GRUPPO CARITAS
AVIS COMUNALE BARDONECCHIA
G.I.S. - GRUPPO INTERVENTO SOCIALE
CROCE ROSSA ITALIANA - BARDONECCHIA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI SEZIONE ALTA VALSUSA
G.I.S. - GRUPPO INTERVENTO SOCIALE
CROCE ROSSA ITALIANA - BARDONECCHIA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI SEZIONE ALTA VALSUSA
GLI ALPINI DI BARDONECCHIA E IL PICREAUX
O.F.T.A.L. - OPERA FEDERATIVA TRASPORTO AMMALATI LOURDES GRUPPO DI BARDONECCHIA
GRUPPO CARITASO.F.T.A.L. - OPERA FEDERATIVA TRASPORTO AMMALATI LOURDES GRUPPO DI BARDONECCHIA
IL GRUPPO
CARITAS della nostra Parrocchia si inserisce nel numero delle varie
Associazioni di volontariato esistenti a Bardonecchia che, in forme diverse, si
integrano a vicenda per porgere il loro aiuto alle persone in difficoltà. Il
servizio compiuto dalla Caritas, per mantenere il necessario riserbo e
anonimato di coloro che si avvicinano ad essa, è assai discreto e, pur
lavorando ininterrottamente, di solito i suoi interventi non sono appariscenti,
non fanno rumore, secondo le parole evangeliche di Gesù: «Non sappia la tua mano
sinistra ciò che fa la mano destra». Il lavoro del piccolo e industrioso Gruppo
è continuo, quasi quotidiano, e si esprime in molteplici attività. Vi è
innanzitutto un impegno diretto a reperire ciò che serve alle finalità del
Gruppo stesso. Questo avviene: per gli alimenti, con l’annuale Colletta
alimentare (in collaborazione con altri Gruppi), il rifornimento trimestrale
presso il magazzino della Parrocchia e conseguente distribuzione a famiglie in
necessità; per gli indumenti, con la raccolta continua di quanto portato al Centro
dalle persone e successiva distribuzione al giovedì; per il denaro, con gli
introiti della Bancarella Caritas di via Grandis, delle due Bancarelle estive
di oggetti artigianali sulla piazza della chiesa, e di un contributo comunale. Gli
introiti per l’anno 2008 di Euro 5.360, vanno sotto le seguenti voci: avanzo amministrazione
2007 200; Contributo Comunale 700; Bancarella via Grandis 2.710; Bancarelle
estive in piazza 1.500; da Privati 250.
Oltre alle
volontarie che si impegnano da tanti anni a servizio della Caritas – Milena
Bompard, Nilde Medail, Nadia Tria e loro collaboratrici –, bisogna inoltre
ringraziare Clara Chiabrando e Maria Vallory per gli innumerevoli lavori di
cucito preparati, offerti e destinati a rifornire la Bancarella e il sig. Aldo
Comotti per i tanti oggetti di legno da lui realizzati, donati e utilizzati per
le Bancarelle estive.
A beneficiare
di questa solidarietà di tipo economico, il registro Caritas riporta varie
voci: necessità a persone residenti (bollette luce, riscaldamento, affitti,
contributi vari) 1.675; necessità a persone non residenti 1.500; a poveri di
passaggio 880; sostegno ad una famiglia serba di Belgrado per un’operazione
chirurgica 1.200; spese di gestione 100. Per un totale uscite di 5.355. Con
avanzo attivo a fine gestione 2008 di appena 5,00.
Inoltre il
Gruppo si impegna nella Quaresima di fraternità e nelle altre iniziative di carattere
diocesano. La più significativa si è svolta nel mese di giugno con una raccolta
straordinaria di indumenti fatta in tutte le Parrocchie della Valle. La vendita
degli stessi ha fruttato 40.000,00 Euro che, con l’aggiunta di altri 10.000,00
Euro da parte del Vescovo, ha dato la possibilità di completare una nuova
scuola in Sudan, iniziata con i fondi della Quaresima di fraternità.
Il Centro
Caritas in via S. Ippolito è aperto ogni giovedì dalle 15,30 alle 17,30 e la Bancarella
di via Grandis nei fine settimana, soprattutto dei periodi di maggiore afflusso
turistico.
