PELLEGRINAGGIO A LE PUY EN VELAY
“SUI PASSI DI SANTIAGO DI COMPOSTELA"
Fotografie di Angelo Bosco
Chamalières sur Loire |
«In quel tempo il re Erode cominciò a perseguitare alcuni
membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni.
Vedendo che ciò era gradito ai Giudei fece arrestare anche Pietro...». Così l'evangelista San Luca negli Atti degli Apostoli
(12,1-3) parla, anche se in modo sintetico, della morte dell'apostolo Giacomo:
questi, insieme al fratello Giovanni e a Pietro, era uno dei discepoli più
amati da Gesù, tanto che gli fu consentito di essere testimone degli eventi più
importanti della vita di Gesù, come la bellezza della Trasfigurazione e la
drammaticità della notte all'Orto del Getsemani. Forse come premio per non aver
esitato a seguire la chiamata di Gesù, dopo aver abbandonato immediatamente il
padre Zebedeo e il suo lavoro di pescatore, ed essergli stato fedele fino alla
fine.
Pare che, dopo la morte e la resurrezione di Gesù, Giacomo
avesse assunto un ruolo notevole tra gli apostoli, prima nella Comunità di
Gerusalemme, poi, secondo i racconti di Isidoro di Siviglia, nella diffusione del
messaggio evangelico in Spagna, da dove fece ritorno a Gerusalemme nell’anno
40. Qui fu appunto martirizzato durante la persecuzione del re Erode Agrippa I.
diventando così il primo apostolo martire. Ma, secondo la Legenda Aurea di Iacopo da
Varagine, alcuni suoi discepoli, trafugatone il corpo, lo portarono nuovamente
in Spagna, nella Galizia, con una barca guidata da angeli, per seppellirlo in
un bosco nel luogo che sarebbe poi diventato Santiago di Compostela.
Nel IX secolo proprio qui ebbe origine il culto di Santiago,
invocato protettore dagli Spagnoli, oppressi dagli Arabi, e rappresentato
talvolta anche come un cavaliere invincibile che calpesta i musulmani infedeli.
Dal X secolo diventò meta di intensi pellegrinaggi da tutta l'Europa. Quindi
nel Medioevo il pellegrinaggio a Santiago di Compostela era considerato uno dei
tre più importanti pellegrinaggi della cristianità, insieme a quello del Santo
Sepolcro a Gerusalemme e a quello di Roma, presso le tombe dei Santi Pietro e
Paolo.
Le preziose reliquie di San Giacomo furono dapprima
conservate in una piccola chiesa e, dal XII secolo, in un'imponente cattedrale.
I pellegrini giungevano da tutto il continente con il loro bastone dalla punta
di ferro e le loro bisacce, percorrendo principalmente quattro vie lungo la
Francia: la Vìa Turonencis, che partiva da Tours e raccoglieva i pellegrini provenienti
da Parigi e Orleans; la Via Lemovicensis, che partiva da Vézelay e raccoglieva i pellegrini provenienti
da Borgogna, Lorena e Germania; la Via
Podiensis, detta così perché si percorreva a
piedi, con inizio da Le Puy en Velay nell'Alta Loira, per i pellegrini
provenienti dal centro della Francia e dall'Europa Orientale; infine, la Via Tolosana, con partenza da
Arles per chi arrivava dalla Svizzera, dall'Europa Centrale e da Roma, dopo
aver percorso la Via Francigena fino al Colle del Monginevro e da qui la Via
Domizia, costruita dai Romani nel II secolo a. C. come collegamento dell'Impero
con la Gallia.
Anche noi da Bardonecchia abbiamo percorso questa via già
nell'estate 2013 nel pellegrinaggio ad Albi e a Tolosa. Quest'anno invece,
quasi a completamento di quest'ultimo, abbiamo percorso dei tratti della Via
Podiensis, oltre che in pullman anche in parte a piedi con brevi processioni.
Infatti il pellegrinaggio estivo del 2014 è stato compiuto percorrendo
idealmente una delle vie che dall'Italia portano a Santiago di Compostela,
passando per il Velay, una splendida area geografica del dipartimento della
Haute-Loire nel sud-ovest della regione dell'Auvergne, che occupa tutta la
parte interna del Massiccio Centrale francese.
