Santuario della Madonna delle Rocche
Mercoledì 22 maggio la parrocchia di Sant’Ippolito dà inizio ai consueti pellegrinaggi iniziando da quello Mariano che quest’anno ha per meta il santuario della Madonna delle Rocche sito nel comune di Molare in provincia di Alessandria.
Il viaggio, tutto in autostrada, scorre velocemente scendendo prima la Valle di Susa e poi, attraversando da Nord a Sud la pianura piemontese, si tocca Torino, Asti ed Alessandria per uscire allo svincolo di Ovada dove si imbocca la statale per Acqui Terme. A Molare si devia a sinistra per una strada secondaria che, in mezzo ai prati, porta alla frazione Rocche e di qui al Santuario. A mano a mano che ci si avvicina alla meta il paesaggio cambia radicalmente, la campagna si infittisce di alberi creando un clima di silenzio che contribuisce a predisporre l’anima al raccoglimento e alla pace. All’arrivo si è piacevolmente sorpresi dall’ambiente privo di case, infatti il Santuario sorge isolato al termine di un ampio viale verde, che culmina con una maestosa scalinata. Il panorama è intatto e crea i presupposti indispensabili all’animo per non venire distratto; tutto invoglia alla preghiera e all’apertura del cuore. All’ingresso della chiesa Franca e Marco, precedentemente arrivati con mezzi propri, attendono il gruppo che a piedi risale l’ombroso viale in dolce pendio e l’ampia scalinata che conduce all’ingresso del Santuario. Appena entrati si rimane attratti dai numerosi affreschi che decorano l’interno dell’edificio sacro: La glorificazione della Madonna in cielo, La nascita di Maria, La visita di Maria a santa Elisabetta, Lo sposalizio della Vergine con san Giuseppe, Gesù nel Tempio tra i dottori della chiesa, L’Ultima Cena, Maria presentata al Tempio, L’Addolorata, La scena dell’apparizione di Maria Santissima a Clarice; senza contare la Pala dell’Altare della Madonna del Suffragio e quella di san Lorenzo martire. L’attenzione dei pellegrini è poi attirata dall’altare di san Lorenzo dove c’è l’urna di san Leone martire.
Il padre passionista, Rettore del Santuario, racconta l’origine della chiesa, dovuta all’apparizione della Madonna a Clarice avvenuta nel XVI secolo. Clarice era una povera donna di Molare che aveva raccolto un po’ di erbe che aveva poi fatte cuocere e poste in un paniere da portare al marito per il pranzo. Si era quindi incamminata verso il monte dove il marito stava tagliando legna. Dopo circa mezz’ora di cammino era giunta dove inizia la salita, sul monte chiamato “Le Rocche” e precisamente dove ora sorge l’Altare Maggiore del Santuario.
Il gruppo al termine della Messa (foto A. Balsamo) |
– “Io sono proprio Colei
che tu invochi”, soggiunse la misteriosa Signora. – “Va a Molare e dì a tutti
che qui desidero una Chiesa in mio onore. Qui porrò un trono di grazie”. E la
visione scomparve.
La Santa Messa, celebrata
da Don Franco, prosegue in modo molto raccolto; durante l’omelia il parroco
sottolinea l’importanza della fede semplice ben rappresentata dalla veggente
Clarice.
Concluso il rito si
riparte alla volta di Acqui Terme percorrendo la bellissima strada panoramica
del Cremolino. All’ingresso della cittadina, possiamo ammirare alla nostra
sinistra i ruderi dell’imponente acquedotto romano e a destra gli stabilimenti
termali. Per raggiungere il ristorante, sito nel centro storico, passiamo nella
bellissima piazza della “Bollente”. Giunti di fronte al “Perbacco” ci attende
una gradita sorpresa infatti sulla lavagna è scritto: “Ristorante completo,
riservato al gruppo di Bardonecchia”. Il pranzo, predisposto appositamente per
noi, è sontuoso e tutte le portate sono costituite da piatti tipici locali.
Concluso il desinare, molto gradito da tutti, Marco e Franca si accomiatano ed
il gruppo, al seguito della guida, compie un percorso turistico in città. Acqui
Terme ha origini antichissime: 5.000-3.500 a.C., già nell’età del bronzo era
abitata dai Liguri della tribù degli Statielli infatti il nome latino era
“Aquae Statiellorum”; fu sede vescovile dal IV secolo con san Maggiorino primo
vescovo mentre le terme erano già in uso all’età Gota.