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AVIS COMUNALE BARDONECCHIA
IL 2008 per la
Sezione AVIS di Bardonecchia è da considerarsi senz’altro positivo, come peraltro
avviene ormai da qualche anno. Il trend dei risultati rimane percentualmente elevato
in rapporto abitanti-donatori-donazioni. Sebbene queste ultime abbiano fatto registrare
una lieve flessione, cosa peraltro verificatasi anche a livello provinciale e
regionale, ciò non ha inficiato gli ottimi risultati comunque conseguiti.
Infatti, a fronte di un potenziale di circa 260 donatori, sono state raccolte
ben 351 sacche di sangue intero, 50 di plasma e 5 di multicomponenti (globuli
rossi, piastrine, ecc.).
L’augurio da
parte del Direttivo che la costanza e la generosità di tutti i soci non venga
mai meno e l’auspicio che nuovi donatori, soprattutto giovani, si
sensibilizzino e si presentino alle prossime donazioni con la consapevolezza
che il dono del sangue oltre a salvare la vita di chi ne ha urgente bisogno,
costituisce valida e periodica verifica del proprio stato di salute.
Assemblea
provinciale
Nel mese di
marzo la Sezione è stata impegnata nella organizzazione – che ha riscosso
unanimi positivi consensi – dell’Assemblea provinciale annuale dell’AVIS,
svoltasi presso il Palazzo delle Feste. Vi hanno partecipato 350 delegati
provenienti dalle 113 Sezioni AVIS della provincia di Torino.
Nella
circostanza è stata posta in evidenza l’autosufficienza regionale di sangue e plasma,
nonché il concorso della Regione Piemonte nei confronti di altre Regioni quali la
Sardegna, Sicilia, Calabria e Campania.
Sede
La nuova sede
in via Garibaldi 7/C ed i locali costituenti i poliambulatori, utilizzati in
occasione delle donazioni, costituiscono il fiore all’occhiello della Sezione
in quanto rispondenti in tutto e per tutto ai requisiti strutturali,
impiantistici e tecnologici fissati dalla Direzione di Sanità della Regione
Piemonte.
È da tenere
presente che qualora la sede ed i locali utilizzati per i prelievi non rispondessero
ai requisiti richiesti, la Regione e l’Azienda Sanitaria competente possono
disporne la chiusura.
Materiali
Quanto prima
la Sezione dovrà provvedere per la modifica da apportare alle sei bilance pesa
sacche (una per ogni poltrona di prelievo) già in dotazione. Si tratta di installare
congegni meccanici ed elettronici che consentano,oltre alla visualizzazione del
peso della sacca durante il prelievo – cosa che già avviene – anche la durata
della donazione per consentirne la tracciabilità.
Quanto sopra
rientra nelle linee guida emanate dal Centro nazionale sangue, come previsto
dalla Legge 219/05 in materia di requisiti delle “Unità di raccolta” quale è la
Sezione.
Gita sociale
Per quanto
riguarda la vita sociale della Sezione è da ricordare la gita “fuori porta” del
12 ottobre in quel di Acqui Terme. Una giornata trascorsa in allegria fra le
colline del Monferrato e delle Langhe per gustare moscati, bracchetti e grappe,
ma soprattutto per conoscere e visitare la bella Acqui, nota località termale
le cui acque furono celebrate da Plinio,Tacito e Seneca in quanto già note dal
II secolo a.C.
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* * *
In
concomitanza con le donazioni di fine gennaio i soci donatori dovranno eleggere
il nuovo Direttivo che resterà in carica per il quadriennio successivo.
Il Direttivo
uscente, i cui membri sono da tempo “in prima linea”, si augura che l’inserimento
di nuovi donatori ai vertici della Sezione avvenga anche per garantire una
iniezione di entusiasmo e di rinnovamento.