Siamo partiti in circa 50 alle ore 6.15 di lunedì 18 agosto
che si preannunciò fin dal mattino come una splendida giornata di sole.
Iniziata molto bene anzitutto con il caloroso saluto di Don Franco, con i
saluti tra tutti noi, che ci siamo ritrovati dopo un anno, e con le preghiere
del mattino, partecipate con fervore e intensità da tutti, per ringraziare Dio
di averci concesso questo viaggio. Passato in un soffio il traforo del Frejus,
ci siamo inoltrati ancora una volta nel rilassante paesaggio francese fatto
prima di montagne, poi di pianure ricche di vigneti, frutteti, prati e campi
coltivati a mais e, in particolare tra Grenoble e Valence, enormi distese di impianti di
noci rigogliosi che producono le rinomate noci di Grenoble.
Arriviamo
a Valence verso
le ore 10.30 e raggiungiamo la Cattedrale per la celebrazione della Santa Messa come preghiera di ringraziamento in apertura dei pellegrinaggio.
Valence è una città molto antica, fondata dai Romani
nel I secolo a.C. con il nome di Valentia, quindi è assai ricca di
testimonianze storiche di quel periodo, che però non sono giunte fino a noi. La
Cattedrale romanica di Sant'Apollinare forma insieme a un chiostro e al palazzo
vescovile un complesso religioso notevole; la chiesa è stata costruita a
somiglianza di Sant'Apollinare Nuovo di Ravenna, in blocchi di calcare chiaro e
di arenaria molassa, rocce tipiche di questa zona. Il campanile e la facciata,
ricostruiti successivamente, hanno perso le calde caratteristiche originarie
dell'architettura romanica e, nella loro attuale fredda imponenza, lasciano
indifferente e deluso lo spettatore.
Dopo aver consumato un buon pranzo in un ristorante
del centro abbiamo visitato la città sotto la
guida efficiente del signor Gaetan Menozzi ingegnere italiano residente
in Francia:
prima le vie del centro con le
caratteristiche costruzioni medievali in muratura e legname; poi l'enorme
piazza Champ de Mars con al centro il grande chiosco degli innamorati.
Da Valence partiamo verso le ore 16.30 per Le
Puy-en-Velay, dove, per l’ora di cena, raggiungiamo il Seminario Maggiore con
una camminata di circa mezz'ora dal luogo di sosta del pullman. Questa
cittadina è il capoluogo del dipartimento della Haute-Loire e centro di
raccolta di pellegrini diretti a Santiago: quindi, come tale, è sede di
strutture ricettive, tra le quali appunto questo grande seminario che offre
ospitalità a gruppi organizzati, famiglie o singole persone, sacerdoti e religiosi
sulla via del Santo. La struttura, veramente imponente, formata da più ali, con
cortili e giardini interni, con una grande cappella e un vasto refettorio, è
situata nella parte alta della cittadina ai piedi della grande statua della
Madonna di Notre Dame de France. collocata su un alto sperone di roccia
vulcanica, che la innalza insieme al suo Bambino a benedire la città.
Dopo la sistemazione nelle rispettive camere e una
buona anche se parca cena, partiamo per la visita della città sul caratteristico
trenino: ammiriamo la splendida Cattedrale che si innalza imponente alla
sommità di una ripida scalinata; al di sopra di essa troneggia la statua di
Notre Dame de France dalla Roche Corbeille, alto sperone roccioso; passiamo
sotto l'altissima guglia di roccia vulcanica dell'Aiguille Saint Michel, sulla quaie si innalza la cappella fatta costruire dal vescovo Godescalco,
probabilmente nel 962, e posta sotto la protezione di San Michele.
