chi segue me, non camminerà nelle tenebre
ma avrà la luce della vita» (Gv. 8,12)
Carissimi,
l’annuale pubblicazione di questo Bollettino è una
tradizione che prosegue nel tempo, ormai, da svariati decenni. Il primo numero
custodito nella raccolta in Archivio risale all’anno 1947.
Il suo obiettivo è primariamente quello di portare
in ogni casa il profumo della vita parrocchiale, intesa nel suo significato più
ampio, in quanto, nelle sue pagine, è raccontata sia la vita spirituale che
quella civile della nostra comunità.
Credo sia stato il Papa San Giovanni XXIII, al
secolo Angelo Roncalli, nato e cresciuto a Sotto il Monte, nel bergamasco, ad
avere la felice intuizione di immaginare la Parrocchia come la “fontana del
villaggio”, nel senso che, in riferimento alla vita di un tempo, quando in ogni
paese si andava tutti ad attingere l’acqua Alla medesima fontana, così, allo
stesso modo, la Parrocchia vuole essere il punto di riferimento in cui si è
accolti e ascoltati.
Vorrei tanto che per le necessità spirituali
potesse essere davvero così!
La Parrocchia “fontana del villaggio” da cui
attingere ciò che è utile e necessario per realizzare pienamente la vita.
Innanzitutto l’acqua zampillante, fresca,
dissetante, da offrire ai più giovani, a coloro che stanno impostando il
futuro, ai ragazzi, attraverso la conoscenza della Persona umana e divina di
Gesù, al catechismo, presentato loro come l’Amico Divino che non inganna.
Trovato sinceramente Gesù, nella vita, è trovato tutto. È trovata la guida che
conduce al bene, la luce che rischiara le coscienze, la roccia sulla quale
radicare le scelte importanti della vita.
È “fontana del villaggio” per la famiglia intera,
se costante alla Messa domenicale, vissuta e gustata assieme, genitori e figli.
Un buon pensiero da porre nell’animo, ogni domenica, viene sempre dall’ascolto
attento del Vangelo. Una parola di incoraggiamento per proseguire il cammino,
pur tra le difficoltà quotidiane, ed anche il nutrimento per realizzare, con
pazienza e prudenza, il compito educativo verso i figli. È dall’Eucaristia
domenicale che la famiglia riceve la luce interiore per sapersi porre,
all’occorrenza, in contrasto con la mentalità corrente, quando questa si rivela
grossolana e, chissà, forse, in qualche caso, addirittura pagana. L’arte
educativa in famiglia,mira a indirizzare la libertà dei figli verso la
prudenza, la fortezza, il dominio di sé e, ai nostri tempi, bisogna anche dire,
all’uso equilibrato dei computer, dei tablet, di ogni altra forma tecnologica
moderna, in cui vi è del bene ma, allo stesso tempo, anche tante insidie e
pericoli, sotto ogni aspetto, anche della vita morale e in riferimento alla
fede.
È “fontana del villaggio” per chi è in ricerca di Dio e del senso da
dare alla vita. Non è raro, al giorno d’oggi, lasciarsi abbindolare da forme
“orientaleggianti” di pseudo esperienze mistiche, aderendo istintivamente,
senza ben ponderare i pericoli che ne derivano, a gruppi e gruppuscoli, che si
formano anche nei nostri piccoli centri, e, che, alla fine, non portano da
nessuna parte. Fanno novità. Sono forme di rottura. Danno un senso di nuovo, di
diverso. Senza contenuti veri, solidi, profondi.
* * *
Oh! conoscessimo bene Gesù e la seria spiritualità cristiana!
Oh! conoscessimo Gesù che salva, che incoraggia, che perdona, che
illumina, magari attraverso il dialogo con un Sacerdote.
Oh! ci fosse una preghiera di contemplazione, di adorazione, di
raccoglimento, nel silenzio, quanta luce verrebbe per le anime!
Là, al Confessionale, ogni volta, magari dopo tanti anni dall’ultima
volta, avviene il miracolo della gioia ritrovata. Là è l’Amico che accoglie e
incoraggia
a riprendere il cammino con Lui, nella Grazia. È lui che, con dolcezza
e fiducia, ripete: “Forza, torniamo ad essere dei buoni amici”. Stare con Gesù
vi è tutto da guadagnare.
Ah! la “fontana del villaggio” quanta acqua davvero dissetante ha da
donare alle anime. È l’acqua che disseta chi soffre, chi ha bisogno di trovare
un aiuto, di ricevere una parola buona, di conforto, di incoraggiamento.
È la stessa acqua offerta da Gesù alla donna Samaritana: «... l’acqua
che gli darò diventerà in lui una sorgente zampillante fino alla vita eterna»
(Gv. 6,14).
Auguri dunque! Auguri affinché, in mezzo alla confusione di valori
illusori e il bailamme di chiacchiere assordanti, che talvolta intontiscono le
coscienze, presenti abbondantemente in questa nostra società, ogni uomo di
buona volontà, sappia avvicinarsi all’unica “fonte” che disseta. La “fontana
del villaggio”. La vita parrocchiale.
Con viva cordialità.
don Franco Tonda, Parroco