Il Direttivo
G.I.S. - GRUPPO INTERVENTO SOCIALE
NIETZSCHE
diceva che se i pregiudizi correnti non ci suonano paradossali, dovremmo
domandarci se abbiamo riflettuto abbastanza. Ed eccolo un signor paradosso: ora
che la scienza medica ci ha regalato quindici anni in più rispetto a quanto si
viveva mediamente ai tempi di Nietzsche noi non sembriamo capaci d’intervenire sulla
qualità di questa vita che si è aggiunta. Così è quasi fatale che questi anni
che ci toccano in più siano molto segnati dalla sofferenza e dalla solitudine;
dalla sofferenza perché la scienza medica deve ancora completare il lavoro e
potrebbe farlo meglio se la ricerca venisse degnamente finanziata, dalla
solitudine perché la politica – arte della convivenza – non fa bene il suo
lavoro, rivolta com’è ad occuparsi soprattutto a coccolare i consumatori
piuttosto che le persone.
So bene che i
consumatori sono persone; ma anche gli anziani sono persone eppure il mercato
non è particolarmente ricco di offerte per gli anziani. C’entra sicuramente il
fatto che gli anziani spendono poco perché ne hanno pochi. Ma la convivenza non
può essere soprattutto una questione di mercato e di consumo: tra le persone
c’è sicuramente più bisogno di convivenza che di scambio. Può starci che lo scambio
sia un mezzo che concorre a rendere possibile la convivenza; non può starci il
contrario. E se, bisognosi come siamo di una buona convivenza, diventiamo
sempre meno capaci di praticarla è senza dubbio un problema di educazione; ed è
inutile incolpare chi fa cattiva educazione e dà cattivo esempio, anche se sta
molto in alto, quando a rimetterci siamo solo noi.
Siamo convinti
che i volontari dei G.I.S. – come tutti i volontari – corrono per la buona
convivenza. Se un volontario trasporta un malato che non può guidare fino a un
ospedale di Torino, lo aspetta due ore e poi lo riporta a Bardonecchia a casa
sua, e fa dono a questa persona di cinque ore del suo tempo senza chiedere
nulla in cambio, dà un aiuto che fa del bene alla convivenza.
I numeri
dicono che tra le attività dei volontari del G.I.S. in questo anno 2008
verranno superati i 420 trasporti, mentre la frequentazione dei “Mercoledì
Insieme” totalizzerà più di 800 presenze.
In compenso, i
volontari non sono mai troppi: c’è bisogno di nuove leve.
Il Presidente
G.I.S.: Claudio Bugatti
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CROCE ROSSA
ITALIANA - BARDONECCHIA
Anche quest’anno il Comitato della Croce Rossa di Bardonecchia ha festeggiato
l’inaugu razione di un nuovo mezzo.
Il mezzo è
destinato al servizio di emergenza della postazione di soccorso avanzato di
Oulx dove svolgono il loro lavoro i dipendenti del Comitato ed è stato
acquistato con il contributo del Comune di Oulx.
Le
caratteristiche del mezzo sono uguali agli altri utilizzati dal Comitato in
modo da garantire la massima intercambiabilità delle barelle autocaricanti per
ottimizzare i trasferimenti dei pazienti e garantire servizi sempre più efficienti.
Questo facilita il lavoro dei volontari che spesso, dopo l’intervento del mezzo
medicalizzato, eseguono il trasporto con il mezzo di base, in servizio a
Bardonecchia, garantendo così il ritorno del medico nella postazione di Oulx
per eventuali chiamate di emergenza.
Su questo
mezzo è stato installato un sistema di localizzazione satellitare, perché la
Centrale Operativa sia sempre a conoscenza della posizione dei mezzi e un
modernissimo sistema di monitoraggio dell’attività cardiaca che sarà collegato
con il pronto soccorso dell’ospedale di competenza. Questo sistema servirà per
preallertare l’équipe medica che sarà così in grado di valutare le condizioni
del paziente e garantire un tempestivo intervento all’arrivo.
La festa si è
svolta a Oulx domenica 15 giugno alla presenza delle autorità , del Corpo
Militare, che da
l’anno scorso
fa parte delle Componenti del Comitato CRI, di molti volontari e con la grande
partecipazione della popolazione.
Dopo la Messa
e la benedizione del mezzo i volontari hanno proseguito i festeggiamenti con un
simpatico rinfresco.