Moltissimi sono i monumenti degni di interesse turistico: La cattedrale di “Nostra Signora Assunta”; la Basilica dell’Addolorata ex Basilica di san Pietro; il Teatro Romano, il castello dei Paleologi dei sec. XI residenza dei marchesi del Monferrato già dal 1260; la fontana della Bollente, nell’omonima piazza che eroga ben 560 litri al minuto alla temperatura di 74 °C. Le acque termali sono salso bromo iodiche e godono di fama nazionale sia per le cure sia per i fanghi utili per i dolori reumatici. Acqui è centro vitivinicolo di grande importanza infatti portano il suo nome due vini di eccellenza: Dolcetto d’Acqui doc e Brachetto d’Acqui docg. Un tempo era sede della famosa coltelleria Marietti. Sul far della sera il gruppo riprende la via del ritorno con tanta gioia nel cuore per la bella giornata trascorsa. (Marco Rissone)
■ Santuario di Notre Dame du Laus
Martedì 23 luglio 2019 ha luogo il pellegrinaggio che ogni anno la nostra Parrocchia organizza nel mese di luglio. Emiliano è alla guida del pulman G.T. della ditta Bellando. Il gruppo si completa facendo salire i pellegrini di Savoulx e di Oulx, dove sono convenuti anche quelli di Sauze d’Oulx, raggiungendo il numero complessivo di 46 persone. Strada facendo il Parroco si fa promotore di una breve descrizione della giornata, quindi recitiamo le preghiere del mattino e, più avanti nel viaggio, è previsto il canto delle Lodi. Nel frattempo si giunge a Savin le Lac e ammiriamo l’immenso specchio d’acqua creato nel 1961 dal barrage di Serre Poncon. Ad una quindicina di chilometri da Gap svoltiamo a sinistra in direzione di Sisteron e dopo pochi chilometri giungiamo al Santuario, che si trova a 910 mt. di altitudine, dove si ammira l’ampio anfiteatro naturale con vista sulla vallata, mentre una catena di montagne rocciose fa da corona all’orizzonte.
La Messa per il nostro
gruppo viene celebrata nella Cappella confinante con il Santuario. Segue il
pranzo nell’ampia e affollata sala da pranzo capace di ben 540 posti. Nel primo
pomeriggio ci trasferiamo nell’apposita sala dove, in lingua italiana, viene
proiettato un filmato riguardante la vita di Benoite Rencurel: la mistica
veggente vissuta tra il 1647 e il 1718. In sintesi la Vergine Maria appare a
Benoite per ben 54 anni consecutivi e il messaggio che Gesù le ha dato da
comunicare riguarda la conversione dei peccatori e la riconciliazione con Dio
mediante la Confessione.
La Cappella di N.D. du Bon Rencontre (foto archivio). |
Benoite nacque a Saint-Etienne d’Avançon il 17 settembre 1647 in un periodo storico assai travagliato, quando la Francia, governata da Re Luigi XIV, era dilaniata da guerre di religione, in quanto si stava diffondendo l’eresia del giansenismo, e la peste decimava la popolazione. Benedetta rimase orfana di padre in giovane età e portava al pascolo pecore e capre per aiutare la sua poverissima famiglia. Era analfabeta e l’unica istruzione che aveva proveniva dalle omelie del Parroco. Era dedita alla preghiera e amava recitare il Rosario.
Le prime apparizioni
avvennero nel Vallone dei forni, così chiamato perché gli abitanti, per
ricavare il gesso, allargavano con il piccone le fenditure naturali delle rocce
e le riempivano di legna, appiccavano poi il fuoco in modo da trasformare la
pietra in calce. La prima apparizione avvenne nel maggio del 1664. Al limitare
del bosco le apparve una Bella Signora con un bambino in braccio. La giovane
Benoit chiede “Bella Signora che cosa fa là in alto... è venuta ad acquistare
del gesso?”. L’Apparizione tace. Benedetta prosegue: “Volete mangiare qualcosa
con me... ho del pane che potremmo ammorbidire nella fontana”. La Madre di Gesù
sorride. Benedetta prosegue: “Vi dispiacerebbe darci questo bambino che ci
rallegrerebbe tutti?”. La Madonna sorride di nuovo ma non risponde. Aveva
raggiunto il suo obiettivo, quello per il quale è venuta: donarci quel Bambino
che è la gioia di tutti. (...)
