legislativo e fiscale che avrebbero avuto grandi ripercussioni sulla struttura economica e sociale del Paese. Le riforme in campo fiscale furono quelle che interessarono maggiormente i rapporti con la Chiesa poiché coinvolsero anche i benefici ecclesiastici, avviando una disputa che valicò i confini temporali del regno di Vittorio Amedeo II. Solo nel 1742, infatti, sotto il regno di Carlo Emanuele III si giunse alla firma del nuovo Concordato con la Chiesa che, aggiornando quello stipulato da Vittorio Amedeo II nel 1727, consentiva ai Savoia l’instaurazione di una struttura ecclesiastica assai vicina ad una vera e propria Chiesa di Stato, con un’organizzazione che ricalcava più da vicino quella del governo civile. Con la firma del Concordato, inoltre, la casa regnante acquisiva i diritti per poter esplicitare un progetto fino ad allora rimasto latente, il quale consisteva nell’adattare lo spazio religioso delle Diocesi a quello politico delle Province.

S.E. Mons. Cesare Nosiglia - Bollettino 2019

 S.E. Mons. Cesare Nosiglia
Amministratore Apostolico della Diocesi di Susa

Mons. Cesare Nosiglia è nato il 5 ottobre 1944 a Rossiglione, nella diocesi di Acqui e provincia di Genova. Dopo aver compiuto gli studi nel Seminario di Acqui Terme è stato inviato a Roma per proseguire la sua formazione, conseguendo la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Lateranense e quel- la in Sacra Scrittura presso il Pontifico Istituto Biblico. È stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1968 per la diocesi di Ac- qui. Gli incarichi pastorali più significativi da lui svolti sono: dal 1968 al 1975, studente a Roma e Collaboratore nella Parrocchia di San Giovanni Battista De Rossi; dal 1971 al 1983, Addetto all’Ufficio Catechistico Nazionale della C.E.I.; dal 1975 al 1991, Collaboratore nella Parrocchia di San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti; dal 1978 al 1980, Docente di Teologia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo; dal

06/08/20

IL TERRIBILE FLAGELLO - Bollettino Parrocchiale 2019

Mentre il manoscritto del nostro Bollettino è in Tipografia, in avanzata fase di lavorazione, scoppia la terribile epidemia successivamente definita pandemia COVID-19 chiamata coronavirus, con inizio in Cina. La prima nazione europea a essere colpita è l’Italia. Gradualmente e velocemente i contagi dalla Lombardia dilagano in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e, successivamente, nelle altre Regioni. Allo stesso modo sono gravemente colpite la Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Inghilterra, Svizzera... gli Stati Uniti, l’Africa.
Le persone devono obbligatoriamente restare in casa per impedire qualsiasi contatto sociale, in quanto non esistono medicine per contrastare il virus. Gli ospedali sono presi d’assalto e i medici già pensionati richiamati in servizio. Chiudono tutte le attivi e anche le celebrazioni religiose a partire da lunedì 24 febbraio 2020 devono essere sospese, in quanto è vietato qualsiasi tipo di assembramento. Ogni giorno i notiziari danno degli autentici Bollettini di guerra, con migliaia di morti, ricoveri continui e ringraziando Dio, anche molti che riescono a superare la malattia e lentamente a guarire. Queste righe trovano ancora spazio nel presente Bollettino Parrocchiale che riguarda l’anno 2019 e le scrivo in quanto, alla luce di ciò che sta avvenendo, il suo contenuto sarebbe da rivedere, soprattutto per quanto concerne la “Lettera del Parroco”. Lo farò sul prossimo numero del 2020. Desidero però che si pubblichi, a riguardo del flagello che dilaga, la stupenda e quanto mai opportuna riflessione del nostro Arcivescovo Mons. Nosiglia:
«Il Corona virus con cui dobbiamo ogni giorno fare i conti, ci sta insegnando però qualcosa di fondamentale: una società come la nostra all'avanguardia nella tecnologia, nella medicina, nelle previsioni del futuro, nell'uso smodato dei mezzi più sofisticati per la propria felicità... insomma una società che crede molto nelle conquiste della scienza e che ha fatto in questi ultimi anni in diversi campi del suo vissuto e se ne gloria perché sono frutto della sua potenza e grandezza ritenuta invincibile... viene messa in ginocchio, nel caos e nella paura, da un piccolissimo virus così come è avvenuto nell'ignorante medioevo con la peste o il colera. Dove è finito tutto il progresso della scienza e della tecnica che rappresenta il nostro orgoglio e la fonte di sicurezza assoluta, se siamo stati battuti in tutto e per tutto da una insignificante organismo che ci spaventa come un mostro invincibile e ci obbliga a cambiare radicalmente la nostra vita quotidiana?
le grandezze umane che sembrano assicurarci una vita bella e ricca di felicità sono come la torre di Babele che illudeva l’umanità di aver conquistato il cielo, in realtà sono solo all'apparenza invincibili perché esaltano con orgoglio se stesse, dimenticando il detto di Gesù: “che giova all'uomo se guadagna tutto il mondo e perde se stesso?” “E cosa potrà dare in cambio della propria anima?” (Mc. 8,36). Quanti regni e nazioni o casati ricchissimi e fortissimi dal punto di vista economico e militare, quante civiltà ricche di storia e di progresso sono caduti come la torre di Babele e sono scomparsi come la neve al sole?
La nostra società consumistica e gaudente, super attrezzata sul piano tecnologico sta attraversando uno dei suoi momenti più bui e difficili. Il virus che ci preoccupa tanto dovrebbe farci comprendere che la precarietà fa parte, della nostra vita umana, ne è il DNA che resta imperituro malgrado tutte le nostre capacità, ricchezze e scoperte. Ci insegna che dovremmo essere molto più umili e che la vita e la morte, il tempo e il futuro non ci appartengono e non ne siamo gli assoluti padroni ma c’è un di più a cui dobbiamo riferirci e a cui chiedere aiuto e protezione che è Gesù il Figlio prediletto del Padre celeste e nostro Salvatore.
Solo il suo Vangelo che apre il nostro cuore a Dio e agli altri resisterà, perché può contare sulla sua forza divina, questa invincibile ed eterna.
Donaci Signore il tuo amore in te speriamo. Le parole del salmo della Messa di domenica scorsa ci accompagnino ogni giorno per nutrire la nostra preghiera ogni giorno e ricevere quella grazia che ci permette di affrontare anche le situazioni più difficili e faticose con fede e speranza. Solo i beni spirituali del cuore che si apre a Dio e agli altri resisteranno, perché possono contare sulla sua forza divina questa invincibile ed eterna».

Anno 1909. Pluriclasse con insegnanti davanti alla Scuola Comunale di Les Arnauds.