Il Presidente
del Comitato CRI di Bardonecchia: Carlo Florindi
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Celebrazione della Virgo Fidelis: il gruppo
al termine della S. Messa. (foto Silvio
Medail)
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE CARABINIERI SEZIONE ALTA VALSUSA
NEL 2008 i due
principali obiettivi sui quali la Sezione aveva impostato la sua attività
istituzionale erano la “Festa sociale” è la “Gita sociale”. Gli obiettivi sono
stati entrambi raggiunti, con la partecipazione di un nutrito numero di soci
effettivi e simpatizzanti e loro familiari.
La “Festa
sociale” si è svolta domenica 29 giugno a Bardonecchia. Dopo il rito religioso
svoltosi nella chiesa parrocchiale ed officiato dal Parroco don Franco Tonda, i
partecipanti hanno concluso la giornata di festa con l’ottimo pranzo servito
presso il ristorante “Bucaneve” di Bardonecchia.
L’incontro fra
soci anziani e giovani e loro familiari, nonché alla presenza del Sindaco
Francesco Avato e del Vicesindaco Claudio Guiffre, ha offerto l’occasione per festeggiare
il socio più anziano della Sezione, l’appuntato Antonio Zannier che qualche
giorno prima aveva raggiunto il bel traguardo delle 90 candeline. Per ricordare
questa importante tappa la Sezione ha fatto dono al festeggiato del “Crest”
riproducente “La preghiera del Carabiniere”, l’effigie della Madonna “Virgo
Fidelis”, patrona dell’Arma, ed il logo dell’Arma.
Hanno onorato
con la loro presenza, oltreché i già citati Sindaco e Vicesindaco, i
rappresentanti della Sezione A.N.C. di Susa nonché della Polizia di Stato di Bardonecchia.
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La “Gita
sociale”
Ogni anno la
Sezione sceglie una località del Piemonte quale punto di riferimento per la
gita sociale. Dopo le località di Montiglio Monferrato, Murisengo, Montechiaro d’Asti
e, lo scorso anno, Asti, tutte note per la loro “Fiera del tartufo”, quest’anno
la scelta è caduta su Moncalvo, in provincia di Asti, cittadina che si onora
del titolo di “città” conferitole dal Re Vittorio Amedeo III nel 1774, nonché
luogo di nascita della
“Bela Rosin”,
al secolo Rosa Vercellana, moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, primo Re
d’Italia.
La gita si è
svolta domenica 19 ottobre, in una bella giornata di sole, in occasione, anche
questa volta, della “Fiera del tartufo”. Il momento più atteso della
manifestazione, che si svolge nella grande piazza del mercato, circondata da
numerose bancarelle con ogni ghiottoneria (baci di Cuneo, salumi al tartufo,
formaggi, vini, ecc., ecc,) è stato la proclamazione del vincitore del “tartufo
d’oro” il cui peso era di 340 grammi, per la gioia degli amanti del tartufo, ma
soprattutto del “trifulao” che con la sua vendita ha realizzato un bel
gruzzolo!
Celebrazione
della “Virgo Fidelis”
Come è ormai
consuetudine, la Sezione ha celebrato la ricorrenza con i colleghi in servizio
ed in congedo della Sezione di Susa. Il rito religioso è stato officiato dal Vescovo
Mons. Alfonso Badini Confalonieri nella Cattedrale segusina alla presenza oltreché
del personale dell’Arma, dei Sindaci della valle, e di un folto pubblico.
GLI ALPINI DI BARDONECCHIA E IL PICREAUX
GLI Alpini di
Bardonecchia ogni anno ricordano, con grande partecipazione e con numerose
presenze, la tragedia avvenuta nei giorni 26 e 27 gennaio 1931 sui fianchi
della valle di Rochemolles, nei pressi delle grange Picreaux, in cui .
morirono, a causa della caduta di ruinose valanghe, 21 alpini del battaglione
“Fenestrelle” – 16 soldati, 3 ufficiali, 2 sottufficiali – lì accampati per le
consuete esercitazioni invernali.