Il giorno dopo visitiamo la città partendo dalla
Cattedrale, dove nella Cappella delle Reliquie tutti partecipiamo alla
celebrazione della messa di Don Franco. La guida che ci accompagna ci illustra
dettagliatamente la costruzione della Cattedrale, iniziata alla fine del X
secolo quando anche in altre parti della Francia stavano sorgendo importanti
cattedrali. Essa è costruita in parte direttamente sulla roccia solida, in
parte su pilastri e sulle volte di un portico preesistente; le navate terminano
su tre absidi poste dopo un transetto che sporge molto più dei normali
transetti. I materiali utilizzati sono pietre vulcaniche diverse come colore e
struttura, alternate in bande chiare e scure, che sono ben evidenti sia
all'interno sia soprattutto nella facciata; questa è molto alta e imponente e
insieme all'alta scalinata sembra voler innalzare il luogo sacro, fatto di
silenzio e di preghiera, al fine di isolarlo dalle attività febbrili e vocianti
del mondo circostante.
L'interno, sia i portici sia la chiesa, è pieno di
statue e dipinti; in particolare sotto il primo portico, una grande statua
dell'apostolo Giacomo benedice i pellegrini che si preparano al cammino. Ma la
statua che suscita più ammirazione è quella della Madonna Nera, che reggendo il
figlio Gesù sulle ginocchia, sembra invitare i fedeli a riconoscerlo come
salvatore del mondo. Essa viene portata in processione solenne il 15 agosto,
festa dell'Assunzione, dai vescovi accompagnati da migliaia di fedeli. Ciò che
più colpisce è che il mantello della Madonna Nera viene cambiato nelle diverse
festività dell'anno e anche nei diversi tempi liturgici: così è viola durante Avvento e Quaresima, bianco a Natale e nel
Tempo Pasquale, rosso per la Passione, verde nel Tempo Ordinario; pare che
abbia almeno una ventina di mantelli diversi.
La Cattedrale di Le Puy-en-Velay dalla quale
partono i pellegrini diretti a Santiago. (foto A. Bosco)
All'esterno visitiamo poi quello che è definito
"quartiere della Cattedrale", formato dal Battistero, dal chiostro
della Cattedrale, dal Palazzo Episcopale e
dal
Portico del Tribunale con il suggestivo ed elegante arco traforato.
Da qui si passa poi a visitare altri angoli caratteristici
della città, soprattutto per l'artigianato locale, come i laboratori dei famosi
pizzi francesi.
Il pomeriggio è invece dedicato alla valle del fiume
Allier, lungo il quale si snoda il Cammino di Santiago, e in
particolare alla visita di alcune località situate
lungo il Cammino stesso. In pullman da Le Puy scendiamo la valle dell'Allier e ci
intratteniamo in preghiera con una breve processione alla piccola cappella di
Montbonnet, dedicata a San Rocco. Poi proseguendo incontriamo, immerso nella
vegetazione, l'abitato di Saint-Privat-d'Allier, del quale, pur non
visitandolo per mancanza di tempo, intravediamo le bellezze sia architettoniche
sia paesaggistiche.
La Messa nella Cappella delle Reliquie a Le Puy-en-Velay.
(foto A. Bosco)
Arriviamo poi a Saugues, dove, oltre al
caratteristico borgo antico, abbiamo anche potuto visitare il Museo della
"Bête du Gevaudan". che fa rivivere con scene drammatiche un fatto
che pare aver terrorizzato questa zona e forse la Francia intera: una
misteriosa strage di giovani protrattasi per tre anni, dal 1764 al 1767, ad opera
di un mostruoso animale, probabilmente un gigantesco lupo. Durante questo
percorso abbiamo avuto la possibilità di ammirare le cosiddette "gorges de
l'Allier", le profonde gole scavate dall'erosione del fiume Allier nella
roccia vulcanica. Si tratta di una valle intagliata profondamente con veri e
propri canyon, per una lunghezza di più di 80 km, dalla potente energia erosiva
del fiume Allier, dal Velay fino a Saugues nel Gevaudan. Essa è percorsa
interamente dalla strada che da basse quote sale fino a oltre 1000 metri di
altitudine: così ognuno è riuscito ad ammirarla da punti e posizioni diverse e a
gustare tutto il sapore selvaggio della sua ricca e
lussureggiante
vegetazione.