Il 29 agosto si conclude questa prima fase di apparizioni con una processione di tutti i parrocchiani di Saint-Etienne al Vallone di forni.
La Signora svela la sua identità: Je suis Dame Marie. A ottobre Benoite conduce gli armenti a pascolare sulla riva opposta della valle ai piedi della montagna del Laus in località Pindreau, dove ora sorge una maestosa statua della Madonna nell’atto di indicare il Laus e di Benedetta in ginocchio accanto alla sua capra. È in quel punto che la Madre di Dio le disse: “Figlia mia, vai al Laus, là troverai una Cappella che riconoscerai dal suo profumo. Sarà là che d’ora in poi mi potrai vedere e parlare”. Quella Cappella era stata costruita circa venti anni prima dedicata a N.D. du Bon Rencontre (Madonna della Visitazione). Benedetta lì giunta sente dei profumi, entrando, sull’altare disadorno e polveroso, rivede la Madre di Dio che le dice: “Desidero che si costruisca una Chiesa in onore del mio Figlio. Sarà luogo di conversione per tanti peccatori e luogo in cui ti apparirò molto spesso”. Attualmente, all’interno del Santuario, è inglobata la Cappella del Bon Rencontre e sul suo Altare è posta la statua della Madonna in marmo bianco di Carrara. Sul pavimento, di fronte alla Cappella, vi è la lapide che segna il luogo sella sepoltura della Veggente del Laus. Accanto al tabernacolo e collocata la lampada ad olio che arde giorno e notte. La Madonna aveva detto a Benedetta “Coloro che si ungeranno con fede dell’olio di questa lampada saranno guariti dalle loro infermità”.
La Veggente si trasferisce
ben preso a vivere nei pressi del Santuario dove tutt’ora si può visitare la
povera stanzetta nella quale, per oltre mezzo secolo, ha risieduto e dove
accoglieva i pellegrini e, con il dono del discernimento, li accompagnava al
Confessionale.
Poco più a valle del
Santuario c’è la Cappella del Preziosissimo sangue in cui è posta la Croce
d’Avançon. È davanti a questo crocifisso che Benedetta tra il 1669 e il 1689
ebbe cinque apparizioni di Gesù in croce, partecipando, ogni venerdì, lei
stessa, alle sofferenze di Cristo. Il 28 dicembre 1718 tornò alla casa del
padre all’età di 71 anni e tre mesi, dei quali ben 54 a colloquio con la
Madonna. Il Santuario del Laus può vantare due importanti onorificenze:
l’Incoronazione della Statua nel 1855 e l’elevazione del Santuario a Basilica
minore nel 1892 con Papa Leone XIII. Il 16 ottobre 1872 Papa Pio IX proclamò
Benoite Serva di Dio. Nel 2008, dopo tre anni di minuziose inchieste, Mons.
Jean-Michel Di Falco Leandri Vescovo di Gap e di Embrun, riconosce
ufficialmente il carattere soprannaturale dei fenomeni vissuti dal Benoit
Rencurel. La causa di beatificazione è stata ripresa in considerazione e nel
2009 la pastorella di Saint-Etienne è stata dichiarata Venerabile da Papa
Benedetto XVI.
Ricchi di questa
esperienza spirituale riprendiamo la strada del ritorno con una sosta culturale
a Embrun, capitale delle Alpi Cozie. La cittadina sorge su una morena glaciale
chiamata “Roc” a 870 mt di altezza. La guida turistica ci fa notare le numerose
piazze che sorgono nel contesto cittadino e sono state ricavate dal posto in
cui sorgevano le chiese abbattute dai giansenisti. La Cattedrale di
N.D. du Real ha una storia
significativa per il Regno di Francia. La costruzione ebbe inizio per volontà
di Carlo Magno nel 1170, fu completata nel 1220 e consacrata nel 1247. La
costruzione è di stile lombardo, con pietre bianche, nere e rosse. All’ingresso
due leoni sorreggono il portale, di cui uno è di colore bianco simbolo del
bene, e l’altro nero simbolo del male. All’interno campeggia l’imponente organo
a nido di rondine donato dal Re Luigi XI. La Chiesa è dedicata ai Re Magi. Al
termine della visita riprendiamo il viaggio verso Bardonecchia con nell’animo
il ricordo di una bella giornata vissuta assieme. (Marco Rissone)
Borgovecchio fotografato dall’attuale Monumento dei Caduti (collez. W. Re). |