Nel 1980,
presenziarono alla giornata del ricordo, sul luogo dell’accaduto, anche alcuni
rappresentanti dell’Associazione “Chasseurs des Alpes” di Modane, in occasione
del gemellaggio di questa città con Bardonecchia.
Per la
ricorrenza del 50º della disgrazia, partecipò il Coro Alpino della
“Taurinense”. Fra i numerosi presenti al Picreaux, anche quattro alpini
superstiti della catastrofe. Nel programma, pure una serata di musica con la
Fanfara ed il Coro “Taurinense” e il “Coro Alpino Valsusa” di Bussoleno.
Nel 2001, 70º
anniversario dell’infausto evento, ci fu una particolare commemorazione con la
consueta S. Messa in suffragio degli alpini che lì trovarono la morte, celebrata
a fianco della lapide che riporta i nomi delle vittime. Grande la
partecipazione, tra cui, la Fanfara A.N.A. “Val Susa”, il Sindaco Francesco
Avato, il rappresentante della Comunità montana A.V., Timon ed altre autorità
dell’Esercito, dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di
Finanza. Molti i gagliardetti dei Gruppi
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I funerali delle vittime delle valanghe di
Rochemolles
alla presenza del principe di Piemonte. (collezione privata, Torino)
A.N.A. della
Valle. Fra i presenti, Andrea Abate, classe 1910, uno dei soccorritori che
partecipò alle operazioni di salvataggio dei compagni sepolti sotto la neve.
Questa
impressionante sciagura ebbe l’onore della cronaca su tutti i giornali del
tempo. “La Stampa” di Torino vi dedicò alcuni dettagliati servizi a cura
dell’inviato Mario Bassi, a partire dal numero di giovedì 29 gennaio 1931. Il Gruppo ne ha conservato, in
sede, le copie. Riportiamo, perciò, alcuni stralci di questo lungo racconto del
giornalista per rivivere quelle drammatiche ore. Il primo articolo,
intitolato: “Ventun alpini sepolti dalle
valanghe nelle alte valli di Rochemolles” , occupa tre colonne in prima
e una in seconda pagina. Nel cappello, leggiamo: «Paurosa giornata di bufera. L’eroica marcia
dei nostri soldati nel turbinio della neve. L’urlo delle valanghe. Travolti.
L’opera di soccorso e il drammatico ritorno di una pattuglia».
Il pezzo si
apre con queste parole: «Questa che abbiamo davanti agli occhi è la più tremenda
sciagura alpina che abbia colpito il nostro Esercito, in tempo di pace». Una
sciagura provocata da due enormi valanghe formatesi per via di un improvviso
sbalzo di temperatura. Il termometro, da meno 20 era salito a 4/5 gradi sopra
lo zero, a causa di un vento caldo e con la caduta di neve fresca e molle.
«Lunedì 26 il
maggiore Picatto muove con i suoi uomini».
Il ritorno a
Bardonecchia dalle grange Picreaux, nonostante queste condizioni avverse, si
era reso inderogabile, non solo perché anche il rifugio Scarfiotti non era
sicuro contro la caduta di eventuali valanghe, ma anche perché i viveri si
erano esauriti. Quindi gli alpini, alle sette, partono. Procedono con grande
fatica, perché affondano nella neve fino alle cosce. «Sono circa le 10 e 3/4.
Improvvisamente, un tuono formidabile, una nuvola immane di neve. (...):
l’impressione è che la montagna si sfaldi e precipiti. La testa della colonna, con
il primo gruppo di skiatori del capitano Carrera è scomparsa».
La valanga si
era staccata dal fianco destro della valle, cioè l’opposto a quello per cui
marciava la colonna: la massa enorme – la fronte fu misurata poi di oltre cento
metri – era precipitata per tutto il fianco del monte, si era ingollata nella
valle, aveva subitamente colmato con la sua massa il fondo, e come una
sconvolta onda oceanica era indi straboccata risalendo lungo l’altro versante
della valle, quello appunto per cui marciava la colonna. Lo straboccare dei
massi di neve, questo rigurgito irresistibile, questo quasi sbavarsi in alto
dell’onda era salito per circa un centinaio di metri sulle falde dell’opposto
monte, e aveva colpito in pieno il primo nucleo della colonna. Si erano veduti
gli uomini lanciati violentemente in alto, poi ricadere, scomparire in quel mareggiare
in tumulto della massa di neve. Contemporaneamente per il contraccolpo di tutto
quello sconquasso, altra neve precipitava, dall’uno e dall’altro monte, lungo entrambi
i fianchi della valle.
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La valanga
aveva travolto circa 25 militari. Alcuni sono subito estratti dal maggiore Piccato
che «seguiva immediatamente il primo
nucleo del capitano Carrera» . Questo ufficiale raggiunse poi la diga dove si
trovava il comandante del reggimento, il colonnello Vittorio Emanuele Rossi. I
superstiti, dopo ore di ricerca degli scomparsi, ritornano al rifugio
Scarfiotti. Il mattino seguente, all’alba, sono costretti a ripartire, per la
fame e il freddo. Il capitano Lajolo sceglie un percorso diverso da quello del
giorno precedente. Però, «non si è
lontani dalla diga, quando avviene un altro disastro». «Una valanga, anzi,
tutta una serie di valanghe (...) investe la colonna in testa, al centro, in coda.
Uomini e uomini scompaiono nella rovina. Attimi inenarrabili». Il tenente
Fettarappa, emerso dalla neve, organizza soccorsi. «A piccoli gruppi (...) i
superstiti raggiungono la diga e qua ricevono i necessari conforti». Mancano
all’appello undici uomini, tra cui il capitano Lajolo.
La situazione
disperata venne poi risolta con un’idea risolutiva. «Fu dato l’ordine, lunedì
stesso, ai guardiani della diga, che chiudessero alle saracinesche, impedendo
così le acque di defluire dal lago. E la galleria naturalmente si svuotò (...).
Era, stabilito così il collegamento diretto, protetto, sicuro tra Bardonecchia
e la diga».
Su “Stampa
Sera” del 26 gennaio 1979 viene rievocata la catastrofe da uno dei superstiti:
il maresciallo Villa. L’articolo – a pagina 14, su otto colonne – riporta anche
la fotografia del sottufficiale e del suo cane Farfuj, che segnalò con guaiti e
gesti di insofferenza manifestati alcuni minuti prima, l’imminente caduta della
valanga, quella che si era staccata dal Monte Pierre Menue (3.505 m.), il 26
gennaio.
Sindaco e Alpini bardonecchiesi all’Adunata
nazionale di Bassano del Grappa.
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I capigruppo
che si sono susseguiti dal 1930 ad oggi, sono: A. De Matteis, dal 1930 al 1940;
dal 1941 al 1954, il Gruppo è stato gestito, senza ufficialità, da alcuni soci;
Aurelio Costa, dal 1955 al 1961; Giorgio Durand, dal 1961 al 1967; Mario
Rossetti, dal 1967 al 1968; Giorgio Durand, dal 1968 al 1969; Renato Nervo, dal
1969 ad oggi.
Il Gruppo
attuale è così composto: capogruppo: Renato Nervo; vicecapogruppo: Roberto Glarey; segretario-cassiere: Luciano Morando; consiglieri: Emilio Allemand, Livio Cantone, Sergio
Crestani, Marco Gautier, Giuseppe Guiguet, Davide Vallory. Gli iscritti sono
83, gli amici 5. Il socio più anziano è Antonio Vallory (classe 1917).
Laura Grisa
O.F.T.A.L. - OPERA
FEDERATIVA TRASPORTO
AMMALATI LOURDES
GRUPPO DI BARDONECCHIA
1858 - 11
febbraio - 2008
SONO passati
ormai 150 anni tra queste due importanti date e per ricordare l’avvenimento è
stato indetto l’Anno Giubilare. La sua apertura è avvenuta l’8 dicembre 2007
con una funzione bella e molto partecipata.
L’11 febbraio
2008, in concomitanza con la Giornata Mondiale del malato, le funzioni si sono
tenute in Prateria, davanti alla Grotta, in quanto le migliaia di pellegrini presenti
non avrebbero potuto trovare posto altrove. La Santa Messa, nonostante facesse
molto freddo, ha visto tantissimi fedeli assiepati negli spazi per loro
predisposti. Sia la Fiaccolata che la Processione si sono svolte con tanta
partecipazione, attenzione e raccoglimento.
La chiusura
dell’Anno Giubilare si è tenuta l’8 dicembre 2008, festa dell’Immacolata
Concezione.
Il nostro
Gruppo Oftal di Bardonecchia ha partecipato ai pellegrinaggi di febbraio, maggio,
settembre, ottobre ed anche in occasione della Visita del Santo Padre.
Naturalmente, come sempre, i più frequentati sono stati i due di settembre e
ottobre.
Durante i
pellegrinaggi abbiamo potuto seguire il Cammino del Giubileo che ha ricordato
quattro momenti significativi della vita di Santa Bernadette: il Battistero
della chiesa parrocchiale di Lourdes dov’è stata battezzata; il Cachot, dove
abitava Bernadette e la sua famiglia all’epoca delle Apparizioni; la Grotta, dopo
aver varcato la soglia dell’entrata San Michele ed il passaggio sotto le arcate,
con la venerazione dell’Icona della Vergine con Bambino; l’Oratorio, dove
Bernadette aveva ricevuto la Prima Comunione e dov’era previsto il gesto di
baciare l’altare.
93
Dame e Barellieri di Bardonecchia
Questo luogo
ora è diventato l’Ospedale Civile di Lourdes.
La Città di
Lourdes ha segnalato il Cammino del Giubileo dipingendo il logo sull’asfalto e collegando
i disegni con una interminabile linea di colore blu. Questi quattro luoghi,
durante la visita del Santo Padre, erano rimasti chiusi al pubblico e subito riaperti
dopo la sua partenza per Roma.
Chi ha avuto
la grazia di essere presente a quell’indimenticabile pellegrinaggio, da sabato
13 a lunedì 15 settembre, lo ha vissuto assieme a tantissima gente, grandi e piccoli
o addirittura piccolissimi, sempre presenti a tutte le celebrazioni, senza fare
confusione, con spirito di raccoglimento e intensa preghiera. Tutte le funzioni
si sono manifestate ricche di fascino.
La fiaccolata
si è svolta sotto la pioggia e, nel suo percorso, in modo diverso dal solito.
Solo al termine della recita del Rosario, il Papa si è affacciato dal balcone
della Basilica del Santo Rosario dal quale ha parlato ai presenti, purtroppo
solo in francese, e non siamo riusciti a seguire bene il discorso. Altrettanto
in francese sono state l’omelia della Messa di domenica 14 e il discorso al
termine dell’Adorazione Eucaristica in Prateria.
Il silenzio
della folla si è dimostrato particolarmente intenso durante l’Adorazione Eucaristica
presieduta dal Santo Padre. Altrettanto suggestiva si è rivelata la Messa di lunedì
15, festa della Madonna dei Dolori, sul sagrato della Basilica del Rosario, durante
la quale ha amministrato l’unzione degli infermi a dieci malati.
Quando siamo a
Lourdes ci rivolgiamo spontaneamente alla Madonna ma, forse, non sempre ci
ricordiamo di Santa Bernadette che pregava molto e, fortunatamente, appuntava
su un quaderno i suoi pensieri, le riflessioni e alcune preghiere.
Pensiamo possa
fare piacere portare a conoscenza di tutti una sua preghiera a Gesù:
«O Gesù,
dammi, te ne prego, il pane dell’unità, il pane dell’obbedienza, il pane della
carità, il pane della forza per spezzare la mia volontà e fonderla con la tua; il
pane della mortificazione interiore, il pane del distacco dalle creature, il
pane della pazienza per sopportare le pene che il mio cuore soffre.
O Gesù, tu mi
vuoi crocifissa: “fiat!”.
Il pane della
forza per soffrire bene, il pane per non vedere che te solo in tutto e sempre.
Gesù, Maria,
la Croce, io non voglio altri amici che questi».
Il prossimo
anno 2009 sarà dedicato dal Santuario di Lourdes a Santa Bernadette.