In più punti abbiamo anche avuto modo di ammirare stupefatti sotto di noi. sul fondo o a metà altezza delle gorges, la famosa linea ferroviaria delle Chevennes. costruita nel IX secolo e che attraversa queste gole con un percorso di oltre 70 km in decine di gallerie e viadotti. E una ferrovia particolare percorsa, oltre che da normali convogli di linea quotidiani, anche da treni turistici che effettuano in circa due ore la distanza tra le cittadine di Langeac e Langogne, tra paesaggi pittoreschi.
In più punti abbiamo anche avuto modo di ammirare stupefatti sotto di noi. sul fondo o a metà altezza delle gorges, la famosa linea ferroviaria delle Chevennes. costruita nel IX secolo e che attraversa queste gole con un percorso di oltre 70 km in decine di gallerie e viadotti. E una ferrovia particolare percorsa, oltre che da normali convogli di linea quotidiani, anche da treni turistici che effettuano in circa due ore la distanza tra le cittadine di Langeac e Langogne, tra paesaggi pittoreschi.
La serata si conclude dopo
il rientro nel Seminario di Le Puy, con la cena, le preghiere della sera nella cappella e, per chi non è ancora sopraffatto dalla stanchezza,
con un'altra passeggiata serale nel centro cittadino.
Il giorno successivo,
mercoledì 20, fatte le valigie e lasciato il Grande Seminario che ci ha
ospitati,
scendiamo compatti verso il piazzale della parte bassa della città, dove ci attende il pullman su cui
depositiamo i bagagli. Poi, da qui saliamo la lunga scalinata del Rocher sulla cui sommità si erge la
Chapelle de Saint Michel d'Aiguilhe. E una cappella medievale costruita nel 962 sul sito di un
precedente campanile distrutto da un fulmine; all'interno viene fatta notare dalla guida la
coesistenza tra arte romanica e arte islamica, con losanghe bianche, rosse e nere, illuminanti la
facciata. La porta è sovrastata da un timpano con arco trilobato decorato con scene dell'Apocalisse
e della Genesi. Dal belvedere attorno alla cappella si gode di un'ottima vista sulla città e sulle zone
circostanti.
scendiamo compatti verso il piazzale della parte bassa della città, dove ci attende il pullman su cui
depositiamo i bagagli. Poi, da qui saliamo la lunga scalinata del Rocher sulla cui sommità si erge la
Chapelle de Saint Michel d'Aiguilhe. E una cappella medievale costruita nel 962 sul sito di un
precedente campanile distrutto da un fulmine; all'interno viene fatta notare dalla guida la
coesistenza tra arte romanica e arte islamica, con losanghe bianche, rosse e nere, illuminanti la
facciata. La porta è sovrastata da un timpano con arco trilobato decorato con scene dell'Apocalisse
e della Genesi. Dal belvedere attorno alla cappella si gode di un'ottima vista sulla città e sulle zone
circostanti.
Percorriamo anche noi, in preghiera, un tratto del Cammino di Santiago
di Compostela. (foto A. Bosco)
Dopo una preghiera, scendiamo lentamente la
scalinata, come a voler gustare ancora le bellezze spirituali ispirate dalla
cappella e quelle materiali del paesaggio, quindi lasciamo definitivamente la
città in direzione di Chamalières-sur-Loire, che raggiungiamo dopo aver
attraversato le gorge della Loira, simili a quelle dell'Allier.
Chamalières è un piccolo comune lungo la parte alta
della Loira, a circa 500 metri di altitudine, e fa pane deila regione detta
Pays de Velay, a circa mezz'ora da Le Puy in direzione di Saint-Etienne; è ricco di storia e religiosità,
essendo luogo di devozione e pellegrinaggio
fin dall'Alto Medioevo perché è un importante punto di accesso alla Via
Podiensis per Santiago. Inoltre è stato esso stesso direttamente per otto
secoli un luogo di pellegrinaggio, in quanto qui si veneravano due reliquie: un
osso del braccio di Saint Gilles e uno dei sacri chiodi della Passione di
Cristo.
L’Abbazia di Saint Gilles, vero gioiello di arte romanica, dove abbiamo
partecipato alla Messa dell’ultimo giorno. (foto A. Bosco)
Qui appunto è sorta l'Abbazia di Saint Gilles con la
sua importante chiesa romanica, vero gioiello di arte, dove abbiamo partecipato
alla S. Messa celebrata da Don Franco; quindi il Parroco locale ci ha
illustrato le caratteristiche principali della chiesa che mentre un tempo era
molto frequentata, ora purtroppo lo è molto poco, tanto che la Messa viene
celebrata solo alcune volte all'anno. La caratteristica tecnico architettonica
più importante di questa costruzione è la presenza nella cupola di fori
disposti su cerchi concentrici con la funzione di accentuare gli effetti
sonori. Dopo un allegro pranzo consumato nel ristorante centrale del paese e
una foto di gruppo scattata da un sedicente giornalista con la promessa di
pubblicarla su un giornale locale, risaliamo in pullman per avviarci all'ultima
tappa del nostro viaggio: il Musée de la
Dentelle, nella
cittadina di Retournac, distante solo pochi chilometri da Chamalières.
Il museo espone la storia dei pizzi, tipici di
questa regione, e la loro evoluzione nei secoli, nonché le tecniche utilizzate
per fabbricarli: dapprima manuali con il tombolo e poi automatiche con l'uso di
macchine ingegnose che permettevano (e permettono tuttora) di realizzare
velocemente svariati modelli di pizzi. La visita è stata breve ma ricca e
interessante, in quanto ci ha dato un'opportunità del tutto speciale di
scoprire e informarci a fondo sull'arte della lavorazione del pizzo: dalla
esposizione dei disegni di progettazione dei modelli alle vere e proprie gare
di appalto per la scelta delle imprese specializzate nell'esecuzione; molto
spesso questa veniva affidata al lavoro a domicilio svolto da famiglie
contadine, le quali così integravano i loro miseri guadagni. Particolare anche
la dimostrazione di lavorazione a mano o con macchine ingegnose molto veloci.
Tutto questo è risultato molto interessante e fascinoso, soprattutto pensando
che l'arte di produzione del pizzo è nata e si è sviluppata in Italia, prima che
in Francia o in altri Paesi.
Purtroppo siamo all'ultima tappa di questo nostro
itinerario meraviglioso attraverso il centro della Francia, che sta ormai per
concludersi.
Infatti intorno alle 16.30 è iniziato un po'
mestamente il viaggio di ritorno a Bardonecchia, trascorso con la preghiera del
Rosario, con canti, racconti di barzellette, momenti di riposo e di
conversazione tra di noi, e con alcune riflessioni conclusive da parte di Don
Franco, che ci hanno dato modo di ricordare e rivivere i vari momenti
spirituali e anche culturali del pellegrinaggio. Si sono inoltre alternate
alcune conferenze seguite attentamente con interesse su svariati temi
riguardanti le zone visitate, dall'argomento storico-sociologico (Dott. M.
Albera), allo storico-religioso (Dott. G. Alimento), all'agronomico e
vitivinicolo (Prof. M. Rissone), fino al geologico-geomorfologico (Dott. V.
Bosco).
Un caro ringraziamento a tutti per l'amicizia e
l'affetto, dei quali è stata sempre pervasa la comitiva; in particolare a Don
Franco che, come sempre, ha organizzato tutto alla perfezione ed è stato
vicino a ognuno di noi sia spiritualmente sia per risolvere amorevolmente
eventuali problemi logistici, e all'autista, il quale ha dimostrato perizia nel
condurci lungo le strade francesi e disponibilità nei confronti di tutti.
Famiglia Bosco
Al centro, accanto al vicario della Cattedrale, l’ing.
Gaetano Menozzi che ha organizzato la nostra sosta a Valence. (foto A. Bosco)
Parte del gruppo a lato della Cattedrale di Valence. (foto A. Bosco)
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Valence, il chiosco |
Le Puy en Velay la Chapelle St. Michel
Il gruppo davanti a Saint Gilles. (foto A. Bosco)
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