27/08/11

2010 Pellegrinaggio al Santuario dello Charmaix

Pellegrinaggio al Santuario dello Charmaix (8 SETTEMBRE 2010)

Un primo pomeriggio limpido e ricco di sole. Un pullman assai più lungo del normale, completo in ogni ordine di posti, tanto che è stato necessario utilizzare due automobili per accogliere tutti. Un chiacchiericcio più sommesso rispetto alle normali partenze in quanto i partecipanti erano consapevoli del luogo verso cui erano diretti.
 In un batter d’occhio abbiamo attraversato il tunnel del Frejus, quindi il nostro autista Renzino ha dovuto superare quattordici impegnativi tornanti per fermarsi all’imbocco della carrareccia fiancheggiata da una Via Crucis fino al Santuario.
Siamo saliti pregando, inoltrandoci nel cuore di un vallone ombroso e selvaggio dominato dal precipitare vertiginoso di una cascata, la cui voce tonante si accompagnava al nostro salmodiare.
Superata una curva ho notato, ornata da una semplice statua della Madonna, una rudimentale costruzione in pietra addossata alla parete rocciosa quasi come una balma. Essendo la prima volta che mi recavo allo Charmaix, ho pensato che fosse una di quelle cappelle che precedono la chiesa o la basilica, cioè il cuore del complesso religioso vero e proprio. Per scoprire con grande sorpresa, dopo alcuni minuti, che il Santuario era tutto lì: una semplice cappella ricavata nella roccia, quasi una grotta che può ricordare Betlemme. Si tratta in realtà di una chiesina ben tenuta, il cui interno è dominato da un retablo candido e dorato che racchiude la statua di una Madonna nera.
Mentre l’ingresso è segnato da una semplice grata che non può trattenere il vento già rigido al primo autunno. Così durante la Messa tutti, prima o poi, abbiamo dovuto aggiungere al nostro abbigliamento una giacca a vento o un pile.
Se l’interno è essenziale contemporaneamente rimane aperto verso l’esterno selvaggio eppure in qualche modo chiuso e protetto, tanto da sembrare creato per facilitare il raccoglimento e la preghiera. 
   
Proprio alla preghiera don Franco ha dedicato qualche pensiero: dove farla, preferibilmente nella Casa del Signore. E come rivolgersi a Dio, in primo luogo aprendo noi stessi al silenzio, cioè evitando distrazioni e chiacchiere, senza dimenticarsi di ...spegnere il cellulare prima di entrare. Ma forse questo silenzio interiore che noi tutti ricerchiamo può essere più intenso all’interno di quelle chiese che evitino i fasti di architetture troppo consapevoli di sé. Così in quel momento mi è tornato in mente il candore lineare della basilica di Medjugorje.

Ma anche San Francesco si sarebbe trovato a suo agio allo Charmaix, dove persino il passaggio casuale di alcuni cavalieri durante la Messa mi ha ricordato la quiete d’altri tempi che regna a San Damiano.

Non esiste, nei pressi del Santuario, alcun servizio dedicato ai pellegrini né è possibile acquistare oggetti ricordo, poiché le bancarelle mancano del tutto. Quest’angolo remoto di Francia è lontano da qualsiasi grandeur.

Ho ripensato a Napoleone, le cui armate difficilmente hanno lambito questo luogo, discosto dalle grandi vie di comunicazione verso l’Italia.

Subito dopo ho udito la sirena di un TGV proveniente dalla sottostante Modane. Il TGV fa pensare a lunghi e rapidi percorsi, mentre in definitiva lo Charmaix è vicinissimo a Bardonecchia in quanto sito semplicemente sulla faccia opposta delle nostre montagne. Per questo motivo fa venire in mente i passi lenti e difficili dei montanari e l’avanzare spesso arduo verso la fede.

Guido